Megaton Musashi W: Wired RECENSIONE | Il genere mecha secondo Level-5
Megaton Musashi W: Wired debutta ufficialmente sul mercato internazionale, segnando il ritorno in grande stile di Level-5. Il genere mecha non è una novità per lo studio nipponico che già in passato si era avvicinato ai robottoni con la serie di Little Battle eXperience.
In Occidente i giochi basati su robot giganti non hanno mai ottenuto grandi consensi, motivo per cui non mi aspettavo che Level-5 pubblicasse questo franchise anche da noi, specialmente dopo aver rilasciato due versioni per il solo mercato giapponese: Megaton Musashi (2021) e Megaton Musashi Cross (2022).
Level-5 punta quindi ad ampliare il franchise, pubblicando una terza versione che include tutti i contenuti dei precedenti capitoli e aggiungendone di nuovi. Tuttavia, la partenza non è stata delle migliori, non tanto per la qualità del titolo, di cui vi parlerò a breve, ma più per una completa assenza di una campagna marketing da parte del team.
Un vero peccato considerando l’alto potenziale del franchise il quale, con la sua grafica anime e una trama ricca di colpi di scena, potrebbe conquistare un pubblico maggiore e non solo gli appassionati del genere mecha. Se siete curiosi di saperne di più, qui di seguito trovate la nostra recensione di Megaton Musashi W: Wired.
L’ultima linea difensiva della Terra
Anno 2118, è qui che facciamo la conoscenza di Yamato Ichidaiji, studente ribelle e attaccabrighe che passa intere giornate in sala giochi anziché a studiare. Nonostante il suo temperamento irascibile, Yamato ha un forte senso della giustizia che lo portano spesso a scontrarsi con i teppisti che gironzolano nei pressi della sala giochi. Tra questi figura anche Ryugo Hijikata, un capobanda della zona che spesso e volentieri passa alle mani con Yamato per futili motivi.
L’ennesima lite tra i due, porterà all’arresto di Yamato. Sarà proprio in questo frangente che faremo la conoscenza di un terzo personaggio che si muove nell’ombra: Teru Asami. Questa nuova figura, vedendo le doti combattive di Yamato, decide di reclutarlo per difendere la città da una spaventosa minaccia, svelando un segreto che sconvolgerà la vita di Yamato per sempre: la città è solamente una farsa.
Infatti, molti anni prima, una razza aliena chiamata Draktor ha invaso il pianeta Terra con lo scopo di conquistarla e abitarla. Il 99.9% della popolazione mondiale è stata sterminata durante l’invasione, lasciando pochi sopravvissuti che ora vivono all’interno di una città fittizia. Per evitare il delirio di massa, una società segreta denominata Affari Alieni decide di cancellare la memoria ai pochi essere umani rimasti in vita in modo tale da fargli dimenticare quel terribile evento.
Tra le vittime dell’invasione c’è anche la famiglia di Yamato. Determinano a respingere la razza aliena e a vendicare i propri familiari, Yamato decide di unirsi alla lotta contro gli alieni che continuano ad attaccare il pianeta Terra con lo scopo di finire quello che avevano iniziato.
Per riuscirci, verrà istruito sull’utilizzo dei Rogue, unità robotiche armate costruite all’interno del centro operativo chiamato Baia dell’Oblio che si occupa di sviluppare e potenziare questi robot giganti. All’interno della Baia dell’Oblio faremo la conoscenza di diversi personaggi e diventerà ben presto il centro degli avvenimenti del gioco.
Una campagna longeva e intrigante
La trama è di per sé molto longeva e ricca di colpi di scena, oltre ad avere dei veri e propri intermezzi anime, ma tende spesso a cadere nei classici cliché visti e rivisti negli anni in altre opere cartacee o animate. Tuttavia, rimane ben scritta e mai banale in grado di tenere incollati allo schermo senza mai stancare. Mentre i personaggi, per quanto molto stereotipati, sono ben caratterizzati, prendendosi tutto il tempo necessario per raccontare la propria storia.
Questo si nota anche dal fatto che, durante il gioco, non seguiremo solamente le vicende di Yamato, ma anche quelle degli altri personaggi, prendendone il controllo sia durante i combattimenti che nelle fasi esplorative, seppur in maniera limitata rispetto a Yamato.
Con Yamato avremo la possibilità di esplorare liberamente sia la città che la Baia dell’Oblio, in scenari 2D a scorrimento in stile Beat ‘em up, ma senza combattimenti. Graficamente rimane una gioia per gli occhi, specialmente per gli appassionati di anime e dello stile unico di Level-5.
La trama segue un percorso già prestabilito, risultando molto lineare. Per avanzare nella trama dovremo completare delle missioni principali che seguono spesso lo stesso pattern che alterna dialoghi e combattimenti, senza mai variare. L’unico scopo è quello di sconfiggere tutti i nemici fino alla fase finale contro il boss della zona. Una maggiore diversificazione avrebbe sicuramente giovato e reso le missioni più stimolanti da completare.
La personalizzazione del mecha prima di tutto
Dopo aver illustrato a grandi linee la trama, evitando il più possibile spoiler di ogni sorta, direi di spostarci sul pezzo forte di Megaton Musashi W: Wired: la personalizzazione dei Rogue. Gli appassionati del genere troveranno una vastità di combinazioni tra cui poter scegliere, modificando a proprio piacimento diverse parti sia interne che esterne.
