Like a Dragon Pirate Yakuza in Hawaii Recensione

Recensito su PlayStation 5

Like a Dragon Pirate Yakuza in Hawaii Recensione

Like a Dragon Pirate Yakuza in Hawaii è il nuovissimo capitolo della longeva serie Like a Dragon, dove a grande richiesta rivestiremo i panni del folle Goro Majima, personaggio che i fan della saga hanno imparato ad amare sin dagli albori delle avventure di Kazuma Kiryu e Ichiban Kasuga.

Il cane pazzo degli Shimano è infatti protagonista di una folle avventura nei mari delle Hawaii dove lo vedremo assumere il ruolo di capitano di una ciurma di pirati, abbracciando difatti un viaggio all’insegna della libertà. Il come, quando e perché ve lo spieghiamo in questa nuova recensione.

Un pirata smemorato di nome Goro Majima

Like a Dragon Pirate Yakuza in Hawai vede protagonista Goro Majima, che a seguito di un naufragio, si ritroverà sperduto in una delle tante isole delle Hawaii, privo della sua memoria. Infatti a seguito dell’incidente che lo ha coinvolto, il leggendario yakuza non ricorderà niente della sua vita, neppure la sua identità, che riscoprirà poco a poco durante la sua avventura.

Salvato da Noah, un ragazzino di Rich Island, Majima si ritroverà a causa di una serie bizzarra di eventi a diventare il capitano di una sgangherata ciurma di pirati, abbracciando così i sogni e la libertà di un fuorilegge dei mari. La storia ci vedrà a caccia del leggendario tesoro di Esperanza, il quale garantirebbe persino la vita eterna.

Avvolto nel mistero, questo bottino perduto è in parole povere l’equivalente del One Piece, seppur per trovarlo il duo non ci impiegherà di certo più di trent’anni. I pirati della Goromaru tuttavia non saranno gli unici sulle tracce del misterioso tesoro: i contendenti non sono soltanto numerosi, ma persino molto temuti dal mondo intero della pirateria hawaiana.

Il nuovo Like a Dragon infatti scaverà a fondo nella società malavitosa che si cela nel paradiso proibito di Madlantis, governato principalmente dal Re e dalla Regina dei pirati in persona, due individui che vantano un potere e influenza davvero spaventosa sul mondo malavitoso.

Like a Dragon Pirate recensione
Majima ha perso i suoi ricordi: cosa lo attenderà da qui in poi?

Il racconto del nuovo capitolo firmato RyuGa Gotoku Studio ha un avvio decisamente lento nonostante la sua contenuta longevità, tanto da risultare pesante nei suoi primi passi. Difatti il titolo tenderà a essere decisamente più coinvolgente una volta superata la metà dell’avventura, quando i primi tasselli della storia inizieranno a incastrarsi perfettamente.

Il nuovo cast di personaggi non mi ha convinto del tutto: i comprimari in particolare hanno faticato a entrare nel mio cuore, e solo Majima riesce a risplendere grazie a una caratterizzazione sopraffina. Il Cane Pazzo degli Shimano nelle vesti di pirata non solo risulta molto credibile, ma persino fenomenale grazie alla sua follia.

Eccezion fatta per il personaggio di Masaru (interpretato dal comico giapponese Ryuki Akiyama del trio Robert), a cui è stata dedicata una side story davvero spassosa, il resto dei personaggi non mi ha convinto per la loro caratterizzazione, seppur abbia apprezzato alcuni momenti chiave che li vede coinvolti.

Tra Noah e Majima si creerà un legame di fratellanza che li renderà praticamente inseparabili e questo spingerà lo yakuza a compiere gesti davvero altruisti, sviluppando quella sua umanità che si cela sotto a quel terrificante Hannaya raffigurato sulla sua stanca schiena.

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Majima è a dir poco incredibile nelle vesti di un pirata

Like a Dragon Pirate Yakuza in Hawaii è un diretto seguito delle avventure di Ichiban e Kiryu a Honolulu (a tal proposito, recuperate assolutamente la nostra recensione di Infinite Wealth) e i suoi eventi non solo arricchiscono alcuni nodi narrativi del suo predecessore, ma  mostra anche come si sono evolute alcune situazioni legate al background narrativo della saga.

