Kingdom Hearts HD 1.5 ReMIX – Kingdom Hearts 1.5 HD Remix
Sono trascorsi undici anni – era il 2002 – da quando Kingdom Hearts, un esperimento nato dalle volontà di Square-Enix e Disney Interactive, arrivò su PlayStation 2. Un risultato inaspettato, che cercava di fondere il mondo di Final Fantasy, con un’evoluzione di grande spessore nel gameplay, con quello della Disney, proponendo tutti gli standard characters figli di Burbank, tra Walter Elias e Carl Barks. Conquistò i nostalgici, per la possibilità di avere in un videogioco, per la prima volta, un mondo cartonesco attivo ed esulato dal platform, conquistò chi ambiva a un’evoluzione del gameplay del GDR à la giapponese, arrivando all’action RPG imbracciando una chiave. La chiave che avrebbe chiuso la serratura dell’oscurità.
L’attuale programma aziendale della Square-Enix, poi, ci ha messo del suo: quest’anno si punta sulla riedizione in HD ed è un’idea che non solo la Square sta cavalcando, ma molte altre aziende sviluppatrici che vedono nel restyling grafico un guadagno semplice e immediato oltre che un regalo per quei nostalgici desiderosi di tornare bambini. Con Kingdom Hearts HD 1.5 Remix, d’altronde, questo era l’obiettivo principale: riproporre l’esperienza di Sora, Paperino e Pippo in maniera più pulita e colorata a un pubblico ora impiantato sulla PlayStation 3. Inoltre l’idea della collection permetterà di avere un ordine cronologico quasi perfetto (la storia inizia da Birth by Sleep, ma nel 1.5 si parte dal primo Kingdom Hearts) a disposizione di chi vorrà rimettere in pari la storia del Keyblade.
La chiave del cuore
All’Isola del Destino le giornate trascorrono in maniera tranquilla, con l’unico desiderio di conoscere cosa c’è al di là del mare e oltre quell’isolotto. Riku, Sora e Kairi vivono nel desiderio di crescere al di fuori dei confini per poter scoprire cosa nascondono gli altri mondi, ma soprattutto a cosa conduce la porta nascosta nell’incavo di una grotta dell’Isola. L’improvviso assalto degli Heartless, ombre senza cuore, equipaggia Sora con il Keyblade, una spada a forma di chiave che gli permette di far scomparire le creaturine nere, che rilasciano un luniolo a mo’ di cuore. Ben presto l’isola verrà risucchiata da un vortice d’acqua e il trio si disperderà, con Riku che lascia intendere di aver voluto abbracciare il potere e di essere a conoscenza di quanto stia per accadere. Sora si risveglia nella Città di Mezzo, dove arrivano tutti coloro i quali hanno perso il proprio mondo risucchiato dall’Oscurità e tutti i presenti, a partire da Squall (qui riproposto come Leon), Aerith e Yuffie, sembrano essere interessati esclusivamente al suo Keyblade, l’arma che potrà debellare per sempre l’oscurità.
La trama di Kingdom Hearts nel principio si presentava come un’eterna lotta tra il bene e il male, la luce e l’oscurità, che undici anni fa non risulta essere nemmeno troppo trita e ritrita: l’aggiunta, inoltre, del componente rappresentato dal Keyblade aveva permesso di intensificare l’interesse da parte dello spettatore. Gli intrecci creati nel corso dei successivi capitoli, con l’avvento di Re Topolino e le scoperte riguardanti la figura di Ansem, nel primo Kingdom Hearts vero antagonista della situazione, avevano realizzato un’intensa trama fitta di curiosità e di dubbi, abilmente sviluppata nel corso dei successivi lavori targati Square-Enix e Disney.
In Kingdom Hearts HD 1.5 Remix, come dicevamo, avremo la possibilità di avviare le vicende da Kingdom Hearts e proseguire attraverso il Chains of Memory, capitolo che si colloca perfettamente dopo la conclusione del primo capitolo, e terminare l’esperienza della collection con 358/2 Days, la cui fine coincide con l’inizio di Kingdom Hearts 2. Salvo Birth by Sleep, come dicevamo già prima, ci troveremo dinanzi a una continuity rispettata e precisa, che ci permetterà di ricostruire tutti i passi salienti in vista dell’arrivo del terzo capitolo principale.
358 giorni di video
Obiettivo della disamina del gameplay non sarà quello di ricordare quanto proposto già una volta undici anni fa dai vari capitoli, ma individuare da qui in poi tutte le novità inserite non solo in questa collector, ma anche dall’edizione Final Mix, che dopo l’uscita nel 2003 in Giappone arriva in Italia per la prima volta. Le novità sono abbastanza interessanti e hanno reso molto più difficile l’intero prodotto: partiamo col dire che oltre i classici avversari bonus, quali Phantom, Kurt Zisa e Sephiroth, in produzione è stato aggiunto anche uno sconosciuto incappucciato, che in realtà si tratta di Xemnas, con indosso i vestiti dell’Organizzazione XIII; allegato a questi ci sarà anche una sessione video che proverà a intensificare il mistero riguardante la connessione tra Sora e il futuro Roxas. A livello di trama, infine, si registra anche l’aggiunta di un altro video, non doppiato, con Riku caduto in un sentiero oscuro dopo essersi liberato dell’anima di Ansem.
