Mario Strikers: Battle League Football – Recensione
Palla al centro. Mario Strikers: Battle League Football riporta negli stadi la serie Arcade sportiva sopita da quindici anni. Il capitano avanza sulla fascia grazie al lancio di una buccia di banana. Next Level Games e Nintendo hanno fatto squadra per rendere la libreria di Nintendo Switch ancora più ricca e variegata di esperienze adatte ad ampie fasce di pubblico. Considerando anche solo gli spin-off infatti, chi cerca un’attività agonistica virtuale può contare per esempio sul Golf, sul Tennis e da ora su un nuovo atleta.
Con un pallonetto l’attaccante scavalca l’avversario per servire il suo compagno. L’ultima fatica del team canadese trascina i calciatori del Regno dei funghi a un livello successivo, quello di un gioco nato per i campionati online e per le occasioni in compagnia dal sapore fresco, frenetico, genuino. La punta prende la palla con la mano, attiva un ipertiro a giro che infuoca il pallone e fa gol!
Riscaldamento e pre-partita
L’ultima iterazione della serie nata dagli spogliatoi nordamericani nasce come una vivace unione tra la capostipite e l’esclusiva per Wii. Se è vero che il calcio è universale, quello in salsa Nintendo ha bisogno di una breve spiegazione sulle sue peculiarità, almeno per chi non è mai entrato in campo o non gli capita da parecchio tempo.
Più nello specifico, Mario Strikers: Battle League Football emula il calcio a 5 con quattro giocatori e un portiere per ognuna delle due squadre ma, a differenza della controparte reale, i falli non vengono sanzionati, al posto della rimessa laterale si trova una rete elettrificata e se uno di loro afferra il pallone con le mani nessuno potrà lamentarsi con l’arbitro, sia perché è lecito, sia perché non esistono direttori di gara.
Il nuovo Mario Strikers: Battle League accorpa e in qualche modo rende più asciutte le cinque modalità di Charged Football del 2007 e di Mario Smash per GameCube. Gli aspiranti campioni potranno infatti scegliere fra tre opzioni di gioco distinte, ovvero Partita rapida, Coppe e Club Striker, escludendo il tutorial (che si è rivelato forse fin troppo puntiglioso e concentrato su una manciata di mosse, ma dopotutto la tecnica richiede esercizio). La prima permette di partecipare rapidamente a partite online o in locale fino a otto partecipanti su più piattaforme.
La seconda consente a uno fino a quattro giocatori di competere per sei coppe (insieme a una sorta di ramo endgame) contro squadre controllate dall’IA e persino di barare offrendo 100 monete al fine di avere una seconda possibilità. Ho trovato quest’ultima modalità divertente in compagnia quasi come in solitaria, anche se la rapidità con cui è possibile terminarle mi ha lasciato il sapore di un contenuto adatto per macinare qualche spicciolo.
Il Club Striker è tutto votato al multiplayer online, consentendo di prediligere un proprio calciatore, firmare il contratto per una squadra creata o già esistente e competere per il corso di una stagione. Qui si concentra la libertà di personalizzare ora lo stemma del team, ora la divisa, ora persino lo stadio di casa al costo di monete specifiche. Pur nella sua semplicità, tale modalità mostra un buon potenziale che tuttavia potrà essere verificato solo nel corso dei prossimi mesi, a partire dal 10 giugno.
A onor del vero, la chiave di lettura di Mario Strikers: Battle League Football tutto pare essere proprio questa: una bozza su cui si è scarabocchiato un primo schema tattico spassoso per consentire ai novizi di divertirsi e ai veterani di prepararsi in vista di futuri aggiornamenti votati al competitivo.
Titolari e GDR
Prima di passare all’attacco, è fondamentale conoscere la rosa titolare. L’eliminazione del ruolo centrale dei capitani viene barattata con una cernita cospicua dei personaggi storici. Via per esempio la principessa Daisy, tolti gli Strutzi, il primo campionato di Mario Strikers: Battle League Football si aprirà con 10 calciatori distinti. È già noto che l’azienda di Kyoto provvederà ad arricchire il roster, tuttavia per il momento è un cartellino giallo, soprattutto pensando alla ricca panchina a cui potrebbe attingere.
