Mario & Luigi: Partners in Time – Recensione Mario & Luigi: Partners in Time
Come già accaduto in Mario & Luigi Superstar Saga, uscito nel 2003 su Gameboy Advance, anche in questa avventura i due fratelli "Baffuti", dovranno unire le proprie forze per salvare la principessa Peach dalle grinfie del cattivo di turno. Ci si aspetterebbe lo zampino dello spietato Bowser, che da sempre getta nello scompiglio il Mushroom Kingdom governato dalla principessa, invece in questa nuova avventura, che si dipanerà tra il "Mushroom Kingdom presente e passato", i nostri due eroi (forse sarebbe meglio dire quattro) dovranno vedersela con un nuovo temibile nemico.
Tutto ha inizio così…
Tanto tempo fa, in un angolo sinistro dello spazio profondo, c’era un pianeta misterioso. I suoi abitanti erano esseri sinistri, che passavano il tempo a fissare il cielo. Guardavano e basta. Giusto? Sbagliato! Cercavano qualcosa, esattamente una nuova casa. Alla fine posarono i loro sguardi su di un mondo lontano, un pianeta meraviglioso e pacifico…
Questi esseri, funghi di colore violaceo provenienti dal pianeta Shroob (luogo arido come il deserto), decidono di occupare il Mashuroom Kingdom del passato, luogo pacifico popolato dai Toad (funghi).
Durante il test della macchina del tempo, inventata dal Prof. Strambic (che qualcuno ricorderà in Luigi’s Mansion), un incidente spazio-temporale imprigiona la Principessa Peach in quel Mushroom Kingdom occupato dagli Shroobs, ed è così che i nostri due coraggiosi amici decidono di intraprendere questo fantastico viaggio. Qui troveranno un regno avvolto nel caos, dove i funghi vengono fatti prigionieri per essere privati della loro energia vitale, utile mezzo di combustione per far volare le astronavi della minacciosa razza aliena. Inoltre verranno a conoscenza di una triste verità, la principessa è stata rapita dalle strane creature e, per riuscire a portarla sana e salva a casa, i due eroi dovranno allearsi con una strana quanto infantile coppia, le loro controparti del passato, Baby Mario e Baby Luigi. Noncuranti del pericolo che questa unione possa creare allo spazio-tempo, il quartetto va alla ricerca dei frammenti di pietra cobalto, unica arma che possa annientare la minaccia degli Shroobs.
L’unione fa la forza
Come già accennato nelle precedenti righe, la nostra avventura sarà caratterizzata da ben quattro individui. Le azioni di ogni personaggio saranno controllate da uno dei tasti frontali, Mario "tasto A", Luigi "tasto B", Baby Mario "tasto X" e Baby Luigi "tasto Y". Anche se questo sistema di controllo potrebbe sembrare ad un primo impatto alquanto scomodo, cambierete ben presto idea. Infatti non dovrete mai comandare più di una coppia per volta, quando impersonerete Mario e Luigi, i due marmocchi saranno trasportati in braccio dagli adulti, mentre, se deciderete di vestire i panni dei due baby fratelli, ai due adulti non toccherà che gustare lo svolgersi degli eventi. Questa scissione, che sarà facilmente controllabile grazie alla presenza del doppio schermo, ci consentirà di superare gli innumerevoli enigmi di cui è composto il titolo. Va inoltre aggiunto che ogni personaggio avrà delle abilità speciali, ad esempio Baby Mario, grazie al martello regalatogli dai Koopa, riuscirà ad abbattere facilmente gli ostacoli che troverà davanti il cammino. Baby Luigi salterà sopra le spalle del fratellino e, roteando come una trivella nel terreno, riusciranno insieme a superare le insidie. I due fratelli maggiori sono dotati di una tecnica denominata "pallafratelli", che consentirà a Mario e Luigi di rotolare a grande velocità per raggiungere zone altrimenti inaccessibili. Ora passiamo alla vera chicca di Mario & Luigi Partners in time, i combattimenti che, se da una parte saranno svolti con una struttura a turni come nei più classici GDR, al tempo stesso ci verrà permesso di attaccare o difenderci dai nostri