Metaphor ReFantazio RECENSIONE

Recensito su PlayStation 5

Metaphor ReFantazio RECENSIONE
La recensione del nuovo JRPG e identità di Atlus

Metaphor ReFantazio sarà il terzo pilastro di Atlus: un nuovo immaginario fantasy che unisce politica e religione in un contesto incredibilmente promettente, dove la diversità dei popoli viene riunita in un unico grande regno: Euchronia. Atteso come uno dei videogiochi più importanti del 2024, la nuova creatura dello Studio Zero è pronta a debuttare su console e PC.

In queste settimane non solo lo abbiamo giocato, ma anche completato: il viaggio del futuro Re è stato ricco di colpi di scena, storie coinvolgenti e molto altro ancora. Senza troppi giri di parole, abbiamo di fronte uno dei migliori videogiochi dell’anno.

Metaphor ReFantazio RECENSIONE, un nuovo immaginario da scoprire

Metaphor ReFantazio è a conti fatti un titolo importantissimo per un’azienda così longeva come Atlus. Incarna una storia lunga trentacinque anni e lo fa coinvolgendo le anime di franchise come Shin Megami Tensei, Persona, Etrian Odyssey e tanti altri ancora, che culminano in un’opera dall’immenso valore ludico e artistico.

Si tratta della prova di forza di un team che ha riscritto i canoni del JRPG creando un’opera evento – come Persona 5 – la cui importanza ha dato nuovamente vita a un mercato che era in crisi come quello del videogioco di ruolo giapponese. Un avvenimento non troppo lontano dallo scossone che diede Final Fantasy VII in epoca PlayStation.

Oggi però, Metaphor giunge in un’era videoludica in cui il JRPG non appartiene più a una nicchia di appassionati, bensì parla a un pubblico più ampio e conscio di cosa sia la filosofia giapponese nella realizzazione di giochi di ruolo.

Proprio per questo la sfida che è chiamato ad affrontare appare decisamente complessa, poiché si tratta di scuotere nuovamente le fondamenta di questo panorama con un qualcosa di completamente nuovo, un immaginario non del tutto originale ma comunque assolutamente fenomenale.

Quello imbastito dai ragazzi di Studio Zero guidati da Katsura Hashino è un mondo estremamente dettagliato, capace di costruire da zero non solo una distinzione tra razze estremamente definita e le classi sociali a cui appartengono, ma anche un contesto dalle mille sfaccettature che si interfaccia con estrema facilità con la nostra realtà.

Quella che dovrebbe essere un’autentica corsa al trono di Euchronia si trasforma ben presto in un iceberg di tematiche, situazioni e storie capaci di intensificare l’avventura del prode protagonista, vittima di discriminazioni per appartenere a una delle tribù più infime di Euchronia: gli Elda.

Metaphor ReFantazio RECENSIONE

Con un cast decisamente ricco, Metaphor riesce a capitalizzare delle sottotrame spesso coinvolgenti e persino toccanti, facendoci persino amare alcuni dei suoi protagonisti. Si parla dopotutto di storie in cui non c’è spazio per la misericordia né tantomeno tutto può risolversi per pura magia: l’unica cosa che conta è rialzarsi e lottare per i propri ideali.

L’impianto narrativo spesso sa rivelarsi crudele, sorprendendoci nella semplicità di come alcune vite vengono spezzate. Questo ci ha ricordato a più riprese che in una pace così apparente come quella che vige in Euchronia, non vi è spazio per gli indifesi, né tantomeno per coloro che osano sfidare la sorte fallendo miseramente.

Il suo contesto è dualista: mentre si festeggia l’evento in atto in tutto il regno, nelle strade delle città più popolate le persone continuano a morire di stenti, con i loro corpi coperti da umili stracci. Le immani tragedie si consumano alla luce del sole, sotto gli occhi indiscreti di coloro che appartengono alle tribù ritenute superiori.

Metaphor ReFantazio non si limita soltanto a raccontare la sua storia attraverso dei dialoghi insolitamente meno prolissi o delle cutscene spesso ben confezionate, ma punta soprattutto su uno stile passivo, lasciando agli eventi che avvengono su schermo di raccontare il suo affascinante quanto intricato mondo.

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Louis è un villain che ha degli ideali decisamente incrollabili.

L’eredità di Persona e Shin Megami Tensei in un nuovo sistema di combattimento: gli archetipi

Il nuovo JRPG di casa Atlus ha un sistema di combattimento dalla doppia anima. Da un lato abbiamo la sua controparte action, studiata non solo per velocizzare l’annientamento di avversari più deboli, ma anche per dare un maggiore coinvolgimento e ritmi serrati per coloro che si approcciano per la prima volta al mondo degli JRPG.

