Legacy of Kain Soul Reaver 1-2 Remastered | Recensione

Recensito su PlayStation 5

Legacy of Kain Soul Reaver 1-2 Remastered

Alzi la mano chi, come me, ha gioito all’annuncio dell’arrivo di Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered durante lo State of Play di Sony e alzi la mano chi, sempre come me, ha sentito quel senso di rammarico per non aver avuto un vero e proprio remake anziché una rimasterizzazione dei due titoli, nati dalla talentuosa Amy Heggin, che hanno affascinato gli adolescenti dell’epoca.

Legacy of Kain: Soul Reaver fu un gioco che, nel 1999, era molto avanti sia per narrazione che per meccaniche di gameplay, basti solo pensare al passaggio tra il regno materiale e quello spettrale per la risoluzione degli enigmi o, semplicemente, per il proseguo del cammino del giocatore.

In occasione dei venticinque anni dell’originale Soul Reaver, Crystal Dynamics e Aspyr ripropongono i due capitoli del 1999 e del 2001 con protagonista Raziel in una veste rinnovata principalmente dal punto di vista dei modelli dei personaggi e con dei controlli aggiornati.

Con questa operazione di rinnovamento e anche di preservazione di due titoli, che hanno fatto la storia di PlayStation, gli sviluppatori hanno voluto creare anche una raccolta di contenuti extra molto ricca e interessante, che farà felici molti fan della serie. Vediamo quindi, con questa recensione, se il ritorno nelle terre di Nosgoth vale il prezzo del biglietto.

Legacy of Kain Soul Reaver 1-2 Remastered | Io sono Raziel

1500 anni dopo gli eventi di Blood Omen: Legacy of Kain, il vampiro Kain si autoproclama re di Nosgoth e, per creare la sua legione, genera dei vampiri usando il suo stesso sangue e così Raziel e i suoi fratelli dominarono sulla terra ormai in rovina.

Ma un giorno, Raziel si presenta davanti al suo sire con un paio di ali, segno che il processo evolutivo del vampiro è più sviluppato rispetto a quello di Kain. Quest’ultimo, preso dalla gelosia e dall’invidia strappa le ali del suo primo figlio e lo getta nel lago dei morti come punizione.

Dopo aver marcito per secoli, Raziel viene resuscitato da un dio dormiente e intraprende un cammino di vendetta per cercare i suoi fratelli e ucciderli prima di fare lo stesso con Kain.

La trama del gioco non è particolarmente complessa, riprende la struttura di base del suo predecessore uscito nel 1996. Di base, il protagonista riportato in vita da un’entità superiore in cerca di vendetta.

Pochi conoscono la vera origine di Soul Reaver, che prima di far parte della saga di Legacy of Kain, era nato come Shifter, una nuova IP ispirata all’iconico poema di John Milton, Paradise Lost, dove al posto dei vampiri si parlava di un’angelo caduto. Successivamente, per via dei problemi legali dei diritti tra Crystal Dynamics e Silicon Knights, il gioco venne cambiato in un sequel di Blood Omen. (Se volete saperne di più, qui trovate il nostro editoriale sull’intera saga).

Amy Heggin con Soul Reaver mostrò un talento cinematografico che era raro nelle produzioni dell’epoca, andando a toccare temi filosofici come il libero arbitrio, la predestinazione e la violenza ciclica, che danno vita a una narrazione fantastica costruita magistralmente in entrambi i titoli.

La scelta di racchiudere insieme Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 in un unico pacchetto è ancor più giustificata perché i due titoli fanno parte di un’unica trama, questo è dovuto dal fatto che il primo Soul Reaver venne troncato sul finale, per motivi di tempo e capacità limitate della prima Playstation, spostando tutto il contenuto, di gameplay e narrativo, nel secondo capitolo uscito per Playstation 2.

I paradossi di Soul Reaver 2

Legacy of Kain: Soul Reaver 2 è un sequel più grande e migliore sotto ogni punto di vista, e molto più ambizioso nel suo approccio alla narrazione cinematografica. Il primo Soul Reaver raccontava, attraverso cutscene di dimensioni ridotte, una storia di tragedie e sotterfugi politici, mentre Raziel cercava di vendicarsi del suo ex maestro, Kain.

