Like a Dragon Gaiden RECENSIONE | Un drago in gabbia

Recensito su PlayStation 5

Like a Dragon Gaiden RECENSIONE

Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name è in dirittura d’arrivo su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series e PC il 9 Novembre, e debutterà al lancio anche sul  Xbox Game Pass. Questo capitolo vede ancora una volta come protagonista Kazuma Kiryu, che farà i conti con le sue scelte e il peso del suo nome.

In questi giorni non solo ho provato la demo di Like a Dragon Infinite Wealth, ma ho potuto giocare anche al capitolo Gaiden per scoprire i retroscena legati al ritorno dello yakuza leggendario in Like a Dragon. Scopriamo com’è andata in questa nuova recensione.

Like a Dragon Gaiden RECENSIONE | I morti non hanno desideri

Like a Dragon Gaiden è una mini avventura che rivede Kazuma Kiryu nel ruolo di protagonista. Un racconto che si colloca tra gli avvenimenti di Yakuza 6: The Song of Life e Like a Dragon, e si sviluppa parallelamente con la prima avventura di Ichiban Kasuga e i suoi amici.

Dopo aver inscenato la sua morte, il Drago di Dojima stringe un patto con la famiglia Daidoji, giurando di seppellire nella sua tomba i segreti del governo giapponese emersi ad Hiroshima, in cambio della protezione di Haruka e dei bambini dell’orfanotrofio Sunflower di Okinawa.

Un accordo che all’ex yakuza costerà la sua identità e libertà, diventando un agente che obbedirà fedelmente agli ordini dei suoi superiori, tra cui Hanawa con cui stringerà un legame di amicizia. La sua nuova vita nelle vesti di Joryu – il suo nome in codice – lo relegherà in un monastero, dove l’uomo mediterà riflettendo sulla sua vita.

Lontano da occhi indiscreti e dagli ambienti che ha frequentato nella sua vita precedente, per uno scherzo del destino Kiryu si ritroverà coinvolto nuovamente negli affari della Yakuza, contribuendo per giunta al compimento di uno degli eventi più importanti di tutto il franchise.

L’obiettivo di questo capitolo dopotutto è quello di approfondire da un altro punto di vista tutto il processo che ha portato allo scioglimento dell’alleanza Omi del Kansai e del Clan Tojo, affiliando proprio a Kiryu un ruolo chiave nella riuscita di tale impresa.

Like a Dragon Gaiden si insinua nella maschera di Joryu, scoprendo passo dopo passo il peso del sacrificio compiuto dall’ex yakuza. Per quanto il suo passato lo abbia temprato come persona, la sua umanità prenderà il sopravvento, scoperchiando infine i veri sentimenti di un drago chiuso in gabbia.

Infatti la sua nuova vita gli impedirà di avere qualsiasi contatto col suo passato, portando dunque a delle situazioni a dir poco surreali, in cui Kiryu stesso sarà costretto a negare la sua esistenza. Dopotutto infrangendo il patto stretto con i Daidoji metterà in pericolo quelle persone che sta proteggendo a costo della sua libertà.

Like a Dragon Gaiden RECENSIONE
Kazuma Kiryu torna finalmente protagonista di uno Yakuza

Gaiden è il capitolo più breve di tutto il franchise, ma il suo racconto non priva l’utente di quell’epicità e le macchinazioni che hanno sempre contribuito a rendere incredibili le gesta del Drago di Dojima. Come se non bastasse, il titolo mi ha riservato uno dei momenti più incredibili di tutto il franchise, lasciandomi sbalordito.

Certamente, trattandosi di un gioco che va a coprire un buco narrativo della saga, lo sviluppo dei suoi eventi è stato piuttosto prevedibile, ma vedere la loro evoluzione è stato alquanto soddisfacente. Il vero problema del racconto, tuttavia, sono i suoi ritmi.

Durante la main quest, mi sono ritrovato fin troppo spesso a dover completare maggior parte delle attività secondarie per volere di trama, fermandomi bruscamente a risolvere diverse fetch quest o alcuni combattimenti nell’Arena. Questi stop improvvisi hanno spezzato i ritmi della storia, facendola sembrare persino diluita.

Anche in questa occasione la caratterizzazione di Kiryu risulta impareggiabile, mentre i nuovi personaggi se la cavano piuttosto bene. Non mancano ovviamente i classici momenti di sospensione della realtà che rendono il racconto sopra le righe quanto divertente, dove il Drago di Dojima si trasforma come al solito in un superuomo.

