Metroid: Samus Returns – Recensione
Alcuni giochi si adattano perfettamente a un genere, incarnandone in tutto e per tutto le caratteristiche intrinseche. Altri, invece, non trovando una collocazione precisa, il genere se lo inventano. Così, grazie a Castlevania e Metroid, tra il 1986 e il 1987 nasce il genere Metroidvania: un action/platform/sparatutto/GDR bidimensionale a scorrimento laterale che, grazie alle sue doti, catturerà milioni di fan. Oggi dalle sapienti mani di Nintendo e MercurySteam nasce Metroid: Samus Returns, la risposta a una domanda che i fan della serie sollevavano da un decennio: “Quando rivedremo un Metroid all’altezza della sua fama?”. Signore e signori, eccolo!
Nel corso del tempo ci sono stati capitoli alternativi, alcuni davvero notevoli, che si discostavano dal genere originale, ma tutti vedevano la cacciatrice di taglie Samus Aran alle prese con la specie più terribile dell’universo conosciuto: i metroid. Esseri simbiotici dalla forma di una medusa in grado di estrarre l’energia vitale e le caratteristiche genetiche degli esseri viventi che predano. In questo modo il metroid è in grado di mutare in modo molteplice le sue caratteristiche e la sua forma fisica, dando origine a nuove creature sempre più micidiali.
Il pianeta SR-388, dimora dei metroid, è stato il teatro di partenza delle avventure della serie: pirati spaziali, entità aliene, astronavi e pianeti sconosciuti sono solo alcuni degli scenari in cui la storia si è dipanata, fino a vedere il suo epilogo nella prematura estinzione della tanto pericolosa razza aliena. O almeno così credevamo. Dopo analisi accurate infatti, veniamo a conoscenza di un’esigua quantità di alieni ancora in vita proprio su SR-388, e il fatto che siano pochi non significa che il pericolo sia minore. Ancora una volta, Samus viene incaricata di porre fine alla razza aliena.
Eccoci, quindi, a discendere sul pianeta alieno dopo aver lasciato la nostra tranquilla astronave per avventurarci alla ricerca del nemico, armati solamente della nostra fidata bio-tuta. Solamente è un eufemismo ovviamente, dato la che stessa è in grado di adattarsi, migliorarsi e implementare meccanismi di difesa e offesa. Il primo tra tutti è la monosfera che ci permette di “appallottolarci” per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili.
È tra pericoli indicibili e ambienti che definire ostili è poco, che la trama di Metroid: Samus Returns si dipana, riservando sorprese in grado di lasciare il giocatore sempre stupefatto.
Nonostante sia all’atto pratico un remake del secondo capitolo della saga, Metroid: Samus Returns è a tutti gli effetti un capitolo a sé. La grafica è costruita da zero, così come tutta la componente RPG, e persino la trama non è propriamente quella dell’originale. Il gameplay invece, è finalmente quello che ha caratterizzato il genere metroidvania, in tutto e per tutto: la mappa a settori con percentuale di completamento, le aree apparentemente inaccessibili, lo sviluppo del personaggio in termini di accessori e, naturalmente, una moltitudine di segreti dietro a ogni angolo.
Chi è abituato alla serie sa benissimo di cosa si parla. L’area di gioco contiene elementi a volte inaccessibili, a volte estremamente dannosi e spesso definitivamente mortali; solo l’acquisizione nel corso dell’avventura di elementi extra per la nostra tuta ci permetterà di esplorare definitivamente tutto quanto il mondo di gioco. Questo costringe il giocatore a tornare sui propri passi alla ricerca di segreti nascosti, nuovi power up e nemici via via più difficili da abbattere.
Grazie ai potenziamenti dell’arma primaria e secondaria, della monosfera e, sopratutto, della tuta, acquisiremo abilità come l’astrosalto, la monosfera aracnoide, la capacità di resistere a lava e acqua e molto altro ancora. Durante i nostri pellegrinaggi troveremo statue di una civiltà perduta: a ciascuna corrisponderà un’abilità o un potenziamento. In questo modo l’esperienza “cresce” insieme al giocatore man mano che la storia procede e permette di mantenere viva l’attenzione in uno schema di gioco che altrimenti alla lunga può sembrare monotono.
I nemici hanno tutti caratteristiche peculiari anche se manterranno in comune l’odio nei nostri confronti. Basterà entrare nel loro campo d’azione per scatenarne un attacco fulmineo: in aiuto di Samus i ragazzi di MercurySteam hanno implementato un attacco smash che permette di parare, stordire e contrattaccare in stile Castlevania: Mirror of Fate per Nintendo 3DS. Una finta visuale in 3D verrà attivata se il nostro smash sarà effettuato con il giusto tempismo: a quel punto è giocoforza distruggere il nemico, che avrà lasciato il fianco scoperto, con un attacco devastante. Un’altra miglioria consente di attivare, tramite la pressione di un dorsale, un mirino di precisione a 360 gradi che cambia colore in caso di nemici fuori dallo schermo, permettendo alla nostra cacciatrice di sterminare anche chi sta fuori dal campo visivo.
La componente RPG, che in questa tipologia di gioco è sempre poco curata e marginale, non brilla neanche in Metroid: Samus Returns. Le implementazioni alla tuta, tranne in due o tre occasioni, si limiteranno a sbloccare funzionalità latenti, ma ad esempio poco apporteranno all’estetica della nostra eroina. Pian piano le potenzialità di Samus trovano espressione in un guerriero letale e versatile che potrà volare, camminare sulla lava, appallottolarsi, rotolare sul soffitto e distruggere qualsiasi nemico a patto di mantenere i nervi saldi.
