Mario + Rabbids: Kingdom Battle – Recensione
Avete mai pensato vivendo un momento:”Questa cosa resterà negli annali”? Quella sorta di consapevolezza di assistere a un evento storico, qualcosa che i posteri ricorderanno? Tranquilli, non vogliamo iniziare un trattato filosofico, ma è bene che vi caliate nel giusto contesto. Nintendo, dopo alcuni pessimi prodotti a cavallo tra gli anni 80’ e 90’ ha ben pensato di difendere le proprie creazioni, una fra tutte Mario, protagonista di certe pessime trasposizioni che rischiavano di danneggiare il personaggio che oggi tutti conosciamo (qualcuno ha pensato per caso a Hotel Mario?).
Eppure ci ritroviamo qui a recensire un nuovo titolo con protagonista l’idraulico baffuto a oltre 20 anni di distanza da un titolo non sviluppato da Nintendo, bensì da Ubisoft Milano. Ed è con il ricordo delle lacrime di Davide Soliani all’E3 di quest’anno,ancora impresso nella nostra memoria, che ci lanciamo in questa recensione. Questo ennesimo gioco sarà l’ulteriore stella nel curriculum della mascotte della casa di Kyoto, o si rivelerà piuttosto una macchia indelebile?
Born to be Rabbid
Il preambolo da cui nasce l’inedito crossover tra il Regno dei Funghi e la follia dei Rabbids si svolge in un laboratorio in cui viene sviluppato il CombinaTutto, un apparecchio in grado di miscelare due oggetti fondendoli in qualcosa di totalmente nuovo. I caotici conigli arriveranno nel laboratorio a bordo della loro lavatrice spaziotemporale e combineranno un disastro di dimensioni epocali: appropriandosi del CombinaTutto e usandolo su un poster di Mario giungeranno nel regno della principessa Peach, mettendolo letteralmente a soqquadro.
L’assistente robot della scienziata verrà risucchiato nel teletrasporto, fortuna vuole che ad attenderlo troverà un eroe baffuto pronto a rimettere in sesto il danno creato dai caotici conigli, che usando a caso il marchingegno hanno dato vita a schiere di nemici Rabbids. Alcuni dei conigli, tuttavia, si mischieranno con i personaggi del poster, diventando loro stessi eroi in questa folle avventura per salvare il regno.
L’incipit è chiaramente semplice ed immediato, tuttavia il contrasto tra la “serietà” di Mario e la mancanza di sanità mentale dei conigli di Ubisoft genera non pochi momenti comici: tutto il Regno dei funghi è nel caos, statue eleganti vengono rimpiazzate da WC e mutandoni stesi al sole, mentre dovunque i folli animali si dilettano in bagni nella lava o simili attività insane.
Il giocatore dovrà gestire un team di tre eroi attraverso quattro mondi diversi, con l’obiettivo di riconquistare il CombinaTutto, che nel marasma generale si è fuso con un Rabbid.
Mario SWAT
La cosa che ci ha colpito più di tutte di Mario + Rabbids: Kingdom Battle è la sua stessa natura, Ubisoft ha dato vita a uno sparatutto tattico a turni che si va a posizionare in una nicchia capeggiata da titoli del calibro di X-COM. Questo genere di titoli è rinomato per la sua complessità e difficoltà (caratteristica principale è la permadeath dei personaggi) ma non è questo il caso di Kingdom Battle, che si mostra un ottimo entry level per chi non avesse mai provato tale tipologia di gioco.
Meno difficile non significa tuttavia meno complesso: da una visuale isometrica gestiremo i tre eroi a disposizione, scelti da un roster che si allargherà con il prosieguo dell’avventura, tutti personalizzabili con un arma principale, una secondaria e due abilità. La profondità tattica, però, non si conclude qui: nelle battaglie bisognerà tenere conto della distanza che ogni personaggio potrà coprire sulla griglia che divide l’arena del combattimento, calcolando la possibilità di colpire gli avversari lungo il movimento. I fan di Holly e Benji apprezzeranno la rivisitazione della “catapulta infernale” chiamata in questa occasione salto team: utilizzando un altro eroe come trampolino si potranno coprire distanze maggiori sul terreno di gioco e raggiungere i nemici più lontani.
Il fattore chiave da tenere a mente sono le coperture: durante gli scontri, posizionando un personaggio dietro a un muro saremo completamente al sicuro dagli attacchi nemici, fatta eccezione per i muri bassi, che abbassano soltanto del 50% la possibilità di essere colpiti. Anche i nemici, però, potranno sfruttare tali coperture, costringendoci a scelte ragionate sul dove piazzare le nostre truppe, per difenderci oltre che offendere.
Sono presenti diverse tipologie di partite: dallo sconfiggere tutti o un determinato numero di nemici, al raggiungere una zona della mappa o scortare un personaggio in quel preciso punto. Non mancano inoltre scontri contro mid-boss e boss, il vero fiore all’occhiello della produzione: abbiamo assistito a scontri talmente ben congegnati che sarebbe un peccato anticiparveli, vi lasciamo quindi al piacere della scoperta.
