Monster Menu: The Scavenger’s Cookbook – Recensione
Già uscito un anno fa in Giappone, Nippon Ichi Software, Software House famosa per la serie Disgaea, ci propone un interessante RPG strategico Roguelike con elementi survival tutto da scoprire. Abbiamo provato Monster Menu: The Scavenger’s Cookbook su PlayStation 5 e ve ne parliamo nel dettaglio.
La storia di Monster Menu: The Scavenger’s Cookbook
Partiamo subito dicendo che la trama del gioco è molto secondaria, difatti non sono presenti tante scene di intermezzo, se non a grandi linee. Inoltre non ci sono dialoghi tra i vari membri del party. Siamo un avventuriero che si tuffa nell’abisso più profondo di un dungeon misterioso. Stanchi e messi alle strette, siamo costretti a nutrirci di quello troviamo in giro.
Dopo aver mangiato la carcassa di un misterioso insetto, ci troviamo incastrati in una sorta di loop che nemmeno la morte lo può spezzare. Il nostro scopo è quello di uscire dal dungeon facendoci strada tra i mostri che lo popolano e cucinando piatti bizzarri e talvolta disgustosi, con lo scopo di mantenerci vivi e proseguire la nostra scalata.
Dopo una piccola introduzione e un tutorial basilare, veniamo direttamente catapultati nel mondo di gioco.
Il gameplay
Detto questo, passiamo al fulcro del gioco, ovvero il gameplay. Come dicevamo, Monster Menu: The Scavenger’s Cookbook è un RPG Roguelike con elementi survival. All’inizio del gioco ci verrà chiesto di scegliere un personaggio tra quelli proposti (8 in totale) e di modificarlo a nostro piacimento. Sarà possibile modificare capelli, colore della pelle, occhi, accessori e anche espressioni facciali. E’ possibile scegliere tra le varie classi a disposizione, indipendentemente dal personaggio scelto.
Ci sono in totale 10 classi tra cui scegliere, ognuna con diverse caratteristiche: Adventurer, Swordsman, Berserk, Lancer, Archer, Mage, Barbarian, Thief, Chef e Jobless.
Le classi si distinguono tra di loro per le abilità a disposizione con una specifica arma. Facendo un esempio, il Lancer utilizza principalmente la lancia è le abilità a disposizione sono legate a quest’ultima. E’ possibile comunque equipaggiare un’arma diversa, tuttavia questo comporterà l’incapacità di utilizzare le abilità legata all’arma della classe scelta e di ritrovarci senza abilità ma solamente con l’attacco normale.
Non vi preoccupate della scelta del personaggio principale in quanto successivamente ci verrà richiesto di scegliere fino a 3 compagni da aggiungere al nostro party. Anche in questo caso sarà possibile modificarne l’aspetto e la classe in modo tale da avere un team ben bilanciato.
Una volta terminato il tutorial e aggiunti i compagni, sarà possibile iniziare la scalata dei dungeon. Ogni zona avrà dei nemici diversi e sarà necessario studiare bene ogni strategia per uscire vittoriosi dalle battaglie. Come dicevamo prima si tratta principalmente di un Roguelike, pertanto in caso di sconfitta, sarà necessario ricominciare il gioco dall’inizio, mantenendo comunque le armi e gli oggetti che abbiamo trovato durante la partita precedente.
Dopo ogni 10 dungeon, sbloccheremo una nuova zona e sarà possibile ricominciare la partita da quella zona. Personalmente lo sconsiglio in quanto i nemici nelle zone avanzate sono molto forti e hanno un livello molto più alto del nostro. Inoltre bisognerà tenere d’occhio una meccanica fondamentale del gioco, ovvero la parte survival che vi spiegherò qui sotto.
Combattimenti strategici ed elementi survival, con una difficoltà che vola tra alti e bassi
I combattimenti avvengono in dungeon creati in maniera procedurale. Saremo costretti a girovagare per la mappa alla ricerca di risorse preziose che ci serviranno successivamente per cucinare dei piatti e craftare degli oggetti utili alla nostra sopravvivenza. Dopo ogni dungeon avremo la possibilità di accamparci e cucinare dei piatti con i materiali ricavati nel dungeon appena terminato.
L’elemento survival del gioco consiste nel tenere il livello di calorie, idratazione e stato d’animo sopra una certa soglia di livello. Se questi elementi scendono a zero, inizieremo a subire dei danni costanti all’interno dei dungeon (variano in base al livello di difficoltà scelto). L’unico modo per mantenere i livelli alti è cucinare determinati piatti nell’accampamento.
Questa meccanica è di fondamentale importanza in quanto i piatti, oltre a mantenere i livelli alti di fame e sete, ci conferiscono dei bonus che possono essere un aumento del danno, della difesa e altro. Per ottenere i materiali, saremo costretti principalmente a combattere i nemici, che possono rilasciare materiali come la carne. Sarà possibile creare diversi piatti, commestibili o meno, che aumenteranno o diminuiranno i nostri valori.
