Max Payne 3 – Recensione Max Payne 3
Ci sono dei personaggi di fantasia che rimangono immortali nell’immaginario collettivo. Questo vale sicuramente per la cinematografia e la letteratura; ultimamente sta diventando sempre più vero anche per il mondo dei videogiochi. Le trame dei videogiochi negli ultimi tempi infatti stanno diventando così rifinite e sfaccettate che i personaggi al loro interno sono diventati sempre più credibili, realistici e profondi. Max Payne è certamente uno di questi. Ed è finalmente tornato. Max Payne è un titolo che ha fatto epoca, con un gameplay rivoluzionario a base di bullet time e un plot molto profondo. Un gioco insomma che ha settato dei nuovi standard per il genere e nei suoi primi due capitoli ha creato uno zoccolo duro di fan che attendevano da tempo questo terzo capitolo. Il caso ha voluto che la realizzazione di Max Payne 3 finisse nelle sapienti mani di Rockstar dopo il comunque ottimo lavoro svolto da Remedy e che quindi il gioco diventasse un vero e proprio capolavoro. Un capolavoro che vi stiamo per raccontare fin nei minimi particolari.
Max ne ha viste tante dal suo esordio fino a oggi. Ricordiamo a chi non lo sapesse che Max Payne era un poliziotto del Dipartimento di New York la cui famiglia è stata sterminata in modo barbaro. Questo tragico evento ha segnato in maniera indelebile la vita del nostro poliziotto che si trasforma in maniera inesorabile in un giustiziere dalle maniere spicce e senza pietà. Oggi Max è cambiato. La sua volontà è quella di lasciarsi tutto alle spalle e San Paolo è alla distanza giusta da New York per ricominciare una vita daccapo. Spinti dal nostro vecchio compagno d’accademia Raul Passos, ci ritroveremo nella calda metropoli brasiliana in qualità di guardia del corpo privata al servizio della ricchissima famiglia Branco. Quando la moglie del capofamiglia Rodrigo, la giovane e bella Fabiana, verrà rapita e lo stesso Rodrigo assassinato, saremo coinvolti in un complotto che vedrà coinvolti i criminali delle favelas del Comando Sombra, i paramilitari degli squadroni della morte del Cacha Preto e numerose altre forze oscure. Il tutto senza parlare neppure una parola di portoghese, per un effetto straniante molto convincente. Non mancheranno numerosi flashback in cui potremo vedere ad esempio Max alle prese con bande di mafiosi nella fredda Hoboken.
Attraverso i quattordici livelli che Max Payne 3 ci propone potremo vedere una crescita del personaggio incredibile, con una narrativa serrata e ricca di dettagli e sfaccettature che vi costringerà a stare incollati allo schermo per capire come la storia andrà a finire. L’introspezione del protagonista ricreata da Rockstar è profondissima e minuziosa. Vedremo Max infatti struggersi per il proprio passato e tentare di evadere dalla realtà con fiumi d’alcol e antidolorifici. Il nostro poliziotto però a metà avventura dirà basta a questo processo di autodistruzione, decidendo di investire tutte le sue forze nel ritrovamento di Fabiana. Questo cambio di mentalità è evidente anche dal punto di vista fisico con una rasatura dei capelli totale davanti allo specchio e l’abbandono della giacca in favore di camicie sgargianti. Piccole note di classe che fanno la differenza e che solo Rockstar sa utilizzare al meglio per rendere in gioco grande.
Il cuore del gameplay è certamente la varietà, cosa molto rara di questi tempi nell’ambito dei third person shooter. Il gioco infatti non è basato solamente sulle sparatorie a piedi ma potremo trovarci anche a bordo di un motoscafo per inseguimenti indiavolati o fasi in pullman alla Speed. I programmatori inoltre hanno incentivato la fase esplorativa inserendo moltissimi collezionabili all’interno dei vari livelli, sotto forma di pezzi di armi d’oro. Nella modalità giocatore singolo potremo intraprendere la storia principale del titolo con tre livelli di difficoltà differenti, con l’aggiunta dei livelli Hardcore e Vecchia Scuola una volta terminato il gioco a difficoltà Difficile. La difficoltà è tarata in generale verso l’alto e già a livello Medio infatti il gioco terrà impegnati anche i più esperti in questo tipo di titoli. I nemici infatti, con lo sviluppo della trama, si faranno sempre più coriacei e infatti potrete notare la differenza nell’affrontare dei semplici balordi da favela rispetto ai membri delle operazioni speciali della polizia. La formula del titolo è rimasta piuttosto invariata rispetto al passato, con il Bullet Time che regna sovrano. Potremo sfruttare inoltre nelle sparatorie le varie coperture offerte anche se in maniera molto veloce poiché tutti ripari sono completamente distruttibili. Tramite tasto dorsale potremo attivare la mira con cui agganciare i nemici e scaricare loro addosso un fiume di piombo. Le armi trasportabili sono massimo tre, divise tra armi di piccolo calibro come pistole o uzi e armi di grosso calibro come mitragliatori e fucili a pompa. La mira potrà essere sia assistita che completamente manuale. Tramite la mira full manual potremo godere di tutte le peculiarità positive del motore grafico Euphoria, attraverso le spettacolari kill cam. Ci saranno fasi in cui infatti, colpiti a tradimento da un nemico, potremo utilizzare il nostro ultimo sussulto di energie per colpire il nemico al rallenty e in questa fase potremo godere di tutto il realismo dei proiettili che impatteranno in maniera molto precisa sul povero malcapitato. Potremo cambiare le nostre armi tramite un comodissimo menù a ruota. Ritorno al passato anche per quanto concerne la gestione della salute del protagonista, che non si autorigenererà come invece accade in altri titoli blasonati, bensì sarà affidata all’assunzione di antidolorifici.