Inoltre, il titolo può essere giocato persino come un action-rpg: nonostante la goffaggine del combattimento in tempo reale, stordendo i nemici senza però entrare in fase Squadra potrete sconfiggere tutti i mostri semplicemente sferrando degli attacchi rapidi, specie se il bersaglio non è particolarmente forte.

Dall’altra invece, non può mancare il già consolidato turn-based, che unisce il press turn di Shin Megami Tensei III: Nocturne e lo amalgama con il più ritmato battle system della serie Persona. Metaphor in tal senso è un esperimento riuscito, offrendo un gameplay capace soprattutto di ricompensare i giocatori con le loro strategie vincenti.

Il press turn, che in questa occasione lo riconosceremo in qualità di “Icona turno”, si mostra come un’arma a doppio taglio, ed è capace soprattutto di rendere alcuni dei suoi scontri più intensi. Nel momento in cui pensate di subire una disfatta, una mossa azzeccata può regalarvi un vantaggio netto, a patto che siate consci delle debolezze dell’avversario.

Si tratta di un sistema di combattimento che non fa sconti a nessuno, neppure nel momento in cui un vostro attacco non vada a segno o peggio ancora, se il nemico colpirà una vostra debolezza. In questo caso, il livello di sfida saprà persino accontentare i giocatori più hardcore, dato che Metaphor sarà tutt’altro che semplice se giocato a cuor leggero.

Metaphor ReFantazio RECENSIONE
Lo scontro con un Manjula durante una side quest.

Mentre possiamo parlare di un turn based decisamente solido, il sistema degli archetipi riesce invece a definire con maggiore incisività l’identità della nuova IP di Atlus, affidando nelle mani dei giocatori una componente strategica più marcata. Gli archetipi incarnano il potere latente di coloro che vantano una grande forza di volontà e degli ideali incrollabili.

La loro evoluzione e personalizzazione incentivano delle strategie di gioco singolari, merito soprattutto delle innumerevoli combinazioni possibili per il party. In particolar modo non vi sono limiti nello schieramento degli archetipi: potrete fare un party monotematico (come per esempio equipaggiare il Mercante su tutto il party) o semplicemente sbizzarrirvi con la composizione.

La progressione di questi poteri strabilianti dettano un gameplay instancabile, che come suggerisce il nome del gioco stesso, l’unico limite possibile è dettato dalla fantasia del giocatore. In aggiunta, ogni archetipo simboleggia una build che potrete assegnare a qualsiasi membro del gruppo.

Ancora più interessante è tutta la gestione degli archetipi: questi, attraverso il menù, possono essere assegnati a un personaggio in pochi e semplicissimi passi, come se fosse un pezzo del vostro equipaggiamento. La selezione risulta a dir poco cristallina, così come la possibilità di importare le abilità di un archetipo su un’altra classe.

Il team di sviluppo ha curato maniacalmente la personalizzazione di questi poteri, permettendoci soprattutto di creare dei mix di abilità che hanno contribuito a rendere più versatile una classe. Forgiati da un design decisamente accattivante, gli archetipi godono dunque di una gestione veramente ottimale e che invoglia ad esplorare tale sistema in maniera più approfondita.

Metaphor ReFantazio Recensione
Le abilità sintesi sono delle splendide quanto letali sequenze che sprigionano dei potenti attacchi o abilità.

Il viaggio per diventare un degno RE

Metaphor ReFantazio è il compiersi di un viaggio per la conquista della corona di Euchronia. L’intera avventura si basa sulla pianificazione delle attività tra main quest e contenuti secondari, organizzando il tempo su un calendario creato di sana pianta. Una scelta che, per quanto detestata da molti, risulta perfettamente coerente con lo svolgimento del racconto.

Spostarsi da una città a un dungeon e viceversa richiede la pianificazione di un viaggio. Difatti i protagonisti si muoveranno a bordo di un trasvettore, un mezzo di trasporto biomeccanico che permette di percorrere le lunghe distanze in poco tempo.

L’itinerario potrà essere deciso da voi e durante il tragitto può succedere di tutto: scontrarsi con gli altri candidati al torneo, imbattersi contro i mostri o semplicemente sostare a un punto d’accampamento. Ciò che impreziosisce il viaggio è l’imprevedibilità: persino di notte non avrete pace e sarete costretti a svegliarvi di soprassalto.

