Magna Carta: Tears of Blood – Recensione Magna Carta: Tears of Blood
Una concorrenza…spietata? No: spiegata.
Concorrenza ai colossi del J-RPG, innovazione nel campo, qualunque cosa voglia fare il gioco della 505 Games, Magna Carta, non ha del tutto soddisfatto le aspettative: presentato come remake della versione per PC di qualche anno prima, fallisce nel tentativo di rivoluzione dello schema di gioco, che abbandona il sistema a turni e dà uno stentato benvenuto ad un nuovo sistema che si basa sulle sequenze di tasti. Trama simpatica, avvincente, ma per il resto il gioco non è all’altezza degli RPG: analizziamolo nelle sue caratteristiche.
The Tears of Blood
"Nel continente di Efferia, una terra tagliata fuori dal resto del mondo da violenti correnti oceaniche e ripide scogliere, infuria una guerra tra due razze: gli umani e gli Yason. 600 anni fa, durante una terribile tempesta quattro vascelli approdarono su questa terra. Trasportavano umani, che avevano abbandonato le loro case colpite dalla peste per cercare una nuova terra dove vivere in pace. I coloni chiamarono questo continente Efferia e vi stabilirono un insediamento. In breve tempo la popolazione umana crebbe ed emersero quattro nazioni: Carute, Maracatte, Bayer e Amabat. In risposta, gli Yason unirono insieme le loro tribù e formarono insieme il regno di Yason-Rover. Dopo secoli di dispute sul possesso della terra e delle risorse scoppiò infine una guerra su larga scala tra le due razze. Quella guerra continua da molti anni oramai.
Attualmente l’alleanza umana è sull’orlo di perdere la guerra contro Amila, regina degli Yason, e i vermi maledetti suoi possenti guerrieri. Ma gli umani hanno ancora una speranza: l’alleanza sta segretamente pianificando un nuovo attacco che sconfiggerà il potere della magia proibita. Il generale Agrelan, l’ufficiale al comando dell’operazione affidata al gruppo mercenario conosciuto come Lacrime di Sangue, ha un ruolo chiave: questo gruppo desideroso di porre fine alla guerra è composto da persone che hanno perso i propri cari proprio a causa dei combattimenti. Nel mezzo di una guerra che deciderà il futuro di un intero continente sta per essere risvegliato un potere inimmaginabile…"
Così inizia la storia che gira intorno a Magna Carta: Tears of Blood, appunto le Lacrime di Sangue. Voi guiderete Calintz, uno dei maggiori membri delle Lacrime di Sangue, nelle varie missioni che vi si prospettano: la prima sarà quella di fare da scudi umani per difendere i maghi. Una trama che andrà sempre più infittendosi e vi trascinerà fino alla fine attaccati allo schermo.
Che il Chi sia con te
Magna Carta è un RPG e tutti si aspettano un combattimento a turni con la solita strategia di attacco, oggetti, abilità e tecniche, ma questa volta no: il sistema di battaglia cambia radicalmente staccandosi dagli stereotipi del J-RPG. Non esistono combattimenti casuali e i nemici, nel peggiore dei casi, compariranno dietro l’angolo per sorprendervi: una volta avvistato il nemico basterà sfoderare la spada premendo R1, che vi permetterà di cambiare la modalità da "corsa" a "combattimento". Parlando di queste modalità basti dire che ve
ne sono solo due e sono quelle citate poc’anzi: la modalità corsa vi permette di correre, ma aumenta il rischio di essere sorpreso dal nemico, mentre la modalità combattimento vi farà camminare molto lentamente con la spada sguainata ma vi darà la possibilità di sorprendere i nemici…a voi la scelta dunque, impavidi guerrieri. La cosa che forse deluderà una parte dei giocatori sarà che i mostri sconfitti in un’area non torneranno più e quindi addio possibilità di far salire i vostri eroi fino ad un livello inverosimile. Toccato un nemico, lo schermo si deframmenterà, stile Final Fantasy, e partirà il combattimento: potrete cambiare il vostro personaggio (massimo tre sono i personaggi schierabili) scelti nel menù di pausa, premendo i tasti L1 e R1, e una volta che la barra di caricamento sarà arrivata al minimo indispensabile per sferrare l’attacco, comparirà un Trinity Circle, un cerchio con una sequenza di tasti da comporre per far si che l’attacco vada a buon segno. Col passare del tempo si apprenderanno altri stili di combattimento, altre sequenze, che variano di mossa in mossa, e aumenterà la possibilità di eseguire combo sempre più infallibili. La cosa che colpisce di questo gioco sarà la possibilità di recuperare HP e il resto delle statistiche premendo il tasto quadrato in modalità corsa per vedere il nostro protagonista sedersi sul terreno e recuperare senza problemi energia e forze. Ma l’elemento davvero innovativo e caratterizzante di Magna Carta è quello che nel gioco verrà chiamato Chi System: l’intero universo del gioco è disciplinato dal Chi, una forza elementale della quale ne esistono otto tipi e i nostri personaggi senza di essa non possono compiere alcun attacco.
Ogni azione compiuta durante una battaglia sarà sempre associata ad un tipo di Chi e quando effettueremo un attacco consumeremo un po’ di elemento in rapporto alla sua tipologia, sottraendolo dalla natura circostante. Consumare interamente il Chi significa non poter eseguire attacchi di quell’ elemento fino a quando questi non si sarà rigenerato.
Caratteristiche tecniche
E’ difficile definire in un certo modo le caratteristiche tecniche di Magna Carta: alte in alcuni luoghi e situazioni, basse in altre. La grafica dei personaggi non rende al massimo, e i visi sono molto inespressivi rendendo la già troppo spoligonata grafica ancora peggiore. Ciò che salva la valutazione della grafica si trova nel designer delle ambientazioni, vaste, articolate e ben disegnate: peccato che ci sia una fastidiosa telecamera fissa che crea non pochi problemi al giocatore. Le musiche svolgono bene il loro compito: sono orecchiabili, discrete, pur non facendo urlare al capolavoro; d’altra parte lo scarno doppiaggio in lingua inglese lascia un tantino a desiderare.
Le novità ci sono ma…
…ma non fa gridare al capolavoro. Magna Carta è il tipico gioco che non si può classificare o annoverare facilmente tra i "buoni" o i "cattivi": ha molte cose positive, a partire dall’innovativo sistema di giocabilità, ma per il resto rimane un gioco mediocre che non riesce ad essere una voce solista del coro e ad innalzarsi, come quindi forse ci si aspettava. E’ intanto in programmazione un seguito, per Xbox 360, che forse riscatterà il primo capitolo, inadatto anche nella meccanica del party ed incapace di valorizzare questo RPG, o un qualsiasi altro che ne richiede un sofisticato uso per un’elevata strategia.