Metroid Dread – Recensione
Lo spazio è senza confini, buio, silenzioso, contradditorio e nell’infinità dello spazio profondo nascono e convivono contraddizioni uniche e peculiari: buio e luce, silenzio e rumore, caos e ordine ed è normale quindi che in un ambiente come questo la paura regni sovrana: in fondo c’è letteralmente tutto nello spazio infinito, come piace sottolineare a Rick. Quantità di forme di vita inconcepibili, pianeti inesplorati e creature fantastiche sono lo scenario ideale per dare sfogo alle paure più profonde dell’animo umano. Una di queste paure, spesso sfruttata dai mezzi videoludici, è quella dei parassiti e delle creature aliene. Metroid si fonda su questo. Il pianeta SR388 è la dimora natale del Parassita X, capace di penetrare nelle forme di vita e assumerne il controllo alterandole e crescendo, mentalmente e fisicamente. Una razza aliena come questa non può essere lasciata libera di proliferare: i danni per l’intero universo sarebbe infiniti. Cosi un gruppo di scienziati crea la specie Metroid, nemico naturale del parassita X, che a sua volta infesta il pianeta con mutazioni. In pratica la cura è peggio della malattia. La cacciatrice di taglie Samus Aran viene quindi incaricata di risolvere la situazione ma finisce con l’essere infettata e diventare il nemico naturale di Metroid e parassiti.
Con la fine delle vicende narrate in Metroid Fusion per GameBoy Advance, e dopo il remake di Metroid II: Return of Samus, uscito per Nintendo 3DS i gamer pregustavano il sequel anticipato da un filmato post credit. Dopo quasi 15 anni e peripezie varie, grazie a MercurySteam, approda su Nintendo Switch, Metroid Dread, il capitolo finale di una delle saghe più iconiche mai create.
In Metroid Dread, di ritorno da SR388 e dopo essere diventata una forma di vita simbiotica grazie a un parassita X, la cacciatrice di taglie Samus viene informata di un rilevamento anomalo. La Federazione Galattica ha ricevuto un video inequivocabile e pur non essendo identificabile la fonte si riesce però a individuare nel pianeta ZDR l’origine del segnale. Il video ritrae un Parassita X, vivo vegeto e estremamente pericoloso per cui La federazione decide di inviare sul pianeta sette E.M.M.I (Extraplanetary Multiform Mobile Identifier).
Questi robot sono in grado di assorbire il DNA di altre forme di vita, immagazzinarlo, elaborarlo e produrre all’istante un’arma in grado di debellarlo: costituiti di un esoscheletro fatto con il materiale più resistente dell’universo sono una garanzia di riuscita per qualunque impresa disperata. E infatti dopo poco si perde il segnale di tutti e sette costringendo la federazione a incaricare Samus di indagare e risolvere il problema.
Atterrata su ZDR in sicurezza grazie ad ADAM la fida IA della navicella di Samus si prepara all’impresa e dopo neanche qualche minuto troviamo la causa del problema, che ci stordisce e ci lascia inermi e incoscienti. Al nostro risveglio una misteriosa amnesia fisica ci ha privato dei ricordi su come usare la maggior parte delle nostre abilità, e così. Indifesi e soli, ci prepariamo ad affrontare la nostra avventura.
Per i pochi che non conoscono la saga Metroid, vi ricordiamo che ha contribuito insieme a Castlevania a creare un genere tutto nuovo: i Metroidvania. Si parla di avventure platform in 2D con elementi RPG, componente hack ‘n’ slash, e forte backtracking dettato dall’acquisizione di abilità che consentono di raggiungere zone altrimenti inaccessibili. Su questo punto va fatta chiarezza: il genere è questo. Inutile giocare a Metroid Dread e lamentarsi del fatto che bisogna continuamente tornare indietro o di non aver chiari punti di riferimento su dove andare o come arrivarci: il bello di un’esplorazione certosina, la sorpresa della scoperta e la gioia nel riuscire dove prima si è fallito fanno parte del bagaglio che il titolo si porta dietro.
Cominceremo la nostra avventura in Metroid Dread muniti di missili e del nostro fidato cannone a raggi, per acquisire una decina abbondante di abilità e power up nel corso della storia: alcuni amplieranno al potenza e il tipo di fuoco e altri invece forniranno abilità peculiari; in entrambi i casi questi potenziamenti saranno necessari per affrontare aree di gioco altrimenti inaccessibili e boss devastanti, ma non solo.
