Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno – Recensione
Quando Bandai Namco e Level-5 annunciarono Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno, in molti si chiesero quanto questo franchise avesse ancora da raccontare dopo un primo capitolo controverso e non uniformemente osannato da pubblico e critica. Ebbene, a questa domanda la risposta non può che essere: tanto, perché Ni No Kuni II prende tutto ciò che di positivo c’era nel primo e lo esalta, riuscendo anche a innovarsi e a migliorare tutto ciò che non aveva convinto appieno nel capitolo precedente. Il titolo Level-5 racconta una storia dai toni sì fanciulleschi e scanzonati, ma dal respiro riflessivo quasi come fossimo dinanzi a un romanzo di formazione.
Geopolitica d’animazione
Ni No Kuni II: il Destino di un Regno è ambientato secoli dopo le vicissitudini del predecessore, più precisamente nel regno di Gatmandù (Ding Dong Dell in Inglese) dove il re Leopold è appena stato assassinato in un colpo di Stato organizzato dall’usurpatore Ratoleon, esponente dei murinidi, una delle due razze del regno assieme ai felinidi (di cui Leopold era esponente). In questo contesto il racconto seguirà le vicende di Evan Pettiwhisker Felix, figlio di re Leopold ed erede al trono costretto a scappare per salvarsi la vita, e di Roland, un viaggiatore arrivato da un altro mondo – il nostro – che aiuterà Evan nel suo percorso di crescita.
Il viaggio che attende i due protagonisti li porterà non solo a fare incredibili incontri e a visitare svariati regni, ma condurrà Evan ad una maturazione netta e importante sia come uomo sia come re. Col passare del tempo però, Evan capirà che togliere Gatmandù dalle grinfie di Ratoleon non è ciò che più desidera: il suo obiettivo infatti deve essere quello di creare un regno senza conflitti, che permetta a tutte le razze di vivere in armonia e felicità. Supportato principalmente da Roland, Shanty e Zoran (membri dei Pirati dei Cieli) Evan creerà il regno di Eostaria, nel quale ospiterà chiunque necessiterà di una nuova casa. A questo punto inizierà il vero viaggio di Evan che lo porterà da una parte all’altra del mondo alla ricerca degli altri re per stipulare accordi di alleanza e istituire il suo regno senza conflitti.
Tra mostri giganteschi e antiche leggende, Evan affronterà ogni tipo di difficoltà; ad aiutarlo però, avrà anche il suo nume tutelare, una creatura leggendaria con la quale ogni re si lega per proteggere il proprio regno. Nel caso del figlio di re Leopold, il suo nume sarà Solario, un bizzarro essere ancora in erba che, proprio come Evan, deve ancora maturare e affermarsi come nume tutelare.
Pennellate fiabesche
La narrazione in Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno scorre regolare, con una linearità piacevole che accompagna il giocatore dall’inizio alla fine senza risultare stucchevole. Al fianco della narrativa, però, un altro elemento risulta davvero trascinante: la componente artistica. L’influenza “miyazakiana” di Studio Ghibli pervade ogni anfratto, senza però strabordare; Ni No Kuni II risulta il giusto mix tra la visione fiabesca di Level-5 e l’animazione immersiva dello studio cinematografico di Tokyo. I personaggi, i livelli, gli ambienti anche in forma di diorama sono tutti ben caratterizzati, unici e memorabili. I colori accessi, quasi come dipinti con dei pastelli a cera, aiutano a rendere indimenticabili molti dei luoghi che visiterete e/o scene a cui assisterete. Questo cel shading leggero e vivace, inoltre, aiuta le performance del titolo che dal punto di vista grafico rimane solido sui 60fps.
A concludere questa esaltazione sensoriale, la colonna sonora d Joe Hisaishi: perfetta sotto ogni aspetto. Da anni non si sentiva una OST di questo livello, ogni traccia resta impressa nella memoria passando da motivi fischiettabili a sonorità commuoventi, in quella che potremmo definire la sinfonia delle emozioni. Di contro, il titolo presenta una localizzazione dei sottotitoli in italiano barcollante, che troppo spesso si avvale di licenze poetiche rispetto al vero significato delle frasi in lingua inglese. Anche i dialetti assegnati ad alcuni personaggi, sebbene una prima impressione tutto sommato positiva, alla lunga risultano un po’ fuorvianti.
Dinamismo virtuoso
Le innovazioni più importanti si annidano nel combat system e più in generale nelle soluzioni adottate da Level-5 in termini di gameplay. Dinamico, immediato e intuitivo: il battle system di Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno abbandona i turni abbracciando una via più action fatta di due colpi (veloce sul quadrato e pesante sul triangolo), di un sistema di schivata e parata affidata al diverso utilizzo di L1, di un sistema di abilità affidato all’uso combinato di R2 più quadrato, triangolo, cerchio e x, e dell’utilizzo di armi a distanza, affidato a R1. Questo nuovo sistema è supportato poi, da un sistema di gestione delle armi basato sulla carica in percentuale.