nemici con un sistema in stile platform. Durante il nostro turno avremo la possibilità, tramite un menu a blocchi da colpire con la testa (come nel più classico stile Mario Bros.), di danneggiare il nemico con un attacco classico ( salto o martellata) oppure con gli "strumenti fratelli" (oggetti particolari con potenza di attacco maggiore). Dopo aver scelto il tipo di tecnica da utilizzare e il malcapitato antagonista, ecco che verremo chiamati di nuovo in causa, se avremo scelto l’attacco classico, il nostro compito sarà quello di ampliare il danno inflitto all’avversario tramite la pressione coordinata del tasto appropriato, mentre se utilizzeremo gli strumenti fratelli, ognuno con differenti caratteristiche, saremo catapultati in una sorta di minigioco legato anch’esso alla tempestiva pressione dei tasti. Una volta ultimato il turno, sarà l’avversario ad attaccare uno dei due fratelli. In questo caso dovremo attuare il procedimento inverso a quello precedente, ed in altre parole quando verremo attaccati, dovremo premere rapidamente il tasto attribuito all’eroe attaccato, per evitare la bastonata. Come nei tradizionali RPG avremo il nostro inventario (Valigi8.0 donatoci dal Prof. Strambic), dove al suo interno potremo tenere oggetti come "funghi" con i quali si potranno recuperare i punti vita, i "ricostituenti" che cureranno le alterazioni di stato, il "pepe rosso", "verde" e "blu" che aumenteranno rispettivamente i valori di attacco, difesa e velocità temporaneamente, oppure i "funghi vita" capaci di riportare in vita l’alleato caduto in battaglia. Inoltre con l’ausilio di vestiti e tessere particolari, potremo aumentare le caratteristiche dei quattro personaggi.
Un nuovo GDR in stile Nintendo
Purtroppo dal punto di vista della longevità dobbiamo fare alcune considerazioni: se da una parte ultimare il gioco al 100%, cioè dopo aver collezionato tutti gli oggetti, tutte le tessere e i bonus sparsi praticamente ovunque, dovremo sudare le proverbiali sette camicie, dall’altra ci ritroveremo di fronte ad un GDR poco intricato. Basti pensare che i luoghi in cui faremo visita non saranno mai collegati tra di loro (molto simili a veri e propri dungeon), quindi non dovremo affrontare le solite scarpinate per raggiungere zone visitate in precedenza (che agli amanti del genere potrebbe far storcere il naso). Inoltre, essi saranno caratterizzati da scarsi luoghi che, nella maggior parte dei casi, non avranno nulla di interessante da proporci.
Parlando infine del comparto tecnico, possiamo dire che Mario & Luigi Partners in Time riesce a raggiungere l’eccellenza. Anche se totalmente bidimensionale, non si può rimanere che entusiasti dalla vivacità di colori e dai dettagli infinitesimali che caratterizzano le ambientazioni. Il tutto viene penalizzato dallo scarso dettaglio dei 2 protagonisti, Mario e Luigi, che sembrano essere estrapolati dalla precedente versione su GameBoy Advance. Sul fronte del sonoro troviamo un ottimo comparto tecnico, da apprezzare i simpatici quanto comici commenti in italiano del cast, oltre a ciò, le musiche che faranno da sottofondo alle nostre ore di gioco, saranno sempre orecchiabili e adatte alla situazione.
Infine possiamo dire che Mario & Luigi Partners in Time è un gioco di buon livello. Nonostante la mancanza dell’uso del touch screen e del microfono (caratteristiche che hanno reso il Nintendo DS la console portatile più venduta al mondo) che si faranno sentire già nelle prime ore di gioco, queste saranno ben presto accantonate dall’ottimo livello di giocabilità che il titolo possiede. Inoltre gli sviluppatori avrebbero potuto spendere un pò più di tempo sul comparto grafico che, seppur entusiasmante e dallo stile piacevole, si avvicina pericolosamente ai livelli del GameBoy Advance.
In conclusione possiamo aggiungere che: quando ci sono di mezzo Mario & Company il divertimento è assicurato.