Legacy of Kain: Soul Reaver – Recensione Legacy of Kain: Soul Reaver

La vendetta ha i canini, il suo nome è Raziel

Correva l’anno 1998 quando l’Eidos Interactive annunciò al mondo videoludico l’uscita del seguito di Blood Omen: Legacy of Kain, gioco RPG con visuale dall’alto, che narrava le vicende del nobile Kain assassinato per oscuri motivi, al quale fu offerta la possibilità di vendicarsi dei suoi aguzzini. Egli divenne così un vampiro per ritornare in vita; il tutto sullo sfondo della terra di Nosgoth popolata da mistici esseri come i “Guardiani dei Pilastri”, edifici che erano molto più di ciò che sembravano a prima vista e coi quali il nostro protagonista scoprirà poi di avere un legame che va oltre la sua immaginazione.
Al giocatore era concessa la scelta del finale ed è proprio in base ad uno di essi che è stato ideato Soul Reaver; ma andiamo con ordine: il vampiro Kain farà ancora la sua comparsa? Si, e contrariamente a quanto si potrebbe pensare, egli sarà il vostro nemico principale. Seguendo la trama del gioco precedente, egli costruirà un suo impero fatto di potenza e terrore, avendo come sede del suo trono le rovine di quelli che un tempo erano i gloriosi pilastri di Nosgoth. Nel costruire il suo impero, egli ha infuso la sua anima e il suo dono oscuro in alcuni cadaveri per resuscitarli come vampiri luogotenenti da mettere a capo delle sue schiere vampiriche. Il gioco inizia con un fantastico filmato introduttivo in CG dove Raziel, il primo dei luogotenenti di Kain, si reca a cospetto del suo signore per mostrargli il suo nuovo “dono”. Col passare dei secoli infatti, i vampiri sperimentano delle evoluzioni dei propri poteri da vampiro che li porta a diventare, come lo stesso Raziel proferisce, “sempre più divini”. L’unica regola che vigeva era che Kain doveva essere il primo a sperimentare i nuovi poteri.
Ma Raziel trasgredendo a tale regola, acquisisce per primo il dono delle ali, divenendo così il primo vampiro capace di volare. Nonostante il suo prostrarsi al cospetto di Kain in segno di fedeltà verso il suo signore, Kain, in ciò che sembra un atto di furibonda gelosia, strappa le ali al suo più fidato e potente luogotenente, incurante del fatto che lo abbia servito per un millennio. La punizione è quanto di più di terribile ci potesse essere: Raziel viene condannato ad essere gettato nel lago dei morti, luogo di esecuzione dei traditori e dei deboli dell’impero di Kain e per di più dalle mani dei suoi stessi fratelli ossia gli altri luogotenenti dello stesso. Senza alcun ripensamento per ciò che ha fatto e per quello che sta per fare, Kain pronuncia l’inevitabile sentenza: la condanna eterna di Raziel facendolo gettare nelle acque vorticose del lago, le quali bruciano la carni di un vampiro come fossero acido. Arrivato al fondo, dopo una discesa durata un’eternità, durante la quale Raziel ha provato sentimenti di rabbia verso coloro che lo hanno tradito in un atto di ipocrisia, oltre ad un dolore indicibile, egli scopre con suo grande stupore di essere ancora in vita, ma ciò che vede è solo un mostro: del suo aspetto da vampiro poco è rimasto, infatti egli non è più un vampiro succhiasangue ma un divoratore di anime. In quel momento ode una voce: è il Dio Anziano, che governa le lande di Nosgoth; nella sua saggezza ha salvato Raziel dalla completa dissoluzione e dopo avergli spiegato quanto sia dannosa l’esistenza per l’intera Nosgoth dei suoi ex-simili, gli offre di diventare il suo Angelo della Morte per porre fine alle non-vite dei vampiri per restaurare Nosgoth e offrendogli così l’opportunità di vendicarsi di Kain e dei suoi fratelli. Inizia così il lungo viaggio che porterà Raziel a scoprire il suo destino e a riscuotere presso i suoi fratelli ciò che gli devono: la loro stessa anima.

Un viaggio tra le desolate terre di Nosgoth del mondo materiale e gli eteri sotterranei del mondo spirituale…