Il Trasvettore non è solamente un mezzo di trasporto come altri, si tratta di una base in continuo movimento, un hub in cui potrete affinare le vostre doti regali con i vostri compagni d’avventura o semplicemente un’occasione per sviluppare i legami con i vostri seguaci.

Potrete tuttavia dormire sonni tranquilli dato che l’itinerario di viaggio servirà solamente per recarvi verso i dungeon, mentre potrete spostarvi di città in città senza far avanzare il tempo. In questo modo, potrete dedicarvi alle attività sociali senza sprecare tempo negli spostamenti.

Metaphor ReFantazio RECENSIONE
Creare dei legami con i seguaci vi permetterà di sbloccare nuovi archetipi: cercate di affinare i rapporti con i vostri alleati

Un’altra scelta che troviamo coerente in Metaphor ReFantazio è l’assenza delle relazioni: potrete comunque costruire dei legami con i Seguaci, stringendo nuove amicizie e stipulando delle alleanze per la futura sovranità del regno. Queste funzionano esattamente come le affinità sociali della serie Persona, riuscendo ad ottimizzarne soprattutto la gestione.

Difatti la progressione dei Seguaci e dei loro legami risulta semplice e facilmente comprensibile e il merito lo si deve a una serie di accorgimenti apportati proprio alla sua gestione. Dopotutto la nuova opera di Atlus è un titolo meno longevo dell’acclamato Persona 5, ma non per questo risulta meno denso di contenuti.

Utilizzando il sistema assist che si attiva attraverso l’interazione con Gallica, capire come sfruttare il tempo libero è ancora più facile, tanto da permettervi di completare la grande maggioranza delle attività in una sola partita per la gioia dei completisti.

Difatti, Metaphor ha maggiore cura del tempo che dovrete utilizzare per completare tutte le attività e lo fa con una gestione del calendario generosa. Inoltre, le attività proposte dal titolo stesso hanno una sinergia perfetta con l’evoluzione delle doti regali del protagonista, tanto da permettervi di massimizzare tali parametri in poco tempo.

Tra taglie e side quest non sarà infatti difficile evolvere tutte le caratteristiche del protagonista e in aggiunta, queste attività permettono di sbloccare nuovi dungeon che normalmente non sarebbero accessibili. Sarà dunque indispensabile completare le attività secondarie per scoprire tutto ciò che il titolo ha da offrire.

Metaphor ReFantazio RECENSIONE
Le virtù regali definiscono la vostra persona in quanto Re. Evolverle vi permetterà di sbloccare nuove interazioni e non solo.

Di città in città sarà possibile interagire con i cittadini e in alcuni casi potrete venire a capo di informazioni utili su alcuni segreti del gioco. In aggiunta, per alimentare il canovaccio politico, sarà possibile svolgere dei dibattiti con gli altri candidati, facendo valere i propri ideali scegliendo le parole giuste da rivolgere al popolo in ascolto.

Conquistare la loro approvazione vi permetterà di ascendere nella classifica del torneo, un aspetto che a nostro avviso è risultato piuttosto guidato. Bisogna puntualizzare che la popolarità del protagonista aumenterà di pari passo con il completamento delle side quest e l’evoluzione dei legami.

In quanto attività, Metaphor ReFantazio si impone come un videogioco denso senza inseguire il sogno di una longevità troppo eccessiva. Per concludere la nostra prima run puntando al completismo più assoluto abbiamo impiegato ben ottanta ore, una durata a nostro avviso decisamente accettabile e alquanto comune nel panorama degli JRPG.

Metaphor ReFantazio RECENSIONE
Nelle città potrete salire sul palco e sfidare gli altri candidati al torneo in un dibattito: scegliere il discorso giusto vi permetterà di conquistare la folla.

Una nuova sfida creativa

Metaphor ReFantazio rappresenta una nuova sfida creativa per lo Studio Zero, che diversamente dalla serie Persona ha creato dal nulla un mondo estremamente differente, soprattutto in ambito artistico. Parliamo di un mondo fantasy dettagliato e sfaccettato, che ha richiesto un grande sforzo nella sua realizzazione.

Non solo il design dei personaggi si mostra all’altezza dell’impeccabile matita di Shigenori Soejima, ormai artista di punta di casa Atlus, ma anche tutto il lavoro che ha dato vita alle tribù che popolano il regno di Euchronia contribuisce a rendere sempre più impressionante tale mondo.

