Life is Strange: True Colors – Recensione NSW
Quella di Life is Strange è una serie atipica e speciale. I suoi personaggi e le sue storie dalla carica emotiva straordinariamente umana le hanno permesso di ritagliarsi una schiera di fan ben nutrita nel corso del tempo. Dopo tre capitoli usciti nell’arco di altrettanti anni, però, il rischio di saturazione o comunque di declino cominciava ad aleggiare. Fortunatamente con True Colors Deck Nine Games ha risollevato le sorti del franchise sfornando quello che è senza dubbio uno dei suoi migliori capitoli.
Dopo aver incassato il premio di miglior “Game for impact” ai The Game Awards 2021, il titolo approda finalmente anche su Nintendo Switch, con i relativi benefici e svantaggi.
Nel caso vi foste persi la nostra dettagliata recensione della versione PlayStation 5 (che comunque vi consigliamo di integrare), Life Is Strange: True Colors è la storia di Alex Chen, una ragazza introversa e amante della musica che raggiunge la tranquilla cittadina mineraria di Haven Springs per riunirsi al fratello dopo molti anni di separazione, passati tra varie case famiglia e sostegno psicologico. Neanche ha il tempo di ambientarsi che il posto viene colpito da una tragedia che scuote profondamente l’intera comunità.
Per cercare di capire la verità dietro a quanto è successo, Alex si ritroverà a indagare su un mistero via via sempre più profondo e torbido. Per fortuna la ragazza può contare sul suo talento soprannaturale che le permette di percepire quando le persone di fronte a lei sentono delle emozioni molto forti, arrivando persino ad ascoltare alcuni dei loro pensieri e “vedere” il mondo come lo vedono nel loro stato emotivo. Questa straordinaria empatia, però, ha un risvolto poco piacevole: se le emozioni che percepisce sono troppo forti le si possono “appiccicare” addosso e finisce per provarle come se fossero sue.
Per integrarsi a Haven Springs e allo stesso tempo indagare, Alex si interfaccia con un cast di personaggi secondari davvero ben realizzato. Ognuno di essi rivelerà man mano il proprio background e le proprie peculiarità soprattutto caratteriali. La loro caratterizzazione e sfaccettatura è sicuramente encomiabile, e nel fare la loro conoscenza ci si sente istintivamente coinvolti nelle loro vite e spronati a capirli e aiutarli.
La storia principale di Life Is Strange: True Colors (per la prima volta non pubblicata a episodi) inizia in modo molto leggero per poi infittirsi man mano che si scoprono nuovi elementi. Nonostante Alex parta come un occhio esterno alla comunità, la trama prosegue a spirale attorno a lei, soprattutto nel suo filo di pensieri e il rapporto con il proprio potere, che percepisce più come una maledizione che un dono. La narrazione e i dialoghi che la delineano sono efficaci ed emotivi, rendendola una protagonista dalla straordinaria umanità, anche grazie all’ottima interpretazione vocale dell’attrice Erika Mori.
Avvicinandosi alla fine dell’avventura troviamo sempre più spazio ai temi centrali che coinvolgono disagi psicologici molto sentiti e diffusi ai nostri tempi, a cui finalmente si sta cominciando a dare il giusto spazio: la carenza di autostima, l’abbandono, la sensazione di essere irrimediabilmente difettosi e inadeguati, il sentimento di appartenenza e la difficoltà a trovare la propria strada nel mondo. L’energia scenica con cui siamo messi di fronte a tali tematiche è davvero apprezzabile e se tali temi vi stanno particolarmente a cuore ne resterete certamente coinvolti.
Su Nintendo Switch Life Is Strange: True Colors guadagna ovviamente la comodità di poter portare con sé il gioco in qualsiasi momento, e considerando il suo ritmo molto compassato si adatta particolarmente bene a portare avanti la partita anche in luoghi meno confortevoli della propria stanza.
Il rovescio della medaglia, però, è una riduzione della qualità grafica per potersi adattare alle capacità meno performanti della console Nintendo. Il livello di dettaglio inferiore è visibile sui modelli poligonali e ancora di più negli ambienti; sporadicamente è anche possibile notare una lentezza di caricamento delle texture degli elementi attorno ad Alex che per qualche secondo restano sfocati. Inoltre i tempi di caricamento quando si esce o entra in un edificio possono essere abbastanza pesanti: dai 20 ai 50 secondi.
C’è da dire però che questo compromesso ha consentito di mantenere inalterata l’accuratezza delle animazioni facciali, che in True Colors contribuiscono molto alla caratterizzazione dei personaggi.
Inalterata è invece rimasta l’ottima colonna sonora, che dà il meglio di sé nelle scene particolarmente importanti e nei “momenti zen” in cui possiamo lasciare Alex immersa nei suoi pensieri nella contemplazione del paesaggio circostante che possiamo osservare da varie angolature con una canzone di sottofondo.
Molto buono anche il doppiaggio dedicato ai vari personaggi, capace di comunicare le varie sfumature dei rispettivi caratteri.
Life is Strange è senza alcun dubbio un titolo riuscito per gli amanti delle avventure dallo stile particolarmente narrativo che ormai i fan della serie conoscono bene. La versione per Nintendo Switch non è però decisamente la migliore piattaforma su cui goderselo. È vero che sicuramente non ci si approccia a un Life is Strange con l’aspettativa di particolari prodezze tecniche, ma è un peccato non potersi godere il salto in avanti del nuovo motore grafico che Deck Nine ha dedicato al suo ultimo lavoro. Consigliamo quindi questa versione esclusivamente a chi possiede solo la console Nintendo o a chi tiene particolarmente alla portabilità del gioco.
Pro
- Storia dai temi profondi e importanti
- Personaggi ben caratterizzati
- Colonna sonora di grande atmosfera
Contro
- Poche novità alla formula della serie
- Qualità grafica inferiore rispetto alle altre versioni