Graficamente parlando, il gioco gode di un motore grafico che per quei tempi era davvero il massimo. Il filmato introduttivo del gioco in CG è davvero qualcosa di stupefacente, i personaggi, le loro espressioni, tutto è reso con superba maestria e regia tanto che viene da chiedersi se abbiamo comprato un gioco o un film in alta definizione. Passiamo al gioco vero e proprio: le locazioni che visiterete sono tutte di alto livello in termini di design che rispecchiano ottimamente le ambientazioni e l’atmosfere gotica che ci si aspetta parlando di esseri come i vampiri. Capiterà così di viaggiare tra castelli, edifici in rovina, templi, una necropoli e addirittura in una cittadella popolata da umani sopravvissuti dotate di serbatoi per l’acqua e appositi lampioni per la luce! Ma la vera delizia stà nel fatto che tutto sembrerà così azzeccato che non potrete fare altro che congratularvi con voi stessi per l’acquisto fatto. Come da titolo, l’avventura del nostro eroe si articola su due piani di esistenza intrinsecamente legati tra di loro: il mondo materiale e il mondo spirituale. Entrambi sono resi alla perfezione ma c’è di più: mentre nel mondo materiali certi aspetti sono tipici della nostra realtà, nel mondo spirituale quasi tutto cambia. Infatti il fuoco diventa di colore blu, le luci cambieranno anche esse colore divenendo più soft ed eteree e inoltre capiterà molto spesso di assistere alla trasmutazione dell’ambiente circostante, infatti nella dimensione materiale, dove prima c’era un pilastro alto ed irraggiungibile, in quella spirituale potrebbe cambiare forma divenendo così più basso e senza alcuna geometria, aiutandovi così nel proseguimento dell’avventura e si sarà sempre immersi in quell’atmosfera surreale che pervade tale mondo. Da notare come il tutto avvenga in realtime, senza che avvenga nessun rallentamento nel gioco e questo per l’epoca era un grandissimo risultato visto che la potenza della PSX sembrava non poter permettere prestazioni di tale livello. Infatti vedersi accerchiati dai nemici e passare al piano spirituale per sfuggirgli, sarà una scappatoia utilizzata spesso. I fatto che poi si vedono “scomparire” i nemici ( vi riapproprierete infatti del vostro corpo spirituale lasciando quello materiale) è un effetto ben riuscito sia a livello grafico (i nemici scompaiono in un effetto fade molto realistico) sia a livello tecnico (poiché il gioco non rallenta minimante). Ma oltre alle locazioni, anche i personaggi del gioco ovvero i nemici sono resi con grande cura dei particolari. Infatti in ogni locazione troverete diversi nemici, i quali avranno ognuno delle proprie caratteristiche fisiche ben definite (ad esempio nella necropoli troverete dei vampiri zombie, le cui pelli si sfaldano dal corpo, mentre nell’abbazia sommersa ci sono i vampiri capaci di nuotare dotati di pinne) senza mai perdere la loro essenza da vampiro. Inoltre il gioco è dotato di una telecamera che potrete far ruotare di 360° attorno al protagonista oppure all’occorrenza zoomare quasi in prima persona per godere più nitidamente di tutti i particolari che arricchiscono il gioco. Da notare le piccole chicche grafiche come le scie azzurre che lasciano gi artigli di Raziel quando egli attacca a mani nude oppure lo sgocciolio di sangue dei vostri nemici resi inermi dai vostri colpi. Ah, e dulcis in fundus, non ci sarà nessuna schermata di caricamento durante il gioco se non nelle fasi di caricamento del salvataggio oppure quando si inizia un nuovo gioco. Considerate le vaste ambientazioni del gioco, si rimane ancora una volta basiti per il fatto che gli sviluppatori della Crystal Dinamics hanno creato un gioco che a livello tecnico è davvero qualcosa di eccezionale.

Musiche epiche e suoni da brivido

Il sonoro è un’altra nota lieta di Soul Reaver: molte sono le musiche avvincenti che ben si sposano con le ambientazioni in cui vi muoverete. Tra esse spicca sicuramente Ozar Midrashim di Kurt Harland che si ascolta nel video iniziale del gioco e che viene ripresa anche durante alcune parti del gioco. Ma anche le musiche come quelle che si ascoltano nelle città delle ceneri o alla già citata necropoli ben rendono l’idea gotica del gioco. Per non parlare del mondo spirituale dove si odono sonorità da ambiente popolato da spettri, anzi in alcuni punti il silenzio sarà anche più eloquente di qualsiasi altra cosa. Anche i suoni sono di ottima fattura: dal rumore delle cascate in luogo che vi sarà molto familiare fino al rumore dei blocchi di pietra che sposterete, tutto è reso fedelmente. Altro fattore positivo è il doppiaggio: benché nella versione italiana s’è fatto il possibile per associare le voci giusti ai personaggi, nella versione americana il doppiaggio è davvero da oscar, doppiatori come Simon Templeman (Kain), Michael Bell (Raziel) e l’ormai compianto Tony Jay (Dio Anziano) da soli riescono ad elevare a qualità da oscar i dialoghi del gioco, davvero una delizia per i più appassionati.

Angelo della Morte al servizio di Dio o semplice vendetta?

Il gioco inizia esattamente dove vi lascia il filmato introduttivo e ciò non era che la punta dell’iceberg. Dopo essere, è proprio il caso di dirlo, “riemersi” dal mondo sotterraneo, vi troverete di fonte ad una nuova Nosgoth. Niente è più come prima, lo stesso Raziel si avvede di ciò; tutto è cambiato dall’istante della sua morte apparente e l’impero di Kain è ormai allo sfacelo come noterete ben presto. Il dio Anziano vi metterà al corrente di tutto quello che è cambiato durante il lungo sonno di Raziel sul fondo dell’abisso e capirete che la vostra missione è assolutamente necessaria per ripristinare l’equilibrio di Nosgoth. Mentre sarete alla ricerca della vostra vendetta, non mancheranno tanti colpi di scena che colpiranno nel profondo l’animo e la coscienza di Raziel, alcuni accompagnati dalle spiegazioni del Dio Anziano che spiega come i vampiri e l’egoismo di Kain abbiano portato alla rovina più totale Nosgoth; non mancheranno dei riferimenti anche al gioco precedente che solo chi ci ha giocato potrà cogliere, ma che per i nuovi giocatori non costituiranno un problema per comprendere la trama, anche se un viaggio per ottenere la propria vendetta sembra qualcosa di già visto, in Soul Reaver niente è come sembra e lo si capirà avanzando nel gioco. In definitiva una trama eccellente, che non mancherà di tenervi sulle spine.