La direzione artistica di Metaphor è senza ombra di dubbio una delle migliori finora confezionate dalla casa dei MegaTen e il merito passa attraverso il coinvolgimento di artisti come Ikuto Yamashita e Kazuma Koda, che hanno messo mano sulle ambientazioni e sul mechanical design dei trasvettori, prendendo in prestito alcuni elementi da Neon Genesis Evangelion.

In particolar modo, le città principali ritraggono un’estetica che unisce il moderno al medievale, creando così uno stile architettonico particolare e perlopiù regale. Gran Trad, Brilehaven e Altabury sono luoghi dall’estetica suggestiva, capaci soprattutto di ammaliare per la loro anima.

Ma ancor più interessante è l’interfaccia utente, che ancora una volta gode di menù stilizzati a regola d’arte. Soprattutto il menù di pausa, ritrae come dei quadri animati le illustrazioni dei personaggi, con colori ad acquarelli che denotano una certa delicatezza. Senza dilungarci troppo, l’art direction è un jackpot in piena regola.

Metaphor ReFantazio RECENSIONE
I menù di Metaphor ReFantazio sono semplicemente fantastici.

Un po’ meno entusiasmante è il comparto grafico di Metaphor: giocandoci abbiamo percepito il peso di uno sviluppo durato otto (e più) anni, con il GFD Engine che ormai mostra i segni del tempo. In un anno in cui abbiamo avuto un remake visivamente fenomenale come Persona 3 Reload, la nuova creatura di Atlus riesce a stonare a confronto.

Difatti le texutre e le ambientazioni spesso non appaiono estremamente curate, al contrario invece dei modelli poligonali che vantano una cura decisamente più che soddisfacente. Anche il frame rate ha vacillato in diverse occasioni, seppur i cali di prestazione non sono risultati troppo esagerati.

Per quanto concerne la colonna sonora invece, che rivede il compositore Shoji Meguro all’opera, Metaphor riprende uno stile – lo Shomyo – che richiama tematiche religiose attraverso dei canti liturgici, dove l’orchestra gioca un ruolo estremamente fondamentale nella realizzazione. Rispetto a quanto compiuto in precedenza con SMT IV: Strange Journey, il compositore aver trovato la giusta direzione con le basi orchestrali.

In sintonia con il contesto narrato dal gioco, la colonna sonora è indubbiamente un qualcosa di molto ricercato, tanto da essere difficilmente apprezzabile da coloro che solamente di recente si sono approcciati alle produzioni di Atlus. Tuttavia rimane indiscutibile l’incredibile qualità delle musiche, che donano alle battaglie un’epica cavalleresca.

Ancor più interessante è il doppiaggio originale in lingua giapponese: il cast radunato si mostra ancora una volta stellare, con Natsuki Hanae che presta la sua voce al protagonista, che in questa occasione sarà decisamente loquace. In altri ruoli troviamo doppiatori stellari come Yuichi Nakamura, Akio Atsuka, Ai Fairouz e Takehito Koyasu.

Metaphor ReFantazio RECENSIONE

Metaphor ReFantazio non ridefinisce il genere, ma ne riconferma le vette qualitative

Come spiegato all’inizio di questa recensione, Metaphor ReFantazio debutta nell’era post Persona 5 (recuperate la nostra recensione della versione Royal), il quale ha ridefinito la filosofia degli JRPG. Indubbiamente, l’ultima opera della casa giapponese si mostra come un prodotto dalle qualità impressionanti e capace soprattutto di riconfermare l’ampio valore artistico e creativo dello Studio Zero.

Lo stesso Metaphor dona degli spunti interessanti per l’evoluzione del genere, trovando un compromesso tra difficoltà e libertà strategica, la quale gioca un ruolo assolutamente fondamentale nell’esperienza. Tuttavia, non riesce a stravolgere nuovamente il mercato, riuscendo però ad essere un titolo davvero impressionante.

Con l’obiettivo di diventare il terzo pilastro di Atlus, il titolo getta delle fondamenta incredibili per un futuro franchise di punta dell’azienda e in qualità di nuova proprietà intellettuale colpisce nel segno, senza però scombussolare il mercato. In particolar modo, consolida ulteriormente il panorama nipponico nell’industria videoludica, che con quest’opera si dimostra sempre più in forma.

9.1
Un JRPG impressionante

Pro

  • Un immaginario incredibile
  • Gameplay solido con ampia libertà strategica
  • Denso di attività
  • Direzione artistica fenomenale

Contro

  • Graficamente soffre di qualche acciacco
Vai alla scheda di Metaphor: ReFantazio
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