Raggi congelanti, plasma in grado di oltrepassare gli ostacoli, fruste elettriche, missili e bombe devastanti sono il corredo della nostra eroina, ma anche qui troviamo alcune migliorie: le abilità Aeon. Quattro abilità, che si riveleranno particolarmente utili, possono essere equipaggiate e utilizzate dalla protagonista, a patto di tenere conto della barra apposita che si ricaricherà man mano che i nemici cadono sotto i nostri colpi. La prima è una scansione a lungo raggio in grado di rivelare una porzione della mappa nascosta intorno a noi (passaggi segreti compresi); la seconda ci permetterà di rivestire la tuta di uno strato deflettente in grado di respingere i colpi degli avversari; la terza potenzierà smisuratamente il nostro sparo e la quarta rallenterà il tempo. Inutile dire che saper utilizzare l’abilità Aeon al momento giusto può fare la differenza tra la vita e la morte.
Il menù di gioco è completo ed esaustivo e permette di sfruttare il touch screen per il passaggio da una categoria all’altra. Purtroppo il touch serve praticamente solo a questo, se si esclude la necessità di cambiare saltuariamente l’arma da fuoco. In ogni caso, toccando uno degli slot che si riempiranno con le abilità acquisite, potrete avere un breve riassunto delle caratteristiche della funzione stessa. È doverosa ancora una parola sul concetto di morte in Metroid: Samus Returns. I checkpoint sono attivati dalle stazioni di salvataggio sparse per il pianeta e automatici dopo l’acquisizione di un’abilità o prima di uno scontro mentre il respawn è immediato e infinito, come era logico aspettarsi da un metroidvania che si rispetti. Ma non temete, nonostante il livello di difficoltà ben tarato, riuscirete a recuperare energia dall’uccisione dei nemici, allontanando così l’ora della vostra dipartita.
Sotto l’aspetto tecnico, Metroid: Samus Returns è controverso. La componente 3D è davvero molto ben sfruttata e per niente invasiva, almeno su New Nintendo 3DS, ma, a onor del vero, se giocate in 2D potreste trovare i fondali poco curati e piuttosto statici. Anche il dettaglio grafico, che pur si adatta alla perfezione a uno stile retrò/pixelloso, avrebbe potuto essere più curato e definito e ai nuovi gamer potrebbe risultare scarno e privo di dettaglio. Nessun bug di sorta né rallentamento di nessun tipo è stato riscontrato durante la nostra prova.
La colonna sonora invece, è come sempre al top: accompagna, fa da cornice e spesso ipnotizza il giocatore non facendo sentire la mancanza del dialogo o di una trama strutturata. Qualche divertente intermezzo a spezzare le sessioni di gameplay – che alla lunga potrebbero risultare monotono – è sempre bene accolto, e serve a dare corpo a una trama non scritta ma di facile comprensione.
Ci aspettavamo di più sotto l’aspetto nemici, ma questa non è a nostro avviso una pecca, ma un punto a favore dell’atmosfera generale: infatti, sin dalla sua concezione, Metroid è un gioco che fa delle atmosfere parte stessa della trama. Soli, sperduti su un mondo alieno, alla ricerca di un nemico feroce quel che si incontra è una fauna ostile, non proprio varia, ma ben inserita nell’ambiente di gioco, esattamente come ci si aspetterebbe dall’esplorazione di un pianeta desolato e ormai morente. Anche giustificando quindi, la poca varietà di nemici comuni, non riusciamo a perdonare la poca varietà nei boss e miniboss, specialmente nella prima metà dell’avventura.
Infatti abbiamo trovato il gioco leggermente sbilanciato sotto l’aspetto esplorativo e dei contenuti: per una metà del gioco la nostra eroina se la deve cavare con pochi power-up che invece verranno elargiti con nonchalanche nel resto dell’avventura. Per fortuna la longevità di oltre 40 ore permetterà a Metroid: Samus Return di stupire nella seconda metà della storia, risvegliando in extremis l’interesse eventualmente affievolito.
A coronare l’opera di rimpatriata di Nintendo troviamo due nuovi Amiibo con cui ripristinare le energie di Samus. Inoltre, una splendida collector’s edition, con tanto di spilla e steelbook in stile retrò, aspetta gli amanti della saga. Completano la dotazione dell’edizione speciale di Metroid: Samus Returns un portachiavi monosfera e la colonna sonora rimasterizzata del capitolo. Una vera chicca per collezionisti, cosi come la nuova versione del New Nintendo 3ds dedicata a Metroid.
Metroid: Samus Returns è un gran titolo, chiesto a gran voce dai fan da molto tempo. Nell’ottica della sua categoria, ormai quasi estinta, è una perla che regala ore di divertimento e che, nonostante il genere datato, conquisterà anche i cuori dei nuovi giocatori. Le sensazioni arrivano direttamente da un’epoca in cui i videogame emozionavano, e colpiscono il giocatore con impeto e passione. Pochi giochi sanno fare così tanto con così poco, quindi in questo contesto gli si perdonano anche le pecche riscontrate. E non mancheranno certo i colpi di scena, derivanti dall’aspetto umano che solo i giochi di un altra epoca sanno risvegliare con questa facilità: scovare il nemico da uccidere per poi riscoprirne la tenerezza e trovarsi di fronte al dubbio se mettere fine o meno all’esistenza di una razza intera è pura poesia. In due parole: imperdibile ed emozionante.
Pro
- Longevo e avvincente
- È un metroidvania puro
- Colonna sonora al top
- Gameplay ben congegnato
Contro
- Graficamente non all'altezza
- Ripetitivo sotto alcuni aspetti