Klonoa Phantasy Reverie Series – Recensione
Fra le numerossisime icone/mascotte dei platform anni Novanta, Klonoa non spicca per fama o successo: la serie di Namco (ora Bandai Namco Entertainment) di fatto si è consumata in cinque anni, dal 1997 al 2002, e conta appena due giochi principali, cui bisogna peraltro aggiungere ben cinque spin-off perlopiù per console portatili.
È con una certa gioia, dunque, che oggi vi parliamo di Klonoa Phantasy Reverie Series, una raccolta che giunge nell’anno del venticinquesimo anniversario della serie. Essa contiene le rimasterizzazioni in alta definizione dei due capitoli principali: Klonoa: Door to Phantomile e Klonoa 2: Lunatea’s Veil, usciti rispettivamente nel 1997 (1998 in Occidente) su PlayStation e nel 2001 su PlayStation 2.
Il primo dato importante è che prima d’ora non esistevano port di questi due giochi, anche se il primo Klonoa aveva ricevuto un remake su Wii nel 2008 (2009 in Occidente). Dispiace, però, che a fronte del prezzo di lancio abbastanza elevato di 49,99€ non sia stato aggiunto qualche altro gioco, magari Moonlight Museum per WonderSwan, ancora inedito in Occidente. La speranza è che Klonoa Phantasy Reverie Series venda bene, invogliando Bandai Namco a commissionare i remaster quanto meno dei giochi per Game Boy Advance magari a un prezzo più accessibile.
L’opera di rimasterizzazione è buona: il gioco raggiunge la risoluzione 4K mantenendo il frame rate a 60fps al massimo del suo splendore (su PC, PS5, Xbox Series X, 1440p su Series S), mentre su console old gen e su Switch (versione che soffre anche di qualche calo di frame rate) scende a 1080p (720p in modalità portatile). Purtroppo l’esperienza non è molto personalizzabile: esiste solo un filtro che restituisce – non benissimo, a onor del vero – l’effetto dei vecchi CRT. Entrambi i giochi sono fruibili unicamente in 16:9 ed è sparito il voice acting aggiuntivo di Klonoa Wii, dotato non solo dell’originale doppiaggio gibberish (comunque il migliore), ma anche di quelli multi-5. In compenso, esiste la possibilità non solo di skippare le cutscene, ma anche di velocizzarle.
Door to Phantomile è andato incontro al restauro più massiccio, dal momento che è più antico e che il suo port è stato realizzato sulla base del succitato remake per Wii, caratterizzato da un comparto tecnico completamente tridimensionale, a differenza della versione primigenia, la quale non ha ricevuto una rimasterizzazione. Rispetto al remake vi sono miglioramenti e aggiustamenti, soprattutto nei modelli poligonali, anche nell’ottica di riavvicinarsi all’estetica peculiare dell’originale. Purtroppo, però, non ci sono le vecchie sequenze FMV di intermezzo, sostituite con grafica in game. Nel complesso si tratta di un buon lavoro, che però i più nostalgici potrebbero non apprezzare del tutto, preferendo un’operazione filologicamente più rigorosa.
Lunatea’s Veil, invece, fa la sua porca figura, basandosi sulla splendida – nonché unica esistente – versione originale, con miglioramenti meno controversi, dal discreto aumento della conta poligonale ai colori più saturi, passando per una spruzzatina di cel shading che male non fa.
Le novità sul piano ludico, invece, sono pochissime. Klonoa Phantasy Reverie Series dispone di una modalità facile che aumenta i cuori massimi, le vite e la gittata delle Pallottole Eolo, oltre a diminuire i danni subiti. Non sono mai contrario alle opzioni user friendly se restano, appunto, opzionali come in questo caso; mi limito a osservare che è un’aggiunta quantomeno superflua, dal momento che anche la modalità normale è molto accessibile. Esiste una modalità difficile da sbloccare, che sarebbe stato meglio rendere disponibile sin dall’inizio.
Lo stesso discorso può essere fatto per i tutorial, opzionali anch’essi: graditi, per carità, ma stiamo parlando di giochi che richiedono solo la croce direzionale e due tasti per essere padroneggiati.
Ora anche Door to Phantomile beneficia di una modalità cooperativa in locale per due giocatori presa di peso da Lunatea’s Veil, ma anche quest’aggiunta è decisamente superflua, dal momento che l’apporto del secondo giocatore è troppo marginale: egli non fa altro che premere un tasto col giusto tempismo per aumentare il salto di Klonoa. Non a caso, sul retro della copertina della versione per PlayStation 2 del gioco c’era scritto “1 giocatore”. Come la modalità facile, è pensata per avvicinare anche i più piccoli.
Ciò detto, non c’è davvero molto altro in Klonoa Phantasy Reverie Series. Door to Phantomile ha perso la Reverse Mode creata per il remake, che conteneva anche alcune sfide aggiuntive; rimangono giusto la modalità Time Attack e il Teatro per visionare le cutscene. C’è un solo costume alternativo (Moo), gli altri arriveranno presumibilmente tramite DLC.
Dispiace poi per l’assenza di una sezione museale o comunque di extra, considerata la natura celebrativa di questa release. Compratela per i giochi, due platform 2.5D piacevolissimi, semplici ma non banali, onirici e rilassanti. Al netto delle numerose differenze fra le due serie, se dovessi accostare Klonoa a un’icona Nintendo, sarebbe senz’altro Kirby. Che non a caso adoro.
Klonoa Phantasy Reverie Series va accolto con grande gioia, dal momento che tenta di riportare in vita la serie e tira a lucido i suoi capitoli principali. È pur vero che le novità sul piano ludico e contenutistico sono poche, ma stiamo parlando di un brand che sembrava morto da quasi quindici anni.
Pro
- Due ottimi platform, che non si vedevano in giro da parecchio tempo
- Palette cromatica sgargiante
- Remaster validi...
Contro
- ... ma è discutibile la scelta di basare il port del primo gioco sul remake per Wii
- Pochissimi contenuti extra e possibilità di personalizzazione