Tra Kiryu e Joryu

Con Like a Dragon Gaiden si ritorna al sistema di combattimento originale della saga, apportando delle piccole ma importanti novità. Infatti in questa avventura Kiryu potrà usufruire di due stili di combattimento: quello Yakuza, che lo accompagna da sempre nelle sue vicende, e quello Agente.

Proprio quest’ultimo sfrutta le nuove arti marziali apprese dalla famiglia Daidoji, e permette al protagonista di colpire più avversari contemporaneamente, risultando efficiente soprattutto contro dei gruppi piuttosto numerosi. Questa arte marziale punta maggiormente sulla precisione dei colpi che sull’effettiva potenza, mostrando in battaglia uno stile meno rozzo.

La modalità Agente inoltre permette a Joryu di utilizzare alcuni gadget, le cui funzionalità si differiscono egregiamente. Tra il Ragno, Calabrone, Lucciola e Serpente, il protagonista può godere di un buon assortimento di strumenti per sconfiggere gli avversari, facendo piazza pulita in un battibaleno o scaraventandoli ovunque a proprio piacimento.

L’impiego dei gadget dunque permette di risolvere alcune battaglie in maniera differente con la maggior efficienza possibile: per fare un esempio, utilizzando il Serpente (delle scarpe dotate di propulsori) si può sfrecciare tra i nemici spingendoli a terra fino a stenderli al tappeto, oppure si può sfruttare come una via di fuga.

Il combat system si è mostrato ancora una volta divertente da maneggiare, merito soprattutto delle risse che si possono scatenare tra le strade di Sotenbori. E come ogni iterazione del franchise, l’interazione ambientale gioca un ruolo fondamentale negli scontri, permettendo a Kiryu di sollevare qualsiasi oggetto da spaccare in testa ai teppisti.

Like a Dragon Gaiden Recensione
Lo stile di combattimento abbandona i menu in stile RPG di Like a Dragon e torna ad essere più action

Il gameplay dunque non ha subito cambiamenti, e ho ritrovato tutte quelle meccaniche che hanno reso glorioso il classico sistema di combattimento della saga, come la modalità Furore. Questa, soprattutto nella modalità Agente, potenzia ulteriormente l’efficienza dei gadget, rendendoli semplicemente più devastanti.

Gli strumenti che Kiryu potrà sfruttare non hanno un limite di utilizzo e questo tende ad essere fin troppo vantaggioso: data anche la potenza del Serpente o del gadget Lucciola, alcuni scontri saranno semplicissimi da superare, facendo sembrare così lo stile Agente addirittura sbilanciato.

Tuttavia, sia durante la storia che in alcuni contenuti secondari, il gioco mi ha spinto ad utilizzare entrambi gli stili di combattimento, soprattutto nelle boss fight che mi sono sembrate piuttosto congrue al livello generale della saga. Certamente, vi sono stati scontri più memorabili, ma in questo caso Like a Dragon Gaiden si difende bene.

Tra il Castello e la Rete di Akame

Like a Dragon Gaiden, nonostante sia un’avventura più contenuta rispetto ai suoi compagni di franchise, propone un’insieme di contenuti secondari soddisfacenti. In particolar modo, le novità principali risiedono nel Castello e nella Rete di Akame, che avranno anche un ruolo importante nello sviluppo del plot principale.

Costruito dall’Alleanza Omi del Kansai, il Castello è un luogo segreto in cui non vige alcuna regola, lasciando via libera al gioco d’azzardo e alle lotte clandestine che si consuma all’interno di un’arena decisamente feroce. Una piccola città che ricorda Las Vegas, adornata da costruzioni imponenti e giochi di luce strabilianti.

Un luogo proibito dove si sviluppa la sotto trama dell’Arena, che porterà Joryu a combattere dentro la gabbia contro avversari formidabili. Divisa in varie modalità di gioco, questo contenuto secondario permetterà di affrontare tornei e scontri di gruppo, spingendo a formare persino un proprio clan.

La fondazione di un clan passa attraverso il reclutamento di alcuni personaggi secondari della saga, i quali sono reperibili soprattutto tramite alcuni scout o missioni secondarie. Formando una squadra da massimo dieci membri, si possono affrontare Gli scontri infernali a squadre, ossia dei combattimenti tra due schieramenti.