Ritornando alle abilità, tutte necessitano di un tempo di recupero che dura diversi turni. La parte interessante è che nel proseguo della campagna anche i nemici saranno dotati di abilità simili a quelle degli eroi, richiedendo al giocatore un maggiore livello di attenzione a tutte le possibili variabili degli scontri. In definitiva Mario + Kingdom è un titolo che offre un ottimo livello di sfida, non al pari di altri esponenti del genere, ma tuttavia bastevole per i neofiti (è inoltre presente una modalità facile per le sessioni più frustanti: attivando l’opzione prima di uno scontro tutti gli eroi avranno l’energia vitale aumentata del 50%).
Alla fine di ogni scontro, in base al numero di turni e alla sopravvivenza o meno di tutti gli eroi, otterremo un giudizio: come detto in precedenza non sussiste la morte permanente dei personaggi, ma l’energia vitale del nostro roster verrà ripristinata solo alla fine di ogni capitolo. Ogni mondo è diviso in dieci capitoli, ognuno dei quali presenta dai due ai quattro combattimenti, fatto che invita alla rotazione degli eroi sul campo di battaglia. In base al giudizio ottenuto verremo premiati con un trofeo: la ricerca della perfezione totale aumenta la longevità generale, oltre a darci diversi premi in monete a seconda del grado raggiunto. È infine presente un albero delle abilità per ogni personaggio, in cui sbloccare nuove mosse spendendo le sfere ottenute durante l’avventura.
Captain Rabbid
Mario + Rabbids: Kingdom Battle non è solo scontri a fuoco: nel gioco è anche presente una buona dose di esplorazione attraverso i mondi che visiteremo, anch’essi miscelati dal CombinaTutto. Data l’assenza del salto il movimento ricorda vagamente titoli come Captain Toad, in cui a giocare un ruolo fondamentale è la prospettiva della telecamera: è presente infatti una folta schiera di forzieri nascosti contenenti armi, diversi tipi di collezionabili e sfere per potenziare le abilità.
Diverse zone risulteranno inaccessibili fino a un determinato punto del gioco: il robottino che ci seguirà per tutta l’avventura, Beep-0, otterrà infatti diverse abilità propedeutiche proprio alle fasi esplorative, come il poter spostare blocchi di cemento o sollevare statue utili ad attivare interruttori. Esplorare ripagherà sempre il giocatore (sono presenti anche dei capitoli segreti), con un backtracking che non appesantisce il titolo e che farà la gioia dei completisti. L’unica sbavatura nei controlli la porta proprio Beep-0: lungo il mondo di gioco i personaggi si muoveranno in una fila indiana capeggiata proprio dal robot, che spesso non avrà una hitbox precisa nell’interagire con gli oggetti, difetto che si fa sentire negli enigmi speciali da risolvere in un tempo limitato. Abbiamo comunque apprezzato la presenza di alcuni enigmi ambientali, non solo opzionali ma anche all’interno della campagna principale, in grado di rompere il ritmo dei vari combattimenti con fasi più riflessive.
Rabbids City
Graficamente il gioco risulta piuttosto semplice: anche i modelli dei personaggi più noti provenienti dal mondo Nintendo risultano come alleggeriti di diversi dettagli, eppure la ricetta finale risulta piuttosto piacevole alla vista. Le uniche pecche di cui tenere conto spuntano fuori quando colleghiamo Nintendo Switch alla TV: utilizzando alcune abilità il frame rate infatti avrà piccoli cali, meno visibili e vistosi quando si utilizza la console in versione portatile.
Altro piccolo difetto lo crea la telecamera quando si utilizzano alcune mosse speciali: l’effetto al rallentatore utilizzato per enfatizzare il colpo spesso mostra parti della mappa meno definite. Si tratta in generale di piccole pecche che dobbiamo segnalare ma che non rovinano l’esperienza, che resta totalmente godibile.
Ottimo, infine, il comparto sonoro, con musiche originali e piacevoli, che ben si sposano con il ritmo dell’avventura.
Mario + Rabbids: Kingdom Battle è un prodotto memorabile sotto tutti i punti di vista: un Mario non creato da Nintendo eppure così familiare da lasciarsi amare fin da subito. Il titolo si posiziona furbescamente in una nicchia di mercato poco esplorata, e potrà far appassionare al genere schiere di giocatori. I detrattori di Ubisoft per questa volta dovranno mettersi l’anima in pace: questo gioco è stato creato con passione e mani sapienti, e diventerà l’ennesima stella nella crescente galassia di Switch.
Pro
- Un prodotto nuovo e fresco
- Un ottimo entry level del genere
- Divertente e gratificante
Contro
- Piccole sbavature tecniche