Need for Speed Payback – Recensione
Ancora una volta, Ghost Games e Electronic Arts vogliono soddisfare la vostra sete di velocità e amore per il tuning più tamarro. Ma Need for Speed Payback vuole applicare un approccio diverso al mondo delle gare clandestine. Che questo cambio riesca a soddisfare i piloti più esigenti?
Ambientato a Fortune Valley, Need for Speed Payback segue le vicende di Tyler Morgan, esperto pilota di corse clandestine e della sua banda composta da Mac, Jess e Rav (rispettivamente esperto di off-road e drifting, esperta della fuga e il loro meccanico). Nella terrà dei casinò e delle scommesse, il nome del team si farà sempre più presente fino ad organizzare come colpo finale il furto di un’auto unica e incredibilmente costosa.
A causa del tiro mancino sorto da Lina Navarro (facente parte della banda denominata La Loggia e ideatrice del piano), il team sarà costretto a fuggire. Da quel momento avrà inizio la vera e propria scalata, a suon di rapine e gare estreme, fino ad ottenere vendetta nei confronti della Loggia.
Con una tale introduzione una cosa è chiara fin da subito: se il precedente capitolo portava alla mente i titoli storici come Need for Speed Underground 2 e Most Wanted, questa nuova iterazione sembra più voler ricordare il mondo degli ultimi Fast and Furious. La trama si svolge con scene in CGI (rispetto a quelle reali del precedente titolo) e combina momenti di gameplay con cutscene, creando una sensazione di continuità godibile.
Di questa modalità di racconto traggono enorme vantaggio le presentazioni dei protagonisti e alcuni momenti chiave della narrazione, durante i quali il giocatore può godersi una sana corsa ascoltando lo svilupparsi della trama. Lo svolgimento della storia risulta ricco di momenti degni di nota, simili a quelli che ci si potrebbe aspettare da una pellicola cinematografica, riuscendo a quasi nascondere la semplicità della trama stessa, se non ci si ferma ad ascoltare i personaggi.
Il nostro protagonista in particolare è tanto generico quanto di poco spessore, facendo rimpiangere i vecchi personaggi senza volto e senza voce della serie. Gli altri personaggi principali vivono di frasi dal suono epico ma dall’effetto discutibile, nel tentativo continuo di emulare Vin Diesel e Dwayne Johnson.
La sensazione che abbiamo percepito è quella di una trama che vorrebbe fare tanto, ma rimanendo legata al focus gameplay-centrico del franchise non riesce a dare spazio ad eventi più cinematografici e meno da gioco arcade. Non possiamo però tralasciare il nostro apprezzamento per il doppiaggio italiano dei vari personaggi che riesce a dare un tono così sopra le righe da rendere quasi passabili i discorsi ascoltati.
Fortunatamente la giocabilità del titolo rimane un buon punto di forza. Mantenendo ciò che di buono Need for Speed aveva introdotto, Need for Speed Payback continua la tradizione del tuning ampiamente personalizzabile e dello stile di gioco arcade senza troppi tecnicismi e pensieri. Gli stili in cui si divide il gameplay (off road, derapate, fuga, gare di accelerazione e gare classiche) sono ben realizzati e nonostante la loro varietà non presentano difetti degni di nota. È infatti molto facile trovarsi a girare per il mondo di gioco per il semplice gusto di passare dal deserto alle strade articolate della città.
Ogni tipologia di gara sarà facilmente approcciabile e ogni tecnica facilmente apprendibile, richiedendo all’utente di premere l’acceleratore e di non mollarlo fino a gara finita.
A patto, si intende, di essere pronti a superare un “tutorial” degno dei Final Fantasy vecchia scuola: l’introduzione è una delle più lunghe nella storia del franchise con la sua presentazione delle tipologie di gare, della trama, dei personaggi e chi più ne ha più ne metta.
Ad accompagnare questo lungo inquadramento, c’è un sistema di grinding che ci ha lasciati alquanto perplessi. Ogni gara avrà un determinato livello richiesto per la nostra auto e per migliorare tale livello sarà necessario acquistare auto più potenti o delle innovative carte potenziamento.