Ogni personaggio giocabile (tre attivi in party e due riserve) avrà a disposizione tre armi da mischia tra spade, sciabole, asce, martelli e lance e un’arma a distanza tra pistole, archi e bacchette magiche; le tre armi da mischia che ogni personaggio porterà con sé avranno una barra percentuale da 0 a 100 che gestirà l’ammontare dei danni (al 100% ovviamente farete più danno e avrete più possibilità di fare colpi critici). Questa barra si caricherà con l’aumentare dei colpi inferti all’avversario e si caricherà per tutte e tre le armi simultaneamente; una volta caricata la barra, questa vi permetterà di fare più danno e se utilizzerete una delle vostre quattro abilità creerete un ingente danno, pena l’azzeramento della barra. Capite bene che caricandosi tutte e tre le barre assieme, e potendo passare da un’arma all’altra con L2, avrete la possibilità di tre danni maggiori.
A fianco di tutto ciò vi sono: un sistema di danno elementale e uno di armature classici dei GDR, che fanno da equilibratori tra vecchio e nuovo. Il danno elementale è riproposto in versione classica e prevede fuoco, acqua, vento, fulmine, luce e oscurità, i quali si intrecciano in un sistema, anche qui classico, di resitenza e debolezza. Vi sarà anche uno strumento, chiamato Equalizzatore, che vi permetterà di gestire questo sistema andando a influenzare il gioco di resistenze e debolezze elementali dei vostri attacchi. Armi e armature saranno affidati ad un sistema di loot casuale droppabile dai nemici e dai forzieri, in più nei negozi potrete acquistare il medesimo equipaggiamento anche se in versione base, ovvero senza danni elementali e/o statistiche aumentate.
Come se non bastasse, oltre a tutto ciò vanno aggiunti i cioffi. I cioffi sono dei simpatici spiritelli naturali che aiuteranno Evan e compagni in battaglia, offrendo ogni tot secondi la possibilità di un supporto diverso in base all’elemento. Avrete cioffi che vi cureranno, cioffi che spareranno al nemico o cioffi che ridurranno le sue difese elementali; insomma, un ulteriore elemento di profondità per un combat system sì votato all’action, ma con parecchie sfumature strategiche. Nelle boss battle, inoltre, saranno presenti cioffi speciali chiamati “cioffi tutelari”, che forniranno supporti sorprendenti dal punto di vista del game design.
La gestione di un regno
Oltre ai combattimenti classici, Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno aggiunge le battaglie campali. Questa tipologia di scontri, sbloccabili dopo la costruzione di Eostaria, rappresenta la componente RTS; Evan, assieme a quattro truppe scelte dal giocatore (spadaccini, truppe pesanti, picchieri e arcieri), dovrà combattere altri eserciti in difesa di Eostaria o alla conquista di nuovi territori. Purtroppo, però, questa modalità arranca e, nonostante la possibilità di utilizzare delle abilità speciali, alla lunga risulta troppo ripetitiva e priva di momenti epici. Neanche la visuale dall’alto con i personaggi in formato chibi (la stessa utilizzata nell’esplorazione della mappa) aiuta a rendere godibile sul lungo periodo le battaglie campali.
Di tutt’altro respiro, invece, il sistema gestionale del regno. Una volta costruito, infatti, potrete e dovrete occuparvi di esso, non solo costruendo elementi come la caserma, la forgia, il mercato, ecc., ma anche reclutando alleati che vi lavorino e curandovi delle loro richieste in modo da farli rendere al meglio. Se la costruzione degli edifici risulta abbastanza scriptata, con il gioco stesso che vi indica la posizione in cui costruire, non è così per la gestione del personale: reclutare alleati, chiamati Talenti e soddisfare le loro necessità costituisce tutto il sistema di missioni secondarie del gioco; vi assicuriamo che non solo sono tante, ma sono anche estremamente importanti.
La visuale durante la fase di gestione del regno o di navigazione all’interno è sempre dall’alto con i personaggi in formato chibi; ci sarebbe piaciuto girovagare per il nostro regno osservandolo dall’interno, ma dobbiamo comunque constatare che questa visuale è perfettamente funzionale e non stanca neanche dopo numerose ore di gioco.
Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno è una fiaba romantica, un racconto emozionate dal sapore onirico. Il lavoro svolto da Level-5 è eccelso, con un’innovazione ponderata nel combat system che dona freschezza e divertimento. Allo stesso tempo gli elementi conservatori del genere JRPG si integrano benissimo in un mix piacevole senza sbavature. Artisticamente magnifico, con una colonna sonora memorabile, Ni No Kuni II è un’avventura per grandi e piccini che li trasporterà in un mondo magico. Nonostante tutto, resta il rammarico per un sistema di battaglie campali poco longevo e poco soddisfacente; gestito in maniera differente, avrebbe portato all’eccellenza.
Pro
- Trama suggestiva e immersiva
- Artisticamente eccelso
- Combat system fresco e godibile
- Colonna sonora memorabile
Contro
- Battaglie campali ripetitive e piatte
- Localizzazione dei sottotitoli non sempre impeccabile