Monster of the Deep: Final Fantasy XV – Recensione
Che il Final Fantasy XV Universe avrebbe avuto un prodotto VR tra le sue fila era cosa risaputa da tempo. Square Enix mostrò, durante l’E3 2016, un interessante trailer di un titolo VR in cui il giocatore avrebbe impersonato Prompto in uno spin-off FPS. Escluso l’annuncio, nulla più si seppe sullo sviluppo del software se non con l’annuncio, l’anno seguente, di Monster of the Deep: Final Fantasy XV.
Non sono state poche le proteste dei fan per il netto cambio di direzione e genere del progetto VR: l’idea di uno sparatutto ambientato nel mondo di Eos era e rimane un’idea intrigante e che, stando alle dichiarazioni, non è stata del tutto scartata; tuttavia, limiti temporali e tecnici hanno portato gli sviluppatori a puntare su qualcosa di meno frenetico e altrettanto godibile in realtà virtuale.
Il mood del gioco s’intuisce già dai trailer ufficiali: Monster of the Deep: Final Fantasy XV vuole essere la quintessenza dello spin-off leggero e senza troppe pretese, pur rimanendo coerente e integrato con il mondo di gioco del titolo principale, un po’ come gli episodi filler di una serie animata.
L’atmosfera scanzonata non deve ovviamente essere una giustificazione per realizzare un prodotto mediocre, né per giustificare certe mancanze: in primis, l’assenza di una localizzazione italiana di menu e sottotitoli, nonostante la schermata iniziale (e solo quella) presenti le opzioni in lingua nostrana. In secondo luogo, il gioco ha un’interfaccia a dir poco minimale, per quanto il più grande assente rimanga un qualsivoglia indicatore della resistenza rimanente alla lenza; è probabile che l’intenzione fosse quella di creare un approccio più realistico all’attività di pesca, ma nel momento in cui ci si trova ad affrontare a colpi di balestra pesci demoniaci con la barba e grossi quanto un elefante indiano, è probabile che la credibilità non si trovi esattamente al primo posto.
Sono presenti anche piccole imprecisioni nei comandi, che non sempre reagiscono con precisione agli input soprattutto durante il lancio dell’amo, ma si tratta di problematiche legate più alla periferica che al software e si riscontrano di frequente in molti altri titoli in VR. Stesso dicasi per la risoluzione, inferiore al full HD per inevitabili limiti tecnici del visore.
Monster of the Deep: Final Fantasy XV è compatibile sia con i PlayStation Move che con il Dualshock 4 ed entrambe le periferiche risultano confortevoli durante l’utilizzo: la prima punta a un maggiore realismo e coinvolgimento nell’azione, la seconda non permette il movimento indipendente delle braccia, ma è sicuramente più adatta a chi ama giocare comodo. A tal proposito, è possibile giocare sia in piedi che in posizione seduta, a patto ovviamente di avere sufficiente spazio a disposizione e la PlayStation Camera adeguatamente regolata.
Il comparto grafico di Monster of the Deep: Final Fantasy XV è sicuramente tra i più belli finora visti su PlayStation VR: la realizzazione degli oltre 100 pesci è fantastica, così come le aree in cui sarà possibile pescare. Anche gli accessori per la pesca sono dettagliatissimi e le oltre 60 esche a disposizione, ispirate a creature iconiche della saga, sono talmente belle che potrebbero tranquillamente far parte del merchandise ufficiale dello Square Enix Store.
Va da sè che, oltre al talento degli sviluppatori, merito di una simile qualità estetica va trovato anche nel riutilizzo di moltissimi asset del gioco originale. Giocare Monster of the Deep: Final Fantasy XV fa tuffare il giocatore in un mondo familiare nei panni di un Cacciatore, inviato dal Quartier Generale Meldacio per stanare e sconfiggere un potente demone, responsabile di pericolosi cambiamenti climatici a livello nazionale.
L’editor per il proprio avatar è in tutto e per tutto identico a quello di Final Fantasy XV: Comrades e permette quindi una più che buona personalizzazione, mostrando il fianco solo nella varietà di acconciature, in questo caso però già disponibili fin dall’inizio. Sono invece acquistabili con denaro di gioco altri accessori e capi d’abbigliamento, tutti comunque già visti nell’espansione multiplayer di Final Fantasy XV.
Anche la componente audio di Monster of the Deep: Final Fantasy XV si attesta su ottimi livelli. Le tracce originali sono sempre in linea con la situazione e l’atmosfera e riescono a non infastidire anche durante sessioni prolungate di gioco; è anche possibile selezionare musiche provenienti dal Final Fantasy XV, dal film Kingsglaive e dai DLC Episode Gladiolus ed Episode Prompto. Per ovvi motivi manca l’OST di Episode Ignis, ma è probabile che anche questa verrà introdotta con un aggiornamento all’uscita del DLC.
Le modalità di gioco disponibili prevedono: la Story Mode della durata di circa 4 ore, in cui si incontreranno vecchie conoscenze e si darà la caccia ai Daemonfish; il Tournament, suddiviso in varie categorie, tramite cui sfidare giocatori da tutto il mondo in una gara al pesce più grosso e/o al pescato più abbondante; la Free Mode, con la quale cimentarsi in rilassanti sessioni di pesca libera e collezionismo.
Infine, le Hunt: proprio come in Final Fantasy XV, esse prevedono la cattura di un determinato tipo di pesce e ricompense in Gil e Ticket, necessari per partecipare ai Tournament. Portare a termine le cacce farà salire il grado di Cacciatore, fino a un massimo di 10, sbloccando man mano missioni sempre più lunghe e complesse, con pesci sempre più elusivi e restii alla cattura.
Esattamente come il gioco di cui è spin-off, Monster of the Deep: Final Fantasy XV mostra il fianco principalmente in questa modalità, intrigante sulla carta, ma davvero ripetitiva e poco coinvolgente a causa delle cacce troppo simili fra loro. Nulla da dire invece per quanto riguarda la Story Mode, breve ma intensa e con la giusta dose di fanservice per far felici gli affezionati al brand.
Monster of the Deep: Final Fantasy XV è un titolo che punta a un pubblico specifico e ridotto: possessori di un PlayStation VR che non disdegnano la pesca – almeno, quella virtuale – e abbastanza fedeli al Final Fantasy XV Universe da desiderare, almeno una volta, un campeggio in compagnia di Noctis e i suoi amici. Per sua natura si tratta di un gioco semplice e molto ripetitivo, che sicuramente sarebbe potuto essere molto più curato sotto l’aspetto tecnico, ma che riesce comunque a offrire un’esperienza visiva di grande impatto e in grado di regalare le giuste soddisfazioni e qualche sorriso.
Pro
- Esteticamente curatissimo
- Fanservice come se piovesse
- Tracce musicali azzeccate
- Possibilità di sfidare giocatori online
Contro
- Tecnicamente grezzo
- Indirizzato a un pubblico di soli fan
- Tutorial minimale
- Può facilmente venire a noia