Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning – Recensione
Era il 2012 quando dalla penna di R. A. Salvatore prendeva vita Kingdoms of Amalur, un GDR che trasuda avventura da tutti i pori e con una componente hack and slash davvero profonda, al tempo proposto per PlayStation, Xbox e PC. A settembre 2020 il gioco è tornato in un formato completo di espansioni e “migliorato” per PlayStation 4, Steam e Xbox One: la Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning. Finalmente il 16 marzo questo sottovalutato titolo sbarca anche su Nintendo Switch che gli dona la sempre comodissima portabilità.
Contestualizzando l’arco narrativo di Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning possiamo dire che ci troviamo di fronte a un titolo ambientato in un universo fantasy dal background importante, anche se forse male approfondito nel contesto videoludico. Il nostro protagonista, personalizzato in una breve sezione iniziale tramite un editor, si ridesta dall’eterno riposo nel pozzo delle anime, solo per venire a conoscenza del fatto che il suo è l’unico esperimento di ritorno dall’oltretomba che sia mai riuscito.
Catapultati nel corso di un’avventura che vede in lotta i Fae (Elfi immortali) gli Almain, i Varani (esseri umani), i Ljosalfar e i Dokkalfar (sempre elfi ma senza il dono dell’immortalità) e gli Gnomi, sarà nostro compito sopravvivere e dipanare l’avventura seguendo le missioni principali e le molteplici quest secondarie.
La struttura del titolo è un simil open-world con visuale in terza persona. Diciamo simil open-world perché benché di fatto si possa esplorare liberamente il variopinto scenario di gioco, le sezioni di gioco vengono liberate un po’ alla volta e, limitati dall’impossibilità di saltare, molti luoghi rimangono da sempre inaccessibili. Il terreno di gioco è suggestivo e ricco di particolari, anche se purtroppo il comparto tecnico soffre il peso degli anni – quasi un decennio! – che si porta sulle spalle pesantemente.
La Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning, infatti, nonostante un millantato miglioramento grafico, è dalla maggior parte dei gamer considerata una trasposizione quasi fedele al titolo originale e noi, dopo aver testato la versione per Nintendo Switch, non possiamo che trovarci amaramente d’accordo. Va detto però che lo schermo piccolo della portatile di casa Nintendo è clemente nei confronti di un dettaglio grafico datato e valorizza notevolmente questo porting.
Purtroppo il peso degli anni si fa sentire anche sui modelli poligonali del protagonista e dei nemici, e in questo caso anche lo schermo piccolo non basta a non far storcere il naso in più di un’occasione.
Il tono scuro degli ambienti di gioco, oltretutto, presta il fianco a effetti di luce e ombra che non migliorano la situazione. Per fortuna almeno il ritmo di gioco è veloce senza fastidiosi cali di frame rate e l’uso della telecamera demandato al giocatore è quasi sempre ben gestibile. Peccato per l’assenza del salto nel moveset, che può portare il protagonista a incastrarsi in una radice di albero o un cespuglio: inaccettabile nel 2021.
Ma non buttiamo via un titolo che ha anche molti aspetti positivi. La componente GDR è profonda e ben sviluppata, con un albero delle abilità vario e che influisce di fatto sull’evoluzione del personaggio. Avremo abilità attive, passive, proprie di ogni arma utilizzata, e caratteristiche di base che influenzeranno le capacità latenti del nostro protagonista. Inoltre il vestiario è valido e completo: testa, torso, gambe, braccia e piedi hanno parti di armatura diverse e, come il buon Diablo ci insegna, montare tutte le parti di un’armatura dona proprietà magiche aggiuntive. Esistono poi armature di rarità diversa e che possono essere incantate tramite gemme.
Trovano posto inoltre l’immancabile forgia, il laboratorio alchemico, il banco delle pozioni e persino una casa da ampliare e arredare. Sì, sappiamo cosa state pensando: tutto questo ricorda tantissimo Skyrim e decisamente questo non è un male, anche se purtroppo il paragone non regge.
Davvero molto interessante e completa anche la parte hack and slash di Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning. Il protagonista dispone di un set di armi davvero vario e ne può equipaggiare due alla volta. Troviamo martelli, spade e spadoni, chakram, pugnali, archi, falci, bastoni, scettri e chi più ne ha più ne metta. Anche per il comparto offensivo è infatti possibile rivenire armi di rarità diverse, incantabili e non.
Ogni arma poi ha il suo set di attacco con combo sbloccabili che all’atto pratico rendono il menare le mani una delle parti più interessanti di tutto il gioco. Magie e schivate completano un comparto action davvero molto valido, che se fosse stato accompagnato da una rimasterizzazione degna avrebbe sicuramente donato nuova linfa vitale a un titolo come Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning, che sinceramente si sarebbe davvero meritato un trattamento di altro livello.
Va detto che non tagliando nulla rispetto alle altre versioni e giocando su qualche effetto di luce il risultato finale non solo si fa apprezzare ma tutto sommato risulta anche piacevole. Il problema sta nel paragone con altri porting che per Switch hanno fatto quasi gridare al miracolo: The Witcher 3, Skyrim, e Doom Eternal hanno dimostrato le possibilità della piccola console, settando degli standard che questo porting non raggiunge. In ogni caso Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning è davvero un titolo da recuperare, soprattutto se non avete avuto modo di affrontarlo a suo tempo, anche perché comprende una miriade di quest secondarie e una storia che tra DLC e trama principale vi accompagnerà per oltre 100 ore.
Un piccolo appunto al team di sviluppo: nonostante l’hardware della piccola di casa Nintendo sia limitato ci chiediamo se almeno i caricamenti non potessero essere ridotti in termini di numero o di tempo. Attendere così spesso e così tanto può risultare davvero frustrante quando le numerose quest secondarie ti spingono a girare avanti e indietro per la mappa di gioco.
Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning approda su Nintendo Switch dopo essere sbarcato su Playstation 4, Pc e Xbox One nel settembre 2020. Le atmosfere magicamente trasposte, una storia che viene realmente influenzata dalle vostre decisioni, e un comparto GDR e Hack and Slash davvero pregevoli confezionano un pacchetto davvero ghiotto. Nonostante Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning presti il fianco al passare degli anni (una rimasterizzazione migliore si sarebbe potuta e dovuta fare) rimane un titolo coinvolgente e appassionante. Assolutamente consigliato nel caso non l’abbiate provato a suo tempo, anche in virtù dei pregi che la portabilità di Nintendo Switch conferisce.
Pro
- Trama complessa…
- Componenti GDR e Hack and Slash profonde...
- Varietà di quest e ambientazioni pregevole...
Contro
- …non approfondita come si deve
- …penalizzate da effetti di luce arretrati
- …ma che risentono del peso del tempo che passa