Mafia – Recensione Mafia
Storie d’altri tempi
Era il tempo in cui la Illusion Softworks operava con questo nome, prima d’essere acquisita da Take 2 Interactive e trasformarsi in 2k Czech (passaggio relativamente recente, e si spera proficuo, soprattutto considerando il prossimo Mafia II). Correva l’anno 2002 quando si apprestava ad uscire una delle punte di diamante di quella Software House che era ormai tra le più blasonate d’Europa. Si ricordano, infatti, titoli di ottima fattura come Hidden & Dangerous e Vietcong.
Storie recenti sono quelle sul proibizionismo americano, sull’emigrazione della nostra gente in America e soprattutto talune inerenti le tradizioni delle autorità poco ufficiose d’Italia nel nuovo mondo. La mafia, per l’appunto. Quella che, se inserita in un videogioco, perlopiù come assoluta protagonista, faceva scalpore e richiedeva un distributore convinto della pubblicazione in certi paesi. Ebbene sì: per chi non lo sapesse Mafia suscitò molte polemiche, soprattutto in Italia, la patria di certe realtà “trasportate” oltreoceano, testimoniate puntualmente dal gioco e forse poco onestamente affrontate dai critici che non ne volevano la distribuzione, desiderosi di cancellare una macchia bella grossa, preferendo puntare il dito su violenza ed “educazione” contenuti nel gioco. Mafia, però, non rappresenta un gioco gratuitamente violento, ma denuncia la chiara organizzazione dietro le carneficine di cui potremo essere fautori, senza tralasciare l’umanità dei suoi personaggi e soprattutto del protagonista, resosi conto dei suoi errori e desideroso di farci partecipi delle sue esperienze.
Un nuovo "picciotto"
Thomas Angelo, il nostro alter ego, è ormai un uomo vissuto, capace di elaborare monologhi profondi e articolati sebbene si trovi in un semplice bar e di fronte abbia un detective non troppo convinto d’ascoltarlo. E’ l’inizio di Mafia, mentre l’intera parte giocata sarà tutto un flashback, il racconto di Tommy al poliziotto. Una scelta degli sviluppatori che si rileva azzeccata, che mette in chiaro subito come vadano a finire le cose in certe situazioni: male, finendo a cercare disperato aiuto. Degno d’un film dalla stupenda regia ed interpretazione degli attori in tutti i suoi filmati in-game, nel suo prologo Mafia ci prospetta limpidamente la situazione (comunque abbastanza lineare) d’un tassista che casualmente si ritrovava parcheggiato a fumare una sigaretta proprio dove giungevano due mafiosi in difficoltà, volenterosi di permettere a Thomas solo di affondare il piede sull’acceleratore. Nonostante il successo della fuga, però, presto ci accorgeremo di come la band mafiosa che ci correva dietro abbia avuto il tempo di annotare il numero di targa la notte dell’inseguimento, provando sulla nostra pelle mazzate e pallottole. Una valido motivo per trovare aiuto proprio dalla gente che avevamo aiutato,finendo nella peggiore delle aspirali senza accorgercene.
E’ la storia di due band rivali che si contendono la città di Lost Heaven, tipica metropoli newyorkese degli anni ’30, capitanate dai Boss Morello e Salieri e aventi relative zone della città in possesso. Per quest’ultimo inizieremo ad operare da Little Italy (nel quale è situato il suo bar, “punto di controllo” delle operazioni mafiose, per così dire), fino a mettere in crisi, in favore della nostra banda, l’equilibrio che si era creato tra i due, assumendo via via responsabilità sempre maggiori. Si contano situazioni differenti: ripulire un quartiere da teppisti, accompagnare una ragazza a casa in sicurezza, colpire un personaggio influente, mantenendo al contempo permanentemente l’occupazione di autista del boss e la fama di bravo pilota (venutasi a creare dopo la prima fuga), grazie alla quale ci imbatteremo anche in una corsa automobilistica. Si aggiungono numerosi personaggi principali, come Sam e Paolie, e secondari, fino ad arrivare ad una storia d’amore, tra venti missioni tutte da apprezzare d’un fiato, nonostante sia possibile immaginare l’argomento che tratteranno. Sono assicurate però diverse sorprese, con grandi colpi di scena in serbo per noi. La trama, insomma, è molto più che buona, ma gli intermezzi e le maniere con cui ne prendiamo atto sono così curati che fanno sì che Mafia colpisca chiunque sia interessato a godersi un film in azione, coinvolgendo come pochi titoli anche oggi stesso.