Non si tratta di una squalifica: bisogna precisare che, se guardando al passato emerge una certa staticità – tanto che online si vedevano persone utilizzare schiere di Booh per avere vittoria facile – adesso esistono degli strumenti per rendere gli scontri più variopinti. La lista ristretta viene infatti compensata da cinque parametri che distinguono un atleta da un altro e che i giocatori potranno modificare con l’acquisto di appositi oggetti.
Con le monete ottenute dalle coppe di Mario Strikers si potranno rendere le casacche più appariscenti, con caschetti, guanti futuristici e altro. Ecco che, se l’idraulico baffuto è il più bilanciato e non eccelle in nulla, con un corpetto specifico potrà aumentare i punti di forza o dei passaggi. Uno come Bowser, l’ideale per gettare gli avversari a terra, potrà spingere proprio sulla sua forza bruta oppure bilanciarla a favore di una maggiore velocità. Si tratta di una meccanica pescata dai GDR e malleata ai dettami arcade di Mario Striker: Batlle League Football che ben si sposa al suo game design.
Un elemento impossibile da replicare in uno sportivo di simulazione come FIFA o PES e che ho apprezzato, seppure riscontrando il medesimo neo descritto appena sopra. Anche in questo caso, bisogna notare la presenza di appena cinque oggetti per parte del corpo, mentre siamo convinti che gli sviluppatori avrebbero la giusta dose di fantasia per concepirne altri, più folli che mai – per quanto esista una chicca legata alle coppe endgame.
Il cielo è blu sopra il Regno dei funghi
Chi è già entrato in uno degli stadi di GameCube o Wii ora ristrutturati, si sentirà sì a casa, ma ciò non significa che avrà vita facile. Mentre il gioco del 2007 si limitava ai due tasti frontali e al grilletto del controller, Mario Strikers: Battle League Football aggiunge una nuova stratificazione agli input disponibili, diventando al contempo più bilanciato. Uno dei pregi più apprezzati ed evidenti risiede infatti nella sua anima molto tecnica e insieme accessibile.
I Joy-Con si trasformano in strumenti adatti sia per chi cerca uno svago scanzonato e leggero, sia per chi vuole studiare le folli trovate del calcetto a marchio Nintendo. In attacco è possibile eseguire dei passaggi rasoterra o dei pallonetti anche filtranti mentre si schivano le incursioni avversarie. Cito ancora Charge Football poiché se allora una concatenazione di passaggi creava un colpo potenziato, ora a farla da padrone è il tempismo con cui si eseguono i singoli tocchi; ciò significa che con i giusti riflessi i calciatori potranno confondere i nemici e arrivare in rete con un tocco di stile. Superata la metà campo, potranno caricare il tiro per un lancio quasi imprendibile, ma il tempo richiesto lo rende difficile da attuare.
In difesa si possono generare le sequenze più caotiche e chiassose del gioco, tra scivolate rocambolesche, schiaffi e altri trucchi pur di tornare in possesso. A ingolosire la situazione sono inoltre una serie di oggetti mutuati da Mario Kart, come la Bob-omba, i gusci di Koopa, e le bucce di banana che compaiono a intervalli casuali. Ognuna delle due squadre può immagazzinarne due alla volta e lanciarli con un apposito tasto in attacco o in difesa. Considerando il caos che si crea con lanci di oggetti multipli, immagino già una divisione tra partite in cui questi saranno ammessi e altre in cui saranno banditi – esiste infatti la possibilità di toglierli. A ciò si aggiunga una sfera strike capace di donare un grande potere: nell’arco di trenta secondi, i giocatori elettrizzati potranno effettuare un Ipertiro, una delle novità di questo episodio. Dopo il Megatiro e il Supertiro, questo ultimo diventa disponibile per qualsiasi calciatore in campo e se va a segno concede solo due gol rispetto ai sei del passato.