L’avventura piratesca di Majima tuttavia si focalizzerà sull’inseguimento dei sogni di uomini e donne che navigano negli splendidi mari delle Hawaii, mettendo al primo posto le ambizioni, l’avidità e il coraggio di coloro che si definiscono pirati. Il nuovo capitolo diverte narrativamente, ma il surrealismo raggiunto ha varcato un confine piuttosto pericoloso per la serie di SEGA.

In particolar modo, ritengo che si sia raggiunto un livello di assurdità degli eventi decisamente stucchevole, tanto da stonare quel “realismo romanzato” che ha sempre accompagnato i momenti clou della saga. Che sia giunto il momento di compiere qualche passo indietro sulla narrazione degli eventi?

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Fuoco!

Roronoa Goro

Like a Dragon Pirate, come nel caso del Gaiden, opta per l’iconico gameplay brawler della serie, e abbraccia uno stile action semi stylish. Majima infatti padroneggerà ben due stili di combattimento, i quali prevedono una serie di combinazioni d’attacchi molto frenetiche con sequenze di mosse che si sviluppano persino a mezz’aria.

Salta infatti all’occhio il paragone con gli action-stylish più blasonati, ma la verità è che il nuovo capitolo della saga imprime nel suo gameplay i punti di forza del protagonista, che si identificano in agilità e velocità. Con lo stile Cane pazzo infatti Majima risalta la sua esperienza da yakuza, agendo con tecniche letali e a corto raggio grazie al suo iconico coltello.

Nello stile Lupo Solitario invece si trasforma in autentico pirata (con tanto di outfit dedicato) munito di due spaventose sciabole, sfruttando così uno stile dual wield che regala grosse soddisfazioni. Inoltre, le doppie spade non saranno l’unico asso nella manica del protagonista: pistola e uncino saranno due armi molto utili in battaglia.

In particolar modo questo stile ha una grande versatilità in combattimento: per esempio Majima può lanciare le sciabole come dei boomerang e combattere nel frattempo a mani nude, sfruttando la pistola e l’uncino per colpire quanti più nemici possibili. Non a caso ho prediletto proprio il Lupo solitario durante la mia partita.

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Nello stile Lupo solitario, Majima diventa uno spadaccino formidabile

Il sistema di combattimento si mostra ulteriormente perfezionato e incentiva soprattutto schivate e contrattacchi, tanto da mostrarsi come una piccola evoluzione del battle system di Gaiden. Difatti ritroviamo le consuete heat action che immancabilmente rendono ancora più dinamici i combattimenti insieme all’interazione con l’ambiente.

Per mettere alla prova le abilità di Goro non mancheranno le risse per le strade di Honolulu o per i vicoli di Madlantis, dove il buon yakuza leggendario incrocerà i pugni con pirati e loschi figuri ( o come il gioco preferisce chiamare, str****). Il titolo però riserva dei bersagli speciali, meglio definiti come taglie.

Difatti Goro si trasformerà un autentico cacciatore di taglie sfidando alcuni avversari contrassegnati sulle mappe,  con scontri che si distingueranno per difficoltà e ricompensa. Questo è anche un buon modo per accumulare denaro e aumentare la popolarità della propria ciurma, aspetto a cui il gioco ha riservato una grandissima attenzione.

Affermarsi nel Grande Blu

In un capitolo a tema piratesco non può di certo mancare tutto un sistema di gioco dedicato alla nave e alla navigazione. Like a Dragon Pirate costruisce attorno al nostro vascello un’esperienza solida e accattivante, ma soprattutto capace di stupire.

Ciò che mi ha davvero colpito è come non solo il team di RGG Studio abbia creato una world map originale con tanto di isole da invadere per la ricerca di tesori nascosti, ma la nave stessa è interamente personalizzabile sia esteticamente che nei suoi armamenti e nel suo equipaggio.

