Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk – Recensione
Nippon Ichi Software è ben nota agli amanti dei JRPG, vista e considerata la lunga lista di titoli che può vantarsi di aver partorito nel corso del tempo, sia a livello di sviluppo, sia di pubblicazione. Purtroppo però, moltissimi figli erano rimasti in patria senza mai vedere la luce della localizzazione occidentale, almeno fin quando non è nato il ramo a stelle e strisce, chiamato NIS America, che ha coronato il sogno di molti di noi feticisti di numeri e statistiche.
Se la lista di prodotti di NIS nel corso del tempo è costantemente aumentata in numero ed esperienza, così costante non è stata anche la qualità. Dobbiamo sicuramente accendere un cero per Disgaea, che ha rinfoltito la schiera dei JRPG strategici con titoli di buona qualità, e per Yomawari che stranamente si è discostato dal chiodo fisso di Nippon Ichi per i giochi di ruolo, regalandoci un Night Alone e Midnight Shadows che hanno portato avanti quel poco che c’era da portare avanti di PlayStation Vita.
Dopo un The Longest Five Minutes che ci ha convinti veramente poco e un altrettanto quasi deludente The Witch and the Hundred Knight 2, NIS ci riprova con Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk, uscito il 18 settembre su PlayStation 4, PS Vita (ebbene sì), Nintendo Switch e PC, un altro JRPG con l’estetica e le caratteristiche base a cui la software house ci ha ormai abituati, ma che cerca di rinnovarsi e innalzarsi in qualità.
Atipicità
In Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk impersoneremo un libro. No, non vi siete sbagliati a leggere e io non sono sotto metanfetamine. O almeno credo.
La storia inizia con Dronya, aka Baba Yaga, una famigerata e terribile strega che insieme alla sua apprendista, Luca, si trasferisce nella piccola cittadina di Refrain, in quanto convocata dal governatore locale per indagare su un misterioso pozzo apparso in città da cui si sprigiona del potente miasma. Al di sotto del citato pozzo è presente una serie di labirinti interconnessi tra loro a formarne uno di dimensioni epocali e specialmente mortale.
Proprio per questo motivo, per esplorarlo Dronya decide di utilizzare il Tractatus de Monstrum, un libro magico particolarmente potente che ha acquisito un’anima, diventando quindi un essere vivente, e che è in grado di creare e governare dei Puppet, o pupazzi. I puppet saranno le nostre effettive pedine da battaglia e ne esisteranno di sei classi diverse, tutte improntate verso determinate caratteristiche (prettamente fisiche o magiche, ma con diverse varianti), come in ogni buon gioco di ruolo.
La possibilità di personalizzazione è vastissima e aumenta man mano che si progredisce nel gioco. Oltre al poter variare (anche se poco) l’estetica dei personaggi, ci viene concesso di scegliere la natura, che determina le caratteristiche base e la crescita delle stat, oltre alle abilità di partenza e molto altro. Potremo quindi creare due marionette della stessa classe, ma completamente diversi tra loro man mano che saliranno di livello.
Un’altra peculiarità di Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk è il numero dei membri del party. Differentemente da qualsiasi altro JRPG, in cui saremo a comando di un numero limite ben definito di personaggi (variabile da quattro, massimo cinque o sei, generalmente parlando), nel titolo NIS avremo a disposizione numeri sempre crescenti di Puppet man mano che si proseguirà nel gioco, fino ad arrivare a più di una dozzina. Tutto ciò sarà possibile col sistema delle Coven, letteralmente dei patti a cui le nostre marionette potranno unirsi e che noi potremo schierare in battaglia. Concettualmente saranno le Coven a combattere, non tanto i singoli personaggi. Esisteranno Coven a cui potranno essere associati anche tre puppet, creando un party estremamente variegato e numeroso. Capirete bene quindi quanto le possibilità strategiche aumentino a dismisura.
