Mato Anomalies – Recensione
Devo dire la verità, non avevo la minima idea di come iniziare a scrivere la recensione di Mato Anomalies, un gioco che mi verrebbe da definire atipico, che affonda le sue radici primariamente in un terreno seminato con elementi di visual novel e JRPG. Ma la difficoltà nell’analizzare il titolo non deriva affatto dalla sua natura plurisfaccettata quanto da ciò che ha provocato il veder scorrere le sue luci e le sue ombre di fronte ai miei occhi: una noia mortale. Le prime cinque ore di gioco mi sono sembrate addirittura 15. Dopo un po’ ho addirittura sperato che qualcuno entrasse nella stanza per ridestarmi iniettandomi una dose di adrenalina nel cuore come in Pulp Fiction.
Detto questo, no, non mi sento di bocciare drammaticamente Mato Anomalies, ma casomai solamente di rimandarlo, per il semplice fatto che si tratta di un titolo che può fortemente stimolare la fantasia di chi apprezza il genere regalando piacevoli serate a chi è fan di un immaginario che pesca un po’ dagli anime e dalla cultura giapponese, dal cyberpunk ma che presenta anche svariati tocchi di steampunk.
Sviluppato dai ragazzi di Arrowiz, Mato Anomalies racconta la storia di Doe, detective privato apparentemente non così sveglio che viene chiamato a indagare su loschi traffici criminosi per conto di una rinomata cliente. Le indagini prenderanno il via seguendo le tracce del grosso furto di una misteriosa sostanza, il SUSSIDIO, particolarmente apprezzata nell’underground della malavita e di gran valore sul mercato nero. Ben presto Doe scoprirà che nei meandri di Mato, la città di fantasia in cui è ambientato il titolo, si nascondono indicibili orrori e che il male è in agguato dietro ogni angolo oscuro; sembrerebbe infatti che i criminali della città stiano sfruttando delle fenditure nella realtà per alimentare i loro piani e che oltre questi portali in grado di condurre a dimensioni alternative, i Covi, risiedano potenti mostruosità che si nutrono delle paure e dei desideri malsani delle persone e che non attendono altro che invadere il mondo possedendone la popolazione. Persona 5, sei tu?
Il paranormale è quindi all’ordine del giorno a Mato e procedendo con la narrazione apparirà sempre più chiaro che tutti sono a conoscenza di questa singolare situazione, soprattutto il governo e le lobby del mercato che studiano da anni metodi per sfruttare le energie provenienti da luoghi oltre il tempo e lo spazio i cui misteri sarebbe meglio non sondare. Guarda caso non mancheremo proprio di ritrovarci all’interno di alcune di queste dimensioni alternative, una costante in Mato Anomalies, dove faremo la conoscenza di altri personaggi che diventeranno nostri fondamentali compagni di viaggio, come per esempio Gram, un vero e proprio alter ego del protagonista, un guerriero sciamano ossessionato dai Covi e in qualche maniera addirittura indissolubilmente legato a essi.
Mato Anomalies è caratterizzato da una natura sfumata composta da più generi e si divide tra un JRPG e una visual novel ispirandosi palesemente a Shin Megami Tensei ma soprattutto al recente Persona 5 (anche sotto un profilo narrativo) senza però mai avvicinarsi realmente a essi per profondità o qualità tecnica. Mette insieme moltissimi elementi che se analizzati singolarmente risultano intriganti ma una volta mescolati danno come risultato un minestrone dal sapore di acerbo, un fiume di idee che non riesce a raggiungere il giusto livello di armonia proponendo un’esperienza a mio giudizio sbilanciata e dal ritmo fortemente altalenante con alcune fasi di gioco in grado di catturare l’attenzione e altre con il potere di farvi addormentare. Mette in tavola moltissimi elementi ma nessuno veramente rifinito fino in fondo.
Mato Anomalies è diviso in due grossi filoni di gioco; in uno di questi impersoneremo Doe all’interno di una vera e propria detective story ambientata nella realtà di Mato, fatta di indizi e indiziati, dialoghi, scene di intermezzo e tanti animaletti da accarezzare. Il ragazzo detective che comanderemo nel gioco sarà tutt’altro che un combattente ma quando sarà obbligato a usare la forza a causa di inquietanti personaggi poco collaborativi avrà modo di sfruttare una formidabile capacità: la persuasione. Questa abilità, ottenuta grazie a uno speciale guanto cibernetico fornitoci da SkyEye, aiutante robot di Gram senza cui non potremmo muoverci nei Covi, ci permetterà di instaurare una sorta di connessione mentale (tipica dell’immaginario cyberpunk) con i nostri “nemici” al fine di ottenere tutte le informazioni necessarie per risolvere il caso. Un po’ come in Mind Scanners, anche se il paragone è un po’ forzato per via del differente stratagemma di gameplay con cui riusciremo a estrarre gli indizi dalla coscienza delle persone.