Il gameplay subisce maggior intensità nell’aspetto delle elaborazioni nella fabbrica Moguri. Sono stati inseriti, infatti, molti altri oggetti di difficile reperimento, con annessi Heartless misteriosi da sconfiggere per recuperarli. Per ognuno è presente una strategia diversa, così come alcuni dei Trio hanno subito nuove modifiche. Sommariamente non è venuta meno l’entità primaria del prodotto, che non mette mai troppo in difficoltà il videogiocatore: tutto è fattibile, tranne quando ci si ritrova a dover colpire per 100 volte il fungo rosa, che per un errore di programmazione dei tasti non sarà possibile. L’upgrade di difficoltà aumenta la longevità e la soddisfazione finale nel procedere nell’esperienza.
Per quanto riguarda invece Chains of Memory, l’intenzione principale è stata quella di riproporre in toto il gameplay posto in essere nel capitolo rilasciato per GBA. L’unica novità da segnalare è nell’ammodernamento caratterizzato dall’inserire dei Quick Time Event per velocizzare e rendere più armoniosa l’azione su home console. Chi invece ha decisamente bisogno di un approfondimento dal punto di vista della novità è il 358/2 Days. Il capitolo del DS era, e resta, il capitolo meno riuscito in assoluto della saga di Kingdom Hearts, sia dal punto di vista del gameplay, scialbo e troppo ripetitivo, sia per quanto riguarda il plot narrativo. L’obiettivo di quest’ultimo era quello di fornire un’idea molto rapida di ciò che succede a Roxas, il Nessuno di Sora, nel suo rapporto con Axel e Xion dopo l’incontro di Sora con Naminé e prima del risveglio di Kingdom Hearts 2: ciò che troverete, quindi, sarà esclusivamente una narrazione tramite i video del gioco e qualche intermezzo da leggere che sostituirà le missioni una volta giocabili in prima persona. Tre ore massime di video che vi guideranno verso la conclusione della collector, facendovi tra l’altro sbloccare anche i trofei annessi. Un’idea vincente perché rigiocare ancora una volta tale capitolo sarebbe stato chiedere troppo.
Poligoni prestati per modelli rinnovati
L’obiettivo principale della rimasterizzazione in HD era quello di offrire, ovviamente, un prodotto che rispettasse l’ammodernamento grafico. I poligoni di alcuni dei protagonisti, in particolar modo Sora, Riku e Ansem, sono stati completamente sostituiti con quelli proposti in Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance, ma per il resto il lavoro di rimasterizzazione non si può giudicare come pari a quanto visto in una versione non ancora completa di Final Fantasy X/X-2 HD. A livello tecnico però, c’è da ringraziare per l’aver deciso di far gestire la telecamera così come era in Kingdom Hearts II, dinamica e non automatica, altrimenti di difficile gestione: tale modifica è facilmente rilevabile anche in Chains of Memory. Per il 358/2 Days, infine, c’è da registrare esclusivamente un miglioramento dei poligoni per adattare quelli che erano modelli sviluppati per DS al motore della PlayStation 3. Un lavoro comunque apprezzabile infarcito dalla magia di un prodotto che undici anni dopo è ancora vincente ed entusiasmante.
Quando non si temevano le Colonne d’Ercole
C’è una tremenda verità di fondo nell’analizzare Kingdom Hearts HD 1.5 Remix: Square-Enix dieci anni fa sapeva osare, sapeva tentare prodotti innovativi e buttarsi in un’esperienza e un esperimento che nulla poteva assicurare. La partnership con la Disney non avrebbe mai assicurato un grande successo, ma in Giappone ci hanno creduto e hanno ottenuto un prodotto che tutt’oggi Testuya Nomura continua a rivangare e a riproporre in varie salse, facendolo diventare un oppio che tutti i popoli desiderano. Ora l’arrivo di questa collector fa logicamente intendere il prossimo, sicuramente nel 2014 in corso, prodotto che raccoglierà Kingdom Hearts II Final Mix, Kingdom Hearts Birth by Sleep Final Mix e Kingdom Hearts Re:coded per poi arrivare al definitivo Kingdom Hearts III.
Kingdom Hearts HD 1.5 Remix resta comunque un prodotto da acquistare sia per i nostalgici che hanno bisogno di ricordare cosa accadde a Sora in quel pomeriggio sull’Isola del Destino sia ai più giovani che non hanno avuto il piacere di condurre Paperino e Pippo alla lotta contro il male o, per i nostalgici di maggior livello, a tentare di battere ancora una volta Sephiroth.