Minecraft: Story Mode – Recensione
Sin dal giorno del suo annuncio, Minecraft: Story Mode si è rivelata una delle serie più controverse di Telltale Games: le perplessità iniziali riguardavano proprio lo sposalizio fra avventura grafica “à la Telltale”e Minecraft, ritenuto poco adatto al genere. Una seconda scelta bizzarra è stata quella di aggiungere tre episodi ai cinque inizialmente previsti, annunciandoli proprio a ridosso di quello che avrebbe dovuto essere il season finale. Dopo l’uscita dell’ultimo capitolo nel mese di settembre, possiamo finalmente formulare un giudizio complessivo, che peraltro non potrà prescindere dall’analisi separata dei due archi narrativi.
L’opera nel complesso
Come abbiamo detto sopra, l’adattamento della licenza di Minecraft agli stilemi di Telltale Games non era un’operazione semplice, ma da questo punto di vista possiamo ritenerci soddisfatti. Glii sviluppatori, anche grazie alla collaborazione di Mojang, sono infatti riusciti a sfruttare bene il materiale a loro disposizione. Oltre a su un comparto grafico in sintonia con lo stile di Minecraft, ma non per questo privo di personalità, il gioco può contare su molte celebri location, come The Nether e The End. Lo stesso mostro che i nostri eroi dovranno sconfiggere, il Wither Storm, è il risultato della variazione di una ricetta presente nell’opera di Mojang; addirittura, Episode 6: A Portal to Mystery tira in ballo la community di Minecraft, presentendoci cinque personaggi ispirati ad altrettanti famosissimi youtuber (ma immagino che questa scelta possa non piacere. NdR).
Diversamente dalle altre sue opere recenti, Telltale Games ha deciso di puntare ad un target più giovane: dopo i vari PEGI 18 di The Walking Dead, The Wolf Among Us, Game of Thrones e così via, lo studio californiano ha voluto realizzare un’avventura un po’ per tutti (PEGI 12), ricca di buffi eroi e simpatici siparietti. Ciò ha delle ovvie ripercussioni sulla complessità dell’intreccio, e in una certa misura anche su suo appeal ma onestamente, non saremmo in grado di immaginare un Minecraft: Story Mode caratterizzato da toni più maturi. A ogni modo, la giovane platea italiana tenga presente che doppiaggio e sottotitoli non sono disponibili nella nostra lingua.
Anche il gameplay prova a modo suo a ricreare le peculiarità di Minecraft, ma con minor successo rispetto al comparto grafico e narrativo; va da sé che il genere non è il più adatto per proporre contaminazioni sandbox e survival. L’unico elemento che ha trovato una vera e propria implementazione nella formula di gioco – composta per il resto dai soliti QTE, piccoli enigmi e scelte, non sempre influenti come si potrebbe sperare – è il crafting, ma è ovviamente limitatissimo, dal momento che non c’è la possibilità di scorrazzare in giro per il mondo alla ricerca di materiali per sperimentare. Di fatto si tratta solo di utilizzare i pochi oggetti nell’inventario disponendoli sul crafting table secondo le ricette che vengono mostrate per creare uno strumento che serva a proseguire nel gioco.
Una struttura discutibile
Nonostante la menzione di due tranche di episodi e di due archi narrativi possa far pensare a una corrispondenza, essi non coincidono perfettamente: il primo ciclo infatti si compone dei primi quattro capitoli, mentre il secondo – che forse non può nemmeno definirsi tale, come vedremo – degli altri quattro. Le modalità di distribuzione invece, sono diverse: chi non decide di procedere all’acquisto del pacchetto completo (The Complete Adventure), ha la possibilità di procedere all’acquisto dei singoli episodi o può optare per il Season Pass (Episode 1-5) e l’Adventure Pass (Episode 6-8).
Il primo arco narrativo vede un manipolo di personaggi simpatici quanto improbabili alle prese con il terribile Wither Storm, creato dal perfido Ivor per attuare la sua vendetta nei confronti del leggendario gruppo di eroi chiamato Order of the Stone. Nonostante un inizio abbastanza lento, soprattutto a causa del deludente Episode 2: Assembly Required, questa è sicuramente la parte migliore di Minecraft: Story Mode. Una fiaba “blocchettosa” e umoristica, in grado di offrire momenti epici e tragici quando occorre, soprattutto negli ultimi due capitoli, che costituiscono la vetta più alta toccata dall’intera serie.
Purtroppo, a partire da Episode 5: Order Up!, il gioco si perde, presentando una sfilza di filler collegati fra loro in modo piuttosto tenue, a tal punto che parlare di un secondo arco narrativo è forse lusinghiero. Episode 7: Access Denied ed Episode 8: A Journey’s End? provano a dare una parvenza di coesione, ma in fin dei conti presentano semplicemente un personaggio comune.
Svolta questa necessaria premessa, va precisato che questi quattro capitoli sono comunque godibili considerati singolarmente, chi più (Order Up!, a parere di chi scrive) chi meno (A Portal to Mystery); il giocatore potrebbe però trovarli superflui, anche in un’ottica di preparazione per un’eventuale seconda stagione, visto che di fatto A Journey’s End? si chiude con una sorta di ring composition, che conferma la natura “fillerosa” del secondo ciclo.
Minecraft: Story Mode è stato in grado di raggiungere il suo obiettivo, cioè quello di costruire un tessuto narrativo in un universo che ne era privo, tuttavia non può essere annoverato fra le migliori serie di Telltale Games. Uno degli aspetti più discutibili è la gestione degli episodi: è un peccato vedere compresso un arco narrativo in quattro capitoli, quando i successivi quattro non contengono altro che filler.
Pro
- Sfrutta bene l’universo di Minecraft
- Doppiaggio di buona qualità
- Soddisfacente il primo arco narrativo...
Contro
- … nonostante un inizio lento
- Scarsa coesione del secondo arco narrativo