Una volta creata la connessione mentale, la Comunione delle percezioni, ci ritroveremo all’interno di un mini gioco di carte in cui azzerando i punti mentali del nemico e vincendo la partita riusciremo ad “hackerare” la mente dei nostri sfidanti. Per quanto mi riguarda questa è con tutta probabilità la componente di gioco più riuscita in assoluto, semplice nelle prime fasi ma anche piuttosto complessa e divertente a seguire. Avrei quasi preferito che il gioco fosse stato completamente incentrato su questo tipo di meccanica. Anzi togliamo pure il quasi. A ogni modo, procedendo con la storia di Mato Anomalies gli scontri si faranno sempre più complessi e raggiungere un risultato di vittoria vi richiederà non solo fortuna ma anche strategia; avanzare nel gioco vi permetterà infatti di sbloccare nuovi mazzi di carte, ognuno caratterizzato da differenti abilità, scegliere quindi quello più adatto allo scontro si rivelerà determinante per evitare buone dosi di frustrazione.
Nel secondo filone di gioco Doe cederà il posto ai compagni di viaggio conosciuti lungo la strada e una volta penetrati all’interno dei Covi vestiremo principalmente i panni dello sciamano Gram. I Covi non sono altro che dei classicissimi e lineari dungeon strutturati come più o meno lunghi corridoi in cui affronteremo la Marea Funesta (i demoni che abitano le fratture dimensionali) ma raccoglieremo anche oggetti e armi sicuramente molto utili per avanzare senza grossi problemi. Giunti al termine di questi labirinti ci ritroveremo a dover combattere anche un poderoso boss finale, sia che si stia seguendo una missione principale che una secondaria. Sotto questo punto di vista Mato Anomalies si configura come uno dei più standard GDR, connotato da combattimenti a turni inframezzati da qualche passo all’interno del dungeon del momento. Durante gli scontri utilizzeremo diversi personaggi e ognuno avrà a disposizione abilità derivanti dalle armi equipaggiate ma anche oggetti consumabili destinati sia alla difesa che all’attacco.
Portare a termine gli scontri ci permetterà di guadagnare esperienza sbloccando punti spendibili all’interno di un semplice albero di potenziamenti suddiviso tra Yin e Yang, in sostanza statistiche (e abilità) di attacco e di difesa. Salendo di livello verranno inoltre sbloccati degli slot dedicati all’equipaggiamento di speciali potenziamenti (recuperabili durante l’esplorazione o acquistabili dai mercanti) che ci permetteranno di migliorare determinate statistiche dei personaggi. Questi oggetti saranno divisi per tipologia e l’utilizzo di un set completo garantirà effetti di potenziamento migliorati sia da un punto di vista offensivo che difensivo.
Fondamentalmente quindi nulla di nuovo, Mato Anomalies propone al giocatore le stesse meccaniche GDR che abbiamo imparato a conoscere negli anni ma che in questo caso vengono riproposte in una versione diluita, scelta forse anche voluta per intercettare un pubblico meno interessato a queste meccaniche se consideriamo che il titolo è in buona parte più visual novel che gioco di ruolo, con il forte rischio però di non toccare il giusto livello di profondità videoludica in nessuno degli aspetti.
Arrivati a questo punto potrà sembrare che il titolo non sia affatto così male come pronosticato ma è solo perché non abbiamo ancora parlato delle effettive lacune del gioco. Se possiamo comunque godere di Mato Anomalies accettando con buona pace che non si sia di fronte a un titolo rifinito con un’identità chiara, che la componente GDR sia tra le più basilari e che l’estetica sia fortemente ispirata ad altri titoli più famosi, non possiamo certamente nasconderci di fronte al fatto che nonostante Mato Anomalies sia a tutti gli effetti una visual novel, la storia risulti essere scritta veramente male risultando spesso banale e in generale particolarmente confusa, talvolta raccontata grazie a dialoghi che ho trovato onestamente ridicoli, per non parlare degli elementi del codex che a volte non spiegano proprio ciò che dovrebbero spiegare. Non so se sia stato tradotto in automatico in italiano con una IA con problemi cognitivi o se sia proprio scritto male, sta di fatto che mi sono spesso trovato a leggere dialoghi ai limiti dell’infantile, e non credo affatto che il titolo sia destinato a un pubblico composto da bambini considerandone le tematiche a tratti oscure e sicuramente adulte. Questa cosa mi ha lasciato oltremodo perplesso.
Il gioco a mio avviso non si presenta bene nemmeno visivamente proponendosi con una grafica in Cel-shading piuttosto abbozzata, a tratti di bassa qualità, soprattutto durante l’esplorazione dei dungeon e nei combattimenti. Avendo giocato la versione PlayStation 5 sono rimasto anche negativamente colpito dal quantitativo di aliasing presente sull’immagine, qualcosa che non mi spiego considerando che siamo di fronte a un gioco tecnicamente molto semplice e che non richiede performance di alto livello. Che si sia di fronte alla medesima build esportata per tutte le piattaforme?
