Lumines – Recensione
Esattamente dieci anni fa PlayStation Portable veniva lanciata sui mercati europei, dopo mesi di attesa rispetto a Giappone e Stati Uniti. PSP rappresentava il debutto di Sony nel mondo degli handheld, una Sony che usciva da dieci anni di assoluto dominio del panorama home console. Qualcuno all’epoca ci credeva, qualcuno era convinto che ci fossero i presupposti per spodestare Nintendo anche in quest’ambito, in cui la Grande N non ha mai avuto competitor all’altezza. Poi sappiamo come sono andate le cose…
VGNetwork/Gamesource ha pensato di festeggiare i primi dieci anni di PSP (per noi europei, si intende) proponendovi la recensione di Lumines, il miglior titolo della line-up iniziare della console, nonché una delle sue killer application.
Il Tetris del XXI secolo
Lumines è lo strabiliante puzzle game di Tetsuya Mizuguchi, che già all’epoca sedeva sull’Olimpo dei game designer grazie a perle quali Space Channel 5 e Rez. Per il lancio di PSP, Mizuguchi pensò bene di proporre un gioco che fosse congeniale alle caratteristiche della console: il risultato è un Tetris sinestetico, dotato di colori allucinati e di una straordinaria colonna sonora.
Le regole di base, per l’appunto, costituiscono un’evoluzione di Tetris. Dalla parte sommitale dello schermo cade un tetramino quadrato (cioè un quadrato composto da quattro quadratini) alla volta; i quadratini di ciascun tetramino possono essere di due colori diversi. L’obiettivo è quello di eliminare questi quadratini creando tetramini quadrati di un solo colore. Come in Tetris, i pezzi sono ruotabili, ma, diversamente dal gioco di Pajitnov, essi possono essere scomposti. Cosa significa? Pensate alla situazione in cui avete poggiato il primo tetramino. Ora pensate di sovrapporgli solo parzialmente il secondo: la parte che non incontra ostruzioni proseguirà nella sua caduta, sicché il secondo tetramino è sostanzialmente stato “splittato” in due domini (cioè in due rettangoli composti da due quadratini) verticali.
Un’altra differenza fondamentale rispetto a Tetris risiede nel momento in cui i blocchi vengono cancellati dallo schermo: ciò non avviene subito, ma solo quando i blocchi in questione vengono raggiunti da una linea che “ripulisce” costantemente lo schermo, muovendosi da sinistra verso destra con una diversa velocità, a seconda della skin (o tema) utilizzata.
Look + musica = skin
Come anticipato, Lumines è un puzzle game particolare, in quanto attribuisce a grafica e sonoro un’importanza molto maggiore rispetto ai suoi colleghi. Tecnicamente, la parola skin si riferisce alla sola cosmesi, coinvolgendo dunque lo sfondo e le scelte cromatiche, ma nell’opera di Mizuguchi ad ogni skin sono legati un brano musicale e un corredo di effetti sonori; inoltre, come abbiamo detto nel precedente paragrafo, la skin influenza anche la velocità della “timeline” che ripulisce lo schermo, visto che questa si muove a tempo di musica.
Come già avveniva in Rez, grafica e sonoro si combinano fra di loro e interagiscono con il gameplay, anche se in modo “superficiale”, indiretto. Lumines non è un ibrido fra puzzle e rhythm game, può essere giocato anche da un sordo, ma la miglior modalità di fruizione – quella pensata dal suo autore – è con le cuffie e il volume ragionevolmente alto. Il suono influenza il gameplay (la timeline di cui sopra) e il gameplay influenza il suono, dal momento che le mosse effettuate dal giocatore (ad esempio, un dash, cioè un movimento repentino del tetramino lungo l’asse orizzontale) sono sottolineate da uno specifico effetto sonoro.
Il lavoro svolto è artisticamente validissimo, tanto sul versante visivo, quanto su quello sonoro, grazie alla soundtrack di Mondo Grosso (principalmente), musicista eclettico nell’ambito dell’elettronica, ma non solo. È davvero un peccato che Lumines II abbia completamente cambiato strada, includendo nella colonna sonora brani pop del momento (Black Eyed Peas, Hoobastank, Gwen Stefani… mah, NdR); Electronic Symphony su PS Vita prosegue sulla strada della compilation, ma con scelte probabilmente più oculate (almeno secondo me, NdR). Nell’ottica del gameplay, invece, c’è da notare come alcune skin, per quanto belle, possano risultare poco “leggibili” e quindi frustranti, soprattutto nel corso dei primi approcci.
Il pelo nell’uovo
Le modalità proposte da Lumines sono relativamente numerose, ma, se dovessimo scegliere qualcosa di cui lamentarci, sceglieremmo proprio queste. La varietà tutto sommato c’è, però il tutto risulta un po’ rigido.
La modalità sfida è quella principale, soprattutto in virtù del fatto che vi consentirà di sbloccare la maggior parte delle 40 skin disponibili. Essa consiste molto semplicemente nel susseguirsi di skin, da affrontare una di seguito all’altra; una volta superata una skin, essa viene sbloccata e diviene giocabile nella modalità tema singolo. Il problema è costituito dal fatto che i temi sono proposti sempre con lo stesso ordine e, per sbloccarli tutti, bisogna affrontare un paio d’ore di sfida a occhio e croce, senza possibilità di salvare e dovendo necessariamente ricominciare daccapo ogni volta. Magari vi manca solo l’ultima skin, perdete e… di nuovo dalla prima. Lo stesso discorso vale per la modalità scontro con CPU, strutturata in dieci livelli da vincere in successione e senza salvataggi intermedi.
Ora passiamo in rassegna anche le altre modalità, le quali consentono di sbloccare personaggi e altri temi. La sfida a tempo richiede di creare il maggior numero di quadrati in intervalli di tempo rigidi (60, 180, 300 e 600 secondi). Lo scontro a due è la modalità multiplayer locale, che però non gode del game sharing. La modalità Puzzle è la miglior alternativa alla modalità sfida. Richiede di formare delle figure (un cane, una giraffa, una croce, ecc.) in un determinato tempo. Molto divertente, anche se non particolarmente longeva; per allungarle la vita, Q Entertainmentha pensato bene di aggiungere un secondo giro, in cui bisogna riprodurre la forma non una, ma due volte. Viva l’originalità.
I piccoli nei di cui sopra non penalizzano eccessivamente Lumines, che può meritare lo status di capolavoro. D’altro canto, è vero che i giochi moderni tendono a corredare di modalità la loro offerta ludica, ma un puzzle game abbisogna di altre qualità per spiccare: le sue meccaniche devono risultare addicting. E quelle di Lumines lo sono.
Pro
- L'erede di Tetris
- Colonna sonora magnifica
- Scelte cromatiche stilosissime
Contro
- Alcune skin poco “leggibili”
- Niente Game Sharing
- Challenge mode senza salvataggi