Jak and Daxter: The Precursor Legacy – Recensione Jak and Daxter: The Precursor Legacy
Ricordo di un Bandicoot e la zampa di un cane: la chiamavano Naughty Dog
Ricordate uno strane animale che faceva acrobazie? Un bandicoot, che parlava a versi e si faceva accompagnare da una maschera di legno che molto ricordava gli indiani: si chiama Crash. Con l’uscita di Crash Team Racing; i Naughty Dog dichiarano di aver abbandonato il progetto. Nel 2000, dopo l’uscita di quest’ultimo, la Naughty Dog segnala la cessione dei diritti alla Konami: si inizia un nuovo progetto. Nuovi mondi, nuovi personaggi, una storia nuova per un nuovo inizio. Gennaio 2002: con forti innovazioni, con una grafica e una giocabilità eccezionali, la Naughty Dog crea un gioco in grado di rivoluzionare il mondo dei platform per PlayStation 2, però dietro l’angolo si cela una certa Insomniac, pronta a rovinare i progetti all’esperto Jason Rubin.
L’idea di Rubin risiede in una donnola parlante
La storia Jak & Daxter è ambientata in un mondo anticamente abitato dall’avanzatissima civiltà dei Precursor, dei quali restano solo le ultime rovine che fanno da sfondo alle nuove costruzioni; che comunque danno l’idea di civiltà poco avanzata, ma non sempre l’abito fa il monaco. I Precursor avevano la capacità di utilizzare la forza dell’Eco; l’energia vitale del pianeta, vista sotto forma di liquido verdastro e che, come ogni cosa positiva, ha la sua controparte. I protagonisti del gioco sono Jak e Daxter, due inseparabili amici, umani ovviamente; il primo silenzioso e tranquillo, l’altro una persona dalla parlatina facile e anche fin troppo energico. Un giorno decidono di recarsi alla pericolosa Isola della Nebbia con la loro piccola imbarcazione di legno; qui Daxter, dedito ai suoi movimenti smaniosi e spesso catastrofici, cade in una pozza di Eco Oscuro: la sopra citata controparte dell’Eco. A causa dei poteri malvagi dell’Eco, Daxter si trasforma in uno strano animale peloso che assomiglia ad una donnola arancione con le orecchie a punta e una lunga coda, ma pur sempre parlante. I due chiedono aiuto al vecchio saggio del loro villaggio, Samus, che gli rivela l’unico modo per invertire la metamorfosi: recarsi all’estremo nord dal saggio Gol Acheron: durante il vostro viaggio però questa non sarà la vostra unica missione, ma dovrete anche fermare i Lurker; esseri malvagi che stanno cercando gli antichi manufatti Precursor e le fonti di Eco Oscuro per poter diventare esseri superiori che possano sopraffare l’antica civiltà dei Precursor. Una trama dall’aspetto antico, basata sulla solita storia della battaglia tra bene e male: dopotutto però, non dispiace rivederla sotto questo nuovo aspetto insieme ad un biondino muto e una donnola chiacchierona.
