Marvel vs. Capcom 3: Fate of Two Worlds – Recensione Marvel vs. Capcom 3: Fate of Two Worlds
Eccoci qui finalmente. Erano 10 anni che attendevamo questo momento, 10 lunghissimi anni. Quante ore, quanti giorni passati assieme agli amici a suon di mazzate, pad alla mano, con Marvel Vs. Capcom 2. E alla fine le domande dei fan hanno ricevuto risposta, il terzo capitolo del picchiaduro meno bilanciato del mondo è finalmente realtà. Tornano a scontrarsi due mondi differenti, videogiochi contro fumetti. Quale dei due avrà la meglio, stavolta?
Due mondi in pericolo
Sia nel mondo della Capcom sia nel mondo della Marvel, si annidano decine di loschi individui, pronti a fare di tutto per raggiungere i propri scopi. E di questi individui, due in particolare hanno deciso di formare una terribile alleanza. Il Dottor Destino e Albert Wesker hanno riunito sotto la loro ala i più grandi cattivi dei loro due mondi, decisi a spargere il chaos e conquistare i loro rispettivi universi. Ma naturalmente gli eroi non se ne stanno con le mani in mano, e giungeranno a contrastarli.
Nessuno di loro sa, però, che nelle profondità dello spazio riposa una delle forze più devastanti dell’universo, Galactus. La battaglia tra i due mondi è di una potenza tale da risvegliarlo, mettendo in pericolo l’intera Terra. Riusciranno i nostri eroi a salvare il pianeta dal grande Galactus, e a toglierla dalle grinfie dei supercattivi?
La squadra Street Fighter è pronta alla lotta! C. Viper è stata giustamente messa da parte.
Tante botte e tanto casino!
Per chi non conosca ancora la serie di Marvel Vs. Capcom, parleremo di questo gioco nei dettagli, lasciando a cogliere le differenze dai vecchi titoli solo i fan della saga.
La prima cosa che troveremo davanti agli occhi, a prescindere dalla modalità utilizzata, sarà il grosso roster di personaggi tra i quali potremo scegliere i 3 componenti della nostra squadra. Son presenti ben 36 lottatori (anche se in Marvel Vs Capcom 2 erano molti di più), 18 provenienti dall’universo Capcom e 18 dalla Marvel Comics. Alcuni di essi sono vecchie conoscenze già viste sui precedenti capitoli, ma sono presenti anche nuovi arrivi. Chris e Wesker da Resident Evil, Zero da Megaman, o grandi icone Marvel come Thor sono solo alcuni esempi.
Al momento di scegliere i 3 membri della nostra squadra, per ogni personaggio che decideremo di utilizzare avremo anche modo di decidere quale sarà la tecnica che ognuno di essi effettuerà quando lo chiameremo come Assist. Si, perché durante la battaglia potremo cambiare personaggio tenendo premuto uno dei due pulsanti dorsali (permettendo così a colui che è stato sostituito di ripristinare parte della sua vita), ma se invece quel pulsante ci limitiamo a premerlo e lasciarlo, quel lottatore entrerà in campo solamente per sferrare un attacco e poi tornare nelle retrovie.
Il personaggio attivo in battaglia potrà sferrare i suoi colpi con la combinazione di 4 diversi pulsanti a nostra disposizione: attacco debole, attacco medio, attacco forte, e attacco speciale. L’attacco speciale è in realtà un pulsante creato appositamente per far effettuare al personaggio un colpo mirato verso l’alto, che faccia schizzare in aria l’avversario e che renda così molto più semplice rispetto a prima l’esecuzione di letali combo aeree.
Naturalmente non manca una quantità industriale di mosse speciali, Super Combo, Hyper Combo e così via; tramite il caricamento della barra delle Super (che può contenere fino a 5 stock) è possibile non solo far partire le classiche mosse iperdistruttive dei personaggi, ma anche utilizzare interessanti trucchetti strategici, come un colpo che manderà l’avversario in panchina per far venire al suo posto un suo compagno, facendo perdere al malcapitato tutta la vita rossa che non potrà più ripristinare.
L’azione è velocissima e frenetica. Ci vorrà un bel po’ prima di abituarcisi, e fino ad allora tutto sarà estremamente confusionario e basato sul button-mashing. Una volta però presa confidenza con i comandi, ci si renderà conto che sono presenti anche diverse innovazioni che rendono il gioco molto più profondo di quanto si possa credere, anche se si rischia di confondersi facilmente. In pratica, una volta oltrepassata la fase iniziale, Marvel Vs. Capcom 3 diventa un gioco elitario per i soli esperti, tagliando completamente fuori qualunque casual player.
