Mass Effect 2 – Recensione Mass Effect 2
… i duri iniziano a giocare!
La scelta della classe ed il sistema di equipaggiamento saranno il completamento per quello che, alla fine, rimarrà quasi il fulcro di tutto il gioco: il combattimento. Così come nel primo Mass Effect, le battaglie saranno gestite totalmente in tempo reale, ma questa volta saranno ancora più adrenaliniche ed in linea con quanto insegnato da giochi del calibro di Gears of War: nel momento di scendere in battaglia, infatti, Mass Effect 2 rivelerà un’anima sfrontatamente TPS sviluppata più che discretamente.
Appena avvistati degli avversari, il nostro comportamento sarà più o meno quello tipico degli shooter in terza persona. Sparare allo scoperto raramente si rivelerà un’azione intelligente, così che più di una volta occorrerà nascondersi dietro qualche onnipresente riparo, sfruttando l’ottimo e pratico sistema di copertura. Una volta protetti, oppure noncuranti del fuoco avversario, mirare e fare fuoco diverrà semplicissimo, a patto di possedere un buona mira e un numero adeguato di munizioni (a differenza del primo, ora potremo ricaricare la nostra arma o rimanere a secco di munizioni). Questa scelta si rivelerà azzeccata, specialmente a fronte di un numero di avversari quasi sempre soverchiante e ben nutrito, composto da guerrieri spaziali e mostri alieni quanto mai vari ed originali. Insomma, fino a questo punto abbiamo descritto un tipico e ben riuscito sparatutto in terza persona. Ricordiamoci però che, in fin dei conti, Mass Effect 2 è sempre un esponente de genere GDR, e questo comporta anche la presenza di poteri e talenti particolari.
In qualsiasi momento del gioco potremo accedere alla ruota dei poteri. In questo modo bloccheremo l’azione e potremo guardarci intorno, l’ideale per sondare il terreno e preparare qualche strategia vincente. Così facendo, non solo si potrà selezionare il potere da usare, ma scegliere anche quello dei propri compagni di squadra. Grazie a questo sistema, concatenare l’azione di due o più personaggi si rivelerà un’opzione, non solo possibile, ma anche indispensabile in più di un frangente. L’utilizzo dei poteri, infatti, avrà un’importanza ben maggiore rispetto al capitolo precedente, tanto che gli sviluppatori hanno implementato tre tasti ai quali assegnare qualsiasi potere decideremo (su Xbox 360 rispettivamente LB, RB e Y), per renderne l’attivazione molto più rapida.
La battaglia rivelerà, inoltre, come la macchinosità di certi comandi sia totalmente scomparsa, o quasi. Tutto il gioco sarà fluidissimo da questo punto di vista. Per ripararsi dietro un oggetto basterà premere l’apposito pulsante, ed ecco che il nostro personaggio si acquatterà dietro a una copertura. Per affacciarsi occorrerà muovere leggermente la visuale, oppure mirare direttamente con l’arma impugnata. Inoltre, gli sviluppatori hanno aggiunto la possibilità di scavalcare degli ostacoli bassi: per farlo basterà premere due volte il tasto per ripararsi. Niente di più facile.
Una galassia da esplorare
Molte delle maggiori critiche che furono rivolte al primo Mass Effect mettevano in risalto la ripetitività e la poca profondità delle quest secondarie, specie quelle a bordo del veicolo terrestre Mako, minate dall’esplorazione di territori spogli, vasti e poco affascinanti. Tenendo conto di queste voci, i ragazzi di Bioware si sono rimboccati le maniche ed hanno migliorato esplorazione e sub quest: il risultato finale non potrà che accontentare quanti, giocando al primo capitolo, trovarono ripetitivo dover attraversare sempre la stessa stanzona piena di scatoloni e percorrere lande desolate a bordo del Mako.
Per prima cosa, le quest secondarie si riveleranno sin da subito diversissime tra loro e, spesso, lunghe e coinvolgenti. Il modo in qui potremo essere ingaggiati varierà da missione a missione: se molte ci verranno proposte tramite messaggi inviati direttamente alla Normandy, altre saranno da scovare sulla Cittadella, sulla malfamata Omega e su altre locazioni relativamente tranquille. Le più belle ed appaganti, però, ci verranno assegnate direttamente dai personaggi secondari. Queste avventure, a tutti gli effetti facenti parte della storia personale di ogni coprimario, potranno essere annoverate tra le quest più appassionanti di tutto il gioco (alla pari della trama principale), capaci sia di approfondire il personaggio in questione, sia di donare una buona dose di divertimento.
Per la gioia di molti, inoltre, le sessioni a bordo del veicolo sono state totalmente eliminate. L’esplorazione ne verrà leggermente penalizzata a favore, però, di mappe molto meno ripetitive e di sub quest molto più appaganti. Questo cambiamento ha permesso di rivedere anche la gestione della mappa galattica: in questo frangente sarà finalmente possibile muovere la Normandy a proprio piacimento, naturalmente facendo attenzione allo spreco di carburante, preziosissimo per spostarsi da un sistema solare ad un altro. Dalla mappa galattica, inoltre, potremo scandagliare i pianeti inesplorati alla ricerca di materie prime con le quali costruire i progetti tecnologici sviluppati sulla Normandy. Per farlo, occorrerà spostare lo scandaglio manualmente e, quando gli strumenti ci segnaleranno un picco energetico, mandare una sonda per esplorare l’area e prelevare le risorse. Così facendo, non sarà raro imbattersi in qualche quest secondaria.
Tenendo conto di tutto questo e della trama principale, il gioco potrà offrire poco più di una trentina di ore di gioco. Il minimo essenziale per qualsiasi GDR che si rispetti. Se però gettiamo nel calderone anche una rigiocabilità di tutto rispetto, vista la multitudine di linee narrative alternative, ecco che la longevità del titolo ne esce sicuramente potenziata e di tutto rispetto.