Sbloccando ulteriori potenziamenti e costruendo cannoni di varie tipologie (persino al laser), la Goromaru può fronteggiare qualsiasi avversario nel grande blu delle Hawaii, cimentandosi in battaglie navali semplici e per niente banali. Qualora si affronti anche una nave comandante di una flotta, si potrà optare anche per l’abbordaggio.

La navigazione è alquanto standardizzata, ma per velocizzare i ritmi dell’esplorazione troviamo dei booster per la velocità e dei punti di viaggio rapido, così da raggiungere alcuni obiettivi più rapidamente. Ciononostante, la convenienza sta proprio nel navigare verso la destinazione, dato che nelle vaste acque dell’arcipelago hawaiano potrete trovare tantissimi materiali per il crafting.

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La Goromaru sarà la nostra fedele compagna di viaggio

Come ho specificato poc’anzi, sparsi per il mondo di gioco troviamo tantissimi tesori unici, i quali donano non solo ingenti somme di denaro, ma permettono di espandere la vostra fama verso nuove vette, permettendovi di pari passo di accedere anche alle sfide del Colosseo di Madlantis. Il paradiso proibito dei pirati infatti riserva delle attività uniche.

Tra queste spiccano appunto le battaglie navali, che riprendono la medesima struttura dell’Arena di Like a Dragon Gaiden (a tal proposito, recuperate la nostra guida all’arena), con incontri completi o solo abbordaggio e battaglie speciali con gli avversari più temuti del mondo della pirateria.

Qui infatti gli incontri si suddividono per categoria e grado, riservando alla ciurma della Goromaru una difficoltà sempre più crescente (con le ricompense che aumentano di pari passo). A proposito della ciurma, sarà possibile reclutare nuovi componenti completando le loro richieste o le rispettive storie secondarie, o semplicemente acquistandoli in alcuni negozi.

Ogni membro reclutato si distinguerà ovviamente per il ruolo, statistiche e grado (bronzo, argento e oro), permettendo così di piazzare ciascun pirata nelle varie postazioni della nave o schierandolo in alcuni dei team che formerete man mano che potenzierete la Goromaru.

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Madlantis è il paradiso proibito della pirateria hawaiana

È pur sempre un Like a Dragon

Nonostante la grande attenzione riposta nella vita da pirata di Goro Majima, il team di sviluppo non si è di certo dimenticato di ciò che rende unica la serie Like a Dragon: le attività secondarie. Nonostante si tratti di un capitolo d’intermezzo (e non mainline, come appunto Infinite Wealth), Like a Dragon Pirate Yakuza in Hawaii ha molto da offrire.

Infatti ritroviamo tutte le attività e i mini giochi proposti dall’ultima avventura con protagonista Ichiban Kasuga, come lo Scatto Matto o il più folle Crazy Delivery, ma di certo non può mancare sua maestà il karaoke che è possibile assaporare anche sul ponte della Goromaru con il resto della ciurma.

Honolulu è nuovamente esplorabile e offre oltre alle sempre più assurde storie secondarie anche dei tesori nascosti, raggiungibili grazie all’uncino. Infatti utilizzando questo rampino, Goro potrà arrampicarsi su insegne e tetti sfruttando dei ganci appositi trovando infine i preziosi cimeli.

Come se non bastasse è possibile persino dilettarsi nella cucina e creare le pietanze più sofisticate che possano saziare i pirati più esigenti, dalle quali si possono ricavare diversi benefici. Inoltre, Majima potrà adottare ogni tipo di animale e creare una fattoria tutta sua per ottenere svariati ingredienti.

Come in Gaiden, anche in Like a Dragon Pirate ognuno potrà personalizzare Goro attingendo dai numerosi capi d’abbigliamento e oggetti cosmetici ottenuti, dando così allo yakuza un tocco puramente personale. Le modifiche estetiche potranno essere apportate su entrambi gli stili di combattimento di Goro.

Like a Dragon Pirate recensione
Tutto il divertimento di Like a Dragon Pirate lo troverete ancora una volta a Honolulu!