Alcuni esempi di tecniche avanzate? Mentre ci pariamo possiamo premere avanti e due pulsanti di attacco per effettuare una difesa avanzata e passare al contrattacco. Le combo Cancel sono ancora più malleabili del solito, è addirittura possibile infatti cancellare le super per cambiare personaggio e iniziarne una col nuovo arrivato. E per terminare gli esempi col più eclatante di tutti, è possibile attivare una nuova modalità chiamata X-Factor, utilizzabile solo quando ci rimane un unico personaggio, e permettendoci di sferrare colpi più potenti, cancellare combo più facilmente, ma soprattutto di annullare lo scaling di danno delle combo (rendendo possibile così distruggere l’intera barra di vita avversaria anche con una singola combo).
Diamo una veloce occhiata anche alle varie modalità che il gioco ci propone. Innanzitutto l’arcade: la solita strada per battere una dopo l’altra le squadre avversarie per arrivare a fronteggiare Galactus, il boss finale. Poi ci sono gli immancabili Versus e Practice. Una menzione va alla fastidiosissima modalità Missione (ormai presente in molti picchiaduro di ultima generazione, come Street Fighter 4 e Blazblue) dove dovremo riuscire a eseguire complicatissime combo con tutti i personaggi disponibili. E infine, ovviamente la modalità online. Quest’ultima non ha però particolari modalità, abbiamo un semplicissimo Ranking match, la Partita non classificata, e la possibilità di aprire una sala d’attesa fino a 8 giocatori.
Riuscirà Sir Arthur a sconfiggere quel testone di M.O.D.O.K.?
È il mio gioco che cambia, nella forma e nel colore…
La scheda tecnica di Marvel Vs. Capcom 3 è di certo soddisfacente. Graficamente il titolo utilizza l’ottimo motore MT Framework, quello usato in Resident Evil 5, per intenderci. I personaggi hanno ottimi modelli, animazioni e texture, e tutta l’interfaccia ricorda moltissimo un fumetto Marvel, esattamente come dovrebbe essere. Il comparto audio è allo stesso modo magnifico, effetti sonori grandiosi, e ogni personaggio possiede sia doppiaggio giapponese che doppiaggio inglese. La storia ovviamente è solo una scusa per far menare tutti i personaggi, ma la nota dolente riguarda il gameplay. Il titolo è infatti fin troppo frenetico e confusionario, al punto che elaborare strategie vere e proprie è pressoché impossibile a meno che non siate grandissimi esperti. E anche in quel caso le prime ore di gioco vi prenderanno alla sprovvista. Tra onomatopee giganti ed effetti visivi che compaiono qua e là ad ogni colpo, saranno più i momenti in cui non capiremo cosa accade su schermo che quelli in cui riusciremo ad agire come desideriamo. Nonostante tutto però, la Capcom ha pensato un po’ anche ai principianti aggiungendo una modalità "facile" durante la selezione del personaggio. Attivandola, ci basterà premere pulsanti a raffica per far eseguire combo complicate al nostro lottatore, rendendoci però impossibile usare alcune delle sue mosse speciali.
La Capcom ha quindi azzeccato certi aspetti del gioco per fallarne altri. La cosa che più fa storcere il naso, però, è il solito spillarci più soldi possibili tramite DLC che in realtà si trovano già all’interno del disco di gioco.
Berserker Barrage! Visto da una immagine ferma non sembra poi così caotico, vero?
In conclusione
Marvel Vs. Capcom torna dopo 10 anni di attesa, rispondendo alle aspettative del pubblico per certi versi, deludendolo per certi altri. Ci troviamo di fronte ad un picchiaduro frenetico, con tanti personaggi, profondo, ben fatto, e tecnicamente sublime. D’altra parte è caotico, sviluppato per giocatori esperti, e soprattutto, nonostante l’importanza del fanservice in un gioco simile, hanno scartato importantissimi personaggi per dare spazio ad altri di fama minore.
Sicuramente i fan lo apprezzeranno. così come i casual players che vorranno dedicargli qualche ora. È di certo degno di essere giocato, nonostante sia ben lontano dall’essere bilanciato.