Maestro! Jump in Music – Recensione Maestro! Jump in Music
Il genere dei Rhythm Game è da sempre uno dei più soggetti a rivoluzioni improvvise, bruschi salti in avanti fatti dai titoli più geniali. Sicuramente nel caso di Maestro! Jump in Music ci troviamo di fronte ad un esempio indiscutibile di brillante originalità.
Questo titolo riesce, in modo decisamente eccellente, a mescolare due generi che quasi mai hanno avuto un punto di contatto, ovvero i Platform e appunto i giochi musicali. Se a questo uniamo i controlli del Nintendo DS, la scelta per la musica classica e una componente estetica quantomeno bizzarra, è facile capire perchè questo titolo è da considerarsi un titolo più unico che raro.
Suonino le anguille
Quello che ovviamente contraddistingue in primis Maestro! è il gameplay. Come abbiamo già detto, verranno mescolati ad una solida struttura ritmica alcune non trascurabili componenti Platform che saranno egualmente importanti per la buona riuscita di un’esecuzione.
Ogni livello si comporrà, nella sua forma più semplice, di un insieme di corde su cui Presto, il nostro protagonista di cui parleremo in seguito, dovrà correre. Le corde saranno equivalenti ai vari piani di un platform, su cui il nostro protagonista potrà saltare o da cui potrà cadere. Per saltare dovremo pizzicare una corda dall’alto verso il basso con il nostro stilo, mentre per scendere, dovremo fare il movimento opposto.
Questa è sostanzialmente la forma di controllo basilare che avremo sul nostro personaggio, che si muoverà da sinistra verso destra in modo regolare, con velocità proporzionale alla difficoltà e al ritmo della canzone. Potremo raccogliere, nel nostro percorso, degli oggetti che corrisponderanno a note suonate. Ovviamente più ne verranno raccolte, migliore sarà il risultato e l’armoniosità della nostra esecuzione.
Fino a questo punto il gioco potrebbe sembrare un comunissimo platform a scorrimento orizzontale. La genialità sta nel secondo modo principale in cui potremo suonare, ovvero le note d’oro. Le note d’oro saranno una serie di componenti che potremo cliccare, pizzicare, ruotare… La più comune di queste componenti è la corda semplice, ovvero un indicatore luminoso presente su una delle corde che compongono il livello, che andrà pizzicata nell’esatto istante in cui il nostro protagonista si troverà a passare sopra la corda. Esisteranno anche corde da suonare in maniera diversa, come ad esempio l’arpa: una serie di corde, poste una sopra l’altra, da suonare con un unico movimento fluido, appunto come quello di un’arpa.
La parte veramente divertente risiede nel fatto che pizzicando la corda nel momento preciso segnalato dall’indicatore luminoso, il nostro pinguino salterà o cadrà nello stesso modo che abbiamo indicato prima. Perciò eseguendo le varie note con perfetta precisione, potremo eseguire balzi e cadute perfette per raccogliere gli oggetti sparsi, o per evitare di cadere.
Cadere comporterà uno spostamento della telecamera di alcuni secondi, necessari al nostro alter-ego per tornare sulla corda. Questo a livelli bassi comporterà un malus decisamente relativo, ma ad elevate difficoltà, sopratutto se puntiamo ad avvicinarci ad un’esecuzione perfetta, basteranno una o due cadute per inficiare pesantemente il risultato.
Come ho accennato prima, la corda semplice non sarà l’unico tipo di nota d’oro presente. Avremo, oltre alla già citata arpa: il mandolino/anguilla, da strimpellare il più possibile fintanto che rimane su schermo, i mostri volanti, da cliccare con precisione nell’istante indicato da un segnalatore circolare, la pistola, simile ai mostri ma con tempistiche diverse e infine il vortice, una zona dello schermo su cui disegnare dei cerchi per far sollevare a mezz’aria il nostro personaggio.
La varietà è quindi garantita e la mescolanza di tutti questi elementi darà vita a livelli decisamente particolareggiati. Proprio il level design e il livello di difficoltà risultano un discorso particolarmente interessante. La modalità avventura, la modalità principale del gioco, sarà suddivisa in 3 modalità: Facile, Normale e Difficile. La prima sarà sostanzialmente un tutorial in cui solamente gli ultimi 2-3 livelli risulteranno vagamente impegnativi. Questa parte potrà essere completata in poche ore di gioco ma sarà un ottimo allenamento per introdursi al gioco vero e proprio.
In questa modalità, la componente platform è decisamente minoritaria. Suonando le corde giuste, compiremo praticamente tutti i salti necessari e sarà sufficiente suonare sempre nella stessa direzione poichè scendere verso il basso si rivelerà necessario solo pochissime volte nell’arco dei 18 livelli che compongono questa modalità. Questo invece non è vero per le difficoltà successive, in cui dovremo giocare parecchie volte un livello prima di capire il modo migliore in cui eseguire un pezzo. Sarà necessaria inoltre maggior precisione per evitare di cadere continuamente dalle corde, che saranno molto più irregolari.