Tralasciando l’acquisto di veicoli, quel che fa storcere notevolmente il naso è la parte di miglioramento delle performance: le sopracitate carte altre non saranno che le vecchie parti di incremento delle performance come blocco motore, NOS e così via. Esse potranno essere acquistate dai meccanici o potranno essere vinte a fine gara.
Nel caso dell’acquisto da un meccanico, esse saranno randomizzate e cambieranno nel tempo. Sarà possibile usare i soldi di gioco oppure di potranno vendere vecchie carte scambiandone tre di esse per una nuova. Considerando però la necessità di comprare anche nuove auto, sarà richiesto al giocatore molto più tempo del normale per arrivare a quanto necessario per proseguire nelle gare. In altre parole, ci si dovrà preparare a correre ripetutamente eventi già svolti per poter racimolare quanto necessario. Il tutto naturalmente è volto al nuovo divertente sistema di micro-transazioni basate sui tanto amati loot-box: chiariamoci Need for Speed Payback non è certo uno degli esempi peggiori sotto questo aspetto, ma di certo il passare ore a ripetere gare già effettuate per guadagnare denaro risulta veramente snervante a lungo andare.
Passando al comparto audio, la colonna sonora risulta come sempre piacevole e ben articolata, oscillando da pezzi rock all’elettronica più spinta. Dai Gorillaz a Salmo, è piacevole sentire come Need for Speed Payback non abbia perso la varietà musicale a cui il franchise ci ha abituati.
Allo stesso modo i suoni del mondo, del traffico e delle auto stesse sono ben realizzati e danno molta più vita al mondo di gioco. Ci è piaciuto molto come la radio della polizia possa essere ascoltata dall’altoparlante del joystick, facendola risultare ancor più realistica.
In fine, in merito al comparto tecnico, non possiamo che apprezzare quanto realizzato da Ghost Games: l’ottima grafica che il Frostbite Engine ha reso possibile trova un ottimo compagno nello stabile e solido framerate anche sulle console standard di questa generazione come Playstation 4 e Xbox One.
Durante le nostre prove non abbiamo incontrato alcun bug, mentre la lentezza del caricamento iniziale (unico difetto da noi trovato), viene controbilanciata dall’assenza di caricamenti durante il gioco.
I tracciati sono organizzati con cura, garantendo sempre un certo livello di sfida, facilmente gestibile grazie all’eccellente approccio di semplicità nel gameplay. In tutte le nostre prove non abbiamo mai avuto la sensazione di aver percorso lo stesso tracciato due volte (escludendo ovviamente il ripetere degli eventi gara per raccogliere fondi).
Anche la parte di tuning estetico per le oltre 80 auto è sviluppato con cura, sfruttando come base il motore di personalizzazioni di Need for Speed. Potrete scatenare il lato tamarro che è in voi con paraurti, minigonne e spoiler estremi. \
Need for Speed Payback non è di certo una delle peggiori esperienze videoludiche in cui ci si può impattare. Il comparto tecnico ben realizzato, lo spirito della serie e lo stile di gioco sono presenti e a disposizione di chi ha sempre apprezzato il franchise. È perfetto per spegnere il cervello e passare qualche ora a correre senza mai pensare al freno. È però il suo fallire in quel che cerca disperatamente di essere ad allontanarlo dal successo che meritava: il voler essere quasi un film senza avere una trama elaborata ed una caratterizzazione solida, il presentare all’utente una giocabilità semplice ed immediata ma che al contempo richiede ore di grinding ripetitivo e frustrante (se non si vuole cedere alle micro-transazioni) degradano Need for Speed Payback ad un gioco piacevole si, ma quasi senza anima.
Il gioco è disponibile per Playstation 4, Xbox One e PC (Origin)
Pro
- Comparto tecnico eccellente
- Approccio immediato e semplice
- Divertimento a cuor leggero assicurato...
Contro
- ..a patto di non guardare tutto il resto
- Trama troppo insulsa
- Grindind richiesto snervante
- Spinta eccessiva alle micro-transazioni