Altra meccanica da tenere in considerazione è il ciclo giorno/notte. Difatti i nemici diventeranno molto più, esageratamente più forti, quando comincia a fare buio. Pertanto è altamente sconsigliato uscire nei dungeon durante la notte, se non ben attrezzati e livellati.
La strategia da adottare conta
Questi elementi rendono il gioco molto interessante, ma ho notato una difficoltà molto altalenante e mal bilanciata in alcune fasi. Capiterà spesso che appena inizierete un dungeon, vi ritroverete di fronte dei nemici che vi attaccheranno o che comunque vi vedranno e inseguiranno, costringendovi a rivedere la strategia fin da subito. Altre volte invece saremo noi a essere fortissimi e riusciremo a uccidere i nemici con colpi singoli senza nessuna fatica.
Ci sono tre modi di iniziare un combattimento: attacco alle spalle da parte nostra (advantage), che ci conferisce un turno extra e quindi potremo svolgere più azioni, attacco frontale (encounter) che consiste nel classico combattimento strategico a turni in cui inizieremo per primi noi, e infine l’imboscata da parte dei nemici (ambush) che avviene quando ci attaccano alle spalle.
Come dicevamo prima, capita spesso che iniziate un dungeon con un nemico di fronte, o peggio, alle spalle. In caso di ambush, la partita per voi termina molto presto se non avete un livello superiore a quello dei nemici o siete ben attrezzati.
Il giorno e la notte
Oltre a questo, dovete fare attenzione al ciclo giorno/notte che non si ferma durante i combattimenti e quindi dovete eliminare quanto prima i nemici altrimenti diventeranno molto più forti. Infine capiterà spesso che i nemici faranno degli attacchi consecutivi senza una logica che potrebbero portare alla sconfitta immediata. Sono presenti anche dei boss con dei minions che saremo costretti a sconfiggere se vogliamo avanzare alla zona successiva.
Passando oltre a questi difetti, il gioco ha dei combattimenti molto impegnativi e appaganti, che obbligano il giocatore a utilizzare un pizzico di strategia. Per fortuna è possibile selezionare fino a 4 livelli di difficoltà: facile, normale, difficile e incubo. Ogni difficoltà modifica il numero dei nemici di ogni mappa, il numero di risorse che troveremo, quante calorie e idratazione perderemo all’interno del dungeon e altre modifiche di una certa importanza.
Protagonisti dall’aspetto tenero, peccato per le ambientazioni
La grafica del gioco è in stile Disgaea 6 (solo il sesto capitolo), con modelli dei protagonisti e nemici in 3D in stile chibi. I modelli sono molto curati e puliti graficamente, ma non si può dire lo stesso degli ambienti di gioco. Le zone cambiano tra di loro, ma i livelli sono molto spogli, con qualche albero qua e là e nemici che girano per la mappa. Presenti muri invisibili per farci cadere nel vuoto.
Una cosa che mi ha stupito tra i settaggi è la possibilità di scegliere quale versione grafica scegliere tra la modalità grafica (con una risoluzione più alta) e prestazione (che conferisce una maggior numero di FPS), oppure una via di mezzo che qui viene chiamata Medium. Io personalmente ho giocato con la modalità prestazione attiva e non ho notato alcuna differenza tra quella grafica, anche a livello di FPS.
Ma vale la pena giocare a Monster Menu?
A questa domanda, mi sento di rispondervi con un sì. Il gioco, oltre ai difetti elencati, ha un gameplay che tutto sommato funziona ed è anche divertente. Potrebbe essere frustrante in alcuni frangenti, ma una volta capite le meccaniche di gioco, diventa molto appagante, in particolare nelle zone avanzate e nelle boss fight.
A livello di RPG funziona molto e il genere Roguelike si miscela bene, rendendo il gioco un buon ibrido, seppur con dei difetti.
Attenzione alla lingua presente nel gioco. Come tanti dei giochi giapponesi presenti sul mercato, Monster Menu: The Scavenger’s Cookbook è totalmente in inglese, sia audio che sottotitoli. C’è la possibilità di cambiare le voci e scegliere tra inglese e giapponese. Si tratta di un inglese molto basilare che è richiesto principalmente nelle fasi di crafting.
Non mi sento di sconsigliarvelo, specialmente se siete appassionati dei giochi NISA, anzi se volete, potete provare la demo che trovate nel PlayStation Store e Nintendo eShop.
Monster Menu: The Scavenger's Cookbook è un interessante ibrido tra RPG, Roguelike e Survival, riservato a una ristretta cerchia di giocatori e appassionati del genere.
Pro
- Modelli 3D dei personaggi principali gradevoli
- Gameplay interessante e strategico
- Buona personalizzazione
Contro
- Ripetitivo
- Ambientazioni spoglie
- Difficoltà altalenante