Life Is Strange – Dark Room
Nei primi tre episodi di Life Is Strange, Dontnod ha iniziato a porre la basi di quello che sarebbe stato il quarto capitolo della serie, quello che i francesi hanno definito come il punto di svolta di tutta la vicenda. In questo quarto capitolo alcune delle domande che avevamo lasciato in sospeso nei precedenti capitoli troveranno una risposta. Le basi gettate da Life Is Strange – Chrysalis, Life Is Strange – Out Of Time, Life Is Strange – Chaos Theory, troveranno finalmente fondamento in Life Is Strange – Dark Room. Scopritelo in questa recensione.
In cerca di indizi
Il quarto capitolo di Dontnod inizia esattamente dal cliffhanger con cui si era concluso il terzo episodio. Max e Chloe si ritrovano in un mondo alternativo, creato dalle scelte compiute della protagonista, un mondo arido in cui l’assenza della colonna sonora ci fa immergere totalmente in quello che succede dentro la storia. La prima fase del gioco si svolge tutta in questo mondo alternativo, in un susseguirsi di dialoghi emotivi e in cui le scelte che faremo non si rifletteranno nel resto della storia, infatti in pochi istanti ci ritroveremo di nuovo nella vera Arcadia Bay. Da qui iniziano le vicende che porteranno a risolvere alcuni dei quesiti che erano stati lasciati in sospeso nei vecchi capitoli.
Con questo episodio il gameplay viene leggermente lasciato in disparte e quasi tutta la vicenda è basata sui dialoghi, gli enigmi a cui eravamo abituati lasciano quindi il posto a una serie di conversazioni, di cui quella con Frank è forse quella più difficile di tutta la storia. In base alle scelte che avremo compiuto negli episodi precedenti cambieranno le risposte a disposizione e in caso di risposta errata avremo sempre l’opportunità di riavvolgere il tempo, anche in questo caso Dontnod cerca di dare un aiuto al videogiocatore, concedendogli di riavvolgere il tempo ogni volta che vuole fino ad avere tutte le risposte che interessano. Le risposte di Frank, insieme alle prove che raccoglieremo di David e di Nathan, saranno importanti nella fase centrale del gioco. La fase principale infatti consiste nel mettere insieme gli indizi che abbiamo raccolto. Queste prove condurranno il videogiocatore nella Camera Oscura da cui il capitolo prende il nome. Il ritmo diventa incalzante e il gameplay fatto di enigmi e scelte morali lascia posto a una grandiosa narrazione.
Quando giungerete nella fase finale del capitolo, durante la festa del Vortex Club in cui dovrete interagire con gli altri studenti della Blackwell Academy, e crederete di avere messo insieme tutti i pezzi del puzzle e di avere capito chi si cela dietro alla vicenda, ecco che Dontnod riesce ancora una volta a stupire, ribadendo il fatto che ad Arcadia Bay nulla è come sembra. Il finale del quarto capitolo lascia il giocatore con un nuovo e inaspettato cliffhanger e nuove domande in cerca di risposta.
Il comparto tecnico del videogioco resta di assoluto livello. Narrazione, dialoghi e colonna sonora restano sempre eccelsi, come anche lo stile grafico che riesce a dare al videogioco uno stile diverso e non banale. Il gameplay resta solido, invariato, se non per le aggiunte della raccolta delle prove che danno un nuovo tocco allo schema del videogioco.
Il quarto capitolo diventa quindi il punto focale della storia, dimostrandosi come il migliore episodio realizzato, sia quantitativamente, essendo anche il capitolo più lungo di tutti quelli usciti, che qualitativamente, riuscendo a creare una narrazione eccelsa, in cui le scelte dei vecchi capitoli si riflettono nel corso di tutta la storia. Come abbiamo detto altre volte, Life Is Strange si dimostra la migliore avventura grafica mai realizzata, un capolavoro e una pietra miliare nel mondo dei videogiochi.