JoJo’s Bizarre Adventures: Eyes of Heaven – Recensione
I brawler stanno facendo il botto, ne sono usciti tantissimi negli ultimi mesi, e io non capisco perché piacciono. Tendenzialmente ci troviamo di fronte a dei tie in di qualche anime, ed è questo il caso anche del gioco che mi trovo qui a recensire. Jojo’s Bizzarre Adventures: Eyes of Heaven è un brawler come i vari titoli di Naruto, J-Star o il più recente Burning Blood, ed è sviluppato da CyberConnect2, gli stessi della serie Ultimate Ninja Storm, solitamente sinonimo di qualità. In questo caso non ci troviamo affatto di fronte ad un capolavoro, ma di un titolo con un target specifico che certamente potrà dirsi soddisfatto. La particolare novità, rispetto ai suoi colleghi, è che in JoJo si combatte in 2vs2, rendendo le battaglie più caotiche e potenzialmente più strategiche se si gioca con un altro essere umano, e non con la CPU.
Un pasticcione
La trama di Eyes of Heaven è un pasticcione assemblato ad arte per poter mettere insieme tutti i personaggi della lunga serie di Araki. Dopo il primo incontro di Jotaro con DIO, presso il Cairo, il nostro eroe si separa dai suoi compagni perché il loro nemico finalmente è morto. A quel punto compare un giovane Speedwagon, e altri personaggi che in teoria dovrebbero essere morti, visibilmente posseduti. Dopo la battaglia Speedwagon comunica ai Nostri che sta girando per le epoche storiche alla ricerca di un artefatto apparso in Steel Ball Run, ed esce fuori che il nuovo super cattivo è un tale, detto Il Sommo, che ovviamente vuole guadagnare un potere assoluto, ed ha la capacità di controllare, e riportare in vita, i personaggi morti. Come già detto, la storia è enorme what if messo in piedi solo per permettere a tutti i personaggi del manga di potersi scontrare in battaglie impensabili se si fosse rispettata la cronologia ufficiale, ed in questo senso non posso che apprezzare questa scelta, nonostante poi la storia non sia nulla per cui strapparsi i capelli.
in quattro è meglio… oddio, non proprio.
Questa deriva alternativa dell’universo di JoJo ha permesso agli sviluppatori di mettere nel gioco ben 52 personaggi, e di far rimbalzare senza soluzione di continuità i giocatori da una ambientazione, ed un arco narrativo, ad un altro, facendo incontrare personaggi di epoche diverse. Troviamo così arene ambientate nei posti più disparati, e avremo modo di apprezzarle sia durante le sezioni di combattimento, sia durante le sezioni di esplorazione. Queste ultime in realtà ci permettono solo di parlare con i personaggi, di accedere ai contenuti bonus come battaglie extra e DLC, e di proseguire nella storia. Quando invece si combatterà, saranno piene di punti sensibili in cui mettere KO un avversario sfruttando l’ambiente, power up, oggetti da lanciare e via discorrendo.
Il sistema di combattimento è quello canonico del genere, privo delle combo tipiche del picchiaduro bidimensionale, ed estremamente semplificato nell’esecuzione delle mosse. Quello che gli sviluppatori hanno cercato di fare qui è stato cercare di riportare il più fedelmente possibile quelli che sono i poteri dei personaggi del manga. Ci sono quindi personaggi che avvelenano, ad esempio, ed in generale non ci troviamo solo di fronte a picchiatori ma ad un ampio raggio di strategie e stati alterati. Se questo è interessante sulla carta, è davvero difficile bilanciare una cosa del genere con 52 personaggi, ed infatti l’idea rimane più interessante in potenza che in atto. Il grosso difetto del battle system, però, è che risulta estremamente legnoso e poco reattivo. Ovviamente, vista la struttura di picchiaduro 2vs2, gli sviluppatori hanno creato un sistema di attacchi di coppia, e delle super di coppia, che necessitano di entrambi i giocatori per essere portate a termine. Questa impostazione di far giocare due giocatori è potenzialmente una bella pensata, soprattutto se si gioca con un amico, ma porta tutta una serie di problemi non di poco conto: innanzitutto, non c’è il multuplayer locale; secondo, ci si ritrova spesso in situazioni caotiche in modo eccessivo, o in momenti in cui si sta soli perché la CPU ha deciso di ignorare il nostro personaggio. Molto del potenziale è andato sprecato, insomma. Ricollegandomi al fatto del multiplayer solo online, una volta aggiunta la modalità per giocare contro avversari controllati dal computer, e la modalità storia, abbiamo esaurito le tipologie di gioco disponibili, che sono un po’ pochine. È vero che c’è la galleria, per guardare i modelli e comprare cose con la valuta in game, ma rimane un’offerta un po’ troppo striminzita.
Vacillare
L’aspetto tecnico del gioco ha purtroppo delle mancanze, per lo più relative al riciclo degli assets del capitolo precedente, All-Star Battle, per PlayStation 3. Proprio dalla ex console Sonyesce infatti questo nuovo capitolo, distribuito anche per old gen in terra natia. E intendiamoci, non fa schifo, però da PlayStation 4 mi aspetto molto di più, e mi aspetto molto di più dai ragazzi che hanno messo su la grafica di Ultimate Ninja Storm 4. La narrazione è spesso portata avanti utilizzando le tavole originali del fumetto, e questo mi piace molto, ed il gioco è interamente doppiato in giapponese, con i sottotitoli in italiano, che è un altro punto a favore del lavoro di CyberConnect2, che fondamentalmente riesce nel suo intento: divertire i fan di Jojo’s Bizzarre Adventures.
Pro
- - Un gran numero di personaggi
- - Divertente
Contro
- - Battle system un po' troppo legnoso
- - Aspetto tecnico sotto tono