Kingdom Come: Deliverance – Recensione
Sono passati ben quattro anni da quando gli sviluppatori hanno lanciato il loro progetto su Kickstarter, nella speranza di ricevere i fondi necessari per portare a termine il gioco. Oltre 35 mila investitori hanno aiutato lo sviluppo, donando più di un milione di dollari a questo team che dopo ben quattro anni è finalmente pronto a rilasciare al pubblico Kingdom Come: Deliverance.
Il risultato è un gioco di ruolo estremamente realistico, che è in grado di soddisfare i giocatori più esigenti sia dal punto di vista del gameplay che da quello grafico. Kingdom Come: Deliverance, infatti, gira sul famigerato CryENGINE, motore grafico estremamente flessibile ma che allo stesso tempo riesce a mettere in ginocchio anche i PC di fascia alta.
Contesto storico affascinante
Kingdom Come: Deliverance è ambientato in un contesto storico molto interessante, le cui vicende sono concentrate in Boemia nell’anno 1403. Iniziata la nostra avventura, vestiremo i panni di Henry, figlio di un fabbro della cittadina di Skalitz, famosa per le sue fiorenti miniere d’argento, la quale si trovava sotto Sir Radzig Kobyla, uomo fedele al re di Boemia Venceslao IV. Quest’ultimo dopo aver perso il trono, nel 1400, in favore del fratellastro Sigismondo, nel 1402 fu rinchiuso nel castello di Praga per poi essere trasferito a Vienna, sotto la protezione dei duchi d’Austria. Nel 1403, Venceslao riuscì a fuggire da Vienna e fece rientro in Boemia dove i suoi sostenitori lo rimisero sul trono.
Come descritto nel nostro editoriale, le dispute tra Venceslao IV e Sigismondo proseguirono per molto tempo, causando guerre e rivolte civili, con il successivo sviluppo del movimento hussita. Tra i vari attacchi ce n’è uno raccontato in modo eccellente nel gioco, ovvero quello che Sigismondo ordinò al generale Markvart von Auliz, il quale guidò un esercito di Cumani contro la Boemia, provocando terrore nei cittadini e anche nel nostro protagonista Henry.
Il gioco ha una durata di circa 30 ore, ma con le quest secondarie gli sviluppatori assicurano almeno 100 ore di gioco, siamo stati inoltre rassicurati anche sull’arrivo dei nuovi Atti che andranno ad integrare ulteriormente il gioco. La nostra prova si è basata principalmente sulla campagna principale anche se non abbiamo mai tralasciato le tante quest secondarie che ci sono sembrate molto varie e piacevoli da completare. Queste ultime si sono rivelate molte utili per spezzare il filo conduttore della trama svolgendo altre mansioni, più o meno legali.
Henry: fabbro e soldato
Il team alla fine ha deciso di non introdurre la creazione del personaggio (inizialmente presa in considerazione) come avviene nei più canonici RPG, ma ha optato per un personaggio unico, Henry, che si fa comunque apprezzare già dai primi minuti di gioco. Henry, figlio di un fabbro della città, si esercita ogni giorno per diventare un degno erede del padre nella magnifica città di Skalitz, infatti i primi compiti da svolgere saranno proprio commissionati dal padre con estrema urgenza, visto la necessità di forgiare una spada per Radzig Kobyla, Lord di Skalitz.
Henry potrà, come tipico del genere RPG, fare praticamente quello ciò che vuole, sarà infatti possibile scassinare bauli, borseggiare persone e uccidere persone comuni, oppure aiutare gli abitanti delle città, dare denaro alle persone in difficoltà e servire in modo incondizionato il Re. Tutte azioni che ovviamente condizioneranno la fama e la reputazione di Henry, infatti in caso di cattiva fama potrebbe venirgli vietato l’ingresso in una città presidiata da soldati oppure in caso contrario potrebbe portarci ad essere amati in tutto il regno.
Per sopravvivere in un ambiente così ostile sarà tuttavia necessario equipaggiarsi a dovere e in Kingdom Come: Deliverance questo è elevato ad un livello superiore. Sono presenti ben quattordici slot per l’equipaggiamento che vi permetteranno di equipaggiare i vari pezzi di armatura e i vari accessori dai quali riceverete bonus che andranno ad arricchire le vostre statistiche generali. Potrete poi portare con voi un’arma nella mano destra e un oggetto nella sinistra, come ad esempio una torcia per muovervi con più sicurezza durante la notte. Dovrete però stare sempre stare attenti agli oggetti che equipaggiate, infatti loro tenderanno a danneggiarsi con il tempo e necessiteranno di riparazioni, mentre gli oggetti rubati potrebbero venirvi confiscati durante i controlli di una guardia all’ingresso/uscita di una grande città
Combat System complesso ma funzionale
Di solito, la caratteristica che distingue un buon gioco di ruolo da uno mediocre è il Combat System, che a volte risulta banale, scontato e poco stimolante, ma non è questo il caso. In Kingdom Come: Deliverance il Combat System è stato studiato ad hoc per trasmettere al giocatore la sensazione che ogni combattimento può essere mortale se affrontato nel modo sbagliato, sarà quindi necessario apprendere le basi il prima possibile, così da riuscire ad affrontare anche le situazioni più difficili.