Pronto? Mi servirebbe un divoratore di anime, ho dei vampiri che mi infestano la città

La giocabilità è davvero qualcosa di unico. I creatori avevano ben pensato di non rendere la fase esplorativa del gioco difficile come quella di Tomb Raider (altra pietra miliare della Eidos) né di renderlo un action game senza complessità come Metal Gear Solid ad esempio, e ci sono riusciti in pieno. Infatti, dopo un breve tutorial in cui imparerete a sfruttare i poteri base del nostro vampiro, come ad esempio l’uso delle sue ali rovinate per planare da una piattaforma all’altra, il gioco dimostrerà come ci siano degli enigmi in delle stanze da risolvere, che spaziano dallo spostare un masso di pietra per raggiungere entrate altrimenti impossibili fino a ricostruire un’immagine complessa sempre tramite i suddetti blocchi. L’eccessività di numeri di enigmi concernenti i blocchi può essere considerato un difetto, ma niente che possa condurre alla nausea, in quanto ci sarà anche da ragionare su come usare la facoltà del nostro eroe di spostarsi tra i due mondi paralleli per uscire da situazioni che all’apparenza possono sembrare di stallo. Ad esempio nel mondo spirituale il tempo è fermo e se attivate l’interruttore di una porta a tempo, andando nel suddetto mondo potrete attraversare la porta prima che essa si richiuda, oppure sfruttare il fatto che l’acqua, punto debole dei vampiri, non ha consistenza nel mondo spirituale e potrete così attraversare dei laghi sul fondo senza bloccarvi sul da farsi. Passiamo alla fase dei combattimenti: Raziel conosce bene i punti deboli dei suoi nemici e saprà benissimo come sfruttarli, non mancheranno infatti le occasioni per impalare con delle picche i malcapitati vampiri che vi si porranno davanti, oppure di gettarli nell’acqua e lasciarli bruciare. Il tutto condito da un buon sistema di puntamento del nemico e di evasione degli attacchi. Oltre ai nemici, i vampiri saranno anche la fonte della vostra energia:dopo averli uccisi dovrete divorare le loro anime per recuperare le forze; col proseguire dell’avventura e con l’uccisione dei boss, acquisirete nuovi poteri, molti dei quali vi aiuteranno perlopiù nell’esplorazione ma altri, come la Soul Reaver, vi trasformeranno in una vera macchina da guerra. A questi vanno ad aggiungersi la presenza dei cosiddetti “Glifi”, incantesimi di natura elementare e non che implicheranno una deviazione dal vostro cammino verso la vendetta ma che vi potenzieranno ulteriormente in vista di scontri difficili. Anche se ad un certo punto diverrete quasi semi-onnipotenti e la sfida offerta dal gioco calerà in maniera vistosa. Ci saranno anche alcuni manufatti che una volta raccolti vi permetteranno di aumentare la vostra energia e i vostri punti magia per scagliare i glifi. Insomma, il gioco è davvero vasto e molto vario, farcito da numerose sidequest che aumentano il valore del gioco.

In conclusione

Come ogni cosa bella, anche Soul Reaver presenta delle lacune, ma non sono niente di grave: il gioco è uno di quelli da bersi tutto d’un fiato, una volta finito difficilmente ci ritornerete sopra, visto che tutto quello che c’è da scoprire è da ricondursi al potenziamento di Raziel, il quale di per sé è già abbastanza potente e a meno che non siate degli ammazzavampiri di professione, essere semi-invincibili non vi inciterà più di tanto al massacro indiscriminato dei nemici visto che nessuno di essi è inarrestabile. Un altro punto a sfavore è da ricercarsi negli enigmi, i quali implicano molte volte l’utilizzo di blocchi di pietra, ma stiamo davvero andando a raschiare il fondo del barile: ciò che forse può davvero deludere è il finale del gioco ma a questo i programmatori hanno posto rimedio coi due sequel usciti successivamente che approfondiscono ulteriormente la storia di Raziel e di Nosgoth.
Soul Reaver è da considerarsi sicuramente una pietra miliare nel panorama degli action game per PSX. Ricordo con chiarezza i vari ritardi che subì il gioco affinché i programmatori potessero renderlo semiperfetto e il gioco è valso la candela. L’acquisto è caldamente consigliato a chi cerca un gioco per passare delle ore immersi in una trama di alto livello e con una giocabilità che non annoia quasi mai (fin quando non lo si finisce ovviamente).

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