Soul Reaver 2 porta avanti questa storia, partendo proprio dal punto in cui si fermava il primo capitolo, in un intreccio che si snoda in diverse ere temporali e che pone domande sul destino e sul libero arbitrio.

Mentre nel primo gioco la vendetta è un tema molto sentito, in questo sequel Raziel affronta la sua corruzione, andando alla radice della sua angoscia e del suo sentimento di tradimento, prima di scegliere una strada diversa.

Legacy of Kain Soul Reaver 1&2 Remastered - Reaver 2
Soul Reaver 2 è cruciale per capire gli eventi solamente accennati nel primo capitolo

Un lifting bello a metà

Se dal lato narrativo Aspyr non ha toccato nulla, le novità principali che sono state apportate sono per lo più estetiche. A Nosgoth e ai protagonisti è stato svolto un lavoro di svecchiamento non da poco, soprattutto per quanto riguarda il primo capitolo.

Con la semplice pressione di un tasto è possibile passare dalla nuova veste grafica alla vecchia, per notare subito il gran lavoro svolto dagli sviluppatori – un po’ come accadeva nella remastered dei primi tre Tomb Raider, sempre a cura di Asypr – C’è stato un bel lavoro nell’illuminazione e nel mettere in risalto elementi di level design che nell’originale di perdevano nelle varie texture oltre a una palette cromatica migliore.

Menzione d’onore va fatta ad una gestione della telecamera attraverso lo stick analogico destro e non più destinata ai tasti dorsali. Questo rende una quality of life delle inquadrature decisamente migliore, a meno che non dobbiate spostare i massi, ma ne parleremo più avanti.

I modelli dei personaggi sono stati totalmente rifatti e appaiono decisamente al passo con i tempi, specialmente per quanto riguarda il personaggio di Raziel, che è stato utilizzato per entrambi i titoli in modo tale da rendere i giochi coerenti artisticamente.

Anche i nemici, sia boss che minori, hanno avuto un bel rinnovamento e non sembrano più un insieme di pixel dove non si capiva dove fossero gli occhi e la bocca, l’unico che il rinnovamento può aver fatto del male è il personaggio di Kain, che risulta un pupazzone inespressivo.

Peccato che per quanto questo lavoro sia apprezzabile per il primo capitolo, non si può dire lo stesso col suo sequel che, a parte la modifica ai modelli dei personaggi, non tutti centrati, il lavoro svolto sulle texture degli ambienti avrebbe necessitato una perizia maggiore perché i cambiamenti sono solo presenti su minimi dettagli o addirittura peggiorativi rispetto all’originale.

Legacy of Kain Soul Reaver 1-2 Remastered - kain
Non tutti i personaggi aggiornati risultano credibili, Kain è uno di questi

Un Gameplay per vecchi

Il gameplay di Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered è praticamente lo stesso di 25 anni fa, con pregi e soprattutto difetti.

Il combat system ha degli assets molto elementari, con un attacco di base e la schivata, basta puntare il nemico e ucciderlo con una combo semplice. Mentre in Soul Reaver 2, fu aggiunto un’attacco pensante con la pressione del tasto triangolo, oltre alla combo base con quadrato.

Le abilità speciali e i poteri elementali non bastano per rendere meno monotono un combat system che già ai tempi risultava monotono e per la maggior parte delle volte si evitava lo scontro diretto con i vampiri in giro per Nosgoth andando direttamente verso la meta senza problemi.

Uno degli aspetti fulcro di entrambi i titoli è la risoluzione degli enigmi ambientali per andare avanti nel gioco, alcuni di essi sono decisamente complicati da risolvere, ed era questo l’elemento che allungava la longevità dei titoli. Il non avere nessun’indicazione, spingeva i giocatori a provare diverse soluzioni attraverso l’utilizzo dei due regni e i consigli dei personaggi che aiutavano Raziel nel suo viaggio.

