LEGO Dimensions – Recensione
Come un fiore LEGO Dimensions si aprirà davanti ai vostri occhi dopo i primi due o tre livelli. Eravamo già infatti pronti a catalogare l’esordio di Warner Bros. e del marchio dei mattoncini danesi nel mercato dei toys-to-life come un titolo sufficiente ma senza emozioni, un miscuglio di un numero record di citazioni, personaggi e brand la cui somma delle parti non pareva assolutamente aver creato nulla di che. E invece tenendo duro, livello dopo livello, l’ultima fatica di Traveller’s Tales realizza tutto il suo potenziale, regalandoci ore di divertimento con il suo gameplay semplice ma con un twist tutto nuovo, la sua comicità dissacrante e l’enorme carisma delle IP che riesce a radunare per la prima volta.
IP e marchi che sono anche la ragione alla base dell’arrivo così ritardatario del gioco in terra italica, esattamente un anno dopo infatti aver raggiunto tutti gli altri mercati mondiali ed europei. L’attesa è stata quindi tanta ma siamo finalmente qui con il nostro imponente scatolone in mano, pronti a darvi il nostro giudizio definitivo.
Il gioco prima del gioco
Solitamente, quando portiamo a casa un nuovo videogame dal negozio, abbiamo i nostri brevi ma sacri preamboli che in ogni situazione interpretiamo come un mantra. Gesti che comprendono semplici azioni come la sensuale apertura del cellophane che avvolge la confezione, il fantastico odore di nuovo che scaturisce da essa o la banale introduzione del disco nell’apposito vano della console. Con LEGO Dimensions invece il gioco inizia ancora prima di aver terminato l’installazione, perché come indicano i classici numeri e riferimenti sulla confezione, prima di essere un videogame Dimensions è un set LEGO, con tanto di istruzioni e pezzi, tanti pezzi da montare.
Il portale infatti che fungerà da connettore dei mondi del gioco è una imponente costruzione da impilare sopra la classica base NFC e il cui divertente montaggio vi occuperà magari il tempo necessario per il setup del software. Il costosetto Starter Pack contiene, oltre a disco, base e scartoffie, tre mini-figurine (Batman, Gandalf e Wildstyle – i protagonisti dello story mode del gioco) e un veicolo (la Batmobile), anch’essi tutti da montare.
Questo connubio tra il piano reale e quello virtuale è anche alla base del gameplay del titolo, ed è proprio questo il twist tutto nuovo che Dimensions introduce nella formula ormai decennale (e sinceramente fin abusata) dei titoli LEGO. Sarà infatti subito evidente come la apparentemente strana forma della base e delle sue luci non sia un elemento inutile o casuale, bensì le fondamenta della stragrande maggioranza degli intelligenti puzzle del gioco.
Grazie a una serie di particolari poteri che sbloccheremo via via infatti, le capacità peculiari dei diversi personaggi ci chiederanno di muovere le figurine tra i diversi settori della base, a volte per liberare gli eroi dall’attacco di un nemico, più spesso per sfruttare alcuni portali e muoversi nell’ambiente di gioco. Questa “dimensione” di giocabilità in più dona davvero varietà e intelligenza alle situazioni di LEGO Dimensions, specialmente nei livelli più avanzati come quello splendido dedicato a Portal 2. Inoltre si tratta di un elemento inedito in un genere dove solitamente i tag NFC sono usati solo per portare a schermo nuovi personaggi. Il rovescio della medaglia? A volte il tutto risulterà un po’ macchinoso e lento.
Di tutto e di più
LEGO Dimensions abbandona la struttura ad hub dei titoli LEGO più moderni (la città di Avengers o la Terra di Mezzo per Il Signore degli Anelli per citare un paio dei più celebri) per una più lineare a livelli. Questa perdita di complessità è più che compensata dalla qualità del level design. Ogni mondo della modalità storia del gioco è infatti ispirato a un diverso brand, che si tratti di un film, una serie di videogiochi o di un cartone animato.
Ci sono I Simpson, Ritorno al Futuro, Dr.Who, Jurassic World o Ghostbusters. Nonostante la storia nuda e cruda del titolo sia ovviamente semplice, è resa più che coinvolgente e unica dalle scorribande di personaggi ed elementi da un mondo all’altro. Quando Homer Simpson attaccato alla sua celebre palla di demolizione irromperà in una Test Chamber di Portal, non potrà non scapparvi un sorrisetto. E di citazioni di questo tipo ne troverete davvero a bizzeffe: questa è la vera punta di diamante di Dimensions.
Peccato però che, anche e soprattutto all’interno dei livelli stessi, la componente di “pubblicità” dei tantissimi pacchetti aggiuntivi che siederanno sullo scaffale di fianco allo starter pack nei negozi, è spesso imperante e fastidiosa. Volete liberare un anfratto da alcuni fantasmi? Beh, dovrete comprare la statuetta di Peter Venkman. Volete creare portali e raggiungere quel bonus là in alto? Beh, dovrete portarvi a casa la statuetta di Chell, oppure noleggiarla per qualche secondo spendendo un davvero alto numero di crediti del gioco. Lo starter pack comunque vi porterà via un buon quantitativo di ore per finire la storia principale e poi potrete anche esplorare una modalità free roam nei livelli già esplorati, ma non è mai piacevole quando i toys-to-life ci nascondono parti dei livelli che abbiamo effettivamente acquistato.
Questo però non elide le qualità di LEGO Dimensions, un prodotto che sicuramente punta ai più piccoli ma che ha abbastanza carattere per divertire anche i più grandi. Forse si poteva osare qualcosa di più dal punto di vista del gameplay, ma almeno nel design ha abbastanza idee e qualità per divertire e convincere.
Pro
- Tantissimi mondi, tantissimi eroi, tantissime emozioni
- Ottima realizzazione tecnica
- Le meccaniche col portale sono originali…
Contro
- … Ma spezzano un po’ troppo il ritmo
- Troppe boss battles
- Contenuti extra abbastanza imperanti
- Alla fine è la stessa minestra LEGO di sempre