Layers of Fear 2 – Recensione
Nel 2016 Layers of Fear ci condusse all’interno di una fatiscente magione appartenente a un pittore tormentato da un misterioso passato e la cui integrità mentale, prossima al tracollo, valicava il confine tra realtà e illusione. Con Layers of Fear 2 torniamo a quelle atmosfere horror-psicologiche che caratterizzarono la precedente opera dei polacchi Bloober Team, tuttavia non siamo di fronte a un canonico sequel, ruolo svolto in parte dal DLC Inheritance, quindi i due titoli risultano slegati tra loro. L’unico punto di collegamento, al di là di qualche citazione, è il continuum tematico in cui l’artista travalica il confine tra genialità e follia cercando di realizzare il suo capolavoro, la sua opera massima che lo consegnerà alla storia.
La settima arte
Il set, ed è proprio il caso di dirlo, di Layers of Fear 2 è un’imponente nave da crociera in cui seguiremo le vicende di un famoso attore di Hollywood scritturato da un eclettico e alquanto misterioso regista. Per far entrare nella parte il suo attore, il regista ha predisposto che diverse zone della nave siano interdette al resto dei passeggeri facendo quindi in modo che cabine, corridoi e ponti possano essere utilizzati come set cinematografici. Al di là dei passeggeri, fin da subito si evince che saremo completamente soli: nessun membro della troupe, nessun figurante e nessun altro attore farà la sua comparsa. Siamo dunque certi che ci sia qualcun altro a bordo? Mentre si moltiplicano i dubbi, l’unica presenza umana è garantita da tracce scritte: frammenti e documenti vari saranno sparsi per le tante location di gioco e ci aiuteranno a comporre i pezzi di un inquietante mistero.
Andremo quindi a seguire la storia del nostro attore grazie alle note lasciate dal suo agente, scopriremo eventi legati al nostro regista, forse il vero protagonista della vicenda e deux ex machina che guiderà i nostri passi con la sua inquietante voce fuori campo. La trama si rivela un interessante intreccio di varie storie, tra le quali spiccano le vicende di Lily e del fratello minore James, probabilmente fuggiti da casa o orfani nascosti all’interno della nave (la nostra? una nave del passato?) e che nella loro avventura piratesca, al confine tra gioco e realtà, intrecceranno i loro passi furtivi con quelli del nostro attore. Inoltre, in maniera più marginale, scopriremo alcuni dettagli della vita di bordo e della crew misteriosamente scomparsa, in quello che si presenta come un vorticoso e surreale passaggio tra realtà e sogno, tra presente e passato.
Una tranquilla passeggiata nell’oscurità
Inutile girarci attorno, a livello di gameplay Layers of Fear 2 è un classico walking simulator horror privo di inventario (salvo qualche oggetto in sovrimpressione) e con limitate possibilità di interazione (porte, cassetti, oggetti ecc.). I pochi enigmi non si dimostoreranno ostici anche per i neofiti delle avventure grafiche ed è chiaro che lo scopo degli sviluppatori è quello di focalizzare l’attenzione del giocatore sul background narrativo e sull’esperienza surreale che caratterizza il titolo. Costellato di jump scare, sia visivi che sonori, Layers of Fear 2 riesce a spaventare in maniera efficace grazie al buon tempismo scenico e ad alcune fasi action, verà novità del titolo. A differenza del predecessore sarà infatti possibile perdere la vita e ricominciare dall’ultimo checkpoint in alcune situazioni chiave — va sottolineato però che l’azione sarà contraddistinta esclusivamente dalla fuga e dal bloccare il proprio spettrale inseguitore. Giocare il titolo in un ambiente buio e con indosso un paio di cuffie sovraurali, come suggerito dagli stessi sviluppatori, per apprezzare al meglio il comparto sonoro binaurale, renderà l’esperienza horror e visiva ancora più appagante. La semplicità del gameplay avrà il suo contraltare dunque nella trama, volutamente frammentaria e interpretabile, e che riesce a compensare le mancanze di vere e proprie fasi esplorative e l’assenza di enigmi mediamente complessi.
Come nel primo titolo della serie, avremo anche qui una safe zone, questa volta rappresentata dai nostri alloggi, in cui ci ritroveremo ogni volta che completeremo uno dei cinque atti che compongono Layers of Fear 2. All’interno della cabina di lusso del nostro attore troveremo i collezionabili raccolti (poster, memorabilia, diapositive e oggetti rinvenuti dal mare grazie all’uso del telescopio) e vedremo la progressiva costruzione del personaggio. Esatto, a differenza di Layers of Fear, dove ogni capitolo andava ad aggiungere un dettaglio al quadro dell’artista, in questo caso comporremo il nostro alter ego cinematografico, che altri non è se non un tipico pupazzo di legno, identico ai tanti che andremo a incontrare nel nostro viaggio surreale tra i corridoi della nave.
Azione!
Prima di completare ogni capitolo entreremo in sala di registrazione, contraddistinta dal bianco e nero, e andremo a seguire il copione dettato dal regista. In queste rare occasioni potremo compiere delle scelte, ovvero se seguire o meno la parte già scritta, e presumibilmente influenzare il finale, o agire contro le direttive imposte dall’alto. Come il suo predecessore, anche Layers of Fear 2 presenta finali multipli ma attualmente non è chiaro quali azioni, tranne le sopracitate, possano influenzare il nostro destino e quindi il finale. In ogni caso questa possibilità allunga la longevità di un titolo di base piuttosto breve e terminabile in 4-5 ore scarse. Va da sé che i più esigenti sapranno passare diverse ore alla ricerca di tutti gli oggetti, poster e azioni necessarie per sbloccare achievement e trofei.
A livello tecnico Layers of Fear 2 si avvale di un discreto uso dell’Unreal Engine ma si notano alcuni sbalzi qualitativi a seconda degli ambienti, tuttavia è apprezzabile la fluidità e la possibilità di selezionare i 30 o i 60 fps, anche se a essere onesti la differenza non è così palpabile come ci si aspetterebbe. Discorso differente va fatto per il già citato comparto sonoro, davvero ben riuscito e coinvolgente in tutti i suoi aspetti: dal più semplice scricchiolio fino al doppiaggio e alla colonna sonora, l’audio dietro a Layers of Fear 2 alza l’asticella qualitativa del prodotto di parecchie spanne e saprà coinvolgerci e regalarci ben più di un balzo dalla sedia.
Layers of Fear 2 è senza dubbio un ottimo horror, dotato di una solida e interessante narrativa e capace di coinvolgere grazie a diversi spunti interessanti. Tuttavia, di base, rimane un walking simulator difficilmente appagante per i fan dell’esplorazione e degli enigmi ingarbugliati. Nonostante ciò, grazie alle sue peculiarità audiovisive e narrative, sarà una gioia per gli amanti dell’horror psicologico e sovrannaturale e per chi cerca una trama non semplice ma da scoprire. Grazie al paziente studio degli indizi lasciati da Bloober Team nelle tante stanze e sale che compongono quest’immensa nave-set cinematografico andremo infatti a comporre un quadro interessante e complesso. Siamo di fronte a un degno successore di Layers of Fear? Assolutamente, ma c’è di più, Layers of Fear 2 si dimostra un attestato d’amore verso il cinema e l’esperienza horror in generale.
Pro
- Atmosfera horror davvero ben riuscita
- Trama interessante e non banale
- Comparto sonoro di altissimo livello
Contro
- Rimane un walking simulator
- Pochi semplici enigmi
- Qualità grafica altalenante