Lantern Recensione
Dopo il discreto successo di NERO, Storm in a Teacup ci propone Lantern, gioco che per certi versi, sopratutto cromatici, rimanda molto al precedente titolo dello sviluppatore.
Lantern tuttavia è molto diverso sotto tutti gli altri aspetti: il gameplay in primis come vedremo tra poco. L’abbozzo di trama prende il via dalle vicende di una triste e misteriosa principessa, talmente depressa da aver ammorbato il mondo di grigia infelicità. Tutti i livelli infatti sono resi in toni di grigio a sottolineare appunto questa tristezza generalizzata, finché un giorno qualcuno accende una lanterna magica, capace di volare seguendo le correnti del vento e in grado di accendere tutte le altre lanterne sparse nel mondo per riportare gioia e colore. Tutto molto bello a parole, un po’ meno nei fatti.
Diciamo subito che Lantern è pensato strizzando un occhio alla VR, ma rimane perfettamente godibile anche senza, a patto di usare un pad. Il level design presenta degli ambienti a tema, abbastanza vari e riempiti con vegetazione ed edifici in grado di dare a ciascuno una connotazione tipica.
L’atmosfera generale è di chiara ispirazione orientale sia nei panorami che in alcuni passaggi musicali e in certe sezioni di Lantern sembra quasi di volare attraverso veri e propri origami. Lo scopo principale di Lantern é quello di attraversare i vari livelli volando e cercando tutte le lanterne nascoste: via via che si ci si addentra nel livello aumenta la porzione colorata e si ha a disposizione anche una specie di “boost” per colorare più velocemente una certa zona.
Il tutto supportato da una colonna sonora rilassante e nel complesso più che adatta allo scopo. L’inghippo di Lantern risiede purtroppo nel modo stesso in cui è concepito il gioco, nel senso che non è realmente un gioco.
Si tratta infatti di una idea che può piacere o meno, ma che a conti fatti si risolve in sessioni di media lunghezza, volteggiando più e più volte nella stessa zona per cercare quella lanterna mancante a completare il livello. Per alcuni può essere una esperienza rilassante e soddisfacente osservare il mondo prendere colore, ma in Lantern il confine tra rilassante e noioso è molto labile.
Graficamente parlando poi Lantern non brilla certo per originalità, e sebbene si noti una certa ricercatezza nel design, il comparto grafico presenta alcune incertezze nonché qualche porzione di livello afflitta da notevole aliasing.
Va comunque detto che la scelta stilistica dei colori e di certe ambientazioni, sopratutto quelle serali, al tramonto e invernali rappresenta davvero un colpo d’occhio suggestivo e molto ispirante nonostante alcuni evidenti difetti e una grafica un poco datata. L’esperienza videoludica globale potrebbe trarre ulteriore beneficio da una colonna sonora più varia, nonostante quella originale svolga bene il suo lavoro, poter importare la propria playlist sarebbe un bel passo avanti.
Lantern è una produzione a sé. Una storia raccontata tramite cutscenes e livelli scorrevoli e lineari. Una esperienza alternativa e un ottimo svago sulle prime, che però poi lascia il giocatore con la sensazione di completare dei livelli futilmente. Senza dubbio una idea interessante, peccato per la realizzazione piatta e a tratti ripetitiva e la scarsa rigiocabilità. Per alcuni può comunque rappresentare un discreto medoto per staccare dal quotidiano e svagarsi un attimo senza pensare troppo.
Pro
- Ritmo pacato
- Immersivo e tranquillo
- Alcuni livelli molto suggestivi
Contro
- Diventa presto ripetitivo
- Dettaglio tecnico altalenante
- Scarsa rigiocabilità