LittleBigPlanet – Recensione LittleBigPlanet
Little Big Planet. Un titolo che nasconde un grandissimo fenomeno videludico, nato su PS3 che fa del motto "Gioca. Crea. Condividi." il suo cavallo di battaglia. SCE Cambridge e Media Molecule hanno quindi fiutato la possibilità di portare su PSP il gioco, espandendo ulteriormente la comunità dei fan. Il passaggio, tuttavia non è stato del tutto indolore, perché il gioco ha persona una parte piuttosto importante per strada. Andiamo a scoprirlo insieme.
Un pupazzo di pezza e diversi mondi da esplorare
Come ci spiega la voce narrante, a LittleBigPlanet, finiscono tutti i pensieri della gente e qui, i Creatori Curatori li utilizzano per creare differenti e curate ambientazioni. Si sta avvicinando una grande festa a cui parteciperanno tutti i Creatori ma molti di loro hanno subito dei contrattempi e starà a noi e al nostro fido Sackboy personalizzabile esplorare i loro mondi e risolvere i loro problemi.
Ci ritroveremo quindi catapultati nei mondi dei Creatori, per risolvere i loro problemi. Si partirà dall’Australia, mondo che funzionerà a mo di tutorial, per poi passare alla Cina, con i primi problemi dei Creatori e i primi boss. Le imprese di Sackboy ci accompagneranno per un tempo che varia dalle 5 alle 10 ore, per completare in maniera rapida i livelli, senza dedicarsi ad esplorare ogni singolo anfratto del gioco e collezionare tutte i vari accessori per modificare il nostro Sackboy.
Semplicità di gioco ed un motore fisico eccellente
Il gioco è di una semplicità disarmante, sia nei controlli, limitati al movimento, al salto e alla possibilità di appendersi alle sporgenze o di cambiare "corsia" dove muoversi. Ed è semplice anche a livello di difficoltà, nessun livello è insormontabile e nessun boss è inaffrontabile. La particolarità principale del gioco è l’ottimo sistema fisico che governa i movimenti degli oggetti rendendo quindi impossibile assistere a movimenti identici. Sparsi per i livelli troviamo i numerosi accessori con cui è possibile personalizzare il nostro pupazzo di pezza e finendo i livelli otterremo ulteriori bonus da utilizzare nella modalità "Crea". Per personalizzare Sackboy basterà aprire un piccolo menù a pop-up, e da lì, tramite pochissime, semplici mosse è possibile personalizzarlo come più preferiamo. Gli accessori con cui sbizzarrirci sono veramente tanti, divisi in tantissime categorie.
Infine è possibile usare la modalità "Crea", mediante la quale è possibile per l’appunto creare i nostri livelli in maniera semplice ed intuitiva. Da segnalare che su PSP, la creazione del livello richiede un po’ più di rempo rispetto alla versione PS3, a causa del controller differente. Anche qui le possibilità sono tantissime ed una volta creato il livello è possibile salvarlo e condividerlo online tramite il PSN. Peccato che manchi totalmente la modalità multiplayer, pezzo forte della versione da salotto.
Un mondo piccolo, ma con tanti colori e suoni
Parlando dell’aspetto tecnico, il gioco appare veramente ben curato. La grafica è di ottimo livello, con fondali dettagliati e perfettamente adatti alle varie locazioni che visiteremo. I colori sono vivacissimi, e le animazioni di Sackboy e dei vari oggetti con cui è possibile interagire sono perfette. Tuttavia, a causa della distanza dal nostro pupazzo di pezza, la customizzazione non è granché utile, in quanto si vedranno i particolari solo quando si zooma e in quel caso si noterà un altro dei problemi del comparto grafico. Lo schermo si riempirà di aliasing, scalettature ovunque.
Passando al reparto sonoro, invece, è veramente ben curato. La colonna sonora che accompagna il gioco è veramente adatta, personalizzata per ogni zona che visiteremo, così come gli effetti sonori. Veramente un’ottimo lavoro anche quello della voce narrante, rimasta la stessa del fratello maggiore per PlayStation 3.
E’ un mondo davvero piccolo!
Il gioco è corto. Molto corto, si finisce in meno di una decina d’ore. Certo, c’è la condivisione dei livelli, ma si possono giocare solo in single player e mancando la componente multiplayer il divertimento dura molto meno. Peccato, perché anche in questo caso le potenzialità di level design sono pressoché infinite.
Tirando le somme, ci troviamo davanti ad un buon porting, però è dimezzato rispetto alla versione casalinga, in quanto privo della modalità multigiocatore. Ed è quella la caratteristica principale del gioco. Di conseguenza ci ritroviamo davanti ad un gioco che diverte per un po’, ma poi resta poco e niente. Peccato, perché le potenzialità c’erano.