Questo non lo so, non sono nemmeno in grado di affermarlo con certezza, resta però il fatto che non ho trovato Mato Anomalies nemmeno lontanamente adatto al mercato odierno, sembra un videogioco uscito almeno dieci anni fa, sia da un punto di vista grafico ma anche prettamente tecnico, non mancano infatti scatti, momenti in cui la telecamera si comporta in modo strano tra intermezzi e tempi di caricamento francamente inutili se giriamo un attimo la testa e vediamo che stiamo giocando su una PS5, potrei capirli e accettarli giocando su su Playstation 4 o Nintendo Switch, ma non su una console next gen in cui titoli come Returnal viaggiano che è una meraviglia.
Intendiamoci, non stiamo parlando di un gioco brutto da vedere, questo no, e nemmeno pessimo da giocare, soprattutto una volta aver preso piede superata la prima manciata di ore, però è un titolo che ha tutte le carte in regola per sembrare vecchio; non da minimamente l’idea di essere un prodotto pubblicato nel 2023 e nonostante sia sviluppato da un piccolo studio indipendente non lo trovo comunque giustificabile, mi sento di poter dire che oggi esistono svariati metodi e tecnologie con cui realizzare titoli a basso budget all’avanguardia anche da un punto di vista grafico.
E comunque non è nemmeno il caso di Mato Anomalies, un titolo fortemente narrative driven la cui semplicità visiva è parte integrante gioco, per questo quindi penso a un minestrone che non sa di nulla, a cui manca sempre qualcosa, perché vengono proposte talmente tante cose poco rifinite che non mi spiego per quale motivo non sia stato deciso di attestarsi su qualcosa di più focalizzato e meno annacquato, come il mini gioco di carte, per esempio.
A ogni modo il malus più importante, ciò che mi ha destabilizzato maggiormente, resta la carenza da un punto di vista narrativo; una scrittura superficiale per una storia abbastanza confusa, non estremamente banale ma che risulta in definitiva essere troppo simile a quella di altre opere analoghe, perdendo di originalità, una qualità già assente in generale all’interno del gioco se non fosse per alcuni particolari. Ho sinceramente trovato poco ispirato anche il comparto audio, tralasciando il brano musicale presente nel menu principale non mi sono sentito particolarmente coinvolto da nessuna scelta sul fronte sonoro. Pilota automatico come se non ci fosse un domani.
Mato Anomalies è in definitiva un prodotto semplicemente non adatto a chiunque si aspetti un’esperienza completa e appagante, potrebbe risultare soddisfacente per chi è strettamente appassionato di questo genere di storie ma si troverebbe comunque di fronte a un titolo che viaggia trascinandosi dietro un bagaglio di limiti che francamente ho trovato eccessivamente ingombrante, limiti sia tecnici ma soprattutto di game design in quanto anche procedendo nella storia e migliorando le statistiche dei personaggi il titolo risulta sempre abbastanza monotono nelle fasi di combattimento e lineare in quelle narrative. Tra l’altro penso che gli sviluppatori abbiano inserito la possibilità di attivare la modalità di combattimento automatica proprio perché consci che il giocatore si sarebbe addormentato, e allora tanto vale farlo riposare per bene mentre lo scontro infuria. Lo consiglierei davvero solamente a chi non ha grandissime aspettative o non ha ancora trovato il prossimo titolo sul quale rivolgere la propria attenzione (forse però a questo punto meglio uscire a fare una passeggiata), sicuramente non pensiate nemmeno lontanamente di trovarvi di fronte a un’alternativa di un Persona 5 (cosa che io stesso avevo pensato inizialmente), ma casomai alla sua copia mal riuscita.
Mato Anomalies RECENSIONE - Una visual novel atipica
Dobbiamo dirvi la verità: non avevamo la minima idea di come iniziare a scrivere la recensione di Mato Anomalies, un gioco che ci verrebbe da definire "atipico", dato che affonda le sue radici primariamente in un terreno seminato con elementi di visual novel e JRPG.
Mato Anomalies mette in campo molteplici generi mescolandoli insieme senza mai riuscire nell’intento di regalare all’utente un’esperienza completa. Parliamo di un videogioco che propone una storia poco originale, caratterizzata da una scrittura di scarso livello sfortunatamente nemmeno impreziosita da un comparto tecnico di alta qualità. Un titolo ulteriormente e infelicemente “azzoppato” anche da un gameplay strutturalmente altalenante tra divertimento e noia. Adatto a chi ricerca una conoscenza completa del panorama videoludico o a chi apprezza l’immaginario di cui Mato è sicuramente pregno, in tutti gli altri casi è decisamente meglio guardare oltre.
Pro
- Mini gioco di carte divertente
- Presenza di elementi di cultura giapponese, cyberpunk e steampunk
Contro
- Scrittura di bassa qualità
- Visivamente datato
- Presenza di glitch visivi
- Ritmo eccessivamente altalenante