La Mafia ieri
Veniva rappresentata in un contesto vivo e realistico, in un’intera città popolata da numerosi passanti e autisti talvolta impazziti, ma perlopiù lenti e cortesi. I dettagli sono sprecati, grazie all’avvento della tecnologia e alla diffusione dei veicoli: alti palazzi con numerose finestre fanno da sfondo alle insegne e teloni di differenti locali, per esempio. Le strade potranno ora essere pulite, ora essere cunicoli dove si accumulano bidoni dell’immondizia che potremo puntualmente abbattere grazie ad un motore fisico idoneo al realismo del titolo, garante di danni alle vetture verosimili, che siano causati da incidenti o armi. Un treno scorre sulle nostre teste, invitandoci ad essere preso se non disporremo di un veicolo ( tutti comunque caratteristici, goffi e pesanti nei movimenti, abbastanza squadrati). Correremo tra ponti e tunnel sottomarini, tra le tre isole della città, passando anche tra cantieri stradali e porti. Particolari ambienti saranno “riempiti” da particolari eventi durante le nostre missioni, mentre numerose luci potranno illuminare case e negozi nei quali non potremo però entrare. A dire la verità non sarà possibile interagire troppo con l’ambiente: Mafia non è un titolo da “giocazzeggio” (lo stile che stava sviluppando il più o meno contemporaneo GTA 3, tanto per intenderci), e sebbene avremo la possibilità di girovagare liberamente per la città, presto ci accorgeremo di come il concetto di “free-roaming” sia sviluppato solo in minima parte. Questo aspetto comunque non deve essere per forza considerato un difetto. In questo modo rimarremo concentrati sui nostri obiettivi,anche se difficilmente non si potranno ammirare effetti di luce appaganti, altri dettagli oltre a quelli citati come il fumo di sigaretta (che comunque contribuisce al realismo e al calore), gli abbaglianti degli autisti che criticheranno la nostra guida spericolata, le splendide espressioni facciali dei personaggi. Soprattutto su quest’ultimo punto Mafia viene ricordato come una pietra miliare,ma non sono da meno anche gli aspetti sonori: doppiaggio e colonna sonora in prima fila. Il primo si distingue per un dialetto siciliano interpretato dalle voci più capaci e ricercate. Il secondo si rifà a maestri come Mills Brothers e Django Reinhardt, per esempio. Tutte le musiche si distinguono a seconda della zona in cui ci troviamo, così da caratterizzarle maggiormente, e tutte rievocano toni jazz e blues tipici del tempo (un gioco recente le ha riprese con successo,essendo ambientato quasi nello stesso periodo: Bioshock). Anche gli effetti sonori sono eccellenti: soprattutto se si dispone di un buon impianto, Mafia sa farsi davvero apprezzare, con armi caratterizzate e motori differenti a seconda dell’auto guidata, per esempio. Il fatto interessante è dato dallo scorrere del tempo: nel racconto di Thomas andremo avanti per dieci anni, e sarà impossibile non notare l’avvento di “nuove“sportive d’epoca e il cambiamento della colonna sonora.