Paragrafo a sé va riservato sicuramente al comparto multiplayer, elemento che aumenta la longevità del gioco a livelli esponenziali. Se la storia principale infatti si dipana per quattordici livelli, il multiplayer vi regalerà ore e ore di divertimento in compagnia dei vostri amici o di giocatori provenienti da tutto il mondo. Potremo anche rigiocare la campagna principale attraverso le modalità a tempo e quella Arcade a punti. Nella prima modalità dovremo completare un determinato livello prima dello scadere del tempo, con ogni uccisione che vi regalerà secondi preziosi, mentre nella modalità Arcade dovremo eliminare i nemici nella maniera più rapida e spettacolare possibile. I punteggi compariranno poi nelle classifiche online sui rispettivi network. A tutto questo va aggiunta una modalità multiplayer molto divertente, tutta competitiva. Potremo cimentarci nei classici Deathmatch e Deatmatch a squadre. Dopo 100 uccisioni verrà sbloccata la modalità Payne Killer, dove dovremo cercare di eliminare appunto il protagonista del gioco. Nell’opzione Guerriglia due team differenti combatteranno per la supremazia, in dieci differenti sfide che vanno dal Capture The Flag alla modalità Guardiano. Il nostro avatar per il multiplayer sarà personalizzabile in tutto e per tutto e le classi disponibili sono quattro: una forte nelle distanze ravvicinate, un’altra imbattibile negli scontri a distanza, una classe molto agile e infine una super protetta e molto coriacea. Il tutto è condito da mappe vastissime e tutte molto varie, e un netcode molto stabile.
La cura certosina nei dettagli in questo Max Payne 3 profusa da Rockstar in ogni riga del codice è evidente minuto per minuto. Come primo elemento da mettere in evidenza possiamo citare sicuramente le cutscene renderizzate in tempo reale, realizzate con lo stesso motore di gioco. Il tutto apparirà sottoforma di fumetto, come collegamento ideale tra introduzione e gioco vero e proprio. Il gioco, nelle ambientazioni, crea un effetto di chiaroscuro molto forte, con le ambientazioni di New York molto fredde e cupe e quelle delle favelas di San Paolo colorate e accese ma non meno insidiose e pericolose. Il comparto grafico è a dir poco eccezionale, soprattutto per un shooter in terza persona. Le animazioni sono sempre molto fluide e il frame rate non perde mai un singolo colpo, nonostante le fasi molto concitate che costellano il gioco e la totale distruttibilità degli ambienti. Gli ambienti inoltre sono vivi e molto realistici e capiterà sicuramente più di una volta di soffermarvi a godere dei dettagli finissimi inseriti dai programmatori di Rockstar, come dei ragazzini che giocano a pallone in una favela o una pubblicità di una televisione accesa. La caratterizzazione dei personaggi è di livello cinematografico, in particolar modo quella di Max naturalmente. Il protagonista infatti subirà nel corso del gioco una vera e propria metamorfosi interna ed esterna che sarà sempre molto evidente nell’aspetto, in maniera minuziosa. Il comparto sonoro non è certo da meno con un doppiaggio in lingua inglese e portoghese totalmente immersivo e di altissima qualità. Unico neo in questo caso forse solo i sottotitoli, troppo piccoli e di un colore giallo paglierino che si confonde alla perfezione con le assolate atmosfere di San Paolo. Anche gli effetti sonori sono molto credibili, soprattutto nel caso delle armi, tutte campionate dalla realtà in maniera dettagliata.
Max è tornato finalmente, e grazie a Rockstar è più bello e divertente che mai. La storia è molto avvincente e priva di sbavature, con richiami a classici del genere come Tropa de Elite, il gameplay è quello solido e granitico di sempre e la longevità è garantita da una campagna principale più lunga della media e un comparto multiplayer vastissimo. Il comparto tecnico curato fin nei minimi dettagli poi contribuisce a sancire il successo di questo terzo capitolo di uno dei franchise più amati di sempre.