Gli attacchi che dovremo infliggere al nostro avversario dovranno essere ben studiati e indirizzati nei punti scoperti, il tutto reso possibile grazie al cambiamento di posizione operabile muovendo semplicemente la levetta analogica. Ogni azione è poi regolata da un parametro fondamentale, la stamina, che diminuisce con ogni attacco e aggiunge una condizione in più da valutare durante i combattimenti, infatti sarà di vitale importanza mantenerla sempre ad un livello sufficientemente alto, evitando di rimanerne a corto, condizione che ci porterebbe un maggiore rischio di essere colpiti in modo aggressivo dal nemico di turno.
In caso di armi a lungo raggio come ad esempio l’arco, bisognerà considerare un altro aspetto altrettanto importante, ovvero l’assenza del puntatore di mira. Sarà quindi necessario mirare “ad occhio” e considerare anche la gittata in base alla distanza del soggetto da colpire, il tutto in pochi secondi visto che Henry tenderà a stancarsi durante la tensione dell’arco, causando movimenti ondulatori che andranno a diminuire la precisione del tiro. L’ arco può essere un ottima scelta durante assalti stealth, ma può essere un arma a doppio taglio in caso di poca esperienza con esso, consigliamo quindi di esercitarvi nei vari poligoni presenti nelle città prima di utilizzarlo in battaglia.
Graficamente ottimo ma…
Uno dei punti forti di Kingdom Come: Deliverance è sicuramente l’aspetto grafico che regala degli scorci meravigliosi, soprattutto nelle ore diurne. Il team ha fatto un lavoro eccezionale soprattutto dal punto di vista della vegetazione, dei sentieri, delle città, e dei personaggi. Anche le animazioni sono di altissimo livello, grazie soprattutto alle sessioni di Motion Capture e alle simulazioni effettuate con combattenti professionisti che hanno permesso di studiare i tipici attacchi dei cavalieri e le movenze degli stessi. Tuttavia queste ultime risultano spesso legnose e scollegate tra loro, ma se prese singolarmente sono sicuramente superiori a quelle di molti altri titoli.
La versione che abbiamo avuto in prova era quella per PC e abbiamo quindi avuto la possibilità di ammirare il gioco al massimo delle sue potenzialità, ma allo stesso tempo abbiamo trovato alcuni difetti che non possono essere ovviamente ignorati. Prima su tutti l’ottimizzazione delle risorse che non ci è sembrata per nulla ottimale, infatti nella maggior parte dei casi ci siamo ritrovati ad avere un frame rate instabile con variazioni che vanno dai dieci ai venti fps all’interno delle città principali mentre nel resto delle zone il frame rate tendeva a rimaneva fisso a 60 fps.
Un altro problema che abbiamo riscontrato risiede nella presenza di alcuni bug abbastanza fastidiosi che a volte impediscono di proseguire in una determinata direzione oppure di svolgere un determinato compito. Questi bug siamo sicuri che verranno risolti, ma possono comunque arrecare dei problemi che possono rovinare l’esperienza di gioco. Dal punto di vista dell’audio invece siamo rimasti molto soddisfatti, soprattutto per quelli che sono gli effetti ambientali, mentre ci ha colpiti un po’ meno il doppiaggio, che è comunque ottimo vista la quantità di dialoghi presenti nel gioco ma che a volte pecca, soprattutto per la discordanza tra lo stile del personaggio e la voce che gli viene assegnata.
Kingdom Come: Deliverance è un ottimo prodotto, che è stato realizzato grazie a tutti quelli che hanno creduto in un progetto tanto ambizioso quanto affascinante. Il mondo creato da WarHorse Studios rispecchia appieno il contesto storico della Boemia del 1403 con equipaggiamenti, vestiti, e armi tipici del periodo storico che ci hanno fatto immergere in questo meraviglioso mondo. Dal punto di vista artistico ci troviamo di fronte ad una produzione di altissimo livello, basta infatti addentrarsi in un bosco per rendersi conto dell’incredibile lavoro fatto e soprattutto dell’ottima resa grafica data dall’altrettanto ottimo CryENGINE. Nota di merito per il combat system e per la varietà di equipaggiamenti, oltre che per l’ottima trama, che insieme elevano questo gioco ad un livello superiore. Gli aspetti negativi che affliggono la produzione sono principalmente bug generici che spesso rovinano l’esperienza di gioco e rendono alcune azioni molto legnose, oltre che per qualche discordanza nel doppiaggio che presenta a volte voci per nulla adatte al soggetto impersonato. Siamo comunque fiduciosi in degli aggiornamenti che oltre a migliorare l’esperienza di gioco andranno probabilmente ad integrare la trama con i nuovi Atti.
Pro
- Contesto storico ben studiato
- Graficamente eccezionale
- Trama coinvolgente
- Combat system stimolante
Contro
- Qualche bug di troppo
- Il doppiaggio a volte non è azzeccato
- Poco ottimizzato su PC