NBA 2K19 – Recensione
Da ben vent’anni la serie NBA2K ha invaso le nostre console portando il grande basket a stelle e strice nelle nostre case: era infatti il marzo 2000 quando NBA2K veniva distribuito su Sega Dreamcast con Allen Iverson in copertina; con Giannis “The Greek Freak” Antetokounmpo e Lebron James sulla cover, NBA 2K19 si concede ai possessori di PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch e PC. Avrà eguagliato il suo predecessore NBA 2K18 o sarà riuscito a fare ancora meglio?
Visual Concepts ha mantenuto tutte le aspettative create durante la campagna promozionale del gioco, effettuando gli interventi di pulizia di quei micro-difetti presenti nel titolo della scorsa stagione e rinforzando ancora di più le due modalità principali: Il Mio GM e La Mia Carriera.
Il Mio GM permette al giocatore di gestire una squadra della National Basketball Association in tutto e per tutto: gestione del roster e dello staff, assegnazione degli osservatori ai rookie più promettenti da ingaggiare nel Draft, scelta dei free agent e gestione delle rotazioni durante tutta la pre-season, la season e (speriamo per voi) i play-off. Non manca la possibilità di affrontare questa modalità con un minimo di storia come contorno, non così importante narrativamente come l’anno scorso ma che aggiunge un pizzico di coesione in più tra gioco e giocatore rispetto alla modalità classica.
La Mia Carriera sembra aver parzialmente abbandonato quello stile sgargiante e chiassoso presente negli anni scorsi virando su una storia dai toni leggermente più seri e più vicini a quella che può tranquillamente essere etichettata come una serie ad episodi sul mondo della pallacanestro. AI, il soprannome del protagonista della modalità La Mia Carriera di quest’anno, è un giovane di talento, ma a causa del suo carattere particolare che non gli permette di essere scelto al draft viene relegato nella lega di basket della Repubblica Popolare Cinese, dove dovrà cominciare a esprimersi ma anche ad affrontare problemi linguistici e culturali. Se la sceneggiatura non brilla certo per originalità, bisogna segnalare l’ottimo cast di attori professionisti che hanno donato fattezze e voce ai co-protagonisti di questa modalità: Michael Rapaport, Haley Joel Osment e Anthony Mackie più di tutti offrono delle ottime performance.
Piacevole anche il ritorno del Quartiere, il mini-mondo open world che permette di interagire con altri giocatori in mini-giochi, quest’anno ancora più coinvolgenti grazie all’inserimento del Dodgeball e di un numero di arene per il tre contro tre ancora maggiore. La personalizzazione garantita dal myEditor quest’anno è notevolmente maggiore rispetto a NBA 2K18, probabilmente ci troviamo di fronte al miglior editor di un gioco sportivo realizzato fin’ora.
Visivamente NBA 2K19 è una vera e propria gioia per gli occhi, ogni particolare degli atleti è riprodotto fedelmente mentre le arene, gli allenatori e il pubblico sono migliorate notevolmente rispetto al precedente titolo. Le animazioni dei cestisti sono più fluide e molto naturali, sono diminuiti anche i fastidiosi bug di compenetrazione tra giocatori o tra il giocatore e il canestro. NBA 2K18 era un ottima base di partenza ma comunque Visual Concepts ha il pregio di non essersi adagiata sugli allori e aver ancor più spremuto il suo ottimo motore grafico. La presentazione audio/video di ogni incontro è quanto di più vicino alla realtà, il team dei telecronisti è stato ulteriormente ampliato con la presenza di tre autentici “pesi massimi”: Kobe Bryant, Kevin Garnett e il giornalista sportivo americano Bill Simmons, vero e proprio guru della National Basketball Association. La nota negativa è l’assenza di Charles Barkley nel siparietto pre-gara dove Ernie Johnson, Kenny “the Jet” Smith e Shaq introducono la partita che andremo ad affrontare.
La giocabilità, da sempre punto di forza del titolo 2K ha ricevuto qualche ritocco, notabile soprattutto durante La Mia Carriera: sparite quasi del tutto le inutili animazioni di salto post-canestro che spezzavano leggermente il ritmo, modificata la posizione della barra di potenza del tiro (ora comodamente situata sul lato del nostro tiratore invece che ai suoi piedi) e soprattutto attribuito il giusto peso ai cestisti: scordatevi quindi di vedere Kyrie Irving muoversi come Jonas Valančiūnas. L’unica pecca a nostro avviso, nonostante le modifiche per rendere più preciso il gioco difensivo, è ancora la difficoltà a fermare alcune giocate d’attacco delle squadre con i migliori roster.
Ottime le modalità online, su tutte spicca l’offerta ludica della modalità myTeam, ulteriormente migliorata grazie all’inserimento di maggiori sfide settimanali e delle partite tre contro tre. Purtroppo per ottenere la piena godibilità della suddetta modalità 2K prevede che andiate a rimpinguare i vostri fondi di Virtual Currency, la moneta virtuale del gioco ottenibile macinando partite e buone prestazioni nelle stesse, con i vostri denari reali.
“Cash rules everything around me” cantavano nel 1993 i Wu-Tang Clan e sicuramente ai piani alti di 2K si nasconde qualche fan dello storico gruppo rap della East Coast. Il publisher ha infatti scelto di monetizzare quanto più possibile sulle modalità myTeam e La Mia Carriera: in myTeam con la Virtual Currency avrete la possibilità di acquistare nuove carte per migliorare la vostra squadra mentre nella Carriera la moneta virtuale vi permetterà di migliorare i parametri del vostro giocatore e avvicinarlo alla perfezione cestistica. La VC ottenibile tramite il semplice gioco è infatti troppo esigua – seppur il sistema sia stato migliorato rispetto a NBA 2K18 – ma dover sborsare ulteriori soldi dopo aver acquistato un titolo a prezzo pieno ci sembra una politica troppo aggressiva verso le tasche dei videogiocatori.
NBA 2K19 è un gioco ottimamente realizzato e con un bacino di fan in continua crescita nel continente europeo. 2K è perfettamente conscia di questo e ha adottato una politica di microtransazioni che pubblico e critica avevano già ampiamente stroncato nei capitoli precedenti della serie. Nonostante tutto, il publisher ha deciso di continuare con la sua offerta, andando solo ad aumentare leggermente le possibilità gratuite sull’editor e poco altro. Ovviamente 2K ha il diritto di offrire il prodotto che meglio ritiene opportuno per le sue finanze, così come noi riteniamo opportuno rivedere al ribasso il nostro voto come protesta verso la scelta fatta. Plaudiamo l’ottimo lavoro svolto da Visual Concepts per confezionare un prodotto così ben ottimizzato e che punta sempre a migliorarsi, ma forse 2K dovrebbe ascoltare maggiormente la voce dei giocatori invece di essere così attenta al tintinnio delle sue monete virtuali.
Pro
- Le nuove animazioni dei cestisti sono molto convincenti
- Ottima la presentazione pre-gara
- Il Quartiere è più vivo e meno dispersivo
- Storia della Mia Carriera più incentrata sul basket
Contro
- La Virtual Currency non permette la piena godibilità del titolo