My Brother Rabbit – Recensione
Le avventure grafiche punta e clicca si sono evolute moltissimo nel corso del tempo. Da Monkey Island a Grim Fandango, passando per Indiana Jones e Broken Sword, arrivando ai recentissimi titoli dell’ormai purtroppo defunta Telltale Games (The Walking Dead e The Wolf Among Us in primis). L’evoluzione è stata costante, graduale e ha sempre (o quasi) soddisfatto i fan del genere.
Artifex Mundi, team indipendente polacco già autore di Path of Sin: Greed, ci prova con il suo dolcissimo My Brother Rabbit, giunto su PlayStation 4, Xbox One, PC e Nintendo Switch. Ambientazioni fiabesche, colori brillanti e un’estetica accattivante, nella sua semplicità la piccola avventura grafica sembra avere tutte le carte in regola per piacere ai più piccoli, ma chissà, magari anche ai vetusti. Come voi. E come me.
Imouto-chan
Il gioco inizia con la rappresentazione di una perfetta famiglia felice: mamma, papà e due figli, un maschietto e una femminuccia, intenti a giocare per i fatti loro, felici e soddisfatti. Il tutto si sgretola, però, quando la sorellina minore inizia a star male, in un continuo aggravarsi della situazione clinica che la porta a sottoporsi a numerosi test ed esami medici.
Il mondo onirico in cui ci ritroviamo a interagire nasce dai sogni della bambina, costretta in un letto d’ospedale, e dal suo profondo rapporto col fratello. L’iconico coniglio, che dà anche il nome al titolo, è infatti il compagno di pezza della piccola, che dovremo accompagnare in un viaggio lungo, tedioso e pieno di pericoli alla ricerca di una cura.
Le nostre avventure verranno narrate non tramite l’utilizzo di dialoghi o testi scritti, ma con il semplice uso di immagini, suoni ed espressioni. Non ci saranno parole, solo musica, colori e dolcezza. Gran parte dell’atmosfera di My Brother Rabbit deriva proprio dalla sua silenziosità e apparente mancanza di sceneggiatura. Apparente perché, nonostante non possiamo sentirne le voci, i due fratelli sembreranno davvero vivi, reali e consistenti e il nostro coniglio il vero eroe e salvatore della situazione.
Nonostante le poche ore necessarie al completamento, la sensazione finale sarà davvero quella di aver affrontato un viaggio. Gli ambienti, tutti rigorosamente bidimensionali, sono magistralmente disegnati e colorati, riuscendo a trasmettere un’idea di profonda innocenza anche tramite il sapiente uso di luci e ombre. Un’estetica pensata per i videogiocatori più giovani, sicuramente, ma che anche i più grandi non potranno non apprezzare ed elogiare.
En!gma
A livello di gameplay, My Brother Rabbit si presenta come una semplice avventura punta e clicca. In ogni ambientazione dovremo cercare diverse tipologie di oggetti fino a completare quelli richiesti, il tutto spesso inframmezzato da minigiochi ed enigmi.
Proseguendo nel viaggio il livello di difficoltà aumenta senza mai arrivare ad essere, però, veramente difficile. Bisogna pur sempre ricordare che è un titolo rivolto ai più giovani. Il problema è, però, che specialmente negli schemi finali sarà difficile trovare le varie parti non tanto per il posizionamento ingegnoso, ma per la grande quantità di decorazioni inutili presenti a schermo. Una confusione che è riuscita in alcuni punti a generare mal di testa in chi vi scrive, e che ci ha costretti anche a passare diversi minuti su una mappa a premere il tasto X a caso nella speranza di trovare quel che mancava. In ogni caso il titolo rende il tutto più semplice indicando quanti elementi mancano al completamento e soprattutto in quale schema trovarli: basta armarsi di un pollice allenato.
I vari enigmi rimangono, sulla falsariga del titolo in generale, piuttosto semplici e intuitivi, ma a lungo andare peccano di originalità. Alcuni, specialmente verso la fine, saranno davvero poco ispirati, ricalcando appieno giochi come il memory o addirittura Tetris, oppure andando a ricercare varie combinazioni sparse nelle mappe in modo piuttosto palese.
Un titolo adatto sicuramente ai bambini, sia per estetica (il tutto sembra davvero preso ed estrapolato da un libro per l’infanzia) sia per complessità generale, anche se forse la tematica della malattia non è stata esattamente pensata con cura e potrebbe creare qualche… domanda. I grandi, invece, passeranno qualche ora in dolce compagnia di un coniglio di pezza e collezioneranno trofei a iosa, con un platino facilissimo da ottenere.
My Brother Rabbit è un titolo un po’ per tutti. Sebbene sia rivolto principalmente a un pubblico giovane, anche i più grandi riusciranno a ricavare qualche ora di divertimento. Ispirato, gradevole sia esteticamente sia tecnicamente, colorato e dolce. Peccato per la poca originalità degli enigmi, che a lungo andare saranno sempre meno ispirati, e di alcune sezioni un po’ troppo “button mashing” alla ricerca di quel singolo elemento mancante. Non lasciate però che il nostro coniglio affronti questo difficile viaggio da solo.
Pro
- Estetica ispirata e ottimamente realizzata
- Adatto a grandi e piccini
- Narrativa semplice, ma funzionale
Contro
- Enigmi troppo semplici
- Poca originalità
- Alcuni schemi di difficile lettura