Ninja Gaiden II – Recensione Ninja Gaiden II
Il ritorno di Hayabusa
Che si tratti di Dead or Alive o della antichissima serie Ninja Gaiden, nata agli albori del NES e giunta fino a noi su console next gen (Xbox360 e Ps3), il ninja Hayabusa rimane sempre il solito misterioso uomo dalla faccia coperta e dalle movenze felpate. Sempre sotto la guida del Team Ninja, uno dei ninja più antichi del mercato videoludico torna per una nuova avventura a difesa della Stirpe del Drago e con il compito di difendere il mondo dall’avvento delle forze malvagie. Riprendendo le antiche tradizioni mitologiche che vedono i nemici confinati nel sottosuolo e dimenticati per sempre (come narrano le epopee del padre degli dei dell’Olimpo che confinò i Titani nelle più basse e infime prigioni della terra), Ninja Gaiden inizia la sua avventura. Eoni or sono, i Draghi confinarono l’Arcidiavolo nel sottosuolo impedendogli di tornare a dare fastidio all’umanità: nel corso degli anni i Draghi hanno tenuto a bada il loro nascondiglio evitandone il ritorno e ora il testimone passa in mano ai discendenti, la famiglia del Drago, di cui fa parte il famigerato clan Hayabusa e quindi il nostro protagonista Ryu. Gli oggetti sacri sono in possesso di quest’ultimo, dalla spada del Drago all’occhio e alla statua del Drago, oggetti sacri custoditi con gelosia. La nostra storia inizia nel negozio di Murasama, dove l’anziano signore discute con una donna di nome Sonia, agente della CIA che sta cercando Hayabusa per scoprire qualcosa di più sui Demoni. Purtroppo Sonia verrà catturata dai ninja, e l’arrivo di Ryu sarà troppo tardo: inizia così l’inseguimento alla ricerca della donna, che porterà poi all’inseguimento di nuove figure che scopriremo nel corso del gioco e che ci costringeranno ad uccidere i nuovi Demoni che stanno imperversando nella terra di Ryu Hayabusa.
Non chiamatelo monotono
I ninja sono guerrieri cruenti, e questo lo si sa non solo grazie alla serie Ninja Gaiden, ma anche grazie alla tradizione: come un degno erede di Attila, il flagello di Dio che ovunque passasse metteva a tacere la natura, il ninja Hayabusa lascia ovunque la sua traccia di sangue. La nostra avventura si alterna con grande abilità in un percorso puramente platform, guidato da un’unica strada da percorrere priva di sbocchi laterali, sprazzi di azione in sviluppo crescente e anche minimi accenni ad alcuni enigmi che però restano risolvibili e privi di difficoltà. È ovvio che al centro di tutto ci sarà l’azione, frenetica, poco precisa verso la fine, ma ben amministrata all’inizio. Ritrovarsi più avanti pipistrelli umanoidi e strane creature dal sangue verde lascia un po’ interdetti, ma pur sempre soddisfatti. È un’azione che però riesce a coinvolgere, dato che le varie armi da usare lasceranno grande spazio a tutti gli appassionati per uccidere come meglio credete, in tante modalità possibili, il vostro nemico: potrete trafiggerlo con la katana di inizio gioco, oppure strappargli la testa con gli artigli da ninja, o ancora tagliarlo a fette con il flagello. Non cade in monotonia, per fortuna, Ninja Gaiden II, nonostante qualcuno l’abbia potuto pensare dopo le prime battute di gioco: andando avanti nel gioco potrete potenziare le vostre armi, grazie al negozio di Murasama, pagando in sfere gialle che saranno rilasciate dai vostri avversari morti. Altri due tipi di sfere potrete trovarle nei cadaveri affettati dei vostri nemici, e si tratta di sfere blu, utili per il recupero della salute, e di sfere rosse, per recuperare l’energia del Ki. La salute sarà indicata in alto a sinistra con una barra che aumenterà nel corso del gioco grazie all’uso, a vostra discrezione, della Vita Degli Dei, un oggetto a forma di collana e si dividerà in tre colori che saranno blu, nero e rosso: il rosso sta ad indicare l’energia veramente persa e che non si può recuperare se non grazie ad un punto di salvataggio o, appunto, con le sfere blu, mentre l’energia nera, o trasparente se volete, è quella che si recupera alla fine di uno scontro senza colpo ferire; infine quella blu è l’energia a vostra disposizione. Il Ki verrrà poi posizionato proprio sotto la barra energetica in diversi cerchi che aumenteranno anch’essi a vostra discrezione come l’energia nel corso del gioco: il Ki serve per usare tecniche speciali che possono essere potenziate allo stesso modo delle armi nel corso dell’avventura.
