Knights and Bikes – Recensione
È un periodo di evidente revival degli anni ’80 nel mondo del cinema e della televisione, con grandi produzioni come Stranger Things, il prossimo Ghostbusters o magari il nuovo e promettente arrivo su Netflix Dark Crystal. Nel giardinetto pixelloso dei videogiochi, dove l’innovazione tecnologica è spesso preponderante e le storie tendono molto più spesso al futuro rispetto che al passato, questa ondata non si è vista; tuttavia, Foam Sword Games è oggi qui a presentare l’adorabile Knights and Bikes, un’avventura dai toni molto morbidi e dall’aspetto pastelloso ambientata proprio negli anni dei synth, dei colori accesi e delle VHS.
Ecco quindi Knights and Bikes, titolo d’esordio del nuovo studio degli sviluppatori inglesi Rex Crowle e Moo Yu, già al lavoro sull’indimenticabile Tearaway con Media Molecule. Proprio con il platform per PlayStation Vita questo titolo, pubblicato da Double Fine (recentemente entrati a far parte della scuderia Xbox Studios), condivide in parte l’art style, forse l’elemento che più vi porterete nel cuore dopo averlo terminato. Knights and Bikes è un disegno in movimento, un affresco della Cornovaglia (regione turistica nel Sud-Ovest dell’Inghilterra) del 1987, almeno della piccola isola di Penfurzy, dove vive una vivace ragazza di nome Demelza, la quale ha recentemente perso la madre.
La stagione estiva volge al termine e per Melza (così si fa chiamare da chi le vuole bene) apparentemente si avvicina un altro noioso e freddo inverno. La sorpresa e la svolta arriva inaspettatamente con l’ultimo traghetto della stagione, quando la ribelle Nessa sbarca in solitaria per sconvolgerle la vita e partire insieme alla ricerca del tesoro dell’isola.
Tra scones, oche e pioggia settembrina…
Le due ragazze diventano immediatamente amiche per la pelle e iniziano a esplorare la variopinta Penfurzy, un luogo solo in apparenza piovoso e noioso, dove l’unico compito di Melza è quello di dare da mangiare alle oche del suo giardino. L’immaginazione delle due giovanissime britanniche però è senza confini e Knights and Bikes racconta così del loro viaggio tra realtà e finzione, lasciando sempre al giocatore il dubbio su quanto stia accadendo davvero e quanto invece risieda solamente nel fervido cervello delle due.
Pad alla mano, il gioco si traduce in un action adventure in due dimensioni, dove si utilizzano allo stesso momento due personaggi, in molti casi accompagnati da ospiti nel party controllati dall’IA (ovviamente impossibile non citare l’oca Honkers che svolgerà in pratica il ruolo che di solito è ricoperto da un adorabile cagnone dal fiuto infallibile).
Come potrete immaginare, Knights and Bikes è quindi pensato per la co-op (locale o online) e proprio in due esprime al massimo le sue qualità. Nessa e Demelza hanno sin dall’inizio abilità diverse e in grado di combinarsi: Melza per esempio è in grado di schizzare le vicinanze con i propri scarponi, mentre Nessa può raggiungere bersagli lontani con il suo frisbee. Per risolvere i – di solito semplici – e puzzle e le – altrettanto facili – battaglie i due giocatori dovranno così lavorare insieme, magari dopo aver macinato qualche chilometro sulle loro bici (d’altronde il gioco si chiama Knights and Bikes no?), oltretutto liberamente personalizzabili.
Il gameplay non è per nulla complesso e affidato a pochissimi pulsanti e il design di puzzle e livelli assolutamente discreto, pur senza vette di particolare creatività o sfida. Un po’ come la terza stagione di Stranger Things, Knights and Bikes vuole essere un viaggio divertente e bello da guardare, senza però innovare in maniera decisa. Il che ci sta, vogliamo aggiungere, e non annoia certo nelle 6-8 ore che vi serviranno per portare a termine la storia.
Un simpatico tuffo nel passato
Per entrare nel gotha dei migliori giochi indipendenti (come altri progetti simili quali Oxenfree e Night in the Woods) a Knights and Bikes manca però qualcosa, specialmente a livello di game design e rifinitura. Nel nostro playthrough abbiamo infatti evidenziato un bug parecchio impattante che ci ha costretto a perdere un paio d’ore di progresso e anche alcuni puzzle e sequenze ci sono sembrati stranamente poco intuitivi.
Oltre a ciò, quando non avrete a disposizione un amico per giocare, vi dovrete affidare alla bizzarra intelligenza artificiale della CPU della produzione Foam Sword Games, la quale non sempre sarà “sul pezzo” o al contrario risolverà per voi alcuni degli enigmi magari più interessanti, dirigendosi in automatico verso la soluzione in pochi secondi. Senza contare che affrontare Knights and Bikes con l’IA rende quasi inutili una delle migliori trovate del gioco, ovvero le improvvisate sfide e corse tra le due bambine, che, come sicuramente avrete fatto anche voi nel cortile con i vostri amichetti da piccoli, si affronteranno in gare d’abilità magari senza un vero obbiettivo ma per il puro sapore della competizione.
Detto questo, si tratta in ogni caso di difetti minimi – per i bug il team di sviluppo ci ha inoltre promesso a tempi brevi una patch – che non inficiano la qualità di Knights and Bikes, un’avventura splendida da vedere e piacevole da vivere, la storia di due ragazze e di una regione tutta da scoprire, immersa nell’atmosfera indimenticabile degli anni ’80. Un ottimo passatempo a prezzo contenuto (19.99€) in attesa dei grandi botti di fine anno, a patto di avere un amico fidato con cui affrontarlo.
Pro
- Stile artistico fenomenale
- Bello spaccato di anni '80 in UK
- Gameplay semplice ma godevole, specie in coop
Contro
- Facile ma non sempre intuitivo
- IA scarsa, meglio in due
- Qualche bug importante