Aspyr ha aggiunto dei piccoli suggerimenti, come un’icona sugli oggetti da spostare e dei consigli scritti in aree dove, a prima vista, possono sembrare un vicolo cieco. Una quality of life migliore per i nuovi giocatori che non saranno costretti a vagare per ore senza sapere cosa fare che, fortunatamente, i veterani possono disattivare nell’apposito menù nelle opzioni.

Per quanto riguarda la gestione della telecamera, ci sono gioie e dolori. Per quanto il poter gestire la telecamera con lo stick destro risulta comodo in generale, in Soul Reaver che fu pensato con una gestione della camera diverso risulta tutto abbastanza legnoso.

Se nell’esplorazione può aiutare, in particolare nelle fasi in volo, ma non si può dire lo stesso durante i puzzle risolvibili spostando i vari massi sparsi nelle aree, e sono tanti.

In queste fasi, lunghe e tediose, ci si può trovare ad avere la telecamera bloccata in un punto perché, mentre si sposta l’oggetto, bisogna tenere premuto il tasto azione e di conseguenza non è possibile muovere l’inquadratura per capire dove andare.

Tutto questo comporta in una risoluzione dell’enigma legnosa in quanto per girare la camera il giocatore dovrà fermarsi e riprendere il lavoro una volta sistemato l’angolo di visione.

Contenuti extra e livelli tagliati

Un grande punto a favore va alla presenza di tantissimi contenuti extra. In Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered sono presenti diversi contenuti aggiuntivi, come la galleria delle immagini, sia ufficiali che di fan art, un riproduttore musicale con la colonna sonora di entrambi i titoli e chicca finale, che farà felici i fan di vecchia data, i livelli scartati giocabili.

Ovviamente questi livelli sono esplorabili in parte, ma è possibile ammirare quanto contenuto poteva essere inserito nel primo gioco. Come, ad esempio, la possibilità di combattere il boss Turel, l’ultimo fratello di Raziel inserito poi in Legacy of Kain: Defiance.

Questi contenuti appagheranno tutti i fan della serie e che potranno far avvicinare anche i nuovi giocatori potendo recuperare tutto il materiale promozionale che girava all’epoca, con tanto di retroscena sul doppiaggio e la lore della storia in maniera dettagliata.

Inoltre è stato preservato e inserito il doppiaggio in italiano originale del 1999, con esattamente la traccia senza nessuna modifica, che farà la gioia dei giocatori che hanno potuto sentire le voci di Raffaele Fallica nel ruolo di Raziel, Sergio Grasso nel ruolo di Kain e di Vittorio Bestoso nei panni del Dio anziano, nell’epico filmato introduttivo del primo Soul Reaver che, ancora oggi, risulta uno dei migliori mai realizzati.

In conclusione

Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered che trovate su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC e Nintendo Switch, è un pacchetto di pietre miliari ben confezionato e ben preservato ma che non riuscirà a far breccia nei cuori dei nuovi giocatori per via delle sue meccaniche che non sono invecchiate benissimo.

Aspyr sembra essere riuscita a fare un lavoro a metà con un processo di ammodernamento visivo che giova solo per il primo capitolo, meno per il secondo. I contenuti extra sono un fattore aggiunto molto gradito e farà la gioia di molti veterani che, sicuramente avrebbero gioito di più se la saga di Kain e di Raziel avesse ricevuto un remake vero e proprio.

Consiglio, prima di giocare questa remaster, di recuperare anche il prequel Blood Omen: Legacy of Kain e Blood Omen 2, entrambi presenti sullo store di PlayStation che permetteranno, a chi volesse immergersi nella bellissima trama della saga di Legacy of Kain, di avere un quadro completo su tutta la storia dei suoi due protagonisti.

7.5
Un gradito ritorno di una saga epica

Pro

  • Modelli dei personaggi ben rinnovati
  • Ottimi contenuti extra
  • Il doppiaggio italiano originale è presente

Contro

  • Gestione della telecamera zoppicante
  • Soul Reaver 2 poco rifinito
  • La bussola presente a schermo non aiuta l'orientamento
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