Metro 2033 – Recensione METRO 2033
Dalla Russia con amore
Nel 2002 uscì nelle librerie di tutto il mondo un interessantissimo romanzo intitolato Metro 2033 ad opera dello scrittore russo Dimitry Glukhovsky. La sua particolarissima trama e le sue ambientazioni claustrofobiche lo hanno reso immediatamente un autentico fenomeno editoriale e proprio per questo motivo è riuscito a vendere milioni di copie a livello globale.
Così, senza andare troppo lontano, geograficamente parlando, il team ucraino di 4A Games, grazie anche al contributo diretto dello stesso Glukhovsky, ha pensato bene di tirare fuori dalle pagine di tale libello un ottimo First Person Shooter ad alto tasso di tensione e azione.
Scusi, a che fermata devo scendere?
Il nuovo titolo targato THQ, così come il romanzo, ovviamente, trova infatti il suo set nelle anguste gallerie della metropolitana moscovita. In essa si annidano gli ultimi sopravvissuti ad una tremenda apocalisse nucleare e ad annessi scompensi climatici risalente all’anno 2013. La superficie è poi ancora più inospitale poiché popolata da tremendi esseri mutaforma, dotati di una forza spaventosa e perciò assolutamente letali per la razza umana. Nel 2033 l’umanità si ritrova così sull’orlo dell’estinzione e la lotta per la sopravvivenza si fa sempre più aspra.
Le lotte intestine fra umani sono aumentate mentre gli Oscuri tentano di prendere il sopravvento grazie ai loro poteri mentali sovrannaturali. Noi, nel caso specifico, vestiremo gli scomodi panni di Artyom, nato prima del 2013 ma che però non ha mai visto la luce del sole a causa della sua permanenza nel sottosuolo. La nostra missione principale consisterà nel raggiungere Polis City per avvertire il consorzio umano del pericolo rappresentato dai potentissimi Oscuri. Armati di fucile, coltello e bussola, la vita sarà piuttosto dura là fuori.
Non riesco a respirare.
Tutto il gioco è permeato da queste ambientazioni cupe e anguste e questo elemento si riflette principalmente sulla grafica. Il motore del gioco rende in maniera superlativa queste atmosfere in chiaroscuro. Tutto è dark. Tutto è pura paura e tensione che si può tagliare con il coltello. Non saprete infatti cosa respira dietro l’angolo e avrete bisogno di una buona dose di coraggio per affrontare ogni pericolo solamente armati di un coltello, nemmeno tanto tagliente.
Il motore 4A Engine fa miracoli soprattutto in termini di effetti di luce o fumo. Il respiro, soprattutto da sotto una maschera antigas, si vede eccome! Inutile poi evidenziare come le texture così come i modelli poligonali siano ricchi di particolari e senza sbavature di sorta. Tutti gli ambienti di gioco sono realmente suggestivi e dettagliatissimi, sia sopra che sotto la superficie. Una Mosca così bella e nel contempo così tetra non l’avete mai vista. Il frame rate dalla versione da noi testata, ossia quella su Xbox360, si attesta attorno ai 30 fps e si è comportato benissimo anche nelle situazioni più concitate.
Le musiche dell’Apocalisse.
Anche il sonoro contribuisce in maniera fondamentale e capillare all’atmosfera d’angoscia che attanaglia tutta l’esperienza di gioco. Musiche inquietanti, suoni lugubri e spaventosi dietro ogni angolo e sparatorie ricreate alla perfezione vi faranno entrare in un vero incubo sotterraneo da cui sarà difficile scappare fino al termine dell’avventura.
Menzione anche per l’ottima localizzazione in Italiano del titolo, in cui non abbiamo riscontrato nessun errore grossolano ma anzi voci appropriate e mai troppo impostate.
Attivo ma non troppo.
Metro 2033 è sì ricco di azione frenetica, ma come first person shooter ha in sé racchiusi parecchi aspetti di pura esplorazione stealth. Ne risulta che oltre ai momenti più caotici,dove i proiettili piovono da tutte le parti, dovremo anche dedicarci alle esplorazioni e ai diversivi più disparati come il viaggiare sulle rotaie della metropolitana con strani trabiccoli. Dovremo anche badare a non farci scoprire dalle varie fazioni presenti nel sottosuolo moscovita, tutte molto bene tratteggiate e particolareggiate come Glukhovsky ha narrato. In ogni caso dovremo riuscire a sopravvivere facendo affidamento solo sui nostri limitatissimi mezzi.
Gli scenari, come abbiamo già anticipato, si alterneranno tra profondità e luce del sole ma in entrambi i casi saremo esposti a molti pericoli. I nostri nemici sono rappresentati dalle fazioni nemiche umane così come dagli Oscuri che sono in grado di uccidere con la sola forza del pensiero. Non avrete un attimo di respiro!
L’intelligenza artificiale non è comunque estremamente elevata per cui non sarà proprio impossibile destreggiarsi tra tanti perigli. Un grave ostacolo è rappresentato però dalla penuria cronica di munizioni che, tra parentesi, si riveleranno fondamentali anche come merce di scambio per acquistare dagli altri umani equipaggiamenti o viveri. Dimenticatevi quindi il grilletto facile poiché in Metro 2033, per sopravvivere, dovrete essere parsimoniosi e molto abili nel padroneggiare l’arma bianca. Uno sparatutto davvero molto peculiare e sui generis insomma!
Anche la gestione dell’inventario è volta ad aumentare il senso di smarrimento di noi poveri videogiocatori ma nel contempo incrementa nettamente il senso di realismo. Alcuni esempi sono rappresentati dalla ricarica costante che necessita la torcia, le armi che si inceppano, le indicazioni errate sulle mappe che vanno corrette attraverso l’uso sapiente di un’indispensabile bussola o ancora la scorta di ossigeno che va monitorata attraverso l’orologio e non tramite indicatori su schermo.
La parola d’ordine è realismo, realismo e ancora realismo.
Speriamo finisca in fretta!
I programmatori sembrano avere ascoltato i pensieri silenziosi di noi poveri sventurati persi nei freddi meandri della metropolitana russa. Vorremmo infatti poter vedere la luce il prima possibile e smetterla di spaventarci e trattenere il respiro ad ogni angolo cieco. Ma il gioco soffre di una bassa longevità dovuta alla brevità intrinseca del titolo.
Si può ultimare infatti in circa dieci ore di tempo, non di più. Effettivamente non molto, confrontando il tempo necessario per ultimare titoli dello stesso genere. Il tutto è aggravato dall’assenza del gioco in multiplayer che avrebbe certamente giovato a una maggiore fidelizzazione degli utenti e a un prolungamento della longevità.
Le missioni inoltre sono tutte piuttosto lineari e schematiche, imbrigliate da un percorso ampio sì ma pur sempre limitato e obbligato. Ne consegue che difficilmente ci rigiocherete più di una volta dopo averlo terminato.
Una bella sorpresa.
Sta di fatto che questo Metro 2033 ci ha notevolmente impressionato per le sue atmosfere così claustrofobiche, per le sue peculiarità che donano grande realismo all’esperienza di gioco e per la cura dei dettagli con cui è stato realizzato.
Elemento fondamentale che poi colpisce molto positivamente è sicuramente anche la trama che regge in ogni circostanza senza falle, frutto della grande qualità del romanzo da cui è tratto. Speriamo solo che i programmatori abbiano già previsto delle espansioni che includano anche la modalità multiplayer.
Insomma, fate il biglietto e provate un po’ a passeggiare per le buie banchine moscovite. Non ve ne pentirete assolutamente.