Singolarità
La parte di esplorazione del dungeon di Refrain è una delle cose più divertenti del titolo. NIS ha distrutto qualsiasi idea di level design con l’inserimento di una singola abilità, il Wall Breaker con cui potrete letteralmente abbattere i muri del dungeon per creare shortcut o per trovare stanze segrete altrimenti inaccessibili. Certo, dovrete essere disposti a lunghe sessioni di backtracking, in quanto diverse delle aree nascoste di un piano conterranno nemici ben più forti del vostro party attuale e dovrete quindi prendere l’amara decisione di tornare successivamente. Un backtracking non necessariamente frustrante, ma che sicuramente potrà dar noia a molti.
Il problema principale di questa “distruzione” del level design è che non si limita solamente a strade secondarie che portano, magari, a forzieri nascosti contenenti equipaggiamenti speciali, ma spesso viene utilizzata anche per far proseguire la storia. Vi ritroverete quindi a girare per ore e ore sugli stessi piani alla ricerca di quel singolo muro che ancora non avete abbattuto per trovare quella singola stanza che contiene un singolo forziere indispensabile per proseguire la trama.
E visto che ci siamo, parliamo proprio della trama. Per portarla avanti dovrete svolgere i compiti che Dronya vi assegnerà, dal trovare un particolare oggetto alla semplice e pura esplorazione dei piani. Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk propone una storia sicuramente non originalissima, ma vi getta sopra un’ombra di maturità e cinismo che sapranno catturare l’attenzione. Si parla di morte, di violenza, c’è anche una scena di un tentativo di stupro, seppur lo si voglia far passare con leggerezza. Non la classica favola piena di colori e luce, insomma.
Una maturità che si rispecchia anche sui personaggi principali, specialmente su Dronya: cattiva, acida, spocchiosa e arrogante, non esiterà a punire Luca quando sbaglia e, nonostante il gioco poi voglia farci ricredere su di lei, la si può facilmente accomunare a una vera Strega. Amabile in tutto e per tutto, quindi.
In tutto il resto, Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk è pieno, strapieno, di elementi e caratteristiche. Potremo sbloccare nuove abilità per l’esplorazione acquisendo Mana nel dungeon, poi scambiabile con Dronya che ci donerà le sue Witch Petition (ricorrenti nei giochi NIS e presenti, ad esempio, in The Witch and the Hundred Knight), con le quali potremo ottenere moltissimi benefici, nuove possibilità di crescita per i Puppet e molto altro ancora. È pur vero, però, che questa mole di contenuto ci viene in gran parte sbattuta in faccia fin dall’inizio, con un’ingente quantità di informazioni che vengono rigettate nella prima ora di gioco e che, vi assicuriamo, possono risultare parecchio confusionarie.
Un’altra piccola pecca del titolo è la varietà dei nemici: nei dungeon saranno presenti sempre gli stessi quattro o cinque tipi, più un boss finale che spesso diventa midboss nei dungeon successivi. Seppure siano tutti abbastanza carini e ispirati, come l’estetica generale del titolo in realtà, dover passare diverse ore a grindare sempre gli stessi sprite svilisce un po’ la varietà generale del gioco.
Una piccola lode alla soundtrack e al doppiaggio, disponibile sia in lingua giapponese sia inglese, con quest’ultimo veramente ben realizzato pur trattandosi di un titolo di nicchia. Mancano i sottotitoli italiani, come da prassi per i giochi pubblicati da NIS America.
Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk è un JRPG che saprà soddisfare tutti gli amanti del genere, in particolare i feticisti dei numeri e delle statistiche. Con una buona componente esplorativa e un combattimento a turni piuttosto classico, il titolo di Nippon Ichi ha saputo aggiornarsi ed elevare alcune delle sue peculiarità, creando un titolo interessante sotto ogni punto di vista, seppur non esente da difetti. Se la progressione a volte potrà sembrare difficoltosa e combattere sempre gli stessi nemici un po’ snervante, le soddisfazioni non tarderanno comunque ad arrivare, anche grazie allo sviluppo di una trama sicuramente non originale, ma interessante e oscura. E ricordatevi che non parliamo di una delle fiabe a cui ci ha abituati la Disney: qui la Sirenetta diventa spuma.
Pro
- Personalizzazione praticamente infinita
- Storia interessante e matura
- Dronya
- Esplorazione del dungeon divertente...
Contro
- ... ma che spesso può essere frustrante
- Progressione non sempre intuitiva
- Grande mole di contenuti spiegata troppo velocemente