Crash Bandicoot diventa un ragazzino biondo
La struttura dal gioco è molto semplice e spesso sarà facile ricordare il sistema più che efficace del grande mito Crash Bandicoot. Nel vecchio titolo Naughty Dog bisognava trovare i cristalli rosa che servivano ad avanzare nelle varie Warp Room, e inoltre, per completare il gioco con il finale alternativo, cercare le varie gemme nascoste nei livelli: un qualcosa più che allettante, calcolando anche che all’epoca fu una grande innovazione. Jak & Daxter ha pressappoco la stessa struttura, migliorata e resa ancora più semplice e divertente: inizialmente dovrete cercare nel villaggio di Samus e nei quattro livelli ad esso collegato, venti batterie Precursor, in modo da permettere a sua figlia, Keira, di riparare il suo Zoomer Antigravità; un qualcosa molto simile ad uno skateboard, con la differenza che vola; e non mancherà occasione di ritrovarlo nel vostro cammino. Naturalmente non dovrete cercare solo batterie, ma anche globi Precursor da donare ai vari personaggi del gioco per riceverne alcune extra: un po’ come se fossero delle quest secondarie, che ovviamente aumentano ancora di più la longevità del nuovo capolavoro Naughty Dog. Una volta raccolte le venti batterie potrete avanzare al villaggio successivo utilizzando lo Zoomer: nuovo villaggio, nuovi compiti da svolgere e nuovi livelli da visitare; tutto ciò potrebbe sembrare una routine stancante e monotona, ma invece il tutto è reso divertente, oltre che dalla varietà e dalla bellezza dei livelli, anche dai vari minigiochi che si incontreranno via via che si avanza. Per attivare vari manufatti Precursor o per ricevere globi extra; ci saranno i vari tipi di Eco che Jak sarà in grado di immagazzinare e usare, naturalmente tutto ciò combinerà varie azioni nuove per attaccare nemici specifici mossi da un’intelligenza abbastanza buona, che però, ai giocatori più esperti, potrebbe risultare purtroppo non abbastanza elevata e degna di una vera sfida: relativismo portami via. Una caratteristica che potrebbe far storcere il naso a qualcuno, ma che a noi è risultata adeguata; è la mancanza delle vite o di un sistema che possa lontanamente emulare gli HP dei GDR: si potrà così morire all’infinito, dopo il primo colpo, con l’unico danno di tornare indietro ad un punto stabilito del livello, che cambierà rispetto alla posizione della morte. Analizziamo ora il semplice sistema di controllo, di facilissima comprensione e che non complica la situazione: con lo stick di sinistra si controllerà il personaggio, mentre con quello di destra la telecamera con relativi zoom, mentre gli altri tasti saranno dedicati ai vari tipi di salto e di attacco e al visore in prima persona. Mettendo il gioco in pausa ci si trova davanti a quattro sotto-menù, ognuno collegato ad un tasto del pad: con il tasto O si accede al menù opzioni, mentre con gli altri tre tasti si possono controllare gli oggetti raccolti e, nel caso delle batterie, controllare dove e come trovarle. Dovete sapere che questo di certo non accadrà con Jak & Daxter.
E per finire…
…Un buon platform, per essere tale, deve vantare oltre che di una buona giocabilità e longevità, anche di una grafica all’altezza: state pur certi che in Jak & Daxter non sarete assolutamente delusi e troverete una grafica perfetta e adattissima ad un gioco di questo tipo. Il lavoro svolto dalla Naughty Dog è incredibile e sfrutta appieno le potenzialità del monolite Sony. Tutti i livelli sono vari, colorati e curati in tutti i particolari. Il gioco non rallenta mai, nemmeno nei momenti di gioco più affollati: e, inoltre, una cosa che ovviamente colpirà tutti e che meriterà un elogio; è che non c’è nemmeno l’ombra di un caricamento. Notevole l’idea di far scorrere la giornata in modo del tutto reale, con alcuni fattori del paesaggio o lo stesso alternarsi del giorno e della notte. Il doppiaggio sarà una fortissima nota positiva per questo platform e l’umorismo accompagnerà la vostra storia perennemente, anche se Jak è un semplice muto che si sorbirà puntualmente le critiche umoristiche dell’amico tramutato in donnola. I colpi durante le battaglie sono riprodotti molto bene e anche senza guardare potrete intuire se il vostro colpo è andato a buon fine o no.
L’inizio di una nuova sfida
Jak & Daxter nasce come erede di Crash, che batte in qualità di grafica, giocabilità e anche storia, ma ricordiamo che comunque ne è passato di tempo da quando Crash si muoveva in quei paesaggi in unica direzione, quella verso nord, alla ricerca del cristallo che capitava immancabilmente di fronte al vostro cammino: Jason Rubin inventa una nuova avvincente storia che però trova dietro l’angolo, proprio sotto il marchio SCEE, ma con produttrice la Insomniac, la mamma del draghetto Spyro, un degno avversario formato da una coppia di nome Ratchet & Clank.