Mega Man 11 – Recensione
Esistono software house che possono vantarsi di aver scritto la storia dei videogiochi: Capcom, per esempio, potrebbe tranquillamente asserire di aver contribuito a gettare le fondamenta di parecchi generi videoludici in voga ancor oggi. Tra questi troviamo i platform in 2D a scorrimento orizzontale e, all’interno di questa categoria, trova posto uno dei progenitori della maggior parte dei colleghi in circolazione: parliamo del noto Mega Man, oggi di nuovo alla ribalta con Mega Man 11 per Xbox One, PlayStation 4, PC e Nintendo Switch.
La trama, oggi già vista e rivista, ricalca in maniera fedele quella dei primi episodi della serie: troviamo il Dr. Light – creatore di Mega Man – in contrapposizione con il suo nemico di sempre il dottor Wily. Grazie a un breve filmato facciamo luce sugli avvenimenti accaduti quando entrambi gli scienziati erano agli inizi della loro carriera: punti di vista diversi sull’uso o meno di implementatori di potenza in robotica li porteranno a percorrere quella strada che li vedrà in futuro acerrimi nemici.
Ci ritroviamo quindi con il Dr. Light e Mega Man che cercano di fermare il Dr. Wily dopo che ha installato il Double Gear e modificato il software di otto robot sottratti di prepotenza. Purtroppo il dispositivo del mefitico Dr. Wily è troppo potente, quindi per contrastarlo si rende necessario dotare il nostro eroe del medesimo congegno…
Mega Man 11 si richiama fortemente ai primi episodi della serie classica (escludiamo, quindi, il filone RPG e la serie X): il Mega Man puro e semplice. Come nei primi episodi avremo sin da subito la possibilità di affrontare uno qualunque degli otto robot nemici: sceglierne uno o l’altro non dovrebbe influire in alcun modo ma abbiamo notato che affrontare i primi quattro in ordine agevola nel prosieguo l’avventura, poiché alcune feature del protagonista vengono sbloccate solo dopo l’annientamento di quattro nemici.
Il layout degli schemi ricalca le caratteristiche principali del boss finale: se – per fare un esempio – affrontate Torch Man aspettatevi il fuoco come elemento base del percorso. Naturalmente grazie alla peculiarità di Mega Man di poter assimilare le capacità dei nemici uccisi a ogni boss affrontato le nostre capacità aumentano dandoci modo di affrontare l’irto e insidioso percorso in maniera più fluida e agevole. Abbiamo piacevolmente scoperto che nonostante il layout scarno, la personalizzazione del percorso in base al boss da affrontare rende il level design vario e mai ripetitivo ma vorremmo porre l’accento su una considerazione che riteniamo importante: questo tipo di platform e di layout è disegnato per essere punitivo. I millimetri sono importanti, cosi come la forza esercitata sui tasti per fare un salto: muoversi di precisione e non lasciare niente al caso diventa imperativo in Mega Man 11.
Molti sono i punti in cui, a dispetto di quanta energia residua il protagonista abbia, la morte può avvenire istantaneamente: nessun contatto con spuntoni o lance viene perdonato (salvo che non stiate giocando a livello principiante), così come ogni caduta equivale a una prematura dipartita, sempre che non abbiate acquistato nello store il fedele uccellino robotizzato che viene a ripescarvi. Quest’aspetto “punitivo” di Mega Man 11 non va confuso né con uno spirito soulslike né con una politica “trial and error”. Potrete tentare di affrontare un livello dall’inizio all’infinito e al limite affrontarne altri prima nell’attesa di ottenere qualche feature importante ma, nonostante questo, senza avere una conoscenza approfondita del level design, la frustrazione potrebbe impadronirsi facilmente dei neofiti, data la poca conoscenza di titoli di questo genere; i veterani, invece, non avranno difficoltà nel riambientarsi in un universo che ben conoscono.
Ma Capcom ha anche aggiunto nuove feature interessanti che, pur adattandosi perfettamente al contesto senza snaturarlo, lo svecchiano infondendo una ventata di aria fresca. Prima di tutto abbiamo uno store che permetterà a Mega Man di approvvigionarsi di energia extra e di feature interessanti come la possibilità di non scivolare su superfici ghiacciate. Poi troviamo il nostro fino aiutante canino che potremo richiamare in ogni momento per un trasporto aereo o un salto d’eccezione. Infine abbiamo la caratteristica più importante di tutte: il Double Gear System.
Mega Man, potenziato dal Double Gear, acquisisce temporaneamente la possibilità di rallentare il tempo o di incrementare la propria abilità offensiva. Queste feature si rivelano essenziali in funzione del layout degli schemi e della difficoltà elevata che in generale il titolo propone: senza la possibilità di rallentare il tempo, infatti, affrontare alcuni tratti diventa proibitivo cosi come senza attivare la possibilità di incrementare la cadenza e la potenza offensiva diventa ostico avere la meglio su alcuni boss di fine livello.
Infine, Capcom ha dotato il robottino della possibilità di attivare entrambe le feature quando l’energia vitale è bassa: questo permetterà a Mega Man uno sforzo finale con capacità elevate utile a ribaltare una situazione di svantaggio. Attenzione però: mentre utilizzando un’abilità per volta la barra che le rappresenta si ricaricherà dopo un dato lasso di tempo, utilizzandole insieme ne inibiremo per sempre la possibilità di fruirne, almeno fino alla fine del livello o alla nostra dipartita.
Sono poche dunque le innovazioni aggiunte al classico stile ma arricchiscono incredibilmente lo spessore del titolo in sé. Ad accrescere ulteriormente il valore di Mega Man 11 troviamo anche una veste grafica classica ma rinnovata: per esempio ora il robottino cambia le proprie sembianze quando utilizza uno dei poteri conquistati ai nemici. Sia i fondali, purtroppo praticamente interamente statici, sia i nemici godono di un character design unico e giovane nonostante siano chiaramente riferiti ai classici della saga.
Nonostante la fluidità delle animazioni e dei movimenti e la cura nel cercare di ricreare un titolo in linea con i primi episodi della saga, è impossibile non notare un design un po’ scarno che potrebbe risultare povero. Anche un livello di difficoltà tarato verso l’alto e una politica di studio accurato dei pattern di attacco dei nemici e del level design possono portare alla frustrazione nel caso in cui non siate fan della saga e profondi conoscitori della miriade di titoli della serie usciti nel corso degli anni.
Mega Man 11 è un chiaro tuffo nel passato del mondo dei platform. Contestualizzando il titolo è doveroso un plauso a Capcom, che non ha creato un mero port dei primi episodi della serie, ma che ha costruito su di essi un titolo nuovo, capace di strizzare l’occhio al passato pur essendo attuale. I neofiti potrebbero trovarlo frustrante sotto alcuni aspetti ma consigliamo di tenere duro e recuperare i primi capitoli, che, siamo certi, li agevoleranno nell’apprezzare Mega Man 11.
Pro
- Gameplay classico collaudato
- Feature innovative e piacevoli
- Buon design dei personaggi
Contro
- Fondali scarni
- Livello di difficoltà tarato verso l'alto
- Povero in termini di longevità