Squadra (tecnica) che vince non si cambia

Ancora una volta Ryuga Gotoku Studio sfrutta il suo Dragon Engine per dar vita a Like a Dragon Pirate Yakuza in Hawaii, replicando in quest’occasione quanto di compiuto con Infinite Wealth. Difatti, sotto il profilo grafico non troviamo grandi differenze, seppur le sezioni di navigazione sono una novità importante anche per l’engine stesso.

In particolar modo il motore viene messo alla prova nelle situazioni di ampio respiro, riuscendo a gestire senza troppe difficoltà il caricamento e la profondità di campo. Infatti la navigazione da un punto di vista tecnico procede fluidamente anche con la gestione del meteo in tempo reale, risultando a conti fatti un’esperienza gradevole.

Dopotutto questa è la riconferma che il Dragon Engine è un motore incredibilmente solido e gestito con criterio, il quale riesce a comportarsi bene anche con aree decisamente più grandi e complesse da elaborare. La presenza di isole e del mare mosso infatti non hanno impensierito minimamente l’engine proprietario durante la nostra recensione.

E si riconferma ancora preziosa la regia, che nei filmati cattura perfettamente le emozioni provate dai personaggi, alimentando quelle sensazioni e trasmettendole al giocatore con un tocco visivo davvero magnetico. Insomma, anche questa volta è difficile non rimanere colpiti dai filmati di gioco.

Anche il doppiaggio originale si mostra nuovamente convincente. Hidenari Ugaki ci regala nuovamente un Goro Majima davvero prezioso, calandosi perfettamente nel ruolo di pirata e capitano della Goromaru con un’interpretazione stupefacente. In aggiunta,  anche il comparto sonoro appare ottimo, soprattutto durante le sessioni di navigazione.

Like a Dragon Pirate recensione
Un cane pazzo letale

Like a Dragon Pirate Yakuza in Hawaii RECENSIONE | I sogni degli uomini non finiranno mai!

Quella di Like a Dragon Pirate Yakuza in Hawaii è un’avventura che ci parla dei sogni di coloro che navigano nei mari delle Hawaii, ricalcando quella libertà di cui spesso godono i pirati che ci vengono descritti nelle opere di finzione, senza dimenticare però i pericoli, i miti e le leggende che appartengono a quel mondo.

E lo fa parlandoci del desiderio di Noah di scoprire il mondo e della volontà di Majima di aiutare quest’ultimo nel suo sogno, inseguendo quella libertà che lo slega da qualsiasi impegno intrapreso con la yakuza e il suo grande scioglimento. In un racconto così valoroso che si alterna in attimi di pura follia, superando persino l’incredulità.

Mentre ci interroghiamo sul futuro della serie man mano che si allontana sempre di più dalle sue radici, non possiamo che apprezzare quanto di compiuto dal team di Ryuga Gotoku Studio, sia per quanto concerne il sistema di combattimento, sia per quanto riguarda tutto ciò che è legato alla Goromaru, riconfermando così un altro centro per SEGA.

Like a Dragon: Pirate Yakuza in Hawaii | RECENSIONE

Like a Dragon Pirate Yakuza in Hawaii è il nuovissimo capitolo della longeva serie Like a Dragon, dove a grande richiesta rivestiremo i panni del folle Goro Majima, personaggio che i fan della saga hanno imparato ad amare sin dagli albori delle avventure di Kazuma Kiryu e Ichiban Kasuga. Il cane pazzo degli Shimano è infatti protagonista di una folle avventura nei mari delle Hawaii dove lo vedremo assumere il ruolo di capitano di una ciurma di pirati, abbracciando difatti un viaggio all’insegna della libertà. Il come, quando e perché ve lo spieghiamo in questa nuova recensione.

8
Goro Majima è il nuovo Re dei pirati

Pro

  • Un Goro Majima sensazionale;
  • Sistema di combattimento frenetico e divertente;
  • La navigazione e le battaglie navali sono semplici ma convincenti;

Contro

  • Storia che tarda a partire;
  • Personaggi secondari poco d'impatto;
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