LEGO Star Wars III: The Clone Wars – Recensione LEGO Star Wars III: The Clone Wars
Squadra che vince non si cambia
Almeno questo potrebbe essere lo slogan di gran parte dei videogames targati LEGO ed abbinati ad altrettanti famosi franchise come Batman, Harry Potter, Indiana Jones e il recentissimo Pirati dei Caraibi.
Questo è LEGO Star Wars III: The Clone Wars, la serie che vanta il maggior numero di “costruzioni”, quarto titolo dedicato alla saga di Guerre Stellari e terzo su Nintendo DS.
I più attenti avranno sicuramente notato la somiglianza tra Star Wars III: The Clone Wars e gli altri titoli “LEGO”; infatti lo sviluppo è stato curato dalla britannica TT Fusion (Traveller’s Tales), autrice da anni dei videogames “LEGO” sulla piccola di casa Nintendo. Sono state introdotte delle novità, ma la sostanza nel bene o nel male non cambia.
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana
Dopo i primi tre episodi (LEGO Star Wars: The Video Game), la trilogia classica (LEGO Star Wars: The Original Trilogy), e nuovamente tutti e sei gli episodi (LEGO Star Wars: The Complete Saga), per gli autori non restava che sfruttare l’unico filone ancora aperto, ossia la serie animata “The Clone Wars”. Ci troveremo quindi nei panni del Maestro Jedi Yoda, inviato su Toydarian per stringere un patto d’allenza con il Re dei Toydariani (ricodate Watto, il mercante di Episodio I: La Minaccia Fantasma? ndr), oppure a bordo di un Y-Wing per abbattere le difese della Malevolence, o ancora, come Anakin, in soccorso del suo fido droide R2-D2.
Essere già a conoscenza degli eventi non è un prerequisito fondamentale ma chiaramente è importante, in quanto le informazioni che il gioco ci offre non sono sufficienti a capire cosa effettivamente sta succedendo. Nonostante questo, il titolo resta giocabile.
Che la forza sia con te
Come anticipato, la modalità di gioco è identica a quella dei precedenti capitoli; nei panni del nostro alter (L)ego affrontiamo un percorso lineare fatto di puzzle e nemici da sconfiggere. Nel corso della partita, il cui scopo è quello di completare la “storia”, dovremmo raccogliere quanti più mattoncini possibili al fine di sbloccare minigiochi e nuovi personaggi. Durante la modalità “storia” è impossibile tuttavia raccogliere ogni oggetto presenti sul campo; ma niente paura, abbiamo la possibilità di riaffrontare i singoli atti che compongono una missione, scegliendo magari un team di personaggi con armi e abilità differenti, per raggiungere le zone prima inaccessibili. Una variazione sul tema ci viene offerta dalle missioni di volo, e dai minigames sbloccabili grazie agli oggetti acquisiti in game. Non è tuttavia prevista una modalità di gioco multiplayer, un peccato perché avrebbe giovato alla longevità globale del titolo.
Per tutti, ma non per molti
Dinamiche semplici, basso livello di sfida ed un fine umorismo rendono LEGO Star Wars III: The Clone Wars perfetto per un pubblico di giovanissimi. Questi stessi punti di forza, tuttavia, per un videogiocatore più esperto si traducono in aspetti negativi, con il rischio concreto di un rapido e progressivo calo d’interesse terminate le prime tre o quattro missioni. Concludendo, se avete un figlio, fratellino o simili, questo gioco potrà trasformarsi in prezioso alleato per assolvere il difficile compito del babysitting.
Si ma…la grafica?
Siamo d’accordo, in un titolo come questo l’aspetto grafico e sonoro non sono certo fondamentali. Per gli interessati tuttavia è bene sottolineare che siamo su livelli medio-buoni, specialmente se paragonato ad altri prodotti della famiglia LEGO; il gioco si fa infatti apprezzare per la fludità dei movimenti dei personaggi e la varietà degli ambienti. Una curiosità, nei confronti del medesimo titolo su Nintendo 3DS l’inquadratura risulta più stretta con una conseguente riduzione del campo visivo.
Piacevole è il sonoro, in quanto il gioco attinge dal vasto repertorio audio di Guerre Stellari: il sibilo delle navicelle, il colpo dei fucili, la vibrazione della spada laser e tutti quei suoni a cui i fan sono abituati e affezionati. Questo aiuta ad immergersi nel gioco, assieme alla colonna sonora, fatta di motivetti orecchiabili e già sentiti contribuisce a questo scopo.