Qui in particolare, impersonando un leader (potrete scegliere chiunque!) si potrà partecipare attivamente in questi conflitti, sfruttando ovviamente le capacità del personaggio selezionato. Si tratta di una modalità di gioco davvero fantasiosa, poiché ho potuto persino giocare nei panni del Patriarca Gondawara, che i più affezionati alla saga ricorderanno in una certa side quest di Yakuza Kiwami 2.

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Le sfide nell’Arena sono combattimenti che aumentano di molto la longevità del titolo, soprattutto se amate le attività post-game

Quello dell’arena è un contenuto secondario ben confezionato, poiché non solo delineerà parte del post-game di Like a Dragon Gaiden, ma permetterà di affrontare delle sfide molto particolari. In diverse occasioni infatti ho dovuto rielaborare la strategia, soprattutto negli scontri a squadre, dove l’impennarsi della difficoltà mi ha spinto a potenziare al massimo tutti i personaggi.

Oltre all’Arena, il Castello propone diverse attrazioni, tra cui un casinò e una sala da gioco in cui passare il tempo. Ho trovato persino una boutique, in cui ho potuto personalizzare l’aspetto di Joryu acquistando vari abiti sia per il vestiario informale che per l’Arena, con cui mi sono potuto sbizzarrire.

Un’altra attività fondamentale è la Rete di Akame. Si tratta di una rete di informazioni basata sui cittadini di Sotenbori, dove ogni NPC pubblica delle richieste promettendo in cambio di fornire ulteriori informazioni su ciò che accade in città, il tutto viene automatizzato dal sistema ideato da Akame.

Soddisfacendo le richieste delle persone completando delle fetch quest si otterranno i cosiddetti Punti Akame, che potranno essere investiti nell’apposito negozio o nel consueto albero delle abilità, che permette di espandere il parco mosse di Kiryu e potenziarne soprattutto le capacità combattive.

Portando a compimento le missioni inoltre si sbloccano dei potenziamenti per la rete, attivando di conseguenza dei bonus sul loot del denaro e l’ottenimento dei punti Akame. Investendo su di essa si può espandere il negozio od ottenere un risparmio sull’acquisto di nuove abilità.

Espandendo la rete inoltre, si ha accesso a nuove richieste con ricompense maggiorate, fino a sbloccare le immancabili missioni secondarie, che riservano anche in questa occasione delle chicche meravigliose. La rete di Akame dunque tiene d’occhio tutte le necessità degli abitanti di Sotenbori, permettendo di vivere delle piccole storie che narrano la quotidianità di una città molto movimentata.

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Non mancano naturalmente nemmeno i minigiochi più manageriali, da sempre presenti nella serie

Vivere la vita a morsi in Like a Dragon Gaiden

Like a Dragon Gaiden si colloca principalmente a Sotenbori. Seppur Ijincho (Yokohama) sia esplorabile soltanto a metà, il quartiere di Osaka rimane la meta primaria di questo racconto. Teatro delle varie faide intrattenute con i vari clan dell’alleanza Omi, Sotenbori conserva ancora quell’atmosfera magica vissuta nelle iterazioni passate, offrendo infine un divertimento per tutti i gusti.

La città infatti riserva diverse attività, che si dipanano nei numerosi mini giochi che servono a distrarre dall’avanzamento della storia. Come sempre, questi contenuti delineano quella filosofia di mondo che da sempre ha caratterizzato la saga (filosofia ereditata da Shenmue), regalando scampoli di gameplay sempre ben accolti.

Infatti qui ritroviamo i classici passatempo della serie, tra cui il ritorno del Pocket Circuit o del Club SEGA, in cui è possibile giocare tramite emulazione alcuni dei grandi classici della casa di Sonic e Virtua Fighter. Sul fronte mini giochi il titolo non ha nulla da invidiare alle altre incarnazioni del franchise.

Infatti, continuando sulla scia della conservazione storica videoludica di SEGA, in Gaiden è possibile interagire con un SEGA Master System e giocare tramite emulazione alcuni titoli appartenenti alla console. Come se non bastasse, in giro per Sotenbori – e non solo – sarà possibile acquistare e giocare ad altri videogiochi usciti all’epoca, come Alex Kidd in Miracle World.

Sotenbori esprime il suo massimo potenziale di notte, quando la movida cittadina prende finalmente vita. Seppur si tratti di un luogo che ho esplorato infinitamente nei capitoli precedenti, rivivere il quartiere al calar del sole è sempre un piacere innegabile, merito soprattutto di come l’atmosfera diventa più coinvolgente grazie ai suoni e di ciò che accade su schermo.

