NieR: Automata – Recensione Nintendo Switch
Correva l’anno 2017, un periodo magico per i videogiocatori che hanno potuto assistere a una moltitudine di produzioni di incredibile qualità tra gli indie e i titoli più blasonati. Ad esempio c’era The Legend of Zelda: Breath of the Wild che capeggiava dall’alto del piedistallo andando a trionfare a fine anno ai The Game Awards 2017. C’era anche un certo What Remains of Edith Finch che in veste di portabandiera indie ha raccolto consensi unanimi dal pubblico portandosi a casa diversi premi. E poi c’era quel folle ma affascinante NieR: Automata del buon Yoko Taro che è riuscito a riportare al suo originale splendore la serie dopo il mezzo passo falso del predecessore. E dopo cinque anni dalla sua prima uscita su PlayStation 4, PC e in un secondo momento su Xbox One, finalmente il titolo sviluppato da Platinum Games è pronto ad approdare anche su Nintendo Switch in una versione denominata “The End of YoRHa Edition”.
Gloria all’umanità… anche in portabilità!
Prima di vedere come si comporta NieR: Automata su Nintendo Switch è doveroso ricordare in breve i contenuti della “The End of YoRHa Edition” e fare un veloce recap della trama del gioco, soprattutto per coloro che non conoscono affatto l’opera di Yoko Taro (improbabile, non si sa mai). Questa versione include sia il gioco base sia il DLC “3C3C1D119440927”, che aggiunge nuove sfide e costumi estetici. Inoltre in esclusiva per la console di Nintendo c’è un altro add-on chiamato “6C2P4A118680823”, in cui ci sono nuovi outfit per i personaggi e nuove skin per i Pod ispirate a NieR Re[in]carnation.
Per quanto riguarda la trama di NieR: Automata ci troviamo dentro una cornice post-apocalittica, con la Terra ormai dominata dalla natura selvaggia e dalla presenza di biomacchine mandate dagli “alieni”, artefici di aver decimato letteralmente l’umanità esistente sul pianeta azzurro. Quest’ultima (o meglio quei pochi individui scappati indenni dall’apocalisse) è costretta a ritirarsi sulla superficie della Luna, dove al momento prospera. Sapendo di voler ritornare nella vera casa e di non avere chance per fronteggiare a viso aperto le biomacchine, i sopravvissuti delegano l’ultima speranza a una squadra di androidi chiamata “YoRHa” ed è qui che faremo conoscenza con due unità in particolare: la fredda YoRHa 2B e l’emotivo YoRHa 9S, il cui compito sarà quello di annientare ogni creatura biomeccanica presente sul pianeta Terra, in un viaggio che si rivelerà tortuoso e ricco di interrogativi che lasceranno a bocca aperta i giocatori.
Forte di una scrittura potenzialmente sontuosa e godibile tutt’oggi dopo cinque anni dal suo primo rilascio, un elemento sbalorditivo di NieR: Automata correlato alla trama è il numero di finali multipli disponibili, ognuno dei quali regala vicende e spunti narrativi di assoluta qualità. Perciò non basta finirlo una sola volta ma serviranno diverse run per poter gustare il gioco in ogni sua sfaccettatura. Lasciamo a voi il piacere della scoperta e la possibilità di immergersi nel folle mondo costruito da Yoko Taro senza dilungarci in fastidiosi spoiler.
Become as Gods ovunque si trovi
Per quanto concerne in breve il gameplay ci troviamo di fronte il piatto forte della portata di Platinum Games, ovvero l’action tridimensionale nella sua massima espressione. Abbiamo a disposizione due tipi di attacchi, uno leggero e l’altro pesante, che possono essere eseguite ripetutamente per dar vita a spettacolari incatenazioni di mosse e sono accompagnati dalla schivata che, eseguita nei tempi giusti, può far partire un efficace e lesto contrattacco. In nostro supporto c’è anche un piccolo alleato robotico come il Pod, che permette di combattere a distanza utilizzando la sua potenza di fuoco.
Ma attenzione! NieR: Automata non è solo prendere a spadate le biomacchine a suon di combo scenografiche da urlo. Platinum Games ha proposto un mix di dinamiche di gioco che riescono ad incastrarsi benissimo donando una larga varietà di gameplay ai giocatori, come le sessioni shoot ‘em up in cui ci troveremo a sparare a bordo di un esoscheletro, oppure lo sviluppo dei combattimenti in diverse inquadrature della telecamera. Nel gioco è presente anche una piccola essenza di elementi GDR in quanto possiamo guadagnare punti esperienza (e salire di livello) sconfiggendo i nemici ed ottenere da essi i chip, fondamentali per la personalizzazione del nostro personaggio.
This cannot continue… o forse sì?
Arriviamo adesso alla domanda fatidica, nonché il fulcro principale della recensione: come se la cava NieR: Automata su Nintendo Switch? Personalmente l’unica preoccupazione che avevo a riguardo era lo stato del frame rate considerando gli eventuali compromessi che mi sarei aspettato dal punto di vista grafico. Prova alla mano, si può dire che la versione per l’ibrida di Nintendo è uscita incredibilmente bene. Nonostante il frame rate a 30 fps e quindi dimezzato rispetto ai 60 delle altre piattaforme, questo risulta sorprendentemente stabile per la maggior parte del nostro viaggio, soprattutto nelle situazioni di maggior frenesia che possono capitare durante i combattimenti. Da questo punto di vista Platinum Games ha compiuto enormi passi da gigante concentrandosi molto sulla cura della fluidità, un aspetto fondamentale per i giochi action così dinamici e veloci.
Riguardo la risoluzione, NieR: Automata viaggia a 1080p in modalità dock e a 720p in portatile. Come è facilmente prevedibile ci sono alcuni compromessi sul lato grafico, in particolar modo la qualità delle ombre e dell’illuminazione inferiore alle altre versioni e alcuni fenomeni di pop-in. Malgrado questi, il gioco riesce comunque a difendersi egregiamente sia se si gioca a casa sia in portabilità, regalando le stesse atmosfere post-apocalittiche viste nelle piattaforme più performanti. E diciamocelo: il plus della portabilità è un qualcosa di unico, specie se i compromessi non sono così esagerati come nel caso di questo porting.
NieR: Automata su Nintendo Switch è una conferma della bontà del porting effettuato dai ragazzi di Platinum Games. Lasciandosi coinvolgere da una storia incredibile, dal variegato gameplay adrenalinico e da una colonna sonora tra le migliori del panorama videoludico, il gioco si gode perfettamente sia che vogliate affrontarlo ovunque voi siate, sia comodamente sul divano di casa, grazie a un frame rate dimezzato ma granitico e a una grafica che, pur macchiata da qualche piccolo compromesso, riesce a trasmettere la giusta atmosfera post-apocalittica ai giocatori.
Pro
- L'esperienza più completa del gioco
- Storia e gameplay straordinari
- Lato tecnico sorprendentemente stabile su Switch...
Contro
- ... ma i 30 fps potrebbero far storcere il naso a qualcuno
- Graficamente non perfetto