Attenzione, perché non garantisce una vittoria immediata: dopo avere conquistato una sfera di energia, sarà necessario trovarsi oltre la metà campo avversaria e caricare un tiro a sufficienza per fare partire una sorta di quick time event formato da due estremità. Cliccando due volte con nel giusto momento, si formerà un lancio talmente potente da bruciare l’area di rigore e i guanti del portiere. La chicca risiede nella presenza di un’animazione e una mossa uniche per ogni personaggio: Luigi, per esempio, compie una mezza rovesciata così roboante da scatenare un uragano che ingloba gli avversari, Toad riesce a fare passare il pallone sotto terra per sbucare in gol. Nel concreto si trattano di aggiunte che non guardano al mero ottenimento di un risultato, bensì all’arricchimento della cifra stilistica di Mario Strikers: Battle League Football.
Fuoriclasse
Quando sostengo che Mario Strikers: Battle League Football si ponga come un degno connubio tra i suoi due predecessori e si spinge al livello successivo, punto il dito anche verso la direzione artistica generale. Mi riferisco principalmente ad alcune scelte di design, che fanno emergere il carattere vivace e distintivo della serie: con uno stile dai contorni molto marcati, gli ipertiri vengono rappresentati strizzando l’occhio agli anime per dare il via a delle animazioni capaci di strappare sempre un sorriso, uniche per ogni singolo protagonista. Stesso dicasi per quelle dell’introduzione a ogni partita e per le esultanze; nel complesso, gli autori si sono concentrati sulla regia e su dei dettagli scenici mozzafiato. Buona la resa estetica degli scenari, anche se rispetto al passato non è semplice distinguerli uno a uno: se prima davano vantaggi o svantaggi molto pittoreschi, ora sono una mera cornice estetica. Ipotizzo che, tra scivolate brutali e una cascata di oggetti, dotare le arene di altrettante modifiche avrebbe virato a sfavore del bilanciamento; nondimeno rappresenta un rigore sbagliato per gli sviluppatori nei confronti dei fan.
Promosso il versante tecnico, con Nintendo Switch che regge anche le situazioni concitate sia offline che online. A questo proposito, ci è parso che il codice abbia retto bene le sessioni di gioco, ma prima del fischio d’inizio previsto per venerdì 10 giugno è impossibile dare un giudizio definitivo in questo senso. Un piccolo dettaglio: sono abituata a controllare il calciatore più vicino al cuore del Gameplay, ovvero il pallone, e a cambiare da uno a un altro di conseguenza, pertanto ho trovato bizzarro che in Mario Striker: Battle League Football capiti di trovarsi nei panni di un personaggio lontano dall’azione, costringendomi a premere il pulsante richiesto più volte. L’intelligenza artificiale è funzionale al game design, seppure, per esempio durante le coppe, dopo qualche match diventi facilmente leggibile da un lato e si trasformi nel Barcellona di Guardiola all’improvviso dall’altro.
Svincolato da quindici anni, il fuoriclasse proveniente dal vivaio del Regno dei Funghi ha trovato finalmente un grosso ingaggio. Mario Strikers: Battle League debutta nel campionato di Nintendo Switch per arricchire la lista di produzioni sportive della console ibrida. Next Level Games ha piegato le regole del calcetto alla realtà fantasiosa della grande N per un risultato fresco, frenetico, vivace, vigoroso. Ottimo punto d’incontro tra Mario Smash e Charged Football, l’ultimo episodio della serie asciuga alcuni elementi del secondo e potenzia il suo carattere tecnico votandosi quasi totalmente al comparto online. Proprio per questo però, il pacchetto iniziale sembra a tratti scarno, una buona partenza che da soli potrebbe esaurirsi in poco tempo, tra amici potrebbe durare abbastanza, con il mondo intero ai posteri spetterà la sentenza. Aspettiamo il fischio d’inizio e l’arrivo della Coppa dei Campioni.
Pro
- Ottimo punto d'incontro tra il primo e il secondo episodio della serie
- Gameplay votato alla tecnica facile da approcciare, complesso da padroneggiare
- Direzione artistica, animazioni vivaci e distintive
Contro
- Ridotta quantità di contenuti al lancio
- Alcune imprecisioni nell'IA