Risulta quasi impossibile non lasciarsi andare in Like a Dragon Gaiden, perché come avviene nelle altre incarnazioni della serie, si cade sempre nella tentazione di staccare dalla storia principale e divertirsi con le attrazioni messe a disposizione per l’occasione, che sia una sessione di Karaoke a suon di “Bakamitai” o una partita a Sonic the Fighters.

Like a Dragon Gaiden Recensione
Come c’era da aspettarsi, la ricostruzione digitale della città ha scorci che lasciano sempre a bocca aperta

Un capitolo di passaggio, anche per il Dragon Engine

Like a Dragon Gaiden è un titolo che non pone dei passi in avanti sia da un punto di vista grafico che tecnico, rimanendo in linea coi risultati raggiunti in Like a Dragon. Infatti il miglioramento grafico risulta quasi impercettibile, per non dire che sia praticamente inesistente, conservando un’estetica ormai divenuta affascinante.

Sotenbori è bella soprattutto di notte, dove i riflessi dei neon sull’asfalto e sul fiume regalano una visione suggestiva, che caratterizza la vita notturna della città. Muoversi tra le sue strade tra il baccano della folla e della musica contribuisce ad un maggiore coinvolgimento dell’esplorazione, riuscendo ad immedesimarmi nell’ambientazione.

E sebbene non vi siano evidenti passi in avanti per il Dragon Engine, il risultato raggiunto ancora una volta è del tutto soddisfacente, soprattutto sul piano tecnico. Oltre all’ottima illuminazione, anche le prestazioni sono estremamente fluide: su PlayStation 5 il gioco garantisce i 60fps in ogni situazione. Seppur in questa versione non è possibile selezionare la modalità grafica, il colpo d’occhio rimane comunque apprezzabile.

Il motore grafico va a perdere ancora una volta sui piccoli dettagli in-game, con diverse texture che risultano di bassa qualità, soprattutto quelle che vanno a delineare alcuni componenti ambientali. Non si può dire lo stesso per i filmati, che anche in Like a Dragon Gaiden godono di una qualità incredibile.

Al lancio l’unico doppiaggio disponibile è quello originale (quello inglese arriverà in un secondo momento), che riesce ancora una volta a intavolare degli accostamenti vocali indimenticabili, regalando persino un’interpretazione da parte di Takaya Kuroda (doppiatore di Kiryu) a dir poco incredibile. Anche Like a Dragon Gaiden gode di una localizzazione italiana di buon livello.

In Conclusione

Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name è l’ennesimo ottimo capitolo della serie Like a Dragon, ma anche della serie Yakuza in generale. La storia copre gli eventi non ancora narrati tra il ritorno di Kazuma Kiryu e le vicende vissute nei panni di Ichiban Kasuga nel primo Like a Dragon.

Sebbene alcuni eventi siano prevedibili, la trama scorre comunque in modo piacevole e mai troppo banale. Ancora una volta, il gameplay offre esplorazione e combattimenti sodisfacenti, con una mappa strapiena di attività e minigame che favoriscono la completa immersione nel mondo di gioco.

Se avete amato il primo Like a Dragon e vi siete appassionati all’annuncio di Infinite Wealth, non potete farvi sfuggire anche questo nuovo episodio, per impersonare il Drago di Dojima ancora una volta.

Se nell’attesa dell’uscita del gioco non avessi ancora giocato al primo capitolo della nuova serie Yakuza e ti andasse di acquistare Yakuza: Like a Dragon ad un prezzo scontato, puoi farlo seguendo questo link.

Like a Dragon Gaiden RECENSIONE | Un drago in gabbia

Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name è in dirittura d’arrivo su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series e PC il 9 Novembre, e debutterà al lancio anche sul Xbox Game Pass. Questo capitolo vede ancora una volta come protagonista Kazuma Kiryu, che farà i conti con le sue scelte e il peso del suo nome.

8
Il Drago di Dojima torna in una nuova impresa e non delude le aspettative

Pro

  • Un racconto formidabile
  • Lo stile Agente è divertente
  • Un titolo piccolo, ma con tante attività divertenti
  • Visivamente ancora soddisfacente

Contro

  • Ritmo della storia frammentato
  • Alla lunga Sotenbori come unica ambientazione può stancare
  • Il Dragon Engine sembra aver raggiunto il suo limite
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