Katamari Damacy REROLL – Recensione
L’epoca PlayStation 2 non è considerata la Golden Age per la sua quantità di guadagni monetari, alquanto inferiore a quella di oggi, ma perché è stata un’epoca di esperimenti, coraggio e follia. Quegli anni hanno visto la nascita di titoli come Silent Hill 2 e il suo scioccante approccio all’horror e alla narrativa matura nel videogioco, Metal Gear Solid 2 e il suo finale che tutt’oggi ci lascia senza parole, più molti altri titoli minori con coraggio e fiducia dei publisher. Tra questi spuntava un certo Katamari Damacy, un gioco nel quale un piccolo essere doveva creare una palla di “roba” più grande possibile rotolando in giro per la mappa e raccogliendo oggetti entro un limite di tempo. Un gioco dalla premessa banale, che voleva essere un arcade nell’epoca di Tony Hawk’s Underground 2, quindi con poche speranze di risaltare. Eppure Bandai Namco riuscì nell’impresa e creò un titolo unico, folle e con un comparto artistico eccezionale, che è un piacere vedere rimasterizzato su Nintendo Switch con Katamari Damacy REROLL.
Come detto nell’introduzione, la premessa di Katamari Damacy REROLL è molto semplice, al livello di tanti giochi per cellulare dei nostri giorni. Quindi come può un titolo tanto banale all’apparenza risaltare sia in un mercato cinico come quello odierno, sia in un mercato pieno d’oro come quello dell’era PS2? La parola chiave, cari lettori, è presentazione: Katamari viene presentato con uno stile trash puramente giapponese, e rispetta questa sua identità in ogni singolo dettaglio dell’esperienza. Dal menù iniziale all’hub di gioco, fino ad arrivare persino ai salvataggi. Dopotutto il titolo si presenta con una opening che ricorda fortemente le pubblicità trash giapponesi, avete presente? Spot come quelli di Crash con le canzoni metal. I colori sgargianti e il design ricordano i programmi educativi per bambini, sposandosi alla perfezione con il contesto del titolo che continuerà con un escalation di esagerazione esilarante.
Queste scelte stilistiche hanno ripagato sia a breve che a lungo termine. Se già all’epoca PS2 Katamari risaltava come unico e bello da vedere, la remaster riesce a ricreare lo stesso effetto due generazioni dopo, dimostrando per l’ennesima volta che il fotorealismo invecchia, lo stile no. Ogni modello, ogni sfondo, con l’eccezione di rarissime texture nascoste, rendono molto bene su Nintendo Switch, tanto che abbiamo quasi ritenuto uno spreco giocarlo sul piccolo schermo della console in modalità portatile, arrivando quindi a completare il titolo quasi totalmente in modalità docked. Non possiamo che sottolineare, inoltre, l’eccelsa colonna sonora del titolo, assolutamente originale e in grado di farsi canticchiare per giorni e giorni.
Ovviamente la direzione di Katamari non si limita al lato artistico: anche la narrativa e il gameplay rispecchiano la filosofia di Katamari Damacy REROLL. La storia potrebbe sembrare abbastanza secondaria in un titolo del genere, e lo è, ma la sua presenza e il modo in cui è gestita impreziosiscono non poco il gioco, dando anche l’occasione all’unico vero npc di fare battute orrende riguardo alcuni eventi in-game. Vitale è invece il gameplay, che riesce benissimo nel suo intento ma nasconde anche l’unico vero limite di Katamari Damacy REROLL.
I livelli consistono in sezioni a tempo variabile nel quale si dovrà ammucchiare una certa quantità di oggetti in modo da creare un Katamari grande quanto richiesto, o nei livelli bonus creare un Katamari con certi oggetti specifici. Più grande sarà il Katamari, più cose potrà inglobare. Una meccanica semplice, ma estremamente soddisfacente per come è equilibrata. Raggiungere la dimensione minima per passare il livello non è semplice scontato, il gioco è in grado di tenerci sotto pressione fino al raggiungimento dell’obbiettivo… per poi lasciarci totalmente andare al puro e semplice divertimento. Una volta superata la richiesta del livello, infatti, questo non si fermerà, ma continuerà fino allo scadere del timer. Ma dopo aver completato il minimo necessario il gioco ricompensa il giocatore facendo si che il suo katamari diventi una forza della natura, in grado di guadagnare velocemente una massa che arriva anche al quadruplo di quella inizialmente richiesta, nel giro di molto meno tempo.
L’unico vero e proprio difetto che possiamo trovare a Katamari Damacy è nei comandi. Controllare il Katamari è strano. Bisogna usare entrambi gli analogici e le sterzate non sono esattamente immediate, tanto che il titolo obbliga spesso a invertire la rotta di 180 gradi, essendo molto più comodo e veloce rispetto al cambio manuale della traiettoria. Il sistema di gioco però, non è propriamente scomodo, è semplicemente inusuale e può richiedere tempo per essere padroneggiato. Katamari Damacy REROLL è anzi un titolo molto remunerativo per chi lo controlla alla perfezione, con tante possibilità per sfide personali, speedrun e puro divertimento.
Katamari Damacy REROLL è una reliquia di un mondo videoludico ormai perduto, ma che ancora riesce a mettere i piedi in testa a gran parte della produzione odierna. Dallo stile grafico ambiguo, alla colonna sonora assolutamente fenomenale fino alle più banali scene di gioco e non, la presentazione del titolo è Top Notch. Katamary Damacy REROLL è la dimostrazione più forte, assieme forse ad Undertale, di come l’inventiva batta la tecnica, e di come un titolo possa solo giovare dalla follia creativa dei propri direttori.
Pro
- Un classico che non viene riportato in vita ma dimostra di essere eterno
- Follia trash unica nel mercato
- Divertente da giocare, soddisfacente da completare
- Stile grafico ottimo
- Colonna sonora eccezionale
Contro
- Comandi un po' macchinosi a primo acchito