Si passa dal cambio degli arti e del busto, alle armi da mischia e dalla distanza, fino ad arrivare alla scheda madre, e nessun pezzo è lasciato al caso, anzi. Ogni pezzo conferisce dei bonus in stile RPG che vanno ad intaccare le statistiche del nostro Rogue aumentando diversi aspetti che faranno la differenza in battaglia, specialmente nelle fasi avanzate del gioco.
I pezzi di ricambio si ottengono completando le missioni e sconfiggendo i nemici. Maggiore è la difficoltà della missione e di maggior valore saranno le ricompense che otterremo. I pezzi sono suddivisi in rarità partendo da quelli più comuni, di basso livello con pochi effetti secondari, fino ad arrivare a oggetti leggendari con statistiche elevate ed effetti unici.
Se dovessi associare Megaton Musashi W: Wired ad un sottogenere a quello Action RPG, vi direi che rispecchia in pieno i canoni del Looter Shooter, dove ogni fine missione si ricevono talmente tanti oggetti e armi che passeremo un bel po’ di tempo a smantellarli o riciclarli per ottenere altre pezzi.
I giocatori hanno piena libertà di personalizzazione del mecha, ma per i giocatori che preferiscono l’azione piuttosto che buildare, Level-5 ha pensato di introdurre una sezione di “Migliorie consigliate” che ci illustrano quali parti e abilità è meglio potenziare. Altro aiuto fornito ai giocatori da parte dello studio è la presenza di un pulsante “Consigliato” che permette la build istantanea del mecha selezionando un parametro specifico: Att. Fisico, a Distanza, Difesa e così via.
Dopo aver concluso i preparativi, possiamo procedere con l’avvio delle missioni. Le fasi di combattimento sono puro gameplay con dei comandi intuitivi che permettono di avere il pieno controllo sulla macchina fin dalle prime fasi di gioco. I comandi si dividono in offensivi con attacchi leggeri, attacchi pesanti, mosse speciali, e difensivi come la schivata e la parata.
Le mosse speciali si attivano spendendo Punti Tachione, chiamati anche PT, presentata sotto forma di barra di energia simile a quella del mana nei classici RPG. Si possono impostare fino a quattro mosse speciali per ogni Rogue, e cambiarle direttamente dalla scheda madre. I PT richiesti per utilizzare una mossa speciale variano in base alla potenza dell’attacco. Un attacco più potente richiederà più energia, mentre quelli meno potenti sono più facili da utilizzare.
I giocatori meno avvezzi al genere si sentiranno disorientati all’inizio data la mole di contenuti e meccaniche che verranno affrontate, ma Level-5 ha pensato bene di introdurre una marea di tutorial chiari e concisi che ci accompagneranno dall’inizio alla fine del gioco.
Battaglie online e… Battle Pass?
Megaton Musashi W: Wired presenta due modalità online: PVE e PVP. Le missioni possono essere completate online con altri giocatori, anche di console diverse grazie al cross-play tra le versioni PlayStation 4, Playstation 5, Nintendo Switch e PC.
Il PVP è concentrato tutto in un’unica modalità chiamata “Battaglia nel Colosseum” dove sarà possibile affrontare altri giocatori con il proprio Rogue e scalare la classifica, ottenendo ricompense uniche in base al posizionamento raggiunto.
Oltre alle modalità online, Megaton Musashi W: Wired sembra abbracciare la filosofia del Battle Pass che spesso troviamo nei giochi Free to Play. Il pass è suddiviso in quello base (gratuito) e premium (a pagamento), ma vi rassicuro subito dicendovi che le ricompense non sono nulla che non troviate già all’interno del gioco base, facendo risultare questo pass abbastanza inutile sotto tutti punti di vista.
Megaton Musashi W: Wired RECENSIONE – Considerazione finale
In definitiva, Megaton Musashi W: Wired è un titolo divertente con un sistema di combattimento frenetico e una personalizzazione profonda, ma la mancanza di varietà nelle missioni limitano il potenziale inespresso del gameplay. La storia è ben scritta e i personaggi carismatici, e la localizzazione in italiano ne valorizza ancora di più le sfumature, rendendolo fruibile a qualsiasi giocatore.
Megaton Musashi W: Wired è un titolo che avrebbe meritato più attenzione, dagli sviluppatori in primis. Uscito in periodo troppo affollato e con zero marketing alle spalle, Level-5 ha abbandonato il gioco a sé stesso, lasciandolo nell’oblio più totale. Una maggiore copertura mediatica avrebbe potuto fare la differenza, spingendo magari anche sulla serie animata che attualmente viene distribuita sulla piattaforma Crunchyroll.
Il grande ritorno di Level-5!
Pro
- Trama avvincente e longeva
- Buona caratterizzazione dei personaggi...
- Ottima personalizzazione del mech
- Sistema di combattimento frenetico e immediato
- Localizzato in italiano (sottotitoli)
Contro
- Le missioni in generale tendono a ripetersi
- ...seppur molto stereotipati
- Componente online abbastanza deludente