Il ninja senza telecamera
Se lo stile e la giocabilità di questo titolo vi divertiranno e vi faranno passare ore felici, non lamentatevi dinanzi a una pessima gestione della telecamera e dei controlli: Hayabusa ha imparato a correre ma non sa come si cammina, e se avrete bisogno di andare lentamente da qualche parte, cosa che per fortuna non accadrà mai, non vi sarà concesso, mentre se avrete bisogno di superare, soprattutto mentre siete in acqua, un piccolissimo pezzo di rovine trovato sul vostro cammino, preparatevi ad eseguire un salto con capriola che vi farà cadere chissà quanti passi oltre. La meccanica di gioco diventa una delle più fastidiose da gestire mentre Ryu si trova in acqua: per quanto la pratica possa venirvi incontro, il vostro ninja difficilmente capirà che in quel momento è opportuno nuotare sott’acqua e in un altro momento correre sull’acqua. Già, la corsa sull’acqua: simpatica perchè è una cosa che nessuno saprebbe fare, odiosa perchè impossibile da gestire, a meno che non siate abili guidatori di camion abituati alle curve da autostrada, e limitatoria dato che dinanzi al solito pezzo di rovina sarete costretti a fermarvi, mettere il busto in acqua e aspettare che Ryu metta le mani sull’appiglio per aggrapparvisi. Non era più facile continuare a correre su quel sassolino? Forse la cosa può sembrarvi sciocca, ma vedrete come il danno sarà più che visibile, soprattutto negli scontri con i boss. Questi rappresentano un’altra strana variabile dato che, in qualunque modalità vi troviate, la difficoltà cambierà drasticamente dai nemici casuali al boss finale, il quale a volte sarà inarrestabile a causa non solo della meccanica di gioco che risponderà con molta difficoltà ai vostri comandi, ma anche per la freneticità dell’azione che vi farà capire ben poco di quello che accade.
Parlando poi della telecamera, lodiamo il banale sistema di movimento che si può effettuare con la levetta analogica destra e critichiamo, com’è giusto che sia, il pessimo sistema di puntamento del nemico: è cosa di tutti i giorni per Ryu Hayabusa finire accerchiato da molti nemici, e avere una telecamera che al tocco di un tasto riesce a concentrare il tutto sul nemico che vi è alle spalle sarebbe stato estremamente comodo. Il problema diventa più increscioso dopo la scoperta che questa funzionalità c’è, solo che funziona peggio del salto sul sassolino in acqua.
Difficile, come la vita di un ninja
Longeva è la storia di Hayabusa, e anche molto difficile, a seconda del sentiero che sceglierete, piena di avversari di ogni qualsivoglia specie, carica di armi da usare, da lancio e da corpo a corpo, con un’aggiunta interessante di missioni secondarie. Una volta terminata l’avventura potrete ricominciarla con le stesse armi, livello di energia, caratteristiche acquisite alla fine della partita precedente, avviando, se volete, anche una difficoltà maggiore o minore: per ogni livello ci sono molti segreti caratterizzati dai teschi d’argento e dalle prove di coraggio che vi daranno degli oggetti aggiuntivi utili per la vostra avventura. Insomma, si potrebbe definire infinita la vostra avventura, anche se in qualche modo è scontato che già alla seconda volta, massimo alla terza, perderete l’interesse in questa sfida infinita che è quella di avanzare di difficoltà e ripetere le più di dieci missioni del gioco. In sostanza però Ninja Gaiden presenta un motore tecnico che si fa apprezzare almeno per il comparto tecnico, dato che non si notano rallentamenti e i caricamenti sono semplicemente annullati: gli unici li noterete nel momento del caricamento della missione, durante il quale avrete la possibilità di leggere l’introduzione al prossimo avvenimento. La grafica non rallenta nemmeno dinanzi ad un aggiramento ai danni di Ryu di più di venti avversari tutti pronti a colpirvi: non verrà mai meno la fisica e la fluidità dell’azione.
Per il sonoro c’è da lodare l’ottimo suono provocato dall’infrangersi del ferro delle armi contro il corpo avversario, e anche le perforazioni che sembrano provenire dai migliori film d’azione mai fatti. La possibilità poi di confrontarsi tramite il servizio Xbox Live con tutte le altre persone che stanno giocando la vostra stessa avventura aumenta anche il livello di competività e interesse nel giocare sempre al meglio Ninja Gaiden. Un titolo interessante, frenetico e mai noioso: sicuramente un altro ottimo lavoro della Team Ninja con qualche triste pecca che si sarebbe potuta senz’altro evitare.