Per la prima volta in Metroid Dread fanno la comparsa Gli EMMI, robot pressoché indistruttibile che identificano in noi un organismo vivente da sterminare, e in questo sono eccezionalmente bravi.
Per tutta l’avventura incontrare un EMMI equivale al game over, ma non subito, solo dopo aver cercato di sfuggirgli correndo all’impazzata. Gli EMMI di Metroid Dread sono implacabili, indistruttibili o quasi, e dotati di sensori potenti. Entrare nel loro territorio significa doversi muovere con circospezione per starne alla larga almeno fino a quando non avrete attivato la copertura spettro che vi permette un po’ più di margine.
Avvisarlo della vostra presenza chiude le porte e fa partire la caccia e Il contatto con un EMMI di Metroid Dread porta a una cutscene interattiva dove avrete una lieve possibilità di cavarvela: centrate con tempismo il bagliore giallo con il tasto X poco prima dell’attacco finale e potrete stordire il vostro avversario.
Purtroppo la finestra di tempo è volutamente minuscola e riuscirci non è cosa facile, ma non temete: ogni stage contiene un EMMI e un mini boss, via via più impegnativo, che vi dona il raggio omega con il quale potrete far fuori il maledetto robot.
Una volta acquisito, premendo L – il tasto preposto alla guida laser per sparare – attiverete un falso 3D con cui centrerete il volto del nemico per fargli saltare la copertura e finirlo con un colpo caricato: occhio però a scegliere un punto di attacco che vi lasci il tempo di compiere l’operazione, un bel tratto lungo di schema senza impedimenti. Ah, non dimenticate: ogni EMMI morto risveglia la memoria fisica di Samus e dona quindi un’abilità latente essenziale per il prosieguo dell’avventura.
La nostra eroina di Metroid Dread può trasformarsi in morfosfera per entrare nei cunicoli, saltare e arrampicarsi su determinate strutture, effettuare un breve trasporto e dotarsi di corsa cinetica e molto altro.
Come per il remake di Metroid 2, la cacciatrice è anche dotata di un parry da usare contro determinati attacchi che seguito da un colpo di cannone fornisce una morte prematura e un surplus di ricompense solo che qui può essere effettuato anche in corsa e in salto. Purtroppo questo parry non è molto utile, anzi alle volte diventa perfino fastidioso da usare rispetto all’arma primaria cosi come i nemici comuni, raggiunto un certo grado di potenza, diventano una noia fastidiosa più che una sfida.
E siccome nessun titolo è esente da difetti andiamo a vedere dove Metroid Dread avrebbe potuto esser migliore. Innanzitutto va detto che la console usata per il test è il primo modello della portatile di casa Nintendo ma per essere sicuri abbiamo utilizzato anche un modello Lite; non è stata testata con il nuovo modello OLED appena uscito; non dovrebbe cambiare nulla all’atto pratico ma non possiamo affermarlo con certezza.
Sulle console da noi testate Metroid Dread ha presentato cali di frame rate nei caricamenti (che comunque reputiamo troppo lunghi) e nei momenti più concitati sia in versione docked che in portabilità: nulla che invalidasse l’esperienza finale ma ci saremmo aspettati la perfezione.
Inoltre Metroid Dread presenta una storia che può essere terminata alla prima run in circa 16 ore: una volta familiarizzato con le dinamiche di gioco il tempo può scendere un pochino ma se si punta al 100% dell’esplorazione le ore di gioco possono raddoppiare; purtroppo per concezione del titolo e tipologia di gioco pensare di fare una seconda run è improbabile.
I nemici sono un po’ insipidi sul lungo periodo mentre al contrario i boss sono interessanti e con delle cutscene integrate che meritano attenzione sia per come sono state fatte sia per l’integrazione dei comandi di attacco. Parere del tutto personale di chi scrive: ma non sarebbe stato meglio inserire negli extra una bella rom di Metroid Fusion piuttosto che la solita gallery?
Metroid Dread è il metroidvania che stavamo aspettando su una console degna di nota. I pochi difetti non sminuiscono l’esperienza di gioco che i fan del genere si aspettano. Tanta azione, tanta esplorazione e tanto backtracking sono gli elementi di spicco di un genere che regge il peso del tempo. L’operazione Metroid Dread attuata da MercurySteam e Nintendo può dirsi un successo.
Pro
- È un metroidvania puro
- Buona la storia
- Grande componente action
- Boss magnificamente realizzati
Contro
- È un metroidvania puro
- I nemici comuni diventano subito anonimi
- Cali di frame nei caricamenti e nei momenti concitati
- Corto e senza fattori di rigiocabilità