Monster Hunter World: Iceborne – Recensione PC
A distanza di mesi, Capcom ha finalmente portato l’espansione Iceborne su PC, permettendo quindi alla sua ora, quasi, intera fanbase di godere delle cacce nel nuovo continente gelato. Un titolo tanto atteso e amato merita il miglior trattamento possibile quando si parla di porting, specie dopo l’ottimo supporto dato dalla fanbase verso il primo effettivo Monster Hunter ad approdare su PC. Purtroppo, Capcom non è stata molto lungimirante nella conversione del suo titolo più venduto di sempre, e Iceborne peggiora la già non eccezionale forma di questa versione di Monster Hunter World.
Questa recensione si concentrerà maggiormente sulla qualità della conversione, rispetto alla discussione dei contenuti. Per una discussione più approfondita della meravigliosa offerta di gameplay rappresentata da Iceborne, vi consigliamo di riferirvi alla nostra recensione della versione console, ove scendiamo nei dettagli del grandissimo lavoro di aggiunta e perfezionamento di Monster Hunter World che Capcom ha portato con Iceborne. Per quanto riguarda questa recensione, invece, come avrete intuito i toni saranno molto meno entusiasti.
La nostra avventura con Monster Hunter World: Iceborne su PC è iniziata nel peggiore dei modi, ma con un’evento che mette subito in chiaro il lavoro approssimativo fatto su questo porting: caricando la partita abbiamo scoperto come i dati di gioco fossero stati danneggiati, e provando il ripristino manuale del savedata da file locali il titolo si è rifiutato di riconoscere i salvataggi, crashando continuamente durante l’avvio. Fortunatamente avendo potuto affrontare il gioco post-release, a differenza di quanto succede solitamente, abbiamo potuto confrontarci con la community che stava affrontando i nostri stessi problemi. Una volta abbandonato ogni speranza di poter recuperare il savedata (per motivi che andremo a specificare dopo), abbiamo avviato una nuova partita e ricominciato il viaggio nelle terre di Astera.
Ricominciando il titolo, abbiamo potuto notare come i regali forniti da Capcom con Monster Hunter Icerborne siano un fantastico modo per permettere ai giocatori di rushare l’avventura principale, per dedicarsi poi all’espansione e/o all’endgame del gioco base. Una consolazione per i problemi relativi ai savedata, consolazione però subito attenuata da una doppia realizzazione: le performance sembrano essere notevolmente peggiorate e il gioco sembra utilizzare molte più risorse del dovuto, con CPU a percentuali molto alte. Il gioco non è peggiorato al punto dell’essere ingiocabile, anzi, con il nostro hardware abbiamo tenuto i setting massimi con un framerate superiore ai 60 fps, ma questo peggioramento è comunque impressionante e ci siamo chiesti come mai il titolo sia potuto peggiorare tanto, specie nelle zone pre-Iceborne.
L’arcano è presto svelato. Il motivo per entrambi i gravi problemi riscontrati è nient’altro che il peggior nemico del consumatore PC, un pensato (e innecessario) utilizzo di DRM e sistemi Anti-Cheat scadenti. Con Iceborne Capcom ha deciso di inserire a tradimento nel software dei sistemi aggiuntivi contro pirateria e hackers, andando però a impattare sulle performance del gioco e sull’utilizzo delle risorse hardware del computer. Il ripristino dei save data fu interpretato come un modo per caricare un salvataggio hackerato, mentre l’appesantimento del titolo è dovuto al DRM che, come spesso succede, si rivela essere più uno svantaggio per chi acquista rispetto a chi pirata il software, dato che questo viene aggirato dalle crack. Nonostante i tanti casi contro il DRM e le prove a sostegno della sua inutilità, certe compagnie non riescono a farne a meno, ed è un peccato vedere Monster Hunter World: Iceborne afflitto da questi software anti-consumer.
La situazione è ancora più grave quando si considera che le prestazioni sono peggiorate più all’interno delle zone contenute nel pacchetto base rispetto a quelle nuove. Inoltre l’aggiornamento obbligatorio alla versione Iceborne ha anche inserito questi sistemi nel software di tutti coloro che possiedono soltanto la versione base di Monster Hunter World, peggiorando a tutti gli effetti l’esperienza di gioco per tutti. Come accennato in precedenza, la situazione, per quanto negativa, non è tanto grave da impedire di poter usufruire di questo ottimo titolo dai tanti meriti, tuttavia è importante evidenziare casi come questo, per evitare il trattamento spesso pessimo riservato alla community PC dai publisher multipiattaforma.
Fa male vedere un titolo tanto amato e atteso venire bistrattato a tal punto a causa di manovre di protezione esagerate e inutili. Fa ancora più male pensare che sia stata Capcom, publisher che negli ultimi anni ha dato il meglio di sé, ad aver ceduto a questi invasivi DRM e Anti-cheat. Monster Hunter World: Iceborne non è in alcun modo un brutto titolo e rimane assolutamente giocabile anche su PC, ma è un peccato vedere limitazioni inutili applicate nei confronti di una fanbase che ha giù dovuto aspettare mesi per il titolo, e ora deve sopportare limiti che non merita di avere.
Pro
- Nonostante tutto, è Monster Hunter World: Iceborne
Contro
- Conversione approssimativa
- Utilizzo pesante di DRM e Anti-cheat che creano problemi di performance e non solo