Life is Strange 2 – Episodio 1: Roads – Recensione
“La vita è meravigliosa”, diceva Frank Capra. “La vita è bella” ribatteva cinquant’anni dopo Roberto Benigni. “La vita è strana” ci insegnava infine Dontnod, dimostrando ancora una volta come anche il videogioco potesse elevarsi a forma d’introspezione psicologica in grado di rivaleggiare con la profonda e toccante bellezza delle pellicole sopracitate. Oggi, con una nuova storia e nuovi personaggi – ma con alle spalle l’esperienza di Before the Storm e dello spin-off gratuito Captain Spirit – ci apprestiamo a farci nuovamente emozionare con il primo episodio di Life is Strange 2, intitolato Roads.
Life is Strange 2 ci insegna che la vita è strana, dicevamo. E quando diciamo strana, intendiamo strana per davvero: basta una mezz’ora di gioco per ambientarsi in quella che è la vita di Sean, studente liceale di Seattle per il quale l’unica preoccupazione è procurarsi qualche birra per la festa di Halloween e pensare a come dichiararsi alla ragazza di cui è segretamente innamorato. Sean si porta addosso l’etichetta di ragazzo americano medio che gli permette di essere interessante quel tanto che basta, ma contemporaneamente abbastanza anonimo da permettere con facilità l’immedesimazione del giocatore, fattore fondamentale per quella che sarà la vera esperienza proposta da Life is Strange 2.
La vita di Sean, scuola e innamoramento a parte, è quella di un nerd sedicenne a cui piacciono la musica e il fantasy. Il ragazzo vive con il padre e il fratello di nove anni Daniel, con il quale intrattiene un rapporto di amore/odio tipico di un adolescente che si sta avvicinando all’età adulta e che deve badare al fratellino in assenza della madre.
Fin qui tutto regolare, ma Dontnod ha in serbo ben altri piani per i due ragazzi, piani che ci travolgeranno con la stessa forza della tempesta che minacciava la distruzione di Arcadia Bay nel primo Life is Strange. Proprio quando tutto sembra procedere per il verso giusto e i preparativi per la festa di Halloween giungono al termine, il gioco ci sbatte in faccia la prima scelta morale e ci catapulta in una sequenza di eventi in grado di far battere il cuore anche al più impassibile dei giocatori: la situazione precipita, e quando pensiamo di averla fatta davvero grossa arriva un’altra mazzata, se possibile ancora più forte. Sean e Daniel si ritrovano così fuggitivi, con pochi dollari in tasca e senza un tetto sopra la testa.
Non scendiamo ulteriormente nei dettagli per non rovinarvi la sorpresa e l’emozione della scoperta, ma la trama di Life is Strange 2 si preannuncia già interessante e, cosa più importante, davvero ben scritta. Il ritmo della narrazione di questo primo episodio è altalenante, con alcuni momenti decisamente lenti e riflessivi, ma la trama ha il pregio di svoltare verso colpi di scena inaspettati proprio nel momento in cui si pensa che il titolo stia iniziando ad annoiare, dimostrando un abile bilanciamento di adrenalina e introspezione, sicuramente frutto dell’esperienza fatta dagli sviluppatori con i titoli precedenti. Allo stesso modo, il gioco riesce a toccare con apparente semplicità temi molto forti come l’odio razziale, la fiducia nel prossimo e l’amore fraterno, il tutto lasciando molte volte basiti di fronte alla profondità delle riflessioni dei protagonisti. Dopotutto è “solo un gioco”, no? No, forse in questo caso no, e non a caso abbiamo aperto citando film da Oscar.
Il gameplay di Life is Strange 2 è sostanzialmente identico a quello dei predecessori, fatto che è contemporaneamente un vantaggio e uno svantaggio in base alla vostra attitudine verso questo tipo di avventure: si assiste impotenti ad alcune scene e poi, nei panni di Sean, si esplora l’ambiente circostante, si raccolgono oggetti utili al proseguimento dell’avventura e si prendono scelte (relative ad azioni o dialoghi) che deviano il corso della storia e rimodellano gli eventi successivi sulla base del nostro comportamento.
Life is Strange 2 è un po’ come i titoli di Quantic Dream o dell’ormai defunta Telltale: bisogna affrontarlo una volta sola. O meglio, questo è il nostro consiglio, perché rigiocando ai vari capitoli e prendendo scelte differenti ci si accorge di come, alla fine, la trama non possa variare poi così sensibilmente in base alle scelte. Allo stesso tempo, l’impossibilità di riavvolgere il tempo come poteva fare Max nell’originale Life is Strange rende l’esperienza molto più interessante (un po’ come era già stato per Before the Storm): una scelta presa è presa, non si può tornare indietro. Nei momenti cruciali si ha davvero la sensazione che quanto si è deciso in precedenza abbia dato origine agli incredibili eventi a seguire, e nel giocatore è sempre presente quella sensazione del “oddio ma che ho combinato?!” che tanto ci fa amare questa opera di Dontnod.
Anche graficamente non ci sono novità davvero degne di nota, se non sicuramente una maggiore profondità di campo e una cura nei piccoli dettagli. Lo stile scelto è il medesimo degli episodi precedenti, con quel mix di cartoon e ambienti realistici che danno la sensazione di trovarsi all’interno di un fumetto o di una serie TV. I colori e il livello di dettaglio si avvicinano a quanto avevamo già visto in Captain Spirit e, anche se non c’è da urlare al miracolo per il risultato raggiunto, sicuramente l’impatto visivo in generale favorisce l’immersività e il gameplay, soprattutto quando c’è da esplorare luoghi ricchi di cose da fare.
Per quanto riguarda l’audio, il gioco propone un ottimo doppiaggio inglese con sottotitoli in italiano, scelta che comunque apprezziamo rispetto a una localizzazione integrale, che se non curata alla perfezione avrebbe rischiato di rovinare l’esperienza piuttosto che elevarla.
Life is Strange 2 inizia nel migliore dei modi: Roads è un primo capitolo con la giusta dose di riflessione e colpi di scena. I protagonisti sono ben caratterizzati e la sensazione che le scelte prese influenzino la storia in maniera pesante è più forte che mai. Ben consapevoli che ci troviamo di fronte alla sola punta dell’iceberg, ci auguriamo che i successivi capitoli presentino qualche novità in termini di gameplay (la scenetta soprannaturale dopo i titoli di coda ci lascia presagire che qualcosa sicuramente ci sarà) e che la storia continui ad essere avvincente come lo è stata fin’ora. Proprio per questo ci riserviamo di aggiustare il voto verso l’alto o il basso una volta conclusa tutta l’avventura. Per il momento vi diamo appuntamento alla recensione del prossimo episodio.
Pro
- Trama avvincente
- Narrato con i giusti ritmi
- Scelte morali coinvolgenti
Contro
- Niente di nuovo per quanto riguarda il gameplay