La luce delle stelle
Oltre che per le ripetitive sub quest, il primo Mass Effect fu attaccato anche dal lato tecnico: nonostante potesse vantare un dettaglio grafico di prim’ordine, il titolo soffriva di bug non indifferenti, come un fastidioso problema di pop up delle texture e frequenti cali di frame rate. Anche per quanto riguarda il lato tecnico, così come per il gameplay, gli sviluppatori hanno riconosciuto i loro errori e sono corsi ai ripari. In Mass Effect 2 tutte le pecche grafiche del primo episodio saranno quasi totalmente scomparse e potremo accorgercene sin dalle primissime ore di gioco.
Il problema del caricamento delle texture è stato totalmente risolto e sarà facile accorgersene in quegli ambienti vasti e ricchi di dettagli nei quali il primo Mass Effect un po’ zoppicava. Anche i cali di frame rate sono quasi del tutto scomparsi, anche se a volte potremo imbatterci in qualche caricamento di troppo o qualche sussulto nella fluidità
dell’azione. Niente paura, però, perchè ciò accadrà molto raramente. Sempre rimanendo in tema, troveremo l’assenza completa dei lunghissimi caricamenti a bordo degli ascensori. Gli sviluppatori hanno infatti optato per una normalissima schermata di loading, che ci riserverà un’attesa sempre lunga e frustrante sia nel passaggio tra ambienti vastissimi, sia quando ci sposteremo da un piano ad un altro della Normandy, ma pur sempre minore rispetto al passato.
Scendendo in una descrizione puramente visiva, non si può non elogiare l’enorme cura grafica di questo Mass Effect 2. Bioware è riuscita a migliorare ulteriormente la già bella grafica del predecessore, tirando fuori dal cilindro un comparto tecnico di prima grandezza. Il maggiore pregio risultano i visi, sia degli umani sia di tutte la razze aliene, ancora più dettagliati e realistici che in passato sia per quanto riguarda modelli poligonali e texture, che per animazioni ed espressioni. Ovviamente, la differenza di dettaglio tra i visi dei protagonisti e quelli degli NPC (e dei personaggi creati da noi) mostrerà un divario evidentissimo, pur evidenziando un livello elevato su tutti i fronti (si vedono addirittura i denti dei personaggi).
Il resto del comparto grafico rimane su livelli sicuramente sopra la media, specialmente se parliamo di modellazione dei poligoni, visto che le texture, normalmente di alta qualità, a volte potranno sembrare leggermente sfocate. Anche gli ambienti sono stati migliorati sostanzialmente, anche se in linea di massima la qualità media rimarrà simile a quanto visto nel primo Mass Effect. Insomma, dal punto di vista grafico rimaniamo su livelli di vera eccellenza. Da sottolineare la mancanza di un filtro anti-aliasing, cosa certamente curiosa che non causerà nessun fastidio, anzi, snellirà non di poco tutto l’armamentario.
Così come il predecessore, anche questo secondo capitolo può vantare le composizioni musicali di Richard Jacques e David Kates, velatamente ispirate ai classici della fantascienza degli anni 80-90 (Blade Runner, Star Wars, Babylon 5). In tutto il gioco verremo cullati da tracce riprese e mixate dal primo capitolo oppure da temi totalmente nuovi ed originali. E’ doveroso sottolineare la bontà di tutto il comparto sonoro, davvero esaltante e coinvolgente, capace di accompagnare al meglio ogni momento di gioco.
Peccato per un doppiaggio italiano a volte traballante, colpa di un incidente capitato a Claudio Moneta, doppiatore del protagonista, che ha dovuto passare la staffetta ad un collega vocalmente simile ma privo dello spessore del grande doppiatore italiano; e ancora, peccato per l’impossibilità, almeno nella versione 360, di scegliere il fenomenale doppiaggio inglese, portato avanti da attori del calibro di Martin Sheen, Carrie-Anne Moss e Seth Green, enormemente superiore a quello italiano.
Tirando le somme
Finalmente giunti al momento del verdetto finale e colmi della magnificenza dell’ultima fatica Bioware, non si possono non elogiare le doti tecniche ed artistiche di questi ragazzi canadesi, capaci, ancora una volta, di regalare un’avventura unica ed irripetibile. A qualcuno potrà far storcere il naso la semplificazione della parte prettamente ruolistica, anche se, è bene ricordarlo, ciò avviene solo per quanto riguarda alcuni menù e l’inventario. Lo spessore ruolistico vero e proprio, ossia la capacità del gioco di immergere il giocatore nei panni di un altro personaggio e di permettergli di fare le sue scelte cambiando la storia, si rivela superiore a quasi tutti i titoli passati e presenti. Non male per un titolo sempre più sparato verso la componente action e TPS, strada imboccata dagli sviluppatori per allargare il bacino di utenza del gioco, ma che a conti fatti si rivela una scelta azzeccata e vincente.
Mass Effect 2, dunque, si rivela superiore al predecessore in ogni sua parte. Forte di una profondità narrativa senza eguali, di un gameplay esaltante e di un comparto tecnico di prima grandezza, l’ultima fatica Bioware si attesta come uno dei punti più alti raggiunti dai ragazzi canadesi. Anche se siamo ancora all’inizio di un anno che promette faville, viste le imminenti uscite di Final Fantasy XIII, God of War III, Splinter Cell: Convinction ed altri capolavori annunciati, Mass Effect 2 ha tutte le carte in regola per attentare alla palma di miglior gioco del 2010. Non possiamo che consigliarlo caldamente a tutti gli appassionati di fantascienza, di GDR occidentali e di ottimi giochi.