La curva di apprendimento quindi è discretamente dolce, con una modalità Facile sostanzialmente obbligatoria che a parte qualche passaggio un po’ complicato, sarà completabile senza ritentare più di una manciata di volte lo stesso livello. Passando invece alla modalità Normale o Difficile, le canzoni diventeranno complete e non saranno più solo brevi spezzoni. In generale anche qui dal primo all’ultimo livello della stessa difficoltà si noterà una curva discretamente dolce ma soprattutto l’ultima modalità risulterà abbastanza ostica e longeva.
Uno dei difetti più gravi del gioco è forse quello di non offrire un livello di sfida estrema per gli appassionati del genere. Io, che son di cervello lento e mano pigra, ho trovato un livello di difficoltà ottimo per i miei gusti, cosa che si traduce, come ormai so, in un gioco decisamente troppo semplice per gli smanettoni appassionati di StepMania. Sicuramente è un gioco che consiglierei a chiunque ma quelli che giocano ai Rhythm Games bendati su due DS contemporanemente, entrambi tenuti al contrario, magari non troveranno grossi ostacoli nel completamento del gioco che risulterà quindi non molto longevo.
Come abbiamo detto le tracce sono 18, suddivise in 5 mondi e intervallate ognuna, nella sezione Avventura, da un livello Boss. Nel livello Boss dovremo scontrarci con il nostro acerrimo nemico Steccato che farà eseguire ai suoi scagnozzi una serie di note su tamburi o corde e che noi dovremo riprodurre nello stesso ordine e con precisione. Avremo 3 tentativi per ogni serie di note e se mancheremo per tutte e 3 le volte anche solo una nota, dovremo ricomincaire il livello.
Questa modalità l’ho trovata discretamente frustrante e ripetitiva. Sbagliando le canzoni normali si avrà sempre la sensazione di una crescita e di un miglioramento, mentre venir sconfitti dal Boss significherà solo bestemmie e disperazione. Costituisce a mio parere un piccolo neo in un’esperienza ludica decisamente fluida e positiva.
Oltre alla modalità avventura, saranno presenti due funzioni aggiuntive: Elenco Tracce e Partita Libera. La prima ci permetterà di rigiocare in modo identico alla modalità avventura, i vari livelli che compongono il gioco, per migliorare i nostri punteggi o allenarci. La seconda invece ci permetterà di ascoltare le varie traccie sbloccate, scegliendo anche gli strumenti e la velocità, ma senza tenere conto del punteggio.
Un pinguino rosa per domarli tutti
Nonostante sia totalmente irrilevante ai fini del gioco, sarà imbastita una trama che scandirà il passare dei livelli, con un finale a sorpresa decisamente originale. Impersonerete il pinguino Presto, un pinguino rosa, sì, ho detto un pinguino rosa. Mettetevi l’anima in pace, sarete un pinguino rosa. Dovrete condurre il vostro prode volatile (è un pinguino rosa, mi sembra il minimo che sia anche un pinguino volante) contro Staccato, ragno metallaro invidioso della vostra compagna Bella, una pinguina azzurro-verde. L’aracnide, per farvi dispetto, ruberà tutte le note e sarà vostro compito liberarle e ripristinare l’ordine della musica.
In generale la resa grafica è sufficiente e i personaggi sono ben caratterizzati, così come i 5 mondi tematici che compongono il gioco. Gli sfondi dei vari livelli non vi faranno gridare al miracolo ma spesso sarete troppo presi dalle vostre note per accorgervene.
Veniamo quindi ad uno dei punti fondamentali di un qualsiasi gioco musicale, ovvero il parco canzoni che, in questo caso, risulta essere discretamente limitato ma decisamente originale rispetto ai canoni del genere. Niente pezzi techno-pop giapponesi e niente ragazzine americane urlanti. Maestro! fa’ musica vera, musica seria, non roba per ragazzini. Buona parte delle canzoni saranno pezzi classici, canzoni tradizionali e ogni tanto qualche sprazzo di funk.
Per il gameplay del gioco questa si rivela l’unica scelta sensata perchè dà la possibilità di associare ad ogni tipo di nota d’oro, uno strumento o una serie di strumenti diversa. Senza contare che il buono, il brutto e il cattivo sarà sempre più coinvolgente di una ragazzina dagli occhi a mandorla che miagola parole incomprensibili su un tunz tunz continuo.
Infine è presente una modalità di canto, totalmente opzionale e non categorizzata dal sistema di punteggio, che ci permetterà di accompagnare l’esecuzione dei brani regolare, con note cantate nel microfono. A dirla tutta, ho provato il tutorial introduttivo e da lì in poi non ho mai attivato questa funzione che sicuramente può essere apprezzabile come tentativo ma non aggiunge nulla al valore del gioco.
Concludiamo con l’unica nota pesantemente negativa: la traduzione. Il gioco in versione italiana è tradotto veramente male. I testi sono pochi e accompagnano i tutorial e i vari livelli dell’avventura con battute e commenti sul vostro operato. Il problema è che la maggior parte dovrebbero essere giochi di parole o espressioni gergali che sono stati tradotti pedissequamente dall’inglese, risultando spesso un ammasso di parole senza senso.
In definitiva Maestro! Jump in Music è un titolo consigliato vivamente a tutti, esperti e sopratutto inesperti del genere, che troveranno un buon titolo, divertente, innovativo e coinvolgente. Speriamo nel successo del gioco e in un suo eventuale seguito, magari più longevo e con più traccie.