Stile anni ’30
Abbiamo già accennato all’aspetto di Mafia, molto evocativo di quegli anni, con tanto di cappotti lunghi ed eleganti accompagnati da cappelli classici a dimostrarlo. Non è tutto però. Anche lo stile di gioco risulta classicheggiante e potrebbe risultare una novità per un videogiocatore che si sia perso questo titolo ed è abituato con i giochi d’azione moderni. E’ di moda infatti la visuale “da dietro alla spalla” e il prendere copertura dietro agli oggetti come colonne da parte dell’alter ego (di cui dalle immagini sembra usufruirà anche Mafia II). In Mafia tutto ciò non avviene: la telecamera è posta in vecchio stile dietro le spalle del protagonista, non solo durante le passeggiate che potremo fare, ma anche durante le sparatorie che ci coinvolgeranno (nessuna differenza di visualizzazione). Potrebbe forse essere difficile trovare un riparo qualche volta, ma questo stile garantisce senza dubbio una certa dose d’adrenalina all’azione, con poche fasi di respiro durante gli scontri a fuoco. Inoltre, non rischieremo d’incappare in qualche “difetto di copertura”, con un personaggio rivolto sempre dove vorremo noi. Molto utile sarà inoltre la funzione del tasto assegnato per accovacciarsi: lo useremo praticamente ogni qualvolta incontreremo mal intenzionati da affrontare, facendo sì che Tommy possa godere d’una maggiore copertura. Dovremo però fare attenzione a tenere sull’attenti il nostro alter ego: questi non sembra volenteroso di mantenere tese le braccia e le pistole puntate dopo troppi secondi, comportandosi in maniera realistica, e sarà opportuno un clic in più per riprendere a mirare con la nostra arma bianca. Inoltre, anche quando ci troviamo davvero vicini ad un personaggio, il nostro Tommy non vorrà sempre sparare, sebbene stresseremo il mouse per farlo. A proposito: ci aspetta un vasto e caratteristico arsenale: dalle mazze alle spranghe, ai tirapugni, per poi avere in mano rivoltelle (le famosissime Magnum) o Colt, fino ai fucili a pompa, alla mitragliatrice Thompson, addirittura a un amatoriale fucile di precisione. Spareremo quasi sempre in maniera chiara, trovando poche difficoltà dovute alla telecamera di gioco solo in particolari sezioni. In generale i piccoli difetti presenti sono una minima parte di un Gameplay assolutamente istantaneo e complessivamente eccellente. Non solo durante le sparatorie. Perché si potrà storcere il naso all’inizio, sul sistema di guida delle auto, abbastanza “pesanti”, anche se una volta imparate a padroneggiare come si deve il volante, potremo avere grandi soddisfazioni, senza naturalmente eccedere nel realismo dei “dritti” in cui incapperemo andando davvero troppo forte. Un po’ di difficoltà anche durante le curve, ma volendo possiamo cliccare col mouse e muovere autonomamente la telecamera. Molto blasonata è la difficoltà della corsa, per la quale diversa gente potrebbe anche aver abbandonato Mafia. I consigli che possiamo dare è di dosare l’acceleratore, usare il freno mentre non si sterza e sterzare senza accelerare o quasi. Una possibilità è quella di usare solo la seconda marcia (volendo possiamo benissimo usare il cambio manuale in Mafia), grazie alla quale godremo di grande accelerazione, arrivando comunque a grandi velocità.
Tutto il resto è dato dalla personalizzazione dei tasti: in Mafia, come del resto anche in altri giochi, possiamo personalizzare i controlli, dal salto alla schivata, al tasto per ricaricare. Grazie a ciò è impossibile non definire il Gameplay di Mafia immenso.
Spasso a Lost Heaven
In apertura accennavamo a come Mafia non risulti tutto sommato un titolo gratuitamente violento. Questo parere viene rafforzato dalla possibilità di eliminare il sangue (che volendo schizza anche su schermo, per chi non avesse problemi), ma soprattutto dalle follie degli extra contenuti nel gioco, che si aggiungono ad un’eccellente Story Mode capace già da sola di portarci via diversi pomeriggi tra le situazioni più diverse: fare il cecchino negli anni ‘30/’40 è sicuramente più eccitante, mentre sarà curioso travestirsi da marinaio e trovarsi a pulire i bagni se verremo beccati dal capitano. Queste sono solo alcune situazioni, tutte rigorosamente studiate nei dettagli e non sempre così programmate, come quando potremo sparare ad un’auto in fuga e far sì che i loro conducenti finiscano prima del dovuto la corsa, piuttosto che aspettare la fine del percorso, per esempio. Avremo anche la possibilità di trascurare la missione principale in qualche occasione, recandoci all’officina del nostro amico Bertone ad imparare a scassinare le sportive più in voga del momento, per non rimanere ancorati al “maggiolino” di turno. Inoltre Mafia non è un gioco facilissimo: non potremo salvare a piacimento e questo potrebbe essere considerato un difetto. Sicuramente però avremo maggiore partecipazione, soprattutto durante gli scontri a fuoco (ferendoci avremo comunque la possibilità di curarci, in vecchio stile, con cassette del pronto soccorso che talvolta occorre trovare nell’ambiente circostante), e porremo attenzione alla guida quando, con azioni troppo folli, dovremo per forza di cose seminare la polizia intenta ad arrestarci (potremo commettere infrazioni leggere per le quali basterà fermarsi e pagare, anche se non pagheremo nulla realmente, oppure guidare in maniera eccessivamente aggressiva, e in quel caso sarà meglio far perdere le nostre tracce se non vorremo fallire la missione in corso. Chiare icone appariranno su schermo, ma tutte le caratteristiche principali del gameplay di Mafia sono raccolte in un chiarissimo e completo Tutorial interattivo, consigliato a chi giocasse per la prima volta a Mafia).
In particolare, però, gli extra sono due: la modalità “Fatti un giro”, e la modalità “A tutto Gas” (quest’ultima sbloccabile solo dopo aver concluso il gioco). La prima non offre grandi opportunità se non quelle di recarsi ad un particolare negozio dove acquistare armi (giocando avrete modo di capire quale) per “divertirsi”(no,non ci si diverte), e portare in giro la gente come autista (un lavoro utile per imparare la città e saperci muovere senza guardare troppo la mappa. Di fatto questa è in tempo reale e sarà opportuno capire almeno la zona dove dovremo recarci sin da subito, per le missioni a tempo). La modalità “A tutto Gas” rappresenta una chicca, più che interessante per chi è appassionato di giochi di guida. Anche se in qualcuna delle 19 missioni dovremo saper sparare, la maggior parte di queste prevedono una particolare abilità al volante. Esempi sono dover guidare un camion senza scendere sotto le 34 miglia o investire un uomo in mutande particolarmente veloce. Ogni volta sbloccheremo auto performanti e per lo più folli nell’estetica.
Il Don ti manda i suoi saluti
Dopo questa recensione non dovreste essere costretti da una pistola per giocare questo capolavoro. Mafia vi offre la possibilità di vivere in maniera realistica un’esperienza drammatica, ricca di tante sfumature e di momenti diversi. Troverete un’atmosfera duttile, coinvolgente. L’uscita del secondo capitolo rappresenta un motivo in più per rigiocare il primo, oramai accessibile a tutti i PC, anche i più datati (bastano infatti meno di due giga su hard disk ed un processore sopra 1Ghz,con una scheda grafica non inferiore ai 64mb, requisiti abbastanza pretenziosi nel periodo d’uscita di Mafia), sebbene non ci sia nessun collegamento tra i due nella trama.
Inoltre Mafia si presta bene ad essere rigiocato, ritornando magari su una missione che ci ha particolarmente colpiti per spettacolarità o complessità.
I contro di questo gioco sono quasi estrapolati forzatamente. Compratelo ad occhi chiusi, completatelo più volte, godetevi l’apice raggiunto dal genere. Siate Thomas Angelo. Non giocare Mafia sarebbe la morte dell’arte: è un gioco che proprio non si può rifiutare.