Life is Strange Arcadia Bay Collection – Recensione
Tornare ad Arcadia Bay è stato come riavvolgere il tempo al 2015, quando Dontnod e Square Enix fecero squadra e aprirono una nuova strada sul percorso delle avventure con perno sul fronte narrativo. Episodi a cadenza più o meno regolare, un cast di personaggi nei quali immedesimarsi e una serie di scelte morali che culminano in due finali divergenti rei di avere diviso i fan di allora nei forum online, tutte caratteristiche che contribuirono al successo di Life is Strange.
Dalla brama degli appassionati di scavare più a fondo nel passato di certe trame e proprio dal riscontro commerciale scaturì il prequel Before the Storm e successivamente il suggellamento di una vera e propria serie. Volendo riprendere le redini con le origini e aprirsi a una nuova fetta di pubblico, gli autori hanno ora pubblicato Life is Strange Arcadia Bay Collection che, con i due capitoli sopra citati, trasporta l’emozionante viaggio di Max e di Chloe su Nintendo Switch con una gamma di modifiche tecniche e i compromessi scaturiti dalla natura del progetto e della piattaforma stessa.
La vita è ancora strana
Essendo questa un’operazione atta ad ampliare il novero dei fruitori della suddetta esperienza, è utile riavvolgere il nastro della matassa narrativa firmata Dontnod. Maxime Caulfield è stata ammessa alla Blackwell Academy, prestigiosa accademia per aspiranti fotografi professionisti. Mentre è in corso una delle lezioni quotidiane, dal suo diario emergono i primi indizi di una storia che si dimostrerà un crescendo continuo fino a esplodere nel quinto passo di questa tragedia in senso teatrale. Nel plesso scolastico non mancano gli stereotipi da teen drama, come i giocatori di football americano, le cheerleader, la ragazza popolare e bulla, oltre ai nerd bistrattati. Prendendo le redini di Max però, il giocatore scopre presto che dietro tali maschere si nascondo problemi di autostima, di traumi infantili, di famiglie disfunzionali e di peccati immondi.
Maxime è tornata ad Arcadia Bay per motivi di studio dopo un’assenza lunga anni durante, che ha vissuto a Seattle per il lavoro del padre e spera di rimettersi in contatto con la sua amica d’infanzia Chloe. Solo che, entrata nel bagno della scuola, scorge un ragazzo, poi una sconosciuta, poi ode un colpo di pistola e poi ecco di nuovo la classe, la stessa nella quale si trovava poco prima. Con una reazione piuttosto realistica e in linea con la sua età, Max scopre di potere riavvolgere il tempo quel tanto che basta per annullare un evento appena accaduto e il suo primo pensiero è di salvare la vittima misteriosa. Mai avrebbe immaginato che ella si trattasse proprio della sua amica e, dopo una rocambolesca fuga a bordo del pick up di quest’ultima, il duo riallaccerà il rapporto sopito, accompagnando il giocatore verso un climax ascendente di grande impatto.
Pur avendo passato per quel corridoio della Blackwell Academy tante volte, pur avendo assaporato il turbinio di emozioni date dalla prima partita, zittire il vociare dei compagni di scuola, lasciare fluire la musica dei titoli di testa e assaporarla fino alle ultime note è un momento cristallizzato nella mente dei fan. A guardarla da lontano, la trama non si discosta in maniera particolare da determinati topos indirizzati a dei fruitori adolescenti, tuttavia le va riconosciuto un piglio originale ora per lo stratagemma della ragazza scomparsa che aleggia lungo l’intera avventura, facendosi presenza opprimente attorno alle battute finali, ora per la capacità di approfondire tanti personaggi e permettere loro di staccarsi abbastanza dagli archetipi pop che dovrebbero impersonare.
Life is Strange: Before the Storm porta invece la firma di Deck Nine Games (gli autori di Life is Strange: True Colors) ed esplora gli eventi che hanno cambiato Chloe per sempre, dalla partenza di Max, al rapporto con Rachel Amber e alla sua situazione familiare. Seppure nel prequel – da iniziare rigorosamente dopo la prima iterazione – manchi quel sotto testo investigativo che arricchisce l’esperienza sopra descritta, quello del team statunitense si rivela, pure con la Life is Strange Arcadia Bay Collection, un ottimo modo per dare l’ultimo saluto alla ragazza dai capelli blu.
Ancora attuale?
Passati sette anni dalla nascita della serie, è lecito chiedersi se ora il suo gameplay, ora il suo comparto tecnico, siano godibili ancora oggi. Dopotutto Life is Strange Arcadia Bay Collection non cambia i connotati dell’impianto ludico – tranne per alcuni enigmi perfezionati tali da stuzzicare anche i fan della prima ora – limitandosi ad attualizzare la resa grafica e tecnica. Vivere le vicende scolastiche di Max, soffermarsi sui tanti oggetti con i quali interagire e fare degli scatti particolari era divertente allora come oggi.
Il primo Life is Strange e Before the Storm non sembrano purtroppo avere beneficiato dei traguardi tecnici raggiunti da Deck Nine Games con True Colors. Sì, la remastered per Nintendo Switch vanta un’immagine più pulita e pochi artefatti grafici, ma deve fare i conti con un hardware datato, in particolare se si collega la console ibrida al televisore. Bisogna specificare che la produzione tutta sembra indirizzarsi esclusivamente alla modalità portatile, durante la quale vanno segnalati dei caricamenti molto lunghi anche tra brevi passaggi di scenario in scenario, oltre a un leggero input lag. Ciò significa che la raccolta è consigliata specialmente a chi non è mai passato per Arcadia Bay e desidera darle una possibilità stando lontano dalla TV o fuori dalla propria abitazione, grazie alla caratteristica madre della piattaforma Nintendo. Per chi si è invece già seduto su quella panchina davanti al faro della città, l’unico appetito per il gioco potrebbe derivare dal desiderio di tornare sui propri passi senza l’obbligo di una console fissa o di un PC.
A proposito di elementi attuali nella loro uscita passata, è da lodare la scelta delle tracce che accompagnano tanto Life is Strange, quanto l’episodio incentrato sull’amica ritrovata di Max: grazie a una gamma di musiche ora malinconiche, ora quasi dal taglio onirico, le vicende delle due ragazze risuoneranno nelle orecchie dei giocatori più forti che mai e diventeranno la loro colonna sonora anche oltre l’ultimo saluto ad Arcadia Bay.
A essere sincera, non sono mai riuscita a dire addio a Chloe Price. Nei panni della giovane Max inseguii dapprima il suo stesso desiderio, ovvero di riallacciare i rapporti con una persona da me mai vista e successivamente non ho potuto fare a meno di proteggerla, anche se il suo destino sembrava segnato, pure se tutte le scelte guardano a due soli finali. Life is Strange Arcadia Bay Collection è stata la mia scusa per tornare nel diner della città a scegliere la stessa colazione di sempre, ad aiutare un’amica forse più di una amica ad affrontare una tragica realtà, a riavvolgere la spirale del tempo per cercare di vivere le stesse emozioni della prima volta. La raccolta comprendente il primo episodio e il suo diretto prequel è quindi consigliata a chi non ha ancora avuto modo di affrontare tali esperienze, o a chi, come me, ha bisogno di scappare dalla propria realtà al suono di “Hella!” in formato portatile.
Pro
- Un insieme di emozioni senza tempo
- Ottima possibilità di giocare due titoli in modalità portatile
- Colonna sonora travolgente
Contro
- Migliorie tecniche risicate
- Tempi di caricamento molto lunghi
- Sconsigliata per una fruizione alla TV