Murder on the Orient Express RECENSIONE
Come si costruisce un gioco investigativo? È la domanda principale che mi sono posta approcciandomi ad Agatha Christie: Murder on the Orient Express, l’ultimo adattamento dal romanzo della scrittrice britannica. Non credo che esista una risposta univoca, dopotutto ogni titolo fa caso a sé, ma esistono dei punti di partenza che fanno da denominatori comuni.
Raccogliere informazioni, creare dei collegamenti, usare la logica per venire a capo del problema; sono dei cardini che mi aspetto di vedere articolati in modi diversi a seconda dell’opera interessata. Ecco perché quello di Microids analizzato su PlayStation 5 non è un gioco investigativo, è un gioco sull’investigazione, o meglio sull’investigatore tra i più noti al mondo, Hercule Poirot.
Un nuovo, vecchio caso per Murder on the Orient Express
Guardando gli stratagemmi architettati per generare curiosità verso un romanzo famoso, è da apprezzare il lavoro svolto dallo studio di Lione, il quale ha introdotto due novità fondamentali per l’incedere della trama.
Agatha Christie: Murder on the Orient Express si colloca infatti nel nostro presente, cambiando gli strumenti della ricerca (dal telegrafo allo smartphone, dalle carrozze alle auto), offrendo uno sguardo su un detective più vicino a noi.
Gli archetipi a marchio Agatha Christie sono tutti presenti o quasi, dalla coppia un po’ defilata dal gruppo, passando per la ricchissima signora straniera all’altrettanto facoltoso uomo d’affari e l’aiutante del protagonista. È elementare, caro lettore, che non svelerò alcun dettaglio approfondito circa la storia, essendo parte integrante dell’esperienza, limitandomi a fornirne il contesto e la sua discreta riuscita.
La seconda novità riguarda Joanna Locke, personaggio completamente inedito che si articolerà come protagonista in seconda nel coso della storia: la sua entrata in scena risulta efficace e contestualizzata in maniera coerente al racconto già in fieri, coniugando pertanto il passato (della penna di Agatha Christie) con il presente (gli scrittori di Microids).
Se da un lato il giocatore è spettatore di Poirot, incanalato nel palco ormai iconico del treno bloccato da agenti atmosferici, calcolatore, solitario eppure educato e galantuomo, dall’altro segue i primi passi di Locke, da poco promossa a detective nelle scene di flashback a lei dedicate.
Queste ultime permettono di scoprire qualcosa in più sulla sua personalità e sul suo primo, grande caso. Le premesse poste in campo per rimanere fedeli al materiale originale e insieme svecchiarlo a favore del pubblico odierno sono pertanto interessanti e le trame investigative catturano ancora oggi a distanza di decenni.
A risultare deficitario nel suo essere ancorato al passato è il ritmo, compassato e ingessato, ulteriormente azzoppato da una regia che pare provenire dai tie-in dei primi anni 2000 (con dei movimenti di camera repentini e altri al rallentatore, o inquadrature asettiche dei parlanti).
Spettatori dell’indagine di Agatha Christie
Mentre The London Case cerca di diversificarsi in un modo (con una visuale isometrica e una trama originale), Agatha Christie: Murder on the Orient Express tenta di spiccare in un altro, cioè togliendo ai fan della scrittrice la possibilità di anticipare gli eventi della trama (parlo per esperienza personale).
Quello di Microids non è esattamente un gioco investigativo, dicevo in apertura, bensì un’avventura dettata dalle fonti di partenza. Parlare con i possibili sospettati, raccogliere oggetti, informazioni, formulare delle ipotesi, sono tutte azioni guidate dall’investigatore, mentre l’utente può accompagnarlo come una sorta di Watson trasferitosi da Londra.
Lo si nota per esempio in caso di errori da parte del giocatore nel mescolare le tempistiche di un evento (a mo’ di mini gioco basato sull’accoppiare delle carte rappresentanti gli eventi).
Non esistono punizioni in caso di deduzioni errate (come avviene invece in un certo senso in L.A. Noire), né la possibilità di sbagliare in generale, generando così due tipologie di utente, ovvero chi schiaccerà i tasti a caso in attesa d’indovinare e chi si calerà davvero nei panni del detective, giocando quasi di ruolo.
Non sono tanto la logica, le scelte e il ragionamento del giocatore a innescare a progressione del gioco, quanto più una serie di azioni instradate in maniera pedissequa.
Un po’ come accade in Sherlock Holmes: Crimes & Punishments, in Agatha Christie: Murder on the Orient Express ogni scoperta importante crea un nuovo seme in un menù che passo dopo passo si trasforma in un albero mentale con tutte le informazioni sul caso.
Da qui è possibile riprendere in mano qualcosa che si è dimenticato tra una sessione e un’altra del gioco, risolvere dei semplici, quanto guidati puzzle (come ricomporre una foto, trovare la combinazione numerica di una cassaforte), oltre e soprattutto a scandire la progressione della trama.
Dei pop-up a schermo arancioni sopraggiungono quando è appunto il momento di sbrogliare la matassa di un ragionamento (attraverso un enigma) e procedere all’azione successiva. A onor del vero mi sono trovata ben poche volte a ricorrere al castello mentale di Poirot, tanto è lineare il percorso e al contempo capace di tenermi concentrata fino ai titoli di coda.
Di esplorazione non si può propriamente parlare, dal momento che l’Orient Express offre giusto i suoi angusti spazi, mentre i momenti in compagnia di Joanna Locke danno una libertà maggiore, seppure in termini irrisori.
Eleganza artistica
Come abbiamo avuto modo di dirti già in sede di anteprima, in Agatha Christie: Murder on the Orient Express confluiscono vari talenti, tra cui un ex di Arkane come art director, con alle spalle un ruolo importante nella serie Dishonored.
Va citato poiché il character design dei personaggi ricorda quello proprio di chi vive a Dunwall, forgiandosi di uno stile raffinato, elegante, in linea con la raffinatezza richiesta per chi viaggia sul treno.
A corredare la loro caratterizzazione pensa un doppiaggio in lingua inglese di buona fattura (volendo con i sottotitoli in italiano), la quale rischia di cadere però a causa delle animazioni facciali ora esasperate quanto robotiche (specie in Poirot), ora inesistenti (negli altri membri del cast), accompagnate da dei movimenti che alla prova con mano paiono datati.
Giocato su PS5, Agatha Christie: Murder on the Orient Express non dà alcun problema sul lato tecnico, mentre a fronte di un SSD avrei sperato per delle schermate di caricamento più fulminee. Peccato per delle tracce musicali anonime (una colonna sonora agisce in orchestra per creare una sintonia con un’ambientazione da romanzo giallo) e un sound design appena accennato.
Conclusione: il caso è risolto
Agatha Christie: Murder on the Orient Express è il nuovo adattamento videoludico del romanzo a cura dell’omonima scrittrice britannica. Non limitandosi al modello di partenza, Microids è riuscita ad arricchirlo quanto basta per renderlo discretamente godibile a un pubblico odierno.
Tra qualche rimaneggiamento alla trama originale e l’intelligente inserimento di un personaggio inedito, l’avventura permette di farsi spettatore di due grandi detective, pur mostrando il fianco a un ritmo datato. L’Orient Express è al capolinea, il caso è chiuso.
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Pro
- Modifiche alla trama originale
- Una inedita seconda protagonista con una trama correlata
- Il fascino della storia investigativa riadattato ai giorni nostri